Recensione Slain: Back from Hell (Xbox One)

A partire dallo scorso 21 ottobre 2016, con un leggero ritardo rispetto al primo annuncio, Slain: Back from Hell è diventato giocabile per Xbox One, dopo aver debuttato per PC – via Steam – con il titolo Slain! e per PlayStation 4 in quel di settembre, proprio con la versione riveduta e corretta già giocata e recensita da noi di ilovevg.it. Il titolo è stato annunciato dalla casa indipendente Wolf Brew Games per la console Microsoft di ultima generazione lo scorso 10 ottobre, quando la compagnia ha emesso un comunicato stampa che indicava l’arrivo del gioco in vista di Halloween. Il titolo omaggia in particolar modo gli hack ‘n’ slash degli anni ’80 e ’90 e la “musica metal”, o per essere più precisi, il gothic metal, che accompagna il giocatore nel corso dell’intera quest. Non resta quindi che addentrarsi all’interno di questo inferno e conoscere il protagonista.

 

Versione testata: Xbox One

 

 

English Lesson Number One
Un sistema di combattimento limitato
Il titolo del gioco già spiega tutto: Slain in inglese significa letteralmente “massacrato” (o, comunque, ucciso senza economia di violenza), mentre Back from Hell può essere semplicemente tradotto con “di ritorno dall’inferno”. Nell’incipit del gioco, infatti, assistiamo a una breve scena, all’interno della quale l’eroe viene svegliato dal suo eterno riposo per scontrarsi con nuovi nemici, e sconfiggere ancora il male che alberga sulle terre che malvolentieri percorrerà per uccidere scheletri armati, arpie, zombie, fantasmi e soprattutto boss finali che troveremo al termine di ogni livello. Boss che, nel dettaglio, rappresentano una forte variante alla ripetitività dei normali scontri che ci troveremo ad affrontare: malgrado il carisma del protagonista, infatti, il giocatore non potrà far altro che attaccare con un solo sistema di combo, premendo a più riprese il tasto “X” del controller, anche se gli sarà concesso di poter lanciare delle onde di energia, saltare, oppure parare gli attacchi dei nemici con la propria spada. Le parate stesse, tuttavia, non aiutano del tutto, in quanto ogni colpo ricevuto farà comunque diminuire sempre di più la barra rossa, che indica l’energia vitale del nostro eroe.

 

 

slain back from hell

 

Una sfida continua
A partire dal secondo livello, il protagonista potrà inoltre utilizzare la forza del fuoco per infiammare la sua spada e sfruttarla contro i nemici, cosa che lo aiuterà contro alcune razze precise (come per esempio le arpie) ma che, al tempo stesso, funzionerà meno bene con altre (come con gli scheletri), che possono essere sconfitte più tranquillamente senza fiamme. Ad avere un’enorme importanza sono invece l’intuito e il tempismo: saltare, sferrare un attacco o semplicemente muoversi senza che la nostra energia diminuisca non è così facile sin dall’inizio, e questo è uno dei punti forza del gioco. Ogni decisione presa in qualsiasi momento può essere fatale, e talvolta far “morire” il nostro protagonista solo per trovare la tecnica adatta a superare indenni un’area e raggiungere i vari check-point è quasi necessario. Lo stesso di può dire degli scontri con i boss principali, che naturalmente avranno un’energia e una forza di gran lunga superiore ai loro sottoposti e che potranno, in alcuni casi, ucciderci con un sol colpo. Insomma, come lo stesso gioco viene presentato, non ci resta che combattere contro i “boss, i mini boss, i sub-mini boss e i macro-sub-mini-boss”.

 

slain-back-from-hell

 

Musica Maestro!
La musica attira l’attenzione anche dei più dubbiosi
Come già riportato in precedenza, la colonna sonora non può che essere considerata come una delle protagoniste del titolo, che presenta soltanto dialoghi scritti e nessuna voce. La musica “costringe” il giocatore a interessarsi alla storia, e attira l’attenzione anche dei più dubbiosi. Alla colonna sonora ha lavorato in particolar modo Curt Victor Bryant, bassista della mitica band svizzera Celtic Frost dal 1988 al 1990, durante il periodo in cui furono incisi due degli album più amati del gruppo: Cold Lake e Vanity/Nemesis. Data la qualità indiscussa della colonna sonora, il problema risiede piuttosto nella ripetitività dei brani del gioco, che, accompagnati alla ripetitività del gameplay, rischiano, dopo poche ore, di annoiare il giocatore, malgrado il magnifico impatto iniziale.

 

Un titolo per chi ama le sfide
Ciò che non cambia mai è il livello di difficoltà del titolo; non che questo sia per un handicap, tutt’altro. Se non consideriamo i primissimi istanti di gioco, Slain: Back from Hell, è sicuramente un titolo difficile da giocare, e rappresenta una vera e propria sfida soprattutto per coloro i quali si lamentano della facilità dei giochi moderni. Come già descritto in precedenza, la difficoltà è legata alla giusta strategia da scegliere quando percorriamo una determinata area di gioco, perché un semplice passo può essere fatale, e può carbonizzare (o, peggio) far esplodere il personaggio in vere e proprie scene splatter, in un titolo già ricco di sangue e del colore rosso. Il paesaggio colpisce invece in positivo, in quanto anche il più insignificante dettaglio è reso in maniera semplice ma risulta al tempo stesso perfetto; ed è proprio stando attenti al paesaggio che il protagonista può cadere nelle trappole sparse per tutto il tragitto, che non lasceranno scampo al giocatore disattento.

Infine, è indispensabile parlare della durata del gioco, che potrebbe risultare troppo breve per chi cerca esperienze davvero longeve: dopo sole 2 ore, la schermata di salvataggio riportava che avevamo già percorso il 20% del tragitto totale, testimoniando una durata che stona un po’ con il prezzo di 14,99 € attualmente proposto. Si ha insomma la sensazione che da questa idea potesse nascere qualcosa di epico, ma i tanti problemi non possono che diminuire il voto finale di un gioco troppo breve e ripetitivo, che sa comunque offrire una sfida di livello avanzato.

Verdetto
6 / 10
Nel mezzo del cammin di nostra morte...
Commento
Slain: Back from Hell rappresenta un bel ritorno agli anni ’80 e ’90, quando i video games erano tutt’altro che facili da portare a termine. L’unico livello di difficoltà presente nel titolo riporterà sicuramente indietro i videogiocatori più grandi, che non potranno che ricordare celebri capolavori come Ghost ‘n’ Goblins o ancora Castlevania. Ma il titolo presenta tanti, troppi problemi, a partire dalla durata di gioco fino a concludere con una ripetitività che può essere in parte accettata solo grazie alla difficoltà molto elevata; e lo stesso si può dire dell’ottima colonna sonora, che dapprima può incuriosire e appassionare, ma che presto risulterà terribilmente noiosa.
Pro e Contro
Ottimo coinvolgimento iniziale
Ritorno agli anni ’80 e ‘90
Adatto a chi ama le sfide difficili…

x … e sconsigliato a chi non preferisce le grandi difficoltà
x Ripetitivo in tutto
x Forse troppo breve per il prezzo proposto

#LiveTheRebellion