Recensione Lost Sphear

Se aveste il potere di salvare il mondo, partireste con degli sconosciuti per una missione, di cui non sapete nulla, senza sapere cosa vi aspetta? 

 

Nonostante i risultati non proprio entusiasmanti del buon I am Setsuna, Tokyo RPG Factory e Square Enix ci riprovano, ancora una volta, nel voler riproporre un nuovo JRPG dalle tinte amarcord, proprio com’era successo nel caso del già citato I am Setsuna.
Con Lost Sphear, disponibile dallo scorso 23 Gennaio su PlayStation 4, PC e Nintendo Switch, sarà riuscita Tokyo RPG Factory ad imparare dagli errori del passato e a proporci finalmente un titolo degno della Golden Age dei giochi di ruolo?

hijo de la luna
I am Setsuna si proponeva come un JRPG abbastanza classico
Il pregio di I am Setsuna era sicuramente quello di proporre un JRPG abbastanza classico, con una spruzzata di meccaniche che ne modernizzassero il gameplay (sulla scia dei vari Bravely Default e seguito) e, soprattutto, una buona storia che riuscisse a catturare in primis l’attenzione del giocatore. Essendo una produzione di modesta portata a livello di budget, molti dei limiti riscontrati erano tutto sommato facilmente trascurabili in favore degli altri pregi. Proprio come una persona dall’aspetto non proprio affascinante, che si affida alla simpatia per conquistare qualcuno, così I am Setsuna calava i suoi assi migliori per farsi piacere.

A distanza di 2 anni, Tokyo RPG Factory tenta nuovamente questa strada con un nuovo titolo.

Lost Sphear, che sembra ereditare dal fratello maggiore gran parte del suo DNA aggiungendo alla formula anche un pizzico di novità.

Privo di ogni legame e connessione a livello di lore con il precedente titolo, Lost Sphear narra le avventure di tre amici, Kanata, Lumina e Locke, tre orfani che loro malgrado si troveranno quasi costretti ad imbarcarsi per un’avventura che li porterà a recuperare, letteralmente, oggetti e persone che scompaiono misteriosamente a causa di una piaga che sta affliggendo il pianeta. Il tutto grazie ad un potere sopito di Kanata, che nonostante non sappia quando si sia sviluppata in lui questa capacità, si dimostrerà essere più che motivato per questo suo nuovo ruolo di salvatore.


Per approfondire:
I Am Setsuna
 

La storia di Lost Sphear si sviluppa così in maniera affrettata e senza troppi ragionamenti riflessivi, in maniera prevedibile (salvo qualche sporadico plot-twist inaspettato) e con un ritmo fin troppo sostenuto. Molti degli eventi che andrete a vivere, dall’ingresso in squadra di nuovi membri del party fino al giustificare determinate situazioni, avvengono sempre frettolosamente, senza andare ad approfondire la situazione stessa o risolvendo i vari problemi trovando immediatamente una soluzione a portata di mano.
Se da un lato il ritmo dell’avventura resta sempre alto, favorendo il gioco e focalizzando l’attenzione del giocatore,

Una certa superficialità del racconto rischia però di stancare presto e non stimolare.

Anche perché una volta arrivati al boss finale e superati i titoli di coda il racconto continua, e proprio quello che potrebbe assomigliare ad un post-game vero e proprio, va a concentrare gran parte della storia principale, stridendo con la fin troppa leggerezza trovata in precedenza.
Visto che uno dei punti di forza di questa produzione dovrebbe essere proprio l’intreccio narrativo, è impossibile non notare lo sbilanciamento fra la prima parte e la seconda, ed è normale chiedersi come mai alcuni eventi, come quelli secondari relativi ai protagonisti, nei quali è possibile conoscere interessanti retroscena sul loro passato, non vengano resi disponibili prima e non ad un soffio dalla vera battaglia finale, e segnalati in maniera abbastanza approssimativa e facilmente “missabili”.

 

Tra le altre cose la durata di Lost Sphear si attesta sulle 40/50 ore, una longevità nettamente superiore ad I am Setsuna, e per come si sviluppa la storia, questa rischia di diventare un intralcio alla scoperta del true ending.

Lost and found
Lost Sphear compie una piccola evoluzione di gameplay rispetto a I am Setsuna
Se con il racconto ci troviamo a fare un passo indietro rispetto ad I am Setsuna, Lost Sphear compie una piccola evoluzione di gameplay riprendendo alcune meccaniche già viste, come l’ATB che regola le azioni e le tempistiche sul campo di battaglia o il sistema di combattimenti a turni che richiama alla memoria quello “storico” di Chrono Trigger, aumentando i personaggi controllabili a 4 e migliorandone il sistema basato sul “Momentum”, abilità che permette di aggiungere effetti e potenziare al tempo stesso i nostri attacchi. In Lost Sphear tutto questo diventa più immediato e meno criptico da capire (merito anche dei semplici tutorial presenti) e una volta caricata la barra dedicata (fino ad un massimo di 3) potremo attivare tramite la pressione del tasto Quadrato al momento giusto il Mementum. Nel caso dell’attacco questo verrà potenziato o esteso ai nemici vicini, mentre per le magie il discorso si amplia, con l’introduzione delle Spritnite, un sistema di skill e abilità sbloccabili, sia salendo di livello che acquistandone di nuovi. Una volta equipaggiati doneranno al personaggio nuove abilità, siano queste offensive, difensive o di supporto.
A loro volta le Spritnite possono essere equipaggiate con delle skill aggiuntive che si attiveranno proprio usando il Momentum Mode, applicando effetti extra in caso di riuscita. Ad esempio ad una magia offensiva ad area, come il Cyclone di Kanata (e già il nome è abbastanza esplicativo) potremo aggiungere status come Death o Slow, che se attivati uccideranno istantaneamente tutti i nemici colpiti o li rallenteranno. Gli effetti sono cumulabili, e potremo scegliere se subliminare più volte lo stesso “status” rendendolo man mano più efficace o passare ad altro non appena quello precedente è stato imparato, creando così combinazioni letali che si riveleranno fondamentali nel corso del gioco.

