Recensione Il Professor Layton e l’Eredità degli Aslant

Sono passati oltre cinque anni dalla sua prima apparizione e possiamo tranquillamente affermare che il caro Professor Layton è stato uno dei prodotti più originali apparsi su Nintendo DS, che ha saputo non solo valorizzare la console ma al tempo stesso rilanciare le avventure grafiche, offrendo in modo sensato numerosi enigmi strettamente legati ad una storia di tutto rispetto, creando così un mix ben collaudato e capace di raccogliere fan in tutto il mondo. Arrivati ad oggi, in questo Novembre carico di uscite, Level-5 firma l’ultima avventura dell’amato archeologo e della sua combriccola di patiti degli enigmi, stiamo parlando de Il Professor Layton e l’Eredità degli Aslant.

Fine dei giochi

Tutto inizia nuovamente con una lettera, una richiesta d’aiuto da parte del professor Desmond Sycamore in seguito ad una sconvolgente scoperta fatta del freddo paesino di Frøstborg, una mummia vivente imprigionata in una impenetrabile parete di ghiaccio. Come Layton in questi anni ci ha ben istruito, un gentiluomo non si tira mai indietro di fronte ad una sfida ed incuriosito dalla lettera del collega non esiterà un secondo per partire ed indagare su questo nuovo mistero.Giunti sul posto , in compagna dei suoi due fidi aiutanti Luke ed Emmy, Layton si troverà ad affrontare qualcosa che va ben oltre la normale comprensione, svelando un segreto che avvolge un’antica civiltà scomparsa, quella degli Aslant e che porterà Layton e i suoi compagni di viaggio in una lunga avventura intorno al mondo. Come sempre le cose non saranno semplici e a mettere i bastoni fra le ruote ci penserà la Targent, un’associazione paramilitare che tenterà l’impossibile per impadronirsi della “mummia vivente” che altri non è che Aurora, una misteriosa ragazza discendente degli Aslant.
Quest’ultima avventura di Layton oltre a chiudere il secondo ciclo narrativo ambientato prima del Il Paese dei Misteri , si va a ricollegare anche ai due titoli usciti precedentemente, come trait d’union che va a ripescare alcune questioni lasciate in sospeso nei due prequel (Il richiamo dello spettro e La maschera dei miracoli ), creando un’unica e complessa trama. Contrariamente al passato, questa avventura assume fin da subito i toni di un epopea che spingerà la cricca a visitare i più curiosi siti sparsi per il mondo alla ricerca di alcuni manufatti e indizi per poter risolvere questo nuovo mistero, caratteristica che oltre a vivacizzare l’azione di gioco, riducendo i tempi morti legati svolgimento della trama,  assottiglia il caratteristico backtracking da sempre ben presente.

Un mondo di enigmi

Dove invece in gioco resta fedele a se stesso è nel gameplay, con il classico mix di investigazione e risoluzione di enigmi che riscosse tanto successo nel capitolo originale. Tutto avverrà tramite l’utilizzo del touch screen che sarà il nostro modo per interagire con il mondo di Layton. Nella fase esplorativa, armati di pennino, basterà cliccare sull’apposita icona, una lente d’ingrandimento, per poter studiare ogni elemento presente nel backgound. Al cambiare del colore della lente corrisponderà ad un evento diverso, marrone per gli enigmi o celeste per attivare lo zoom, che tramite una transizione ci permetterà di accedere ad una nuova sezione dello schema. Nascosti qua e là, oltre ai vari personaggi con i quali ci troveremo ad interagire, saranno presenti oggetti segreti da collezionare e le immancabili Monete Aiuto, spendibili in caso di enigmi troppo complicati in cambio di preziosi indizi.
Ogni personaggio con il quale ci troveremo a che fare avrà in serbo per noi un bell’enigma da risolvere, un puzzle più o meno impegnativo che metterà alla prova le nostre abilità, per un totale di oltre 150 sbloccabili nella storia principale, ai quali si aggiungono le sfide giornaliere scaricabili tramite Nintendo Network, che offriranno nel corso dell’anno 385 nuovi rompicapi, allungando ulteriormente le 25 ore necessarie per completare l’avventura (durata indicativa che varia in base all’abilità del giocatore nel risolvere gli enigmi proposti). Nella valigia di Layton, l’hub nel quale si snocciolano le varie opzioni, trovano spazio anche 3 minigiochi che possono essere affrontati in qualsiasi momento e che saranno indipendenti dalla storia principale. Ognuno propone un set di livelli dalla difficoltà sempre crescente e per sbloccare i nuovi stage sarà necessario progredire nell’avventura principale. Nell’ordine troveremo Boutique, Scoiattolo e Giardiniere.

La soluzione ad un palmo dal naso

In Boutique ci dovremo improvvisare talentuosi fashion designer per rispondere alle