Recensione Outlast: Whistleblower

Ci sono vari motivi che possono aver reso Outlast un titolo tanto amato dal pubblico. Sicuramente il fatto di essere stato uno di quei giochi che hanno il merito di aver riportato il genere horror su PC (ma sopratutto sulle console domestiche) è sicuramente un punto a suo favore. Se poi consideriamo che ha avuto la fortuna (o meglio: l’astuzia) di essere inserito tra i titoli gratuiti del servizio PlayStation Plus, ecco che avrete un titolo che ha potuto toccare un gran numero di giocatori e, in più occasioni, ha saputo far parlare di sé.
È stato messo in cantiere un DLC capace di aggiungere qualche ora al titolo base. Riuscirà Outlast: Whistleblower a conquistare nuovamente il pubblico oppure sarà l’ennesimo contenuto aggiuntivo trascurabile?

 Versione Testata: PS4

UN PREQUEL? NON PROPRIO

La trama di Outlast: Whistleblower ci mette nei panni di Waylon Park, l’ingegnere della Murkoff Corporation che, con la sua mail di denuncia, porterà il giornalista Miles Upshur (protagonista del gioco principale) ad indagare sugli avvenimenti all’interno del manicomio. La trama, però, non sarà un semplice prequel di Outlast, ma scorrerà in parallelo sino a fungere da epilogo a tutta la vicenda e diventando un vero e proprio sequel. La narrazione scorre fluida dall’inizio alla fine e, pur senza discostarsi dalle tematiche e dagli eventi del precedente capitolo, riesce a regalare qualche nuovo spaccato sulla situazione globale degli avvenumenti accaduti al Mount Massive Institute. Bisogna evidenziare, inoltre, come vi siano molte scene prettamente consigliate ad un pubblico adulto e come, durante un particolare momento del gioco, i ragazzi di Red Barrels si siano spinti davvero oltre qualsiasi altro titolo presente sul mercato, ricordando alcune scene di film quali Hostel e La Casa dei Mille Corpi. Questa espansione ha una durata complessiva di circa tre ore, ma che, grazie a momenti intensi e alla trama avvincente, non vi farà rimpiangere i 9 euro di spesa per il suo acquisto.

SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA

Il gameplay di Outlast: Whistleblower ricalca pedissequamente quello del titolo base, mettendoci al comando di una persona normale e privi di qualsiasi arma. Nonostante l’immedesimazione quasi totale con il protagonista, questa modalità di gioco mantiene i difetti della sua precedente incarnazione. Vedere i nemici perderci di vista solamente dopo aver chiuso loro la porta in faccia, infatti, sdrammatizza una situazione di tensione che, irrimediabilmente, ci apparirà più fittizia e mal calcolata. Un vero peccato.
Per il resto il gameplay di questo DLC riesce a divertire proiettandoci all’interno di un mondo malato, costretti a trovare chiavi per procedere nell’avventura, a nasconderci all’interno di armadietti e sotto i letti, in continua fuga da avversari evidentemente più potenti di noi che, in particolar modo alle difficoltà più alte, non tarderanno ad ucciderci.

UN SONORO DA PAURA

Il lato tecnico di questo contenuto aggiuntivo è del tutto identico al titolo di partenza, garantendoci degli ambienti e un’atmosfera sempre opprimenti ed inquietanti, ma ancora una volta i modelli poligonali dei personaggi non riescono a convincere appieno dimostrandosi al di sotto degli standard offerti da questo gioco. Per quanto riguarda i cali di frame che talvolta minavano il precedente capitolo, c’è da dire che per tutta la durata della partita non mi è mai accaduto nulla e dall’inizio alla fine non ho notato nulla del genere. Ottimo, come sempre, il comparto audio che riesce a mescolare perfettamente le musiche (e di conseguenza l’assenza delle musiche), il doppiaggio e i rumori. Per coloro che riusciranno a giocare questo titolo con le cuffie è garantito un livello di immedesimazione decisamente maggiore e di sicuro impatto sul giocatore.

Verdetto
8 / 10
Se lo sapete pronunciare lo sapete finire
Commento
Outlast: Whistleblower si è dimostrato essere il degno DLC per uno dei titoli horror di punta degli scorsi mesi. Una trama che, grazie ad alcuni momenti, tenta di spingersi addirittura oltre il primo capitolo e un gameplay che, seppur con qualche sbavatura, riesce a convincere appieno, incollando il giocatore al pad/tastiera sono i punti di forza di questa produzione che, per chi ha giocato il primo capitolo, risulta del tutto imperdibile. Nonostante il prezzo leggermente elevato rispetto alle effettive ore di gioco ci sentiamo di consigliarne l'acquisto soprattutto (ma non solo) a coloro che vogliono approfondire gli avvenimenti accaduti al manicomio di Mount Massive e a coloro che vogliono vedere l'effettivo finale di Outlast.
Pro e Contro
Atmosfera, come sempre, inquietante
Tenta di andare oltre il primo capitolo
Comparto sonoro da brividi

x Rapporto durata prezzo leggermente sbilanciato
x Alcuni modelli poligonali leggermente da rivedere
x Scarsa rigiocabilità

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