Recensione Manual Samuel

La nostra storia inizia con un giovane rampollo di una famiglia benestante, con madre potenzialmente sconosciuta e padre invischiato fino al collo nei viziosi meccanismi del Capitalismo. Era una giornata come tante altre per il giovane Samuel, che stava vivendo l’ennesimo litigio con la sua ragazza a una tavola calda qualunque; questa volta, però, l’avvenente donzella decide che Sam ha “passato il limite”, e tronca la loro relazione una volta per tutte dopo essersi resa conto di parlare per l’ennesima volta senza essere ascoltata. Quando la ragazza si precipita fuori in preda alla furia, però, il giovane Sam si distrae un attimo nell’attraversare la strada per raggiungerla, e viene investito in pieno da un camion di passaggio.

Inizia così Manual Samuel, bizzarra fatica bidimensionale di Perfectly Paranormal che si apre con la sfortunata caduta del giovane Samuel verso le profondità dell’Inferno. Nel corso della sua avventura, Sam sarà costretto ad affrontare temibili avversari come robot giganti e creature infernali, ma non prima di aver fronteggiato il nemico più temibile di tutti: il suo stesso corpo.

 

Versione testata: PlayStation 4

 

 

Non mi sento più le gambe!
Fino all’Inferno e ritorno
Sam è giovane, ricco e di bell’aspetto, ma ha uno di quei difetti che si possono facilmente imputare a buona parte degli esseri umani con tutte e tre le caratteristiche appena citate: è tremendamente viziato, strafottente e del tutto inadeguato ad affrontare la vita nella sua complessità. Dopo essere morto per mano dell’autista distratto, Samuel si ritroverà da solo nelle più remote profondità dell’Inferno, in attesa di ricevere un ruolo dal “Gatekeeper” per iniziare la sua lunga permanenza nell’aldilà. Pare, però, che l’ora di Sam non sia ancora giunta del tutto, e la Morte in persona (simile a un giovane ragazzino con la passione per lo skateboard) lo convincerà a rinunciare ai suoi “Shred of Life” (una valuta molto in voga all’Inferno, apparentemente) per poter avere una seconda chance sulla Terra. Sam, tuttavia, dovrà fronteggiare un piccolo problema: per 24 ore, tutte le sue funzioni corporee saranno manuali, e sarà lui ad avere il pieno controllo su di esse. Se riuscirà ad arrivare sano e salvo al termine delle 24 ore, il giovane potrà proseguire con la sua vita finché la sua ora non sarà giunta sul serio.

Tali premesse dovrebbero già essere sufficienti a comprendere il grado di umorismo e di sottile ironia che sta dietro l’intera produzione degli sviluppatori di Manual Samuel: privato anche della semplice capacità di respirare automaticamente, Samuel dovrà essere aiutato dal giocatore per evitare di perdere la sua unica occasione di continuare a vivere, magari imparando qualcosa di prezioso nel corso del suo viaggio. Un’impresa che, com’è facile intuire, si traduce in uno schema di controlli a dir poco… “curioso”.

 

 

Mi sono dimenticato come si respira!
Gran parte delle funzioni corporee di Samuel sarà affidata al controllo del giocatore
Dimenticatevi, dunque, qualunque tipo di schema tradizionale e canonizzato: Manual Samuel tenta in tutti i modi di mostrarsi come un titolo fuori dal comune, e per buona parte del tempo gli riesce anche particolarmente bene. Il movimento di Samuel sarà affidato, infatti, ai due grilletti dorsali – uno per ciascuna gamba –, mentre i tasti frontali serviranno per rimettere Sam in posizione eretta (nel prevedibilissimo caso in cui la sua spina dorsale dovesse cedere all’improvviso), permettergli di battere le ciglia (evitando problemi alla vista) o consentirgli di inspirare ed espirare. Il giocatore, dunque, sarà chiamato a ricordare tutta una serie di azioni che, normalmente, il corpo sarebbe abituato a svolgere in via del tutto naturale; e, nel frattempo, dovrà anche guidare Sam attraverso i livelli, spingendolo a risolvere semplici enigmi o ad affrontare strambi combattimenti (durante i quali, se possibile, i controlli diventano persino più macchinosi e insoliti).

Inutile dire, a questo punto, come gran parte dello strano e incomprensibile fascino di Manual Samuel risieda proprio nella sua originalità, a tratti talmente esasperata da risultare addirittura frustrante (memorabile la sezione in auto, in cui saremo chiamati a svolgere manualmente ogni singola azione che qualunque patentato conosce bene, come utilizzare il cambio manuale in corsa). Non mancheranno i momenti di imbattibile comicità, come quando Sam si ritroverà sul pavimento dopo una spaccata e continuerà a strisciare in quella posizione, magari con la schiena completamente slogata e pendente su uno dei due lati. Altrettanto memorabili, poi, i frangenti in cui ci si dimentica che Sam è un essere umano, e allora si decide ingenuamente di inspirare mentre ci si sta lavando i denti (rischiando di uccidere il giovane protagonista per un po’ d’acqua di traverso). In ogni caso, i momenti di divertimento e di “ignoranza” pura non mancheranno di certo, come quando saremo costretti a schivare vecchiette a 150 miglia orarie o a trovare il modo migliore per affrontare un’orda di guardie demoniache con accento australiano.

