Recensione SpiritSphere

Qualsiasi sviluppatore che si rispetti ha programmato almeno una volta il caro e vecchio PONG, chi per esercizio e chi per divertimento, alcuni lo hanno riprodotto fedelmente, altri lo hanno rivoluzionato. Quest’ultimo è il caso di un ragazzo olandese sotto il nome di Eendhoorn Games, che prova a rimodernare il genere con SpiritSphere, un arcade con multiplayer locale che si ispira graficamente ai grandi classici come Zelda. Il titolo è disponibile su Steam dal 24 gennaio 2017 al prezzo di 7.99€.

È come PONG ma con Link
SpiritSphere promette un approccio più action al classico PONG, mettendo nelle mani del giocatore un personaggio che si può muovere liberamente nella sua metà di campo, colpisce la palla con due tipologie di attacco, una normale e una caricata, può scattare con un veloce dash, e infine utilizzare gli oggetti che compaiono sul terreno. Sono presenti sette personaggi sbloccabili, ognuno con la sua animazione particolare di attacco e di scatto, e ciò rende il gameplay vario ma alcune volte leggermente sbilanciato. Nel complesso il gioco funziona, i comandi sono semplici e intuitivi, soprattutto se si utilizza un controller invece che la tastiera.

 

SpiritSphere prova anche a rivedere le partite sotto un secondo punto di vista, introducendo lo squash. Questa modalità vede i personaggi in un unico lato del campo, che si alternano per mandare la palla contro il muro di fronte, chi manca la palla perde il punto. Lo squash cambia semplicemente il campo su cui ci batteremo, mantenendo però invariata qualsiasi meccanica, e perciò non aggiunge alcuna novità al gioco, che alla lunga risulta ripetitivo e di facile lettura. SpiritSphere diverrà presto banale e troppo lento per essere un vero arcade. Il ritmo di gioco è scandito dalla velocità della palla, che se viene colpita orizzontalmente impiega un’eternità per superare la metà campo, inoltre i personaggi sono ovviamente privi di spigoli vivi come i classici rettangoli di PONG, ed è quindi impossibile fare colpi precisi e veloci colpendo la palla con l’angolo, impedendo perciò giocate ad alto rischio ma molto efficaci (high risk, high reward) che caratterizzano gli arcade e mettono in luce le abilità del giocatore.

 

SpiritSphere

Come detto poco sopra, esistono sette personaggi sbloccabili durante l’avanzamento del gioco e diversi tipi di palle, alcune più piccole e altre più veloci, che possiamo selezionare nelle partite personalizzate. Non è chiaro quali siano le modalità e gli obiettivi necessari per sbloccare i vari personaggi e le palle sono ottenute in modo casuale attraverso il pagamento di un’offerta con le monete di gioco.

 

Parlando del comparto grafico, rimaniamo felicemente colpiti dalla semplicità della pixel art, che pur con pochi dettagli riesce a creare ambientazioni completamente diverse, rendendo facilmente riconoscibile il campo su cui ci scontriamo, e facendoci così cogliere immediatamente le peculiarità del terreno di gioco. SpiritSphere non nasconde l’ispirazione ai vecchi capitoli di The Legend of Zelda, portando diverse citazioni ben visibili nei personaggi e negli oggetti utilizzabili. Le musiche 8-bit sono ideali per il genere, e donano un ritmo leggero e largamente apprezzato sia nel menù di gioco che durante le partite.

 

SpiritSphere

Siete tutti invitati a casa mia, da solo mi annoio
È possibile giocare una campagna single player, che però risulta estremamente breve e ripetitiva, con una difficoltà molto elevata e apparentemente ingiusta in modalità difficile. Sarebbe stato carino sfidare un boss al termine della campagna, che termina invece dopo 10 stage uno contro uno con il CPU. Lo stesso sviluppatore mette però le mani avanti specificando in caratteri cubitali che il gioco è pensato principalmente per il multiplayer locale fino a quattro giocatori, e che la modalità in singolo serve per allenamento e per guadagnare qualche collezionabile.

 

Il gioco si concentra quindi unicamente sul multiplayer locale, che risulta molto divertente e competitivo, ma che per i motivi detti in precedenza, tende comunque a ripetersi velocemente, e inoltre non offre alcuna modalità per sfidare altri giocatori attraverso partite online. La possibilità che gli utenti abbiano almeno due controller da utilizzare sullo stesso computer è quanto meno molto remota, e ciò limita di gran lunga la fruibilità del gioco. La mancanza di un multiplayer online porta SpiritSphere ad essere rapidamente abbandonato, e fortemente sconsigliato a chi si aspetta un comparto single player sufficiente a giustificarne il prezzo.

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Verdetto
6.5 / 10
In camera mia non c'è spazio per tutti
Commento
SpiritSphere reinventa il vecchio PONG senza però spingersi oltre, risultando velocemente ripetitivo. Benché sia pensato per il multiplayer locale, la mancanza di una campagna in singolo sufficientemente solida e la totale assenza di una modalità online, allontanano buona parte degli utenti PC.
Pro e Contro
È PONG molto più arcade
Personaggi e oggetti sbloccabili sono molto apprezzati
Il multiplayer locale è divertente e competitivo

x La ripetitività del gioco abbassa di molto la longevità
x Assenza di un multiplayer online
x Modalità Single Player poco soddisfacente

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