Avanzando nella storia faremo la conoscenza delle Vulcosuit, e senza scendere troppo nei dettagli vi basti sapere che sono degli esoscheletri che potremo usare in battaglia. Man mano che l’avventura si dipana, sarà possibile ottenere potenziamenti da usare sia in battaglia che fuori, rendendo così questi “robottoni” delle vere e proprie macchine da distruzione. Anche le Vulcosuit sono soggette alle regole dell’ATB, del Momentum e delle Spritnite (andremo ad utilizzare in maniera amplificata quelle dei personaggi equipaggiati), sebbene godano di mosse esclusive come i devastanti attacchi di gruppo. La libertà delle Vulcosuit in battaglia viene però limitata dalla presenza di punti azione dedicati. Ogni mossa sarà gestita e scandita da un certo quantitativo di punti disponibili, che una volta esauriti ci obbligheranno a tornare a controllare i nostri personaggi, fino che non useremo uno strumento per ricaricare la barra dei punti o ci recheremo in una locanda (qua, rispetto a I am Setsuna, nuovamente presenti).

 

Lost Sphear si articola attraverso l’esplorazione di città e brevi dungeon. Le prime oltre ad essere teatro della nostra avventura ci forniranno utili strumenti per ripristinare la propria salute, comprare nuovi equipaggiamenti e Spritnite (utilizzando le memorie raccolte esplorando le varie mappe), o potenziando l’arsenale tramite l’impiego di soldi e oggetti appositi.
Il potere di Kanata entrerà in gioco più volte, e spesso dovremo recuperare dei “ricordi speciali” da utilizzare poi per far apparire nuovamente gli oggetti scomparsi e identificati a video da una sagoma bianca. Lo stesso può essere fatto sulla world map, sulla quale potranno essere dislocati in appositi punti costruzioni che permetteranno di attivare effetti secondari (aumento dell’attacco, dei critici, comparsa di mostri special).

Déjà-vu, I’ve just been in this place before
Graficamente ci troviamo ad una forte sensazione di déjà-vu
Chi ha avuto modo di provare I am Setsuna ritroverà sicuramente molti punti in comune con l’aspetto grafico di Lost Sphear. Dal character design dei personaggi (con modelli 3D meno abbozzati che in precedenza) alle ambientazioni, dungeon e città richiamano alla memoria il precedente lavoro, con un costante senso di déjà-vu dovuto al riciclo di molti asset del gioco. Se invece vi approccerete al gioco come vostra prima avventura, troverete una veste grafica che viaggia fra la semplicità e uno stile piacevole, in grado di regalare qualche bel passaggio in termini di level design, senza però mai eccellere. A risentirne di più sono i dungeon, fin troppo semplici e linerari, nonché veramente brevi da portare a termine, aspetto praticamente immutato rispetto ad I am Setsuna e che qua poteva, e doveva, essere necessariamente approfondito.

 

La colonna sonora abbandona le struggenti traccie suonate al piano di Setsuna, per una più orchestrata e corposa, anche se la bontà delle tracce proposte spesso cozza con gli eventi a video, risultando inadeguati per la situazione del momento. Assente nuovamente il doppiaggio, relegato solamente alle fasi combattive, così come l’adattamento è presente solamente in inglese, elemento che obbliga una buona conoscenza della lingua per destreggiarsi nell’avventura.

Verdetto
7.5 / 10
Kanata fa rima co'...
Commento
Con Lost Sphear, Tokyo RPG Factory e Square Enix confezionano una nuova operazione nostalgia, partendo dalla base di I am Setsuna e apportando le opportune modifiche al gameplay. Quello che però non ci ha convinto in pieno questa volta è il comparto narrativo, che rispetto al passato appare troppo abbozzato, sbrigativo e mal bilanciato fra le due fasi presenti. Non è tanto un problema di sostanza quanto di qualità del racconto, che ci priva di alcuni dettagli fondamentali per relegarli poco prima del finale, andando a mettere alla prova la forza di volontà dei giocatori, che potrebbero non essere più disposti a spendere altre ore su questo titolo. Per il resto, nonostante questo scivolone, Lost Sphear si lascia giocare e apprezzare piacevolmente, in particolar modo da chi ha apprezzato I am Setsuna e chi è alla ricerca di un JRPG di stampo classico e senza troppe pretese. Se nel futuro di Tokyo RPG Factory e Square Enix ci dovesse essere spazio per un terzo capitolo, la nostra speranza è che riescano a coniugare finalmente un gameplay solido ad una storia di alto livello.
Pro e Contro
Gameplay semplice ma ben articolato
Perfetto per chi cerca un JRPG di stampo classico
Grafica piacevole...

x ...ma fin troppo simile ad I am Setsuna
x Racconto mal bilanciato e troppo frettoloso

#LiveTheRebellion