Recensione Psycho-Pass: Mandatory Happiness

Quando si pensa a videogiochi tratti da manga o anime di successo, il primo genere che vene in mente è sicuramente il picchiaduro, che grazie ai giochi dedicati a Naruto, Dragon Ball e Jojo, hanno avvicinato molti giocatori al genere. Segue a ruota il musou, a causa dell’altissima quantità di titoli buttati sul mercato da Omega Force negli ultimi anni. Poi ci sono le mosche bianche, titoli dedicati alle serie anime più famose che una tantum affrontano un altro genere (che sia GDR o azione pura) ed infine, nella categoria di nicchia, adatti solo a quelli che vogliono concentrarsi solamente sulla trama, abbiamo le visual novel. E 5pb. è praticamente la casa di sviluppo di punta quando si parla di visual novel giapponesi: Steins; Gate, la loro opera più famosa, ha ricevuto un adattamento manga e anime, divenendo conosciuto grazie a questi anche in occidente. Lo scorso anno il team ha rilasciato su Xbox One Psycho-Pass: Mandatory Happiness, visual novel basata sulla serie animata scritta da Gen Urobuchi. Il 16 Settembre, grazie a Nis America, Mandatory Happiness è giunto anche in Europa,  solo su PlayStation Vita (39,99 €) e PlayStation 4 (49,99 €), sarà riuscito a colpirci?

Versione Testata: PlayStation Vita

Felicità Obbligatoria
Innanzitutto è necessario un riassunto del mondo di Psycho-Pass, creato da Gen Urobuchi e protagonista di due serie animate, un manga ed un lungometraggio, nel caso siate capitati su queste pagine senza sapere da cosa fosse tratto il gioco di 5pb.
L’anno è il 2112 in questo futuro tecnologico, l’animo umano è monitorato da Sibyl che riesce a percpire, valutando la disposizione psicologica, il coefficente criminale dell’individuo. Se questo supera un determinato valore, la pubblica sicurezza viene allertata e prende provvedimenti drastici. Sibyl monitora tutto, come un grande fratello (sorella) che decide il destino per ognuno.
Psycho-Pass: Mandatory Happuness  si svolge contemporaneamente  alle vicende narrate dagli episodi dal 3 al 7 della prima serie dell’anime da cui è tratto, che potete trovare  tranquillamente nel catalogo Netflix. All’inizio della storia, potrete scegliere se impersonare l’ispettrice Nadeshiko Kugatachi che a seguito di un incidente ha perso la memoria, o l’Esecutore Tsurugi Takuma, diventato criminale latente perchè costretto da Sibyl a separarsi da un’amica d’infanzia per cui provava un’infatuazione, sparita nel nulla senza lasciare tracce. I due  si uniranno alla Divisione 1 ( i protagonisti dell’anime) per affrontare il giovane Alpha, IA decisa a rendere felici le persone ad ogni costo. L’intera  vicenda si svolgerà a Sado Marine City, città natale di Tsurugi situata al largo di Tokyo. Sia Alpha che i due  protagonisti sembrano legati tra loro, ma sta ovviamente al giocatore scoprire come e perchè.

Il dilemma delle scelte
Come ripetuto già più volte Psycho-Pass: Mandatory Happiness  è una visual novel, quindi non è presente alcun tipo di gameplay, ma il tutto si svolge come se fosse un libro coadiuvato dalle immagini a schermo, da una colonna sonora  indovinata e dalle voci originali dell’anime. A tracciare la storia di Tsurugi e Nadeshiko sono però le scelte: dalla semplice decisione se prendere o meno medicine per schiarire il proprio hue e non aumentare il coefficente di criminalità, fino a quella decisamente più importante sull’uccidere o meno il criminale. Ogni scelta porta ad un bivio diverso nella trama che al termine delle circa dodici ore necessarie a completare la prima run (con uno dei due protagonisti) vi mostrerà uno dei dieci diversi finali. In ogni momento sarà possibile salvare in modo tale che, se la scelta si dovesse rivelare sbagliata  portandovi ad uno dei numerosissimi Bad Ending, sarete in grado di ricaricare il file in ogni momento. Questa vastità di possibilità rende Psycho-Pass: Mandatory Happiness altamente rigiocabile, a patto di sapere l’inglese ed essere pronti a ricordarsi ogni scelta compiuta nelle run precedenti; è infatti assente un qualsiasi metodo per segnalare quale percorso abbiamo già intrapreso, rischiando più volte di ripetere  gli stessi errori o le stesse azioni.

