Dopo il complicato
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Nippon Ichi Software sembra voler chiudere il cerchio con un nuovo titolo che va ad unire le meccaniche sfiancanti del platform trial & error ad atmosfere decisamente cupe e malinconiche.
Disponibile dall’11 Aprile su PlayStation Vita e PC, A Rose in the Twilight promette di mettere a dura prova i vostri nervi.
Versione Testata: PlayStation Vita
Una rosa piena di spine
Rose è un’innocente ragazzina che si risveglia nelle segrete di un castello, senza ricordo alcuno del suo passato. Dopo aver percorso pochi passi all’interno del dungeon
scoprirà di avere dei particolari poteri legati ad un misteriosa “spina” posta sulla schiena, che le permette di assorbire il sangue e interagire con alcuni oggetti dell’ambiente alterandone lo stato e manipolando lo scorrere del tempo.
Questo potere le consentirà di riportare in vita un gigante, che si legherà alla ragazza e la aiuterà nell’intento di farsi strada nel castello e, perché no, fuggire.
Purtroppo i nostri piani verranno interrotti da
una serie di diari che faranno chiarezza sul passato di Rose, riportando alla luce un’antica maledizione che ha colpito il castello e tutti i suoi abitanti, lei compresa, oltre a raccontarci la triste vicenda narrata in questo A Rose in the Twilight.
Questi sono i presupposti di A Rose in the Twilight, che
ci spingeranno ad indagare di più sulla storia di Rose e ci motiveranno a cercare una soluzione per eliminare il peso che grava sulle sue spalle. Proprio intorno al suo potere ruoteranno non solo le vicende del gioco ma anche le dinamiche di gameplay che fanno di questo platform un’esponente del genere puzzle trial & error, componente già utilizzata nei precedenti titoli Nippon Ichi.
Come abbiamo visto
Rose può assorbire il “sangue” da alcuni oggetti,
bloccandoli nel tempo. Questo processo diventerà fondamentale appunto durante le fasi platform, magari per “congelare” una piattaforma mobile o alcuni nemici, o ancora per risolvere alcuni puzzle ambientali prelevando il colore da un punto preciso ed utilizzarlo da un’altra parte. Purtroppo le cose non saranno così facili e per poter sfuggire dalla nostra prigionia
dovremo affidarci al nostro nuovo amico, il gigante. Dato che i movimenti di Rose sono limitati, potremo sfruttare la sua mole per sollevarci o lanciarci per superare ostacoli e precipizi altrimenti insuperabili.
La sua “pelle dura” gli garantirà una buona resistenza contro i nemici o i sentieri infestati dai rovi, letali invece per la piccola Rose.
Le strade dei due spesso prenderanno direzioni diverse, e saremo costantemente chiamati ad alternare i due personaggi per poter riuscire a superare le varie trappole mortali che infestano il castello. Nonostante la semplicità dei controlli, che
fanno affidamento su pochi comandi basilari (
saltare, afferrare e lanciare oggetti), gli sviluppatori si sono impegnati per costruire, sulla base di una struttura che ricorda quella di un metroidvania,
un platform articolato ed ingegnoso, che vi obbligherà a riflettere sulle vostre azioni prima fra un tentativo e l’altro, dato che il game over è sempre dietro l’angolo.
Twilight Princess
Da questo punto di vista
Nippon Ichi Software si è lasciata prendere fin troppo la mano, creando situazioni decisamente fin troppo snervanti. Capiterà spesso di trovarsi ad affrontare
passaggi molto articolati, dove in nostro obiettivo non è proprio così chiaro e leggibile, obbligandoci ad andare a tentativi e accumulando morti su morti, con la soluzione che arriverà solamente
pensando fuori dagli schemi e sperimentando le strategie più impensabili. Inoltre come se non bastasse,
molti degli enigmi richiedono tempismo e precisione quasi maniacali, che uniti ad una fisica non sempre perfetta e una propensione alla morte abbastanza marcata, creano la formula per la migliore crisi isterica. A metterci il carico da 90 ci pensa anche
un sistema a check-point spesso piazzato in maniera abbastanza strategica, tanto da spingere il giocatore a dover affrontare molteplici volte un determinato punto in caso del minimo errore. Infatti se il gigante è abbastanza resistente, caratteristica che gli garantisce di sopravvivere a cadute, colpi nemici o trappole, lo stesso non si può dire per la fragilissima Rose, che al solo contatto o ad una caduta da altezze proibitive (
ma nemmeno troppo) vedrà la sua vita spegnersi per ripartire dall’ultimo punto di controllo.
Oltre a cercare di mantenersi in vita e fuggire dal castello Rose e il gigante potranno
collezionare alcune “memorie” appartenenti agli abitanti del castello, che rievocheranno nella ragazza i ricordi del suo passato, svolgendo oltre alla funzione di collezionabili, anche quella di chiavi per accedere al vero finale del gioco,dove affronteremo il secondo dei due boss presenti, contro il quale dovremo sfoderare tutte le strategie imparate durante la nostra avventura.
Il viaggio di Rose e il gigante è completabile nel giro di 6/7 ore circa, durata che varierà in base a quanto tempo impiegherete nel raccogliere tutte le memorie presenti nel gioco e a superare le varie trappole mortali. Una volta portata a termine l’avventura sarà possibile, per gli amanti delle speedrun, tornare nuovamente ad esplorare il castello affrontando
una modalità Time Attack. Infatti la mappa permetterà di riaffontare le varie stanze tramite una pratica funzione di viaggio rapido (
disponibile anche nel corso della prima run ogni volta che completerete una zona) così da
sfidare il tempo realizzato in precedenza cercando di stabilire nuovi record.
In binaco e nero. E rosso.
Dal punto di vista squisitamente artistico, A Rose in the Twilight propone alcune scelte interessanti che si intrecciano con gli sviluppi della trama. Infatti, a causa della maledizione caduta sul castello, il mondo di gioco è privo di ogni colore. Un castello desaturato dove i colori cupi regnano e ci offrono una visione triste e decadente di questi luoghi. L’unica macchia di colore è rappresentata dal rosso del sangue,
segnerà in maniera chiara e univoca gli elementi con i quali potremo interagire e saranno indispensabili alla risoluzione dei nostri problemi.
Se artisticamente parliamo di un titolo valido, qualche critica possiamo muoverla invece all’aspetto tecnico. Ci troviamo di fronte ad un platform 2D
ben costruito sul fronte del level design ma meno convincente nella sua realizzazione, fin troppo semplice e limitato. Poche le animazioni, una fisica non sempre convincente che spesso ci mete i bastoni tra le ruote, e la tendenza (
a causa delle scelte monocromatiche) alle ambientazioni ad assomigliarsi un po’ tutte, rendendo l’esplorazione abbastanza monotona e ripetitiva.
Decisamente meglio il sonoro, che pur offrendo un buon accompagnamento alla nostra fuga, con tanto di brani cantati, non riesce mai realmente ad emergere, ritagliandosi solamente uno spazio alle spalle del resto.
A Rose in the Twilight arriva a noi tradotto solamente in inglese, ma vista la presenza limitata di testi e la totale (o quasi) assenza di dialoghi, lo rende
un prodotto perfettamente fruibile anche ai meno pratici con le lingue straniere.
Verdetto
7 / 10
Roses are red, Death is blue
Commento
Pro e Contro
✓ Artisticamente ispirato
✓ Buon Level design
x Graficamente monotono
x Picchi di difficoltà altalenanti
#LiveTheRebellion