Recensione Q.U.B.E. 2

Per quanto si tratti di un prodotto non per tutti, il primo Q.U.B.E. è riuscito nell’intento di conquistarsi la sua nicchia di fedele pubblico!

Come per il mercato del cinema, anche nel settore dei videogames esistono prodotti più mainstream e altri considerati più “di nicchia”. I titoli sportivi, ad esempio, possono rientrare nella prima categoria, mentre i puzzle game appartengono alla seconda, riuscendo a calamitare l’attenzione soprattutto degli amanti di questo particolare genere videoludico. I ragazzi di Toxic Games, dopo il successo del primo Q.U.B.E., hanno deciso che “squadra che vince non si cambia” e si sono fiondati nella realizzazione di Q.U.B.E. 2, seguito diretto del puzzle game in prima persona del 2011. Come sarà andata questa volta? Saranno riusciti gli sviluppatori a replicare l’ottimo risultato del primo capitolo, oppure si saranno limitati a creare un prodotto clone del loro primo progetto? La risposta alla domanda nel corso della nostra recensione! Vi ricordiamo, prima di lasciarvi alla lettura, che Q.U.B.E. 2 è in uscita il 13 marzo per PlayStation 4, Xbox One e Pc.

Q.U.B.E. 2 è la diretta evoluzione del primo capitolo sviluppato da Toxic Games. Ma saranno riusciti a replicarne il successo?



Per approfondire:
Q.U.B.E. Director’s Cut

Versione testata: PlayStation 4

Scalata per la vittoria
In Q.U.B.E. 2 la trama è un mero pretesto per spingere il giocatore all’interno di una serie di stanze contenti enigmi da risolvere
Come per il primo capitolo, anche in Q.U.B.E. 2 il comparto narrativo è un mero pretesto per spingere il giocatore all’interno di una lunga serie di stanze contenti enigmi da risolvere. La protagonista che andremo a interpretare sarà l’archeologa Amelia Cross che, dopo essere svenuta in mezzo a una tempesta di sabbia, si risveglierà all’interno di una misteriosa struttura e sarà costretta a collaborare a distanza con la comandante Emma per riuscire a scoprire cosa sta accadendo attorno a lei. La trama di Q.U.B.E. si sviluppa con un ritmo non particolarmente avvincente, ma ammettiamo di esserne rimasti comunque coinvolti, soprattutto nelle sequenze finali dove, dopo aver affrontato determinati enigmi, saremo anche costretti a prendere una decisione morale che ci porterà a vivere uno dei due finali differenti. Sia ben chiaro: non si tratta di un prodotto narrativo, ma apprezziamo come gli sviluppatori abbiano deciso di inserire questo elemento come collante tra un enigma e l’altro e come, cosa non scontata, siano riusciti a farlo con discreta maestria. Noi abbiamo completato il titolo in poco meno di 5 ore e mezza, ma ammettiamo di essere riusciti a superare facilmente gli enigmi in quanto già esperti del primo capitolo di questa serie; immaginiamo che sia possibile aggiungere una o due ore per coloro che prendono in mano Q.U.B.E. per la prima volta.

I colori dei Power Rangers!
Il sapiente equilibrio delle tre tipologie di mosse previste sarà il fulcro di tutto il gameplay di Q.U.B.E. 2
Il gameplay di Q.U.B.E. 2, come il suo predecessore, si basa sull’abilità della nostra protagonista di sfruttare determinate piattaforme bianche per creare differenti proiezioni, con le quali dovremo attivare dei pulsanti capaci di farci proseguire nell’avventura. La nostra prima abilità, che utilizzeremo abbinata al colore blu degli speciali guanti della nostra protagonista, sarà quella di trasformare le suddette piattaforme in trampolini per qualsiasi cosa entri in contatto con loro. La seconda, invece, sarà resa riconoscibile dal colore rosso e permetterà di creare determinate colonne sulle quali arrampicarci. La terza (e ultima) abilità sarà invece associata al colore verde e ci permetterà di creare dei cubi verdi da utilizzare nei modi più disparati. Il sapiente equilibrio di queste tre tipologie di mosse sarà il fulcro di tutto il gameplay, che ci spingerà a utilizzarle continuamente per superare aree ed enigmi dalla difficoltà crescente, mentre procederemo all’interno della misteriosa struttura. Come per il primo Q.U.B.E., anche in questa nuova avventura ci sentiamo di elogiare particolarmente la curva di apprendimento estremamente equilibrata che permetterà al giocatore di imparare a destreggiarsi per le varie stanze in modo sempre più naturale man mano che l’avventura procederà, raggiungendo livelli di complessità davvero considerevoli nelle sezioni finali. Ottimi anche gli elementi esterni inseriti nel gameplay, come l’utilizzo dell’olio per far scivolare meglio le piattaforme e il fuoco che, se abbinato all’appena citato olio, ci permetterà di dar fuoco alle nostre creazioni. Nonostante la varietà di abilità di Amelia si possano contare sulle dita di una mano, il level design ideato dai ragazzi di Toxic Games permette di affrontare tutta l’avventura senza mai risultare ripetitivo e stimolando continuamente la mente del giocatore, che si troverà invischiato in enigmi ambientali estremamente curati e davvero di altissimo livello.

Poligoni poligonali
Il comparto tecnico di Q.U.B.E. 2 risulta essere di ottima qualità
Anche il comparto tecnico di Q.U.B.E. 2 risulta essere di ottima qualità, con aree asettiche estremamente curate da un comparto luci e ombre encomiabile e con inattesi scorci caratterizzati da palette cromatiche ricercate. Inutile perdere troppo tempo parlando dei modelli poligonali offerti dal titolo, in quanto sono assenti personaggi di qualsiasi tipo e gli unici “modelli poligonali” sono i “poligoni” stessi che andremo a creare. Buon lavoro anche sul comparto sonoro, che vanta un doppiaggio in inglese di discreta fattura e una colonna sonora che, quando presente, compie degnamente il suo lavoro. Peccato per la totale assenza di sottotitoli italiani, ma si tratta comunque di un lessico inglese di difficoltà intermedia, riuscendo a risultare comprensibile anche a giocatori non esperti della lingua anglofona.

Verdetto
8 / 10
Il primo Q.U.B.E. con quel pizzico di trama in più
Commento
Q.U.B.E. 2 è il giusto seguito per il primo lavoro dei ragazzi di Toxic Games, con un gamplay non troppo differente dal suo predecessore e con l'aggiunta di un comparto narrativo dotato di maggiore spessore. Peccato per il ritmo della trama non esaltante e per l'effettiva assenza di una vera e propria innovazione nel gameplay, elementi che, se curati maggiormente, avrebbero potuto portare le avventure di Amelia più in alto rispetto al titolo datato 2011. Ad ogni modo il level design stellare, la curva di apprendimento perfettamente calibrata e un comparto tecnico di spessore ci permettono di consigliare questo titolo non solo agli amanti dei puzzle game, ma anche a tutti coloro che sono alla ricerca di qualcosa di nuovo e diverso dai classici titoli che invadono gli scaffali (digitali e non) tutti i mesi.
Pro e Contro
Atmosfera affascinante
Trama dal buon potenziale
Curva di apprendimento equilibrata
Gameplay che crea assuefazione
Tecnicamente solido

x Storia dal ritmo traballante
x Non molto diverso dal predecessore

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