 

Manual Samuel

 

Ignoranza in 2D
Il comparto tecnico di Manual Samuel è leggerissimo
Di buono c’è che Manual Samuel sa bene come giocare le sue carte, e riesce sempre a tenersi al di qua della sottile linea che separa il black-humor dal semplice cattivo gusto. Con una scrittura brillante e la costante voce di un narratore dal – finto – accento inglese a scandire l’avventura (durante la quale la parola “feces” si fa sentire svariate migliaia di volte), il titolo dei Perfectly Paranormal è retto alla perfezione da un comparto tecnico leggero e interamente bidimensionale, con pochissimi effetti particellari a fare la propria comparsa su schermo di tanto in tanto. Anche la colonna sonora sa il fatto suo, con un tema principale in grado di penetrare le pareti del cervello in pochissimi istanti e con una serie di brani dall’identità decisamente ben definita.

 

Manual Samuel

Sam ha un concetto un po’ “curioso” di Belle Arti

 

Va detto che gli sviluppatori sembrano vantare considerevoli doti creative, almeno per quanto riguarda il game-designManual Samuel è costellato di tanti, piccoli tocchi di stile, che potrebbero dar l’impressione di essere stati inseriti forzatamente ma che, al contrario, risultano spesso ben implementati con quello che è l’esperienza di gioco in sé; imprevedibile, stramba e decisamente fuori dal comune.

 

Riconoscere i propri limiti manuali
Se c’è una cosa che Manual Samuel fa bene, però, non si può che identificare nella sua capacità di sapere quando è meglio fermarsi: appare chiaro fin dall’inizio come un sistema di controlli così insolito sia stato concepito esclusivamente per un’avventura non troppo breve, e il rischio di “tirarla troppo per le lunghe” era effettivamente piuttosto alto. Se, però, la scarsa longevità risultava essere un problema già in Octodad: Dadliest Catch (di cui Manual Samuel, in qualche modo, sembra essere la diretta conseguenza), più di un giocatore potrebbe restare discretamente scontento per la ridottissima durata della campagna principale, sebbene non manchino gli incentivi a rigiocare tutto quanto dall’inizio e nemmeno le sfide aggiuntive una volta completato il gioco.

Manual Samuel non è assolutamente adatto a chiunque
È altrettanto chiaro, però, come Manual Samuel non sia un gioco adatto a chiunque. Chi ha giocato piccole perle come il già citato Octodad o qualche altro gioco dallo schema dei comandi altrettanto complesso (vedasi I Am Bread) non potrà che andare a nozze con la più che insolita idea alla base del gioco, che stravolge completamente il sistema dei controlli tradizionale in favore di un’idea quasi del tutto nuova; in caso contrario, chi ha odiato (o non ha mai apprezzato particolarmente) i due titoli appena citati è probabile che resti particolarmente deluso dal gioco dei Perfectly Paranormal, poiché il principio alla base resta sempre lo stesso: un gioco leggero, senza troppe pretese, con un sistema di comandi di forte impatto ma che non si ripromette di poter fare la storia del videogioco in alcun modo.

 

Manual Samuel

Chi rimpiazzerebbe i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse se andassero in vacanza?

 

Se sarete disposti a superare i vostri pregiudizi (e a spendere circa €9,99), sappiate che Manual Samuel non vi deluderà in alcun modo, garantendo un gran numero di risate anche solo per le buffe condizioni fisiche del protagonista del gioco. E, se mai doveste annoiarvi, ci sono sempre i Time Attack e la modalità Cooperativa, studiati per garantire ore e ore di divertimento aggiuntivo col povero Samuel – magari in compagnia di qualche amico dalla risata facile.

 

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Verdetto
8 / 10
Holy feces!
Commento
Manual Samuel è quel classico titolo che in parte meriterebbe un voto ben definito, ma d'altra parte ti spinge a cercare un modo per giustificare il più possibile il valore numerico in chiusura di recensione. Ciò che è certo è che il titolo dei Perfectly Paranormal è ben lontano dall'essere un gioco "per tutti", un po' per lo strano sistema di controlli e un po' per le sue insolite "sparate" al confine del black-humor. L'ironia che fa da sfondo e da cornice all'intera esperienza di gioco non smette mai di manifestarsi in una forma particolarmente ridicola (in senso buono, se mai ne esistesse uno) di ignoranza pura, che si rivela essere ancora più divertente se goduta insieme a un gruppo di amici. Superati i pregiudizi, Manual Samuel è effettivamente in grado di divertire e di garantire un'esperienza di gioco pulita e fluida fino alla fine; il consiglio, quindi, è quello di dargli almeno un'opportunità, possibilmente mantenendo una mentalità aperta nei confronti di tutto quello che si vedrà su schermo.
Pro e Contro
Umorismo imbattibile
Spassosissimo in compagnia
Decisamente originale

x Controlli improponibili
x Richiede un "palato fine"

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