Recensione Pokémon Sole e Pokémon Luna

È incredibile che siano passati già vent’anni dai primi episodi di Pokémon, in un susseguirsi di generazioni e capitoli via via più completi, attraversando tutto l’ecosistema di console portatili Nintendo. E con i giochi crescevano anche i mostriciattoli e i giocatori, e il brand di Game Freak diventava uno dei più conosciuti al mondo. Annunciati ad inizio anno e tartassati di trailer da allora, lo scorso 23 Novembre ci è stato finalmente dato il benvenuto ad Alola, settima regione del mondo di Pikachu e compagni, in Pokémon Sole e Pokémon Luna. Dopo le prime cento ore passate a completare il giro delle isole e ad esplorare le novità poste in serbo da Game Freak, possiamo raccontarvi come è andata questa nuova avventura.

 

La differenza tra Pokémon Sole e Pokémon Luna oltre alla classica lista di creature esclusive tra cui i leggendari di copertina, è principalmente l’orario: il titolo notturno sarà ambientato a dodici ore di distanza dall’ora impostata sulla vostra console. Quindi vi ritroverete in un’Alola notturna di giorno, e viceversa isole luminose giocando di notte.
 

Versione Testata: Pokémon Luna su New 3DS XL

Il giro delle strizzate d’occhio
A due settimane di distanza dal lancio Europeo, è abbastanza inutile raccontare per filo e per segno la trama di Pokémon Luna, che analizzeremo velocemente per passare senza indugi ai cambiamenti apportati alla formula di gioco. Appena trasferitosi da Kanto in una nuova regione, l’allenatore (o allenatrice) protagonista incontra il Professor Kukui, studioso delle mosse Pokémon e una volta sfidante dei Super Quattro dell’Altopiano Blu. Ad Alola i giovani allenatori non partono alla conquista di palestre ma bensì affrontano sette diverse prove in quello che si chiama il Giro delle Isole, un viaggio di transizione che li porterà nell’adolescenza e a farli prendere coscienza dei propri limiti. Le sette prove sono supervisionate da altrettanti Capitani, giovani che hanno superato il giro con ottimi voti e si sono garantiti il diritto di giudicare le nuove leve. Ogni isola richiede il superamento di una Grande Prova, in cui il giovane allenatore è tenuto a sfidare il Kahuna, il maestro di Pokémon più forte della località. A fare da contorno al Giro delle Isole ovviamente la trama portante di questa settima generazione Pokémon: Lylia, una giovane ragazza ha salvato un piccolo mostriciattolo misterioso, e deve proteggerlo dal crudele Team Skull, che lo vuole per i propri scopi, e dalla Fondazione Aether che vorrebbe condurre esperimenti sulla creaturina. Tra colpi di scena più o meno telefonati, Pokémon Luna ci racconta una storia di forte impatto basata su amicizia, amore e fallimento. Una trama che getta un telo su quella raffazzonata vista a Kalos e riesce a competere con Bianco e Nero (e rispettivi sequel) nonostante qualche piccola macchia qua e là.

Ogni Capitano e Kahuna ha il proprio stile ed è facilmente riconoscibile grazie alle innumerevoli apparizioni. Non mancano vecchie conoscenze (sia durante la trama principale sia nel post-game) e tante, ma veramente tante, citazioni alle vecchie regioni: tra battute, semplici riferimenti e indizi sul futuro del brand. La giovane e smarrita Lylia, affronterà un processo di crescita parallelo a quello del protagonista, andando a toccare messaggi visti nella serie solo in rare occasioni. Lo stesso Professor Kukui si dimostra uno degli insegnati più curati dei vent’anni di brand, non solo per  tempo a schermo, ma proprio per carattere e personalità, evidenziati egregiamente dal team giapponese.
Game Freak ha studiato attentamente ognuno dei personaggi principali della storia di Alola, in primis caratterizzando molto più che in passato ognuno di questi, tra cui Kukui e Lylia ma non trascurando Guzman, il capo del Team Skull, o il misterioso Iridio, che oltre al background di informazioni vengono arricchiti ulteriormente da delle theme veramente ispirate e accattivanti. La trama di Pokémon Luna è adatta al grande pubblico ed è molto più simile ad una produzione animata giapponese rispetto al passato: sono molte infatti le cutscene che arricchiranno le avventure ad Alola e le sottomissioni che verranno affidate al protagonista mentre svolge il Giro delle Isole. Un passo avanti che a vent’anni d’eta era finalmente ora di compiere che rende tutta la vicenda molto più lineare e guidata ma ancor più godibile.

