Recensione Severed (3DS e Wii U)

Dopo lo spettacolare e acclamato mix di metroidvania e picchiaduro a scorrimento Guacamelee! del 2013, DrinkBox Studios colpì per la seconda volta nell’aprile di quest’anno con la versione PS Vita di Severed, un dungeon crawler che sfruttava tutte le capacità tattili della piccola portatile Sony. Oggi, a distanza di qualche mese, la software house canadese ha completato i porting delle versioni per console Nintendo, Wii U e 3DS (in cross-buy), e proprio quest’ultima è quella che andremo ad analizzare oggi nel dettaglio. Severed si gioca alla grande anche sulla portatile stereoscopica? Continuate a leggere per scoprirlo!

Versione testata: 3DS

 

Se il buongiorno si vede dal mattino…
L’incipit colpisce con la sua semplicità registica e la sua brutalità
Il titolo ha un incipit particolarmente d’impatto: Sasha, la protagonista, si sveglia appena fuori dalla propria casa dopo aver perso i sensi, in un mondo lugubre e avvolto da un’atmosfera onirica da brividi. Una volta raggiunta l’abitazione, ormai semi-distrutta, la sconvolgente verità si mostra nel riflesso di uno specchio. Imbrattata di sangue e con il braccio sinistro amputato, la donna apprende da un inquietante figuro che la sua famiglia è stata rapita, e che sta a lei cercare di ritrovarli. Per compiere questa missione le viene donata una spada, che avremo fisicamente tra le mani sotto forma del pennino in dotazione a 3DS. Qui incontriamo anche le prime differenze con la versione PSVita: se, prima, tutte le azioni sul touch screen si effettuavano con le dita, ora grazie alla precisione del pennino risultano anche più immediate, e l’utilizzo nei combattimenti aumenta il senso di immedesimazione (ci torneremo a breve). Per quanto riguarda l’atmosfera che si respira fin dalle prime battute, non si può non citare anche solo la semplice realizzazione tecnica. Severed su 3DS, pur dovendo fare i conti con una risoluzione dello schermo inferiore alla rivale Sony, restituisce un feeling visivo ricercato e di sicuro impatto artistico, con colori pastello e un cel-shading senza contorni che sembra uscire direttamente da un libro pop-up a tinte noir, accentuato dall’effetto 3D (qualora attivato). La trama rimane sempre appena accennata e molto fumosa, puntando tutto sull’aspetto metaforico della vicenda, dove vita e morte convivono fino a diventare una cosa sola. L’esoterismo che permea la vicenda e il folklore di un popolo misterioso (e ormai scomparso) completano un quadro che coinvolge e attrae chi sta al di qua dello schermo.

 

Non esattamente un bel modo di iniziare la giornata...

 

Giocare con la morte
IL GAMEPLAY DI SEVERED È COME UN DELIZIOSO COCKTAIL
Superata la carica emotiva dei primi minuti, Severed comincia a inebriare il giocatore con gocce di gameplay – mescolate con sapienza dai programmatori – che hanno preso in prestito elementi cardine di vari generi, reinterpretandoli come un barman sceglie con perizia gli ingredienti per i propri cocktail. Abbiamo una base dungeon-crawling, con esplorazione in soggettiva di stanza in stanza e la possibilità di osservare l’ambiente a 360°, utilizzando lo stick analogico o il d-pad. La mappa è visibile di default sullo schermo superiore, mentre il gioco “vero e proprio” si svolge sul touch screen; è ovviamente possibile visualizzarlo anche sullo schermo superiore per godere dell’ottimo effetto 3D, e in quel caso la mappa si rimpicciolirà, posizionandosi nell’angolo destro dello schermo.

Troviamo poi enigmi ambientali in stile metroidvania: i poteri che si acquisiranno durante il gioco permetteranno di aprire nuove strade (con chiari esempi di backtracking) prima inaccessibili, all’interno delle 5 aree che compongono il mondo di gioco. Altri, come tirare leve o girare manovelle, richiederanno l’uso del pennino per essere risolti, sfruttando interazioni che abbiamo imparato ad apprezzare all’epoca di Nintendo DS (con i titoli della serie Hotel Dusk, per citarne alcuni). Ma il fulcro del gioco sono i combattimenti, veri puzzle da decifrare in fretta soprattutto al primo incontro con un nuovo demone, tutti animati egregiamente e temibili nei pattern d’attacco. In questo caso il nostro fido pennino si trasforma prontamente in una spada per parare ed infliggere stoccate letali, similmente a quanto accadeva in Ninja Gaiden DS (altro titolo della passata generazione). L’unica pecca, presente in altri giochi che prevedono un sistema di controllo del genere, consiste in una certa scomodità di base, con la mano sinistra che deve sostenere il peso della console e la destra costretta a tenere il pennino. Questa difficoltà, com’è intuibile, si riscontra soprattutto con i modelli XL di 3DS.

