Bene ma non benissimo. Le quattro parole che possono venirvi in mente dopo aver completato Knack II.
Certo mi potreste rispondere che prima dovreste trovare la voglia di finirlo o di giocarci al seguito del titolo diretto da Mark Cerny. Quel Knack presente statuario nella line up di lancio di PlayStation 4, demolito a più riprese non solo dai nemici, ma anche dal pubblico. Però, se siete tra coloro che vogliono dare una seconda possibilità a Cerny e a Japan Studio, se vi è piaciuta tutto sommato la prima avventura e soprattutto se siete ignari masochisti, potreste rimanere piacevolmente stupiti da Knack II. Disponibile dall’inizio di Settembre, e diretto nuovamente da Mark Cerny con il contributo di Japan Studio, sarà riuscito l’essere fatto di reperti a redimere i peccati del suo predecessore?
Sette anni a New Heaven
Knack e Lucas hanno salvato il mondo, e si godono la fama e la gloria fino alla prossima minaccia che ovviamente non tarda ad arrivare e li metterà nuovamente in pericolo tra leggende antiche e ordini ricostuiti. Purtroppo se c’è un aspetto che non è migliorato tra un capitolo e l’altro è quello narrativo: le vicende di Knack II sono scontate e ripetitive, cadendo spesso nell’auto-citazionismo di quanto visto nel 2013. Il cast dei personaggi secondari si arricchisce con delle new entry ma, nonostante questo, rimane odioso e inutile ai fini del racconto.
Knack è ancora una volta, l’unico personaggio degno di nota, sebbene venga sfruttato per qualsiasi azione, anche minima, dal resto del gruppo. La trama cerca anche di toccare alcuni temi importanti, come già visto nel primo capitolo, ma il tutto perde d’efficacia contro personaggi stereotipati e dialoghi insulsi. Non solo, i personaggi umani ci accompagneranno in più di un livello, cercando di incitarci ma risultando solamente un fastidio: a nulla serve farci accompagnare su sentieri tortuosi e macchine mortali se, una volta liberata la strada, ci troveremo già di fronte i nostri amici illesi, arrivati nella nuova zona in maniera misteriosa, demolendo la sospensione dell’incredulità fin dalle prime battute.
Knack II si completa in poco meno di quindici ore, e mette la creatura fatta di Reperti creata da Cerny nuovamente contro robot giganti e goblin armati fino ai denti. Ben pochi i nuovi nemici, sebbene ci siano diverse nuove situazioni principali ricche di Quick Time event. Proprio questi momenti risultano i più cinematografici e riusciti della fase narrativa, al contrario dei filmati che dovrebbero portare avanti gli eventi di gioco. Non solo i nemici vengono riciclati, ma anche gran parte degli ambienti vistati nel primo capitolo vengono riproposti e ampliati. Knack II cerca, sotto quest’aspetto, di migliorare la poca varietà del suo predecessore, risultando però come
un enorme déjà-vu esplorativo.
Quel check-point infame
Però
Mark Cerny e
Japan Studio hanno ascoltato il resto delle critiche poste al primo Knack, a partire da un aumento considerevole di check-point e autosalvataggi, riducendo drasticamente i momenti snervanti e la voglia di lanciare il Dualshock 4 contro il televisore. In Knack II si muore come nel primo, specialmente quando si è accerchiati da numerosi avversari (
e prima di aver sbloccato determinate mosse) ma il tutto è meno frustrante e punitivo. Dimenticate il dover ripercorrere interi livelli pregando che la parata vada a buon fine, dato che l’avventura salverà praticamente ad ogni cambio di telecamera. È possibile affrontare ogni sezione del gioco con un amico in co-op locale, senza modificare pesantemente la trama, rendendo l’esperienza meno solitaria.
Proprio nei cambi di gameplay troviamo sicuramente l’aspetto più riuscito di Knack II: il piccolo eroe avrà accesso a tutte le mosse del primo capitolo, ma risulta decisamente più reattivo e grazie ai gadget collezionabili (
sparsi insieme alle forme alternative in cento forzieri) e ad un albero delle abilità espandibile portare a termine una battaglia regala molte più soddisfazioni. Sconfiggendo nemici e aprendo determinate casse, riceveremo energia da poter scambiare con nuovi attacchi o potenziamenti rendendo via via che si prosegue l’avventura più semplice sopravvivere.
In ogni capitolo sono presenti tre sfide passive che richiedono determinati obiettivi (
punteggio, tempo,azioni,difficoltà, danni, ecc) e ricompensano il giocatore con una medaglia (per un totale di 147), aumentando la ri-giocabilità di Knack II e offrendo un’alternativa ai livelli a tempo e colosseo (
presenti anche quelli dopo aver completato la storia). Anche dal lato “user experience” Knack II è un netto miglioramento, grazie a menù più puliti ed ordinati e caricamenti praticamente inesistenti.
Se dal lato battaglie Knack è migliorato, dal quello del platforming rimane la sensazione di sequenze “sciape” e prive di ispirazione. Salvo rari casi infatti, il level design di Knack II non brilla mai ed è sempre una sequenza di salti e piattaforme.
Two Knack is mej che uan
Knack II ripropone un’ottima performance sonora, sia per le musiche che fanno da sottofondo alle battaglie dell’eroe di reperti sia per quanto riguarda il doppiaggio italiano, unica salvezza dei personaggi secondari. Buona anche la performance a video nonostante il riciclo di ambienti e modelli, anche se ci saremmo aspettati molti più poligoni per Knack stesso, che si ferma alla forma da dieci metri non osando di più. Non abbiamo riscontrato né cali di frame, né tanto meno bug durante tutta la nostra esperienza, che ci ha portato ai tanto attesi titoli di coda con in mente le quattro parole con cui abbiamo aperto l’articolo.
Verdetto
7.5 / 10
Magari la terza è la volta buona
Commento
Pro e Contro
✓ Molti difetti del primo corretti
✓ Ottimo doppiaggio e colonna sonora
x Fasi platform sottotono
x Personaggi secondari ancora inutili
#LiveTheRebellion