Recensione KLAUS

Ogni settimana, nelle ultime due generazioni, il mercato digitale si è arricchito di almeno un nuovo titolo indipendente in commercio, frutto del duro lavoro di piccoli team di sviluppo capaci in poche ore di narrare le proprie idee (non sempre riuscendoci). È proprio grazie al panorama indie che il genere platform sta vivendo una seconda giovinezza, fin da quando Super Meat Boy scese in campo con la sua perfetta dose di cattiveria e perfezione. LaCosa Entertainment prova a lasciare il segno con KLAUS, platform d’avventura disponibile per il momento solo su PlayStation 4 ad un prezzo di partenza di 19,99 € (sarà pubblicato su PC entro l’estate), ci saranno riusciti?

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C’è un Troll! Nei Sotterranei!
Al suo risveglio nei rossi sotterranei di un edificio sconosciuto, Klaus si ritrova controllato da un’entità mistica (il giocatore) e decide di unirsi a lui per esplorare il luogo angusto. Klaus non si ricorda chi è, ne se quello sia il suo vero nome, sa solo che sotto la manica della camicia reca un tatuaggio con quei quattro caratteri. Mentre scalano i diversi piani dell’edificio, Klaus e il giocatore  faranno la conoscenza con K1, energumeno dalla mente semplice in grado di farsi strada a suon di pugni tra i misteri che avvolgono la trama del titolo di LaCosa Entertainment. Man mano che i tre avanzeranno nell’edificio (6 piani totali) tutti i nodi verranno al pettine, anche e soprattutto grazie ai ricordi collezionabili sparsi negli anfratti di ogni livello. KLAUS narra la propria storia tramite le parole dello stesso Klaus che in maniera simile a Stealth Inc. 2, verranno incise sulle pareti dei livelli, tra battute, riferimenti geek e rotture della quarta parete, con la piena coscienza di essere all’interno di un videogioco.

Grazie a questo stratagemma la trama di KLAUS, pur non essendo innovativa o originale, viene narrata alla perfezione, trasformando il giocatore in un pilastro principale della stessa, al pari d’importanza con Klaus e K1: rendendolo protagonista silenzioso e allo stesso tempo prezioso aiutante nella scalata del misterioso edificio. Nel corso delle circa sei ore di gioco (a seconda dell’abilità)  non mancheranno colpi di scena, analisi del libero arbitrio, dell’esistenza e momenti in cui si lascerà spazio ai sentimenti e alle emozioni dei ricordi di Klaus.
E sono proprio i ricordi la parte più coinvolgente della produzione de LaCosa Entertainment, oltre ad essere necessari per il raggiungimento del Vero Finale del gioco, riescono a offrire alcune idee di level design veramente riuscite e convincenti. L’unica pecca è l’impossibilità di tornare in un vecchio livello (nel caso vi fosse sfuggito un collezionabile) prima di aver completato almeno una volta la storia principale, e sbloccato di conseguenza la modalità Arcade.

La modalità Arcade trasformerà lo schermo in un cabinato, dove il giocatore potrà selezionare il livello da affrontare a piacimento, andando alla ricerca dei ricordi perduti oppure cimentandosi nelle ardue sfide a tempo. Queste ultime sono sicuramente la parte più tosta del titolo, e non ammettono i lminimo errore per essere portate a termine con successo.

865 modi di morire
KLAUS è un platform a livelli che sfida il giocatore con un gameplay semplice e immediato per ognuno dei tre protagonisti: sia Klaus che K1 potranno correre con L1 e saltare con X, il piccoletto avrà dalla sua un secondo salto a mezz’aria, mentre il colosso potrà planare, premendo X una seconda volta. K1 potrà inoltre dare sfogo alla sua forza con quadrato (ed in combo con la levetta sinistra colpire con un uppercut oppure una schiacciata) e Klaus userà lo stesso tasto per hackerare i computer presenti e attivare nuovi passaggi, a triangolo è invece affidato il cambio tra un personaggio e l’altro, mentre premendo cerchio nei panni di K! potremo lanciare Klaus in una delle diverse direzioni. Il giocatore potrà interagire con l’ambiente (piattaforme, interruttori) tramite il touchpad del DualShock 4. KLAUS riesce a mischiare quasi alla perfezione  il gameplay dei tre personaggi, dividendo i diversi livelli in stanze e offrendo sia fasi in singolo, sia fasi in cui bisognerà controllare tutto nello stesso momento ( premendo R1 si prenderà possesso di entrambi i personaggi a schermo), gli unici momenti ostici e non superabili con l’impegno, risultano alcune sezioni di lancio, con una mira di K1 a volte fin troppo sensibile alla levetta analogica sinistra.

Abbiamo già parlato di come il level design di KLAUS sia costellato di idee interessanti che mettono il giocatore di fronte a tante sfide diverse a seconda del tema del piano (abbiamo laser, lame, pareti elettrificate, e via dicendo) ma ci sono anche delle sezioni veramente ingegnose come un intero livello con comandi invertiti o uno con gravità alterata in perfetto stile VVVVV. Ma dove LaCosa Entertainment ha dato il meglio, è sicuramente nei ricordi di Klaus: vere e proprie esperienze della durata massima di un paio di minuti che offrono ogni volta un ambiente completamente distorto e giocano con la fantasia (ad esempio in uno di questi ricordi Klaus sarà una lama rotante, mentre le stesse lame avranno l’aspetto dell’uomo). In generale la modalità storia di KLAUS non offre momenti particolarmente frustanti, soprattutto per gli amanti del genere, lasciando l’alto livello di difficoltà alle già citate sfide a tempo.

Stiloso!
Finora abbiamo parlato di KLAUS come di un platform dalle buone idee, lasciando alle immagini di intramezzo della recensione il compito di anticiparvi il punto forte della produzione di LaCosa Entertainment. Ogni ambiente di KLAUS è una gioia per gli occhi grazie a tinte piatte, giochi di colori e sfumature che spruzzano stile da ogni pixel, soprattutto nei già citati ricordi, il team di sviluppo si è sbizzarrito con tutta una palette di colori che non può che lasciare stupefatti. La colonna sonora elettronica minimalista di PixKong è infine il tocco finale che permette a KLAUS di ergersi tra i migliori prodotti indipendenti degli ultimi anni. Il titolo è tradotto in un ottimo italiano e non vi sono strafalcioni grammaticali di alcun tipo.

Verdetto
9 / 10
Come ti puoi fidare di qualcuno che non indossa una camicia?
Commento
KLAUS è stata a tutti gli effetti la prima sorpresa di questo 2016. Tecnicamente tra i migliori titoli indipendenti a sfruttare Unity, LaCosa Entertainment è riuscita a sfornare una piccola gemma platform, capace di convincere con uno stile grafico minimalista in 2D, ed una trama raccontata bene (per quanto già vista). Se siete amanti del genere e vi sono piaciuti titoli come VVVVV e Stealth Inc., non fatevi spaventare dal prezzo di partenza, e gettatevi a capofitto nell'avventura di Klaus e K1. Riceverete in cambio tante belle idee di level design ed un titolo che finalmente sfrutta in maniera intelligente il Touchpad di DS4.
Pro e Contro
Comparto audio/video eccezionale
Curva di difficoltà ben calibrata
Trama ben raccontata
Tante idee di design

x Controlli del lancio legnosi
x Il prezzo potrebbe spaventare

#LiveTheRebellion