 

Macabra poesia

 Chi di spada ferisce di pennino perisce
 I duelli all’arma bianca sono l’anima del titolo
Come detto in precedenza, i combattimenti sono il punto focale del titolo, e rappresentano i veri momenti in cui Severed esalta se stesso e il giocatore, che viene coinvolto sia mentalmente che fisicamente grazie al pennino. I colpi vengono inflitti con decisi fendenti, i cui danni variano in base alla rapidità (meno danni ma maggiore velocità) e alla lunghezza (meno velocità ma ingenti danni e colpi critici) delle stoccate su schermo. Fondamentale la parata, da eseguire con un tempismo da rhythm game, strisciando il pennino verso il braccio del rivale. Le serie di colpi consecutivi caricano la barra della concentrazione, che, una volta riempita e in concomitanza con l’uccisione del nemico, attiva una sorta di slow-motion, utile per sezionare gli arti dei demoni.

È proprio a tal proposito che entra in gioco un’altra meccanica, mutuata dai classici del genere RPG: l’albero delle abilità. In questa schermata potremo potenziare la nostra Sasha, migliorandone le abilità grazie alla raccolta degli arti mutilati rimasti sul campo di battaglia, quasi a ricordarne la brutalità. Ad impreziosire ulteriormente un sistema di combattimento che fa della manualità il suo punto forte, troviamo alcuni poteri (alcuni utili per le sezioni di backtracking di cui sopra) che non mancheranno di sorprendere il giocatore per il loro intelligente utilizzo. Andando avanti nel gioco, ad esempio, ci imbatteremo in nemici dotati di vari potenziamenti, come la rigenerazione della salute o l’aumento dell’attacco; in questi casi potremo “divorare” una delle sue abilità e farla nostra, privando il demone di una delle sue certezze. L’utilizzo tattico di questi poteri dona una profondità eccellente alle schermaglie, pur non inficiando l’immediatezza delle meccaniche, sempre al primo posto. Le immancabili boss battle estremizzano tutto ciò che si è appreso in precedenza, traducendosi in sezioni particolarmente tese, impegnative, lunghe, nonché cariche di pathos, visto che da esse dipende il salvataggio dei familiari della ragazza.

 

Così brutale... Così divertente!

 

Musiche dall’oltretomba
Sonorità rock e asiatiche si fondono
Come ben sappiamo, uno dei pilastri su cui si poggia l’atmosfera di un titolo è la musica. Anche sotto questo aspetto Drinkbox Studios non fallisce, affidandosi alla band canadese sperimentale YAMANTAKA // SONIC TITAN (in collaborazione con Pantayo, gruppo di Toronto composto da sole donne esperte nell’uso del Kulintang, uno strumento nato nel sud-est asiatico). L’accompagnamento musicale, che mischia pezzi progressive rock a percussioni che profumano di estremo oriente, segue in maniera ideale ogni avvenimento che si sussegue sullo schermo, legandosi indissolubilmente a un mondo ormai corrotto che però riesce ancora a riflettere il suo passato glorioso. Gli artisti che hanno curato questo aspetto del titolo vi ringrazieranno, se vorrete godere dei loro brani con un paio di cuffie. Buoni anche gli effetti sonori, efficaci nella loro semplicità.

Verdetto
9 / 10
Ho un pennino e non ho paura di usarlo!
Commento
Severed è un gioco da tenersi stretti: pur non avendo una longevità particolarmente alta, riesce a racchiudere in sé un ecosistema vivo, un mondo caratterizzato magnificamente, pregno di significati nascosti e non, che è raro trovare nella maggior parte delle produzioni moderne. Un prodotto curato, confezionato con amore e passione, senza sbavature di sorta né sul lato tecnico né per gameplay, che presta il fianco solo a una scomodità di fondo del sistema di controllo (la cui colpa, però, non è imputabile a nessuno). Il suo mix di esplorazione e combattimenti senza soluzione di continuità si presta ad ogni tipo di giocatore, dal casual al più "impegnato", grazie ai generosi check-point. Il costo di 14.99€, in cross-buy con la versione Wii U, è il giusto pegno da pagare per vivere un'esperienza rara, poetica e inquietante, che non dimenticherete facilmente.
Pro e Contro
Arte visiva e sonora
Mix di gameplay eccellente
Combattimenti divertenti e impegnativi
Atmosfera ispiratissima

x Scomodità di base del sistema di controllo
x Un bel gioco che dura poco

#LiveTheRebellion