Losers gotta Lose. It’s the rule.

Agosto è un mese pieno per i ragazzi di Telltale, tra l’esordio della seconda stagione di Batman lo scorso 8 Agosto, e il terzo episodio di Guardians of the Galaxy in arrivo il prossimo Martedì non poteva mancare un nuovo appuntamento con Jesse e i blocchi di Minecraft Story Mode. Disponibile dal 15 Agosto in download stand alone o tramite Season Pass su PlayStation 4 , PC e Xbox One, Giant Consequences mette Jesse di fronte al nemico più temibile che abbia mai affrontato: l’Admin.

Versione Testata: PlayStation 4

 

Come ormai da tradizione quando si parla di titoli a rilascio episodico, in questa recensione si farà riferimento agli avvenimenti  del primo capitolo: Hero in Residence. Cercheremo di limitare invece gli spoiler più grossi sulla trama di Giant Consequences.
Attack on Titan
Jesse e i suoi amici sono tornati dal tempio sommerso  vincitori, e nel mentre hanno anche ritrovato Vos, l’avventuriero amico di Jack disperso da anni. Ma la pace dura poco a Beaconcity e l’Admin, il creatore di tutto, attacca la città sotto forma di un immenso titano. Jesse non si tira mai indietro ad una sfida, ed è pronto ad affrontare l’Admin in tutte le sue possibili forme. Giant Consequences comincia  dal finale del primo episodio, e per l’ora e mezza necessaria a portare a termine l’episodio, pone Jesse di fronte a nuove sfide da parte del suo avversario, rivelandone infine un segreto via via sempre più prevedibile.  

Come al solito, grande spazio ai bivi narrativi, anche se questa volta  ci porteranno a cambiare drasticamente i compagni di viaggio, inoltre l’episodio continua ad analizzare il rapporto tra Petra e Jesse, e la vita di quest’ultimo da quando è un eroe. Nulla di innovativo o eccezionale, ma l’impegno messo per dare una caratterizzazione ai protagonisti è perlomeno costante. Meno concentrazione di eventi rispetto al primo episodio, il che fa solo bene al racconto nell’universo Mojang.

Spazio ancora per Stella e Lluna, il lama sniffa- tesori ed il sindaco di Champion City, due delle new  entry di questa seconda stagione, e per Radar, l’assistente imbranato di Jesse su cui verterà buona parte dell’episodio.Il mattatore di Giant Consequences è però l’Admin, che svelerà parte del suo piano e darà quindi una scossa alla trama della serie. 

Ehi guarda abbiamo aggiunto questa cosa ma…
Tutte le novità di cui abbiamo parlato lo scorso mese, dalla stamina durante i combattimenti al mini editor, tornano in Giant Consequences ma, anche questa volta, vengono sfruttate solo un paio di volte, dando invece largo spazio ai dialoghi a scelta multipla e ai QTE. Un vero peccato che non ci siano più occasioni in cui utilizzarli, ma il tutto almeno non spezza il ritmo di questo secondo episodio.
Simpatica anche una prova dell’Admin, che basandosi comunque solo sui QTE, varia però la formula abusata negli altri episodi dell’orda di mob (sebbene non manchi neanche in questa puntata in altre occasioni).
Nulla di nuovo sul fronte visivo, anche se per questa volta non abbiamo riscontrato cali di frame in nessuna situazione. Sempre ottimo invece il doppiaggio,  con voci adatte ai personaggi e alla nemesi di questa stagione. Giant Consequences ci lascia infine con un cliff hanger mediamente riuscito, a fronte di una rivelazione non troppo sorprendente che probabilmente andremo a discutere in occasione del prossimo episodio.

 

Verdetto
6.5 / 10
La sottile linea tra citazione e plagio
Commento
La seconda stagione di Minecraft Story Mode continua con Giant Consequences che diminuisce drasticamente gli argomenti trattati, riuscendo però a concentrarsi in maniera molto buona sulla caratterizzazione dei personaggi. Peccato per tutto il resto che rimane abbastanza scialbo e soprattutto prevedibile. Il colpo di scena finale infatti diviene scontato dopo alcuni dialoghi, lasciando ben poco sorpresi mentre i titoli di coda scorrono su schermo. Riuscirà Telltale a darci un episodio equilibrato la prossima volta?
Pro e Contro
Crescita dei personaggi costante
Buon doppiaggio

x Colpi di scena prevedibili
x Le idee continuano ad essere sfruttate troppo poco

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