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Per apprezzare a pieno il lavoro di 5pb., bisogna fare almeno  due run: una nei panni di Nadeshiko e una in quelli di Tsurugi, in modo tale da risolvere molti dei misteri introdotti, che troveranno risposta solo nella storia dell’altro protagonista. Ovviamente, esplorando  tutte le scelte, verrete a conoscenza di altri particolari, oltre a delle scene segrete esclusive con ognuno dei membri della Divisione 1, più una guest star inaspettata. Si può affrontare il titolo anche non avendo visto la prima serie di Psycho-Pass, perchè i personaggi vengono tutti adeguatamente  introdotti, ma si perderanno ovviamente tutti i numerosi riferimenti a quanto accaduto (o accadrà) dopo le vicende.
Come extra, atto a guadagnare punti da spendere per  le concept art e le voci dei protagonisti, è presente un 2048 versione Psycho-Pass, coi personaggi in forma chibi e  che presenta sfide  di difficoltà crescente o una semplice  endless mode. Questo è l’unico aspetto di Mandatory Happiness puramente ludico.

Ho un problema con la canonicità
Abbiamo già detto che  Mandatory Happiness si svolge  contemporaneamente alla vicende dei primi episodi di Psycho-Pass, probabilmente per includere nel cast personaggi il cui destino alla fine della prima serie è ben lontano dalle schiere della Divisione 1. Fin qui nulla da  sottolineare, la trama  presa a se stante funziona e riesce a convincere con tematiche toccate anche dalla serie stessa  come il libero arbitrio e  la coscienza digitale, ma a posteriori, con due stagioni alle spalle ed un lungometraggio che chiude tutte le vicende, Tsurugi, Nadeshiko e lo stesso Alpha risultano inesistenti nell’universo animato e cartaceo di Psycho-Pass, mettendo in dubbio la loro importanza e arrivando a rendere praticamente inutile il gioco. 5pb. poteva tranquillamente posizionare le vicende dopo il lungometraggio, rischiando l’assenza di determinati personaggi, ma non mettendo in pericolo l’intera stabilità della storia, oppure specificare che si tratta di una diversa timeline, o utilizzare uno qualsiasi di altri escamotage  narrativi per rendere coerente la scelta di ambientare il tutto contemporaneamente al caso portante della prima serie. Questo fattore rende Psycho-Pass: Mandatory Happiness una visual novel piacevole e ben scritta, ma ben lontana  da essere parte della serie di Urobuchi.

Verdetto
7.5 / 10
La disperazione avvolge chi nel 2016 non parla inglese
Commento
Psycho-Pass: Mandatory Happiness è una buona visual novel, capace di intrattenere e di regalare qualche chicca agli amanti della serie da cui è tratta. Questi però saranno anche i più delusi dal titolo, che mal si adatta alla canonicità dell'universo di Akane e della Divisione 1. E non per colpa di errori a livello di trama o caratterizzazione dei personaggi che anzi, risultano tutti perfetti nel proprio ruolo: ma proprio per l'ambientazione in contemporanea alle vicende dell'anime che , insieme all'assenza di un qualsiasi sistema per ricordare le scelte fatte, mina del tutto l'esperienza.
Pro e Contro
Doppiatori ufficiali della serie
Scelte morali ben implementate
Altamente "rigiocabile"

x Assenza della mappa delle scelte
x Canonicità in dubbio

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