Recensione Mother Russia Bleeds

Cosa succederebbe a mescolare le meccaniche di picchiaduro a scorrimento come Double Dragon con atmosfere punk di fine millennio, e infornare il tutto in una Russia alternativa sviluppata da un team francese?

 

La risposta è Mother Russia Bleeds, un titolo che prende pesantemente spunto dalla lunga e onorata serie di picchiaduro targata Taito (ma non solo), e alla cui base ci sono le menti del team Le Cartel Studio. Al comando di un gruppo di rissaioli rom, saremo chiamati a indagare, a suon di pugni e calci, sulla misteriosa diffusione della droga Nekro, dietro la quale si nasconde una cospirazione che minaccia di far esplodere una polveriera sociale.

 

Versione testata: PC

 

Dasvidania, compagni!
Mother Russia Bleeds offre due modalità di gioco: storia e arena. La prima è composta di livelli separati, e la storia è narrata in cutscene in-game, dialoghi tra personaggi (fortunatamente saltabili, qualora dovessimo trovarci a ripetere certi segmenti), e brevi intermezzi tra uno scontro e l’altro.

 

Mother Russia Bleeds METTE IN TAOVLA una modalità storia e una arcade
Dopo un breve prologo introduttivo, nel quale potremo familiarizzare con le meccaniche di gioco, la storia prenderà il via con il rapimento dei nostri personaggi a seguito di una retata in un campo rom -barra- arena di combattimenti illegali. Neanche il risveglio sarà dei migliori: dopo circa un mese di esperimenti, rinchiusi all’interno di una strana struttura di ricerca segreta. Armati solo di pugni e varie armi trovate in giro (sia vere come coltelli o pistole, sia improprie come water e tralicci), dovremo farci strada per riguadagnare le superficie, passando attraverso vari livelli tematici.

 

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Purtroppo, ad attenderci al ritorno ci sarà una brutta sorpresa: la droga Nekro, con la quale i nostri rapitori hanno sperimentato su di noi, è stata diffusa tra la popolazione, su cortesia della mafia russa e varie gang di strada. Spetta a noi, alleandoci con una banda di rivoluzionari, fare luce sui sinistri eventi che stanno minacciando la madrepatria russa. Nel mentre, dovremo fare i conti anche con le allucinazioni che minacciano di devastarci la mente, preludio anch’esse di qualcosa di più oscuro e terrificante che rischia di essere un altro tassello nel mosaico di cospirazioni e terrorismo.

 

Se invece non fossimo particolarmente interessati alla storia, le Arene offrono uno stile di gioco più arcade, fatto di ondate di nemici in un singolo livello. Questo non solo consentirà di far pratica sui livelli, o di sfidarsi in delle leaderboard online, ma sarà anche l’unico modo per sbloccare contenuti extra, rendendo così l’intero gioco un’amalgama di anime adatta a tutti i tipi di giocatori.

 

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Sesso, droga e comunismo
Se queste premesse già da sole basterebbero a rendere Mother Russia Bleeds un titolo intrigante e dal sapore squisitamente anni ’90, le meccaniche di gioco aggiungono ulteriore spessore a un prodotto sorprendentemente coinvolgente.

 

Oltre ai semplici scontri, all’uso di armi improvvisate e alle varianti degli scontri con i boss (su cui torneremo più avanti), Mother Russia Bleeds mette a disposizione del giocatore degli “stimolanti” chimici. A seconda del composto scelto a inizio partita, avremo la possibilità di ottenere vari effetti, dalla cura all’aumento temporaneo dei danni inflitti o subiti. In ogni momento avremo a disposizione fino ad un massimo di tre dosi, ricaricabili drenando i nemici sconfitti.

 

In single player La difficoltà è alta e richiede una discreta capacità strategica
Solo alcuni, però, una volta stesi, avranno spasmodiche convulsioni che ci permetteranno di farlo, segno che il loro sangue è impregnato di Nekro. Queste, inoltre, dureranno solo per un breve periodo, alcuni avversari saranno più propensi di altri ad averle, e certe mosse le negheranno completamente. Questo permette al gioco di avere un ulteriore livello strategico, e sarà un fattore che, soprattutto giocando da soli, dovremo tenere bene a mente per procedere nei livelli più avanzati. Certo, avremo la possibilità di sfruttare degli alleati controllati dal computer, ma a meno di non avere altri giocatori umani, la difficoltà resterà comunque elevata.

 

Mother Russia Bleeds offre infine dei checkpoint sparsi con una certa generosità, che impediscono ai livelli di diventare particolarmente frustranti. Morire per un pestaggio o una mitragliata sarà abbastanza frequente, ma la maggior parte delle volte avremo la possibilità di ritentare immediatamente il segmento fatale, con ancora l’adrenalina che pompa nelle vene.

