Recensione Invizimals: Il Regno Scomparso

Dopo aver trattato il progetto legato alle creature di Novarama arrivato su Playstation Vita nella recensione di Invizimals: L’Alleanza, oggi ci occupiamo del primo capitolo della serie ad approdare su console domestiche: Invizimals: Il Regno Scomparso.

Versione testata: 1.01

Le multinazionali sono (ancora) il male

Laddove il protagonista de L’Alleanza era il giocatore stesso, ne Il Regno Scomparso gli sviluppatori Magenta Software (noti al pubblico per qualche tie-in cinematografico come il gioco di Stuart Little 2 o per la serie Buzz! Junior) hanno deciso di puntare su un artificio narrativo più tradizionale: il protagonista del gioco è Hiro, un ragazzo cui è affidato il compito di indagare sulle cause che stanno spingendo gli Invizimal ad abbandonare il loro mondo e a trasferirsi sulla Terra, indagando proprio nell’habitat naturale delle creaturine.Il risicato plot narrativo si svilupperà attraverso dei dialoghi inseriti all’inizio di ogni livello, intervallati sporadicamente con qualche cutscene, presentando al giocatore una trama abbastanza banale i cui “colpi di scena” sono facilmente prevedibili con largo anticipo.

Il Regno (col tasso di sfida) Scomparso

Dal punto di vista del gameplay la modalità storia de Il Regno Scomparso si presenta come un platform a tre dimensioni in cui si alternano fasi in cui bisogna risolvere enigmi per proseguire a spezzoni in cui bisogna fare i conti con gli Invizimal d’acciaio, i nemici presenti nel gioco. Il primo difetto che appare sotto gli occhi di chi gioca è la scelta di implementare una telecamera fissa, che costringe il giocatore a muovere Hiro solo “in avanti” ed ostacola (fin quasi ad impedire) l’esplorazione dei livelli e la possibilità di tornare indietro per raccogliere i collezionabili lasciati per strada. L’altro grosso difetto della produzione è l’assoluta assenza di sfida, sotto tutti i punti di vista: per procedere attraverso i livelli è necessario risolvere degli enigmi sfruttando la possibilità di Hiro di trasformarsi in diversi Invizimals, ognuno dotato di caratteristiche peculiare. Questi però si presentano per la maggior parte delle volte come estremamente lineari, richiedendo l’impiego di una o al massimo due creature diverse per essere portati a termine e riproponendosi nel corso dell’avventura come molto simili, se non identici, tra di loro. Ogni qualvolta ci si trova di fronte ad una parete da abbattere è infatti ovvia la necessità di ricorrere alla carica di Minotaur, mentre nel caso ci si trovi davanti ad ingranaggi da raccogliere o da azionare la scelta ricade sempre sul panda Xiong Mao, e nelle sezioni sott’acqua ci si affida sempre e comunque a Tigershark. Per giunta anche la scelta della creatura da utilizzare (che poteva aggiungere un po’ di pepe alla sfida) viene estremamente semplificata dalla possibilità di compierla “in automatico” posizionandosi in alcuni punti indicati chiaramente con delle stelline gialle e premendo il tasto triangolo, causando la trasformazione di Hiro nell’Invizimal giusto al momento giusto. Chiude questo desolante quadro una gestione delle collisioni estremamente imprecisa, che comporta problemi di natura grafica come compenetrazione di poligoni e ostacoli invisibili che si presentano sulla nostra strada, rovinando ulteriormente un’esperienza dal punto di vista platform  già di suo non particolarmente brillante. Da segnalare anche rallentamenti abbastanza vistosi quando si distruggono casse ed altri oggetti contenenti collezionabili, che assieme ad una veste grafica minimale e spoglia confezionano un prodotto tecnicamente non molto riuscito.

Il piacere di menare le mani

Le fasi di platforming ad enigmi descritte precedentemente vanno ad alternarsi a spezzoni di giocato in cui Hiro, nella forma di uno qualunque degli Invizimal in cui può mutare (questa volta viene lasciata al giocatore carta bianca) si trova alle prese con gli Invizimals d’acciaio. Premendo più volte il tasto quadrato, indipendentemente dalla creatura selezionata, si eseguirà una combo di attacco di base. A questa combinazione uguale per tutti vanno affiancati due tipi di attacchi: gli attacchi pesanti, in grado di infliggere più danni, eseguibili premendo il tasto triangolo, ed una mossa speciale che può essere utilizzata grazie al tasto cerchio solo dopo aver riempito l’apposita barra colpendo i nemici con le altre due tipologie di mosse. Per ogni creatura è possibile sbloccare un certo numero di attacchi pesanti e mosse speciali (anche se è possibile utilizzarne solo uno per tipo alla volta) grazie alle sfere Z, collezionabili che fungono da valuta all’interno del gioco e sono raccoglibili in ogni livello. Questo aspetto dell’esperienza non soffre di particolari problematiche tecniche e risulta riuscito, anche se comunque gli Invizimals d’acciaio non renderanno mai la vita del giocatore particolarmente difficile se non sul finire dell’esperienza. Non si può purtroppo dire lo stesso a proposito della gestione dei check point, che oltre ad essere posizionati molto distanti tra di loro resettano in caso di morte tutti gli “acquisti” e le modifiche delle mosse d’attacco delle creature e “tolgono” al giocatore i collezionabili raccolti dopo il salvataggio, scelta che rende l’avventura decisamente più frustrante da giocare.

L’arena dell’Alleanza

A salvare il gioco da una bocciatura senza appello interviene la modalità multigiocatore, ripresa sia nelle meccaniche che nella veste grafica da quella presente ne L’Alleanza e capace di convincerci di nuovo anche su display più grandi di 5 pollici.  Le aggiunte in questa versione per Playstation 3 dell’arena riguardano la possibilità di importare le proprie creature (oltre alle scintille e ai vector) dal titolo Playstation Vita, e la possibilità di combattere con e contro altri tre giocatori, sia in locale collegando più Dualshock che online. Non manca anche qui la possibilità di far evolvere le proprie creature e di personalizzarne attacchi e statistiche per adattarle al proprio stile di combattimento.

Verdetto
5.5 / 10
Meno male che il regno è scomparso
Commento
Se il capitolo per Playstation Vita appariva come un titolo complessivamente riuscito e consigliabile ad un pubblico più o meno variegato, Invizimals: Il regno scomparso risulta nella sua componente principale un prodotto afflitto da problematiche che ne abbassano la valutazione finale. A “metterci una pezza” interviene la riuscita modalità multiplayer che espande quanto di buono visto ne L’Alleanza con la possibilità di giocare in locale con altri tre amici.
Pro e Contro
La modalità arena è la stessa de L’Alleanza
Cross Play e possibilità di importare gli Invizimals da PS Vita

x Estremamente facile
x Check point frustranti e telecamera da rivedere
x Diversi problemi tecnici
x Graficamente spoglio, Invizimals a parte

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