Recensione Sonic: Lost World (Wii U)

A due anni di distanza da Sonic Generations, titolo commemorativo del ventesimo anniversario della mascotte SEGA, il porcospino blu più veloce del mondo fa finalmente il suo ritorno con Sonic: Lost World, titolo esclusivo per Wii U e 3DS (di quest’ultima versione trovate qua la recensione) che va a riscrivere alcune delle regole fondamentali del franchise. Dopo la nostra recente anteprima è finalmente giunto il momento di valutare in sede di recensione l’effettiva bontà del nuovo lavoro SEGA e della nuova direzione che vuole imprimere al brand.

Alla scoperta dell’esamondo perduto

La storia di questo nuovo capitolo, narrata con l’ausilio di sequenze full motion video di ottima qualità, inizia nel più tradizionale dei modi. Sonic e l’amico di sempre Tails sono all’inseguimento del solito Dr. Eggman, tornato alla carica con un nuovo piano per tramutare adorabili animaletti in pedine per i suo esercito robotico. Un colpo fortunato del laser di Eggman riesce però a colpire Tornado, il biplano dei due eroi, mandandolo fuori controllo. Attraverso le nuvole i due amici riusciranno però a scorgere un gigantesco continente fluttuante, su cui effettuare un rovinoso atterraggio di fortuna: si tratta del misterioso Esamondo perduto. Questo bizzarro mondo, costituito da tasselli esagonali, sarà l’ambientazione della nuova avventura di Sonic, che lo porterà a scontrarsi non solo con il perfido Eggman, ma anche contro un inedito sestetto di avversari: i Sei Nefasti. Ben presto saranno proprio costoro a rivelarsi come la minaccia maggiore, al punto da spingere Sonic ed Eggman ad un “accordo di larghe intese” per ristabilire la pace nell’Esamondo e su tutta la terra.

La velocità è nulla senza il controllo

Come nel più classico dei platform l’Esamondo è costituito da varie zone tematiche, ciascuna contenente 4 livelli, più eventuali bonus. Ritroveremo quindi zone pianeggianti, deserti, montagne innevate e foreste, oltre a livelli più particolari come quelli a sfondo “dolciario” e così via. Ciò che colpisce in primis di Lost World non è tanto la varietà tematica dei livelli, invero piuttosto standard, ma il loro particolare design. Come nei più recenti titoli del porcospino blu vengono alternate in maniera pressoché continua sezioni di gameplay in 2D con sezioni in 3D, in un rapporto che questa volta è finalmente bilanciato alla pari (interessante ad esempio il confronto con Sonic Colours, dove le sezioni 2D avevano decisamente uno spazio maggiore). Nelle sezioni 3D troviamo le maggiori novità. Prendendo spunto dai planetoidi di Super Mario Galaxy, SEGA ha ideato dei grossi percorsi cilindrici, la cui gravità permette a Sonic di percorrere una qualsiasi tra le superfici disponibili, comprese quelle laterali ed inferiori. I livelli così strutturati si rivelano ricchi di percorsi alternativi, di difficoltà superiore od inferiore al normale, tutti da esplorare in cerca di segreti, scorciatoie e degli anelli stella rossi, necessari per sbloccare alcuni bonus. Questi cilindri non si rivelano quindi solo dei percorsi in cui sfrecciare a tutta velocità, ma hanno anche dei momenti di più ampio respiro in cui divengono dei veri e propri “playground” per il giocatore, proponendogli numerosi approcci alternativi e possibilità di sperimentare le nuove abilità di Sonic. Per massimizzare l’effetto di questi livelli sul game design gli sviluppatori di Lost World hanno infatti deciso di rinnovare il parco mosse del porcospino, oltre ad introdurre modifiche fondamentali a livello di gameplay. Di default Sonic non correrà più, ma camminerà. La corsa sarà attivabile tenendo premuto un tasto, ed anche in questo caso il nostro eroe non raggiungerà più le velocità vertiginose di alcuni suoi titoli passati. Se qualcuno potrebbe per questo gridare allo scandalo c’è subito da aggiungere che nella pratica quest’idea si rivela vincente. Controllare Sonic non è mai stato così preciso e divertente, grazie anche ad una fisica dei salti più convincente e priva di quella sensazione di inerzia eccessiva presente in molti dei precedenti titoli in 3D. In Lost World Sonic si scopre inoltre un vero e proprio atleta di parkour: il porcospino sarà ora in grado di aggrapparsi alle sporgenze, di effettuare salti su parete multipli, di correre lungo le superfici verticali e di superare automaticamente alcuni piccoli ostacoli. Tutte queste innovazioni, unite ad un nuovo sistema per gli attacchi (che separa il classico attacco a ricerca, qua utilizzabile anche su file dei nemici, da un calcio in aria, utile per lanciare un nemico contro un altro o contro degli oggetti), restituiscono al giocatore un controllo sulla mascotte SEGA mai visto prima. Sonic è finalmente un personaggio giocabile a tutto tondo e non più solo un proiettile scagliato verso l’inevitabile traguardo. Tutte queste novità sono presenti ovviamente anche nei livelli 2D, dove però se ne sente di meno l’impatto, ed anche a ragione: se da un lato è vero che il “balzo nel 3D” di Sonic non si era mai rivelato soddisfacente come avrebbe dovuto, i vari livelli 2D dei Sonic moderni hanno decisamente meno magagne dal punto di vista concettuale e strutturale. Da segnalare, infine, il ritorno dei poteri Wisp di Sonic Colours. Se in quel gioco la loro introduzione era però parsa forzata e quasi una scimmiottatura dei vari costumi di Super Mario Galaxy, in Lost World il loro utilizzo è stato ripensato ed integrato nel level design. Alcuni percorsi e strade alternative prevederanno infatti il loro uso, altri no, altri ancora in maniera opzionale, ed il controllo sarà interamente nelle mani del giocatore. Alcuni dei vari poteri sono ripresi direttamente da Colours, altri creati ex novo, ma bene o male tutti sono stati adattati a sfruttare varie caratteristiche del GamePad di Wii U: l’interazione tra lo schermo televisivo e quello del controller, il touchscreen, i giroscopi. Si tratta di una integrazione ben riuscita e molto funzionale, che mai spezza il ritmo o disturba il giocatore.

Oltre lo stile, si poteva fare di più?

Se dal punto di vista concettuale e di gameplay puro Lost World si rivela un netto passo avanti per la saga di Sonic, lo stesso non si può ahimè dire per quanto riguarda la grafica. Ci troviamo di fronte ad un titolo dal design semplice e pulito, e perfino estremamente piacevole, con notevoli rimandi nello stile dei nemici ai Sonic più classici. È il lato più puramente tecnico a mostrarsi più debole, presentandosi privo di tutte quelle velleità grafiche di cui erano ricchi i vari Sonic & The Secret Rings e Sonic & The Black Knight su Nintendo Wii. Se è vero che i Sonic del cosiddetto “storybook team” avevano dei profondi problemi a livello di giocabilità, su una cosa si rivelavano davvero ineccepibili: la grafica. Nella scorsa generazione SEGA è riuscita a spremere le ridotte potenzialità di Wii come solo pochissime altre case, Nintendo compresa, erano riuscite a fare, e non solo duole constatare che in Lost World non c’è traccia di quel lavoro certosino, ma anche che il titolo si presenta come un vistoso passo indietro anche rispetto alla scorsa escursione di Sonic nell’alta definizione, ovvero Generations su PlayStation 3 ed Xbox 360. Non che il titolo sia brutto da vedere o ci siano vistosi problemi grafici, ma il look generale è fin troppo semplicistico e stilizzato, a tratti quasi povero. Decisione stilistica? Scarsa confidenza del team di sviluppo con Wii U? Orpelli grafici vari sacrificati sull’altare dei 60 FPS? Non lo sappiamo e probabilmente non lo sapremo mai, ma dati gli illustri precedenti, Lost World si rivela una parziale delusione in campo grafico. Appunto notevolmente positivo è invece quello sul framerate, che si mantiene sui 60 FPS salvo rarissimi e sporadicissimi cali improvvisi. Per quanto riguarda il sonoro possiamo notare il prosieguo della linea imboccata in Colours, con l’abbandono del rock pacchiano (con buona pace del sottoscritto, forse uno dei pochi che lo apprezzavano, NDR) che aveva caratterizzato i titoli di Sonic da Adventure in poi e l’adozione di una colonna sonora più tradizionale. Manca forse la presenza di un vero e proprio brano killer, ma il livello generale si rivela più che buono. Menzione speciale per il doppiaggio, realizzato con l’ausilio di alcuni tra i migliori doppiatori italiani: gli appassionati di cartoni animati e serie per bambini potranno riconoscere molte voci a loro familiari. Notevole è anche la presenza del doppiaggio integrale in sei lingue diverse: oltre all’italiano è possibile selezionare anche inglese, francese, tedesco, spagnolo e giapponese, con i sottotitoli per ciascuna di queste lingue. Ne saranno senza dubbio contenti i nippofili e gli anglofili.

Chi corre più veloce?

La difficoltà generale dell’avventura si attesta su livelli medi, complice anche la discreta lunghezza dei vari livelli. Soprattutto le sezioni finali offriranno un livello di sfida interessante, ma mai eccessivo, e soprattutto mai fuori dalla portata di un bambino. Niente sezioni di platforming impossibile alla Donkey Kong Country Returns, ma neanche una facilità eccessiva come quella di New Super Mario Bros. 2 o della prima parte di Super Mario 3D Land. Anche la longevità si attesta su valori medi. Non sono molti i livelli presenti nel gioco, ma si mostrano assai rigiocabili grazie alla loro natura intrinseca ed ai numerosi percorsi possibili. Il giocatore sarà inoltre spronato a rigiocarli per raccogliere gli anelli stella rossi, utili per sbloccare simpatici minigiochi basati sul touchscreen e per migliorare il proprio punteggio nel time attack. In questa modalità sarà infatti possibile andare a riaffrontare un livello precedentemente già completato, nel tentativo di raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile. Inutile dire che sarà fondamentale una notevole padronanza delle abilità del porcospino, nonché una profonda conoscenza dei livelli e di tutte le scorciatoie possibili per figurare nelle classifiche online. Queste ultime possono essere filtrate a livello globale, locale o mostrare esclusivamente i punteggi dei nostri amici, ed offrono un incessante incentivo a migliorare sempre di più la propria performance. Non mancano infine modalità locali a due giocatori. Abbiamo in primis una modalità cooperativa in cui un secondo giocatore può utilizzare un modellino telecomandato (ottenuto nei vari livelli del gioco od importato dalla versione 3DS) per aiutare Sonic a raggiungere il traguardo. Le azioni che il secondo giocatore potrà compiere sono estremamente limitate e si riducono al colpire qualche nemico ed al raccogliere qualche anello, e questa modalità si rivela soprattutto indirizzata a tutte quelle persone che hanno poca dimestichezza con i videogiochi (bambini piccoli, fidanzate, ecc), ma vogliono partecipare in qualche modo all’azione sullo schermo. Più interessante è invece la modalità competitiva, in cui due giocatori, uno sullo schermo del GamePad, l’altro su quello televisivo, si sfideranno in una corsa di velocità, di abilità od in chi riuscirà a raccogliere più anelli. Sarà possibile selezionare le singole zone su cui gareggiare oppure creare un Grand Prix con tutte le zone disponibili. In queste corse a due giocatori i livelli saranno inoltre disseminati di oggetti che andranno ad aiutarci o ad ostacolare l’avversario, rendendo il tutto un pizzico più movimentato e divertente.

Verdetto
8 / 10
Il "ciclo di Sonic" è finalmente spezzato
Commento
Sonic: Lost World è, almeno nella sua versione Wii U, un ritorno in grande stile per il porcospino blu SEGA. Riprendendo gli spunti interessanti di Colours e Generations e, per la prima volta, amalgamandoli in un contesto nuovo, studiato appositamente, SEGA ha accettato la scommessa di riscrivere le regole non scritte di Sonic, vincendola a piene mani. Il gioco deve indubbiamente qualcosa alla lezione di creatività del team EAD Tokyo di Nintendo, mostrando di aver ripreso alcuni elementi sia da Super Mario Galaxy che da Super Mario 3D Land, senza mai scadere nell'imitazione palese o nella scopiazzatura. Forse manca un poco di quella brillantezza tipica dei titoli della ex casa rivale, ma ci troviamo di fronte ad un platform solido, vario, divertente, e soprattutto ad un gameplay che getta delle fondamenta su cui costruire titoli ancora più validi in futuro. Peccato solo per l'aspetto grafico, perché sappiamo che SEGA può fare molto di più. Molti negli anni passati hanno già apprezzato i passi avanti compiuti con Colours e Generations, ma è proprio con Lost World che ci sentiamo in dovere di dire che Sonic è finalmente tornato. E ci auguriamo sia tornato per restare.
Pro e Contro
Rivoluziona Sonic, in positivo
Tanta varietà e tante idee
Produzione generale di buon livello, con stile da vendere

x Tecnicamente si poteva fare di più
x Ancora un pelo sotto i migliori platform Nintendo

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