 

L’unica nota stonata, purtroppo, si ha utilizzando un controller: a differenza della tastiera, i pulsanti non sono mappabili. Fortunatamente, la configurazione di base non è così complessa da essere ingestibile, ma è decisamente scomoda per certe combo, e anche col tempo è difficile adattarsi.

 

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Piazza Rosso Sangue
Se da un lato le meccaniche di gioco offrono quel qualcosa in più rispetto a molti altri titoli simili, dall’altro è innegabile che anche il fascino dell’ambientazione fa la sua parte.

 

Al di là della storia in sé, la grafica in pixel art e le tematiche dei livelli (dalle fogne infestate di zombi ai rave party, passando per prigioni in rivolta, strade immerse nella guerriglia e night club), sono sorprendentemente curate e ispirate. Il senso d’immersione nei livelli è alto, e l’attenzione ai dettagli tale che persino Dennaton Games, il team di Hotline Miami, ha acclamato Mother Russia Bleeds, portando ad una partnership tra i due team indipendenti.

 

Avversari, meccaniche e atmosfera si integrano alla perfezione
In molti livelli, inoltre, avremo a che fare con meccaniche specifiche perfettamente integrate nell’atmosfera: nella prigione in rivolta vedremo carcerati e guardie darsele di santa ragione (oltre che prendersela con noi), e carta igienica incendiata volare da tutte le parti. Al rave party volano le siringhe di Nekro, avvelenandoci ma rendendo anche più facile ricaricare i nostri stimolanti. In un livello dovremo evitare che le guardie prendano possesso di un walkie talkie per chiamare rinforzi, e così via.

 

Nemmeno i boss sono immuni a questo trattamento, e spesso e volentieri limitarci a pestare duro non basterà. Dovremo quindi ingegnarci a sfruttare l’ambiente circostante, dall’aprire un armadietto di pistole per combattere ad armi pari con un carceriere dal grilletto facile, allo spingere un avversario sulle lame di una trebbiatrice prima di finirci noi stessi.

 

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La mia balalaika suona il rock
Musicalmente parlando, Mother Russia Bleeds è una gioia per chi è cresciuto con i titoli arcade o dell’era Snes/MegaDrive. Pur non essendo doppiato (nemmeno i grugniti di dolore), l’atmosfera recupera ampiamente in effetti sonori e musica d’ambientazione, che accompagna perfettamente l’azione.

 

Un treno pieno di rivoluzionari avrà note pacate, reminiscenti della rivoluzione sovietica di fine anni ’80, pur con qualche picco più elettronico. Nella prigione avremo a che fare con esplosioni e allarmi da ogni parte, accompagnati da un ritmo incalzante.

 

Certo, è molto probabile che, immersi nell’azione, la musica sarà l’ultimo aspetto a cui fare attenzione, ma è decisamente un’aggiunta d’atmosfera piacevole, che rafforza il paragone con i classici del genere, e al tempo stesso ribadisce quella cura ai dettagli retrò che rende Mother Russia Bleeds una sorpresa anche per chi non fosse appassionato al genere.

Verdetto
8 / 10
Dalla Russia con dolore
Commento
Dopo anni in cui il mercato indie ha cercato di differenziarsi dal passato, cercando sempre di innovarsi, sembra quasi strano vedere un titolo che si rifà agli albori dell'arcade. Pensare, però, che Mother Russia Bleeds faccia solo leva sull'effetto nostalgia è quanto di più sbagliato possiate fare. Dietro la pixel-art, le meccaniche rodate e le orde di nemici pronti a rifilarci una scarica di legnate, si nasconde un titolo sorprendentemente curato, che usa tutte queste fondamenta per costruire una propria identità. Mother Russia Bleeds non è frustrante come ci si potrebbe aspettare da un titolo dove la barra d'energia va giù che è un piacere (grazie alla frequenza dei checkpoint), e permette al giocatore stesso di esercitare un certo controllo strategico su ciò che avviene. Certo, alla base c'è sempre la frenesia delle risse da stada che hanno fatto la fortuna di Double Dragon e Streets of Rage, ma le tematiche e la varietà che ci si trova davanti nel titolo di Le Cartel Studio riescono a coinvolgere veramente tutti, sia chi ci si avvicina con il cuore rimasto agli anni '90, sia chi vuole un ritmo più veloce e moderno, senza rinunciare alla cura ai dettagli.
Pro e Contro
Storia intrigante
Level design ispirato e diversificato
Sfida elevata nonostante i vari checkpoint

x Comandi scomodi, non mappabili su controller

#LiveTheRebellion