La prima generazione non è la migliore
Girando per le quattro isole principali imparerete a conoscere i circa ottanta nuovi Pokémon, che porteranno il contatore dei mostriciattoli a 802, non ci dilungheremo sul character design di questa settima generazione perché mai come nell’universo di Pokémon, il giudizio va a gusto personale. È necessario però spendere qualche parola sulla presenza fin da subito di una varietà diversa di mostriciattoli (ad esempio è possibile catturare Bagon fin dalla prima isola, sebbene il catch rate sia basso) in modo tale da avere una squadra equilibrata fin dalle prime ore di gioco. Inoltre caratteristica di Alola (oltre alle mosse Z di cui parleremo più tardi) la presenza di alcuni Pokémon di Kanto nella cosiddetta forma regionale, con un aspetto e un tipo diverso, o ancora con diversi requisiti per evolvere. Per scoprire tutti i segreti di questa nuova regione, sarete affiancati da un Rotom-Dex, un pokédex di nuova generazione in cui è stato inserito  il Pokémon di tipo spettro elettrico. Il Rotom-Dex guiderà ogni  movimento del giocatore, visualizzando la mappa sul touch screen di 3DS,  ed indicandogli la giusta direzione in cui proseguire: questo e la presenza di PNG ai limiti della mappa, va ad aumentare ancora di più  la sensazione di linearità esplorando l’arcipelago di Alola. Fortunatamente, una volta conclusa l’avventura, sarete in grado di muovervi dove vi pare  per portare a termine il cospicuo post-game (ne parleremo nella prossima pagina). Il Rotom-Dex sarà anche il protagonista di  un minigioco che lo sfrutterà come macchina fotografica, in una versione semplificata di Pokémon Snap potrete fotografare in aree specifiche diversi mostriciattoli allo stato brado. La foto poi verrà valutata dai PNG che vi assegneranno un punteggio che accumulato andrà a potenziare ulteriormente il Pokévisore; un’attività secondaria simpatica che permette anche di esportare le proprie foto su SD per poi caricarle sui social, sebbene la qualità degli screen sia piuttosto bassa. 

 

 

Cambiare per  non cambiare mai
Archiviata la trama principale e il Pokédex, iniziamo a vedere cosa effettivamente è stato migliorato in Pokémon Luna. Innanzitutto, come si pregustava già nella demo speciale dello scorso mese l’interfaccia di combattimento è cambiata, divenendo più pulita e ordinata e lasciando al centro del touch screen  gli sprite dei pokémon. Sarà possibile controllare all’inizio del proprio turno, eventuali cambiamenti di stato, precisione ed elusione, sia del nostro Pokémon sia di quello avversario, inoltre al termine delle battaglie più impegnative o quelle che altereranno lo stato del nostro compagno, ci verrà chiesto se passare istantaneamente al PokéRelax (l’evoluzione del Poké Io e Te, accessibile in ogni momento dal menù di gioco) dove potremo pulire  il pokémon e in caso di alterazioni medicarlo. Questo annulla l’utilizzo di strumenti che non siano pozioni e revitalizzanti al di fuori della battaglia, riducendone l’acquisto e investendo i propri fondi in pokéball e MT. Un’altra aggiunta di un certo peso è la possibilità di scelta quando si cattura un settimo Pokémon, se mandarlo al PC o scambiarlo con uno di quelli presenti in squadra, potendo controllare  le statistiche e decidendo solo in seguito cosa farne del nuovo arrivato, scegliendo perfino se rimettere l’oggetto trasportato dalla bestiolina nello zaino o se lasciarglielo tenere nel pc. Sicuramente una delle aggiunte più comode e di cui da Luna in poi non potremo fare più a meno.

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Le grandi assenti da Sole e Luna sono sicuramente le Macchine Nascoste (MN) che, come anticipato anche in sede d’anteprima, sono state sostituite dal Poképassaggio. L’utilizzo di un Pokémon extra esterno alla squadra per esplorare meglio le isole giova ai ritmi di gioco, oltre a lasciare libero lo slot  in squadra dai mostriciattoli schiavizzati nelle scorse generazioni. Le mosse nascoste più utili come Volo, sono ottenibili comunque tramite MT, e non abbandonano quindi  il mondo di Game Freak (anzi sono protagoniste di alcuni simpatici siparietti). L’unica nota negativa del Poképassaggio è per l’appunto quello dedicato al volo, in cui il giocatore cavalcherà un Charizard per spostarsi più velocemente. Se nei Remake di terza generazione Game Freak aveva fatto un passo avanti verso il Poképassaggio grazie all’Ipervolo, in Luna torna indietro, riducendo il volo con charizard ad una semplice cutscene. Il tutto è probabilmente dovuto a causa dei limiti tecnici di 3DS, data la vastità di ambienti di Alola, fa comunque storcere il naso questo retrofront. Fortunatamente gli altri Poképèassaggi si rivelano utili e divertenti da usare, sostituendo non solo le MN ma anche oggetti come il detector, rendendo più vivo l’arcipelago di settima generazione.

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Arcipelago che, stranamente, ha meno zone d’acqua esplorabili rispetto a tutte le altre regioni Pokémon passate. Una limitazione ulteriore all’esplorazione che garantisce la linearità dell’avventura, e che strizza l’occhio ad una delle recensioni più famose della controparte americana di IGN (protagonista anche di un’inside joke nel PokéVisore). In Luna troverete anche una modifica al sistema di pesca, che da vent’anni si appoggiava su tre ami diversi che il giocatore otteneva nel corso dell’avventura, sostituiti ad Alola da un unico amo utilizzabile in zone specifiche. Non si potrà quindi pescare a piacimento ma solo nei pressi di determinati scogli. ulteriore limitazione che restringe nettamente gli spot su cui concentrarsi per ottenere determinati Pokémon.

 

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