Recensione Slender: The Arrival

Il 26 giugno 2012 venne distribuito gratuitamente su PC un titolo horror che, in poco tempo, sarebbe stato capace di dare una scossa a tutto il web. Il videogioco in questione, realizzato dai ragazzi di Parsec Productions, prende il nome di Slender: The Eight Pages ed è riuscito a diventare un fenomeno virale sin da subito anche grazie ad un’immane quantità di video su Youtube. Forte di alcune idee intelligenti il titolo ha subito alcune modifiche e migliorie grazie all’intervento dei Blue Isle Studios che, circa un anno dopo, ha rilasciato assieme alla software house originale Slender: The Arrival. Disponibile finalmente sulle console di attuale generazione al prezzo di partenza di 9,99 €, Slender è pronto a spaventare anche i possessori di PlayStation 4 e Xbox One. Ci sarà riuscito? Scopritelo nella nostra recensione.

Versione testata: PlayStation 4

Persone scomparse
Slender: The Arrival fa dell’atmosfera il suo cavallo di battaglia
Caratterizzato da una trama non lineare, Slender: The Arrival fa dell’atmosfera il suo cavallo di battaglia. La storia ruota attorno alla ricerca da parte di Lauren della propria amica Kate, scomparsa misteriosamente da un giorno all’altro e ossessionata da un’inquietante creatura chiamata Slender Man. Questo è solo l’inizio di una storia che non stupisce certamente per complessità, ma che, grazie alla grande quantità di documenti da leggere e di fotografie da trovare, riesce a trasmettere una tensione non indifferente e affascinare non poco il giocatore. Lo Slender Man ci perseguiterà per tutto il corso dell’avventura, spuntandoci fuori quando meno ce lo aspettiamo e garantendo una notevole quantità dei tanto noti “jump scare”, ovvero i classici “salti sulla poltrona”. La longevità non esaltante del titolo (circa 3 ore per completare l’avventura) non è da considerarsi un vero e proprio difetto, in quanto una durata maggiore avrebbe potuto stancare maggiormente, rendendo il tutto eccessivamente ripetitivo e prolisso.

 

8 pagine e altre cose da raccogliere
L’idea di Slender è tanto semplice quanto efficace
Nonostante la presenza di più livelli da portare a termine, il gameplay di Slender: The Arrival è molto vicino a quello di The Eight Pages. Il nostro scopo, infatti, sarà quello di trovare determinati oggetti prima che lo Slender Man riesca a catturarci. La difficoltà crescerà man mano che recupereremo gli oggetti, portandoci verso la fine ad una vera e propria fuga dal mostro. A rendere più interessante il tutto sono stati introdotti nuovi nemici che, nei livelli più avanzati di gioco, ci daranno la caccia correndoci addosso nei momenti meno opportuni. Le otto pagine da raccogliere, inoltre, sono caratteristiche solamente del primo livello di gioco, mentre, per assecondare la narrativa del titolo, nei successivi capitoli saremo chiamati ad effettuare altre attività (come accendere le luci, barricarci in casa chiudendo porte e finestre, etc), ma non mutando sostanzialmente nulla all’interno della struttura totale. Bisogna purtroppo ammettere che, nonostante il titolo intrattenga durante le prime ore di gioco, si nota sin da subito una certa ripetitività di fondo, capace di stancare i non amanti del genere in poco tempo. La possibilità di decidere la difficoltà con la quale giocare riesce ad aumentare il livello di sfida complessivo del titolo, ma si limita a far comparire più spesso i nemici e spinge sulla natura casuale del titolo. Natura casuale nel senso che potrebbe capitarvi di completare un livello anche senza incontrare nessun avversario, rendendo alcuni elementi troppo legati alla fortuna e non all’abilità del giocatore.

 

Il fascino del mostro
L’atmosfera ancora una volta convince molto più della grafica

Sotto il profilo tecnico Slender: The Arrival riesce a convincere grazie a degli ambienti curati e ad un’atmosfera capace di spaventare, ma allo stesso tempo affascinare il giocatore. Bisogna però ammettere che sotto un punto di vista prettamente grafico il titolo lascia l’amaro in bocca a causa di una modellazione poligonale dei personaggi davvero scadente (a partire dalla mano che impugna la torcia della nostra protagonista) e di alcune texture poco rifinite. Ottimo il comparto sonoro che riesce a mescolare perfettamente una soundtrack derivata dai telefilm anni ’90, rumori improvvisi e, soprattutto, silenzi capaci di bloccare il fiato del giocatore in gola.

Verdetto
7.5 / 10
Here comes the Slender Man
Commento
Slender: The Arrival nonostante una ripetitività di fondo ed un profilo grafico non esaltante, è riuscito ad appassionarci grazie a meccaniche tanto semplici quanto efficaci e, soprattutto, grazie ad un'atmosfera capace di conquistare sin dal primo minuto. Ottimo anche il lavoro in termini narrativi che, seppur non esaltando, è riuscito a a conquistarci e a farci entrare all'interno del mondo di gioco grazie ad un'immane quantità di documenti e foto da trovare.
Pro e Contro
Storia lineare, ma affascinante
Gameplay semplice, ma intuitivo
Atmosfera di qualità
Comparto sonoro da brivido

x Gameplay talvolta troppo semplicistico
x Difficoltà legata alla fortuna
x Comparto tecnico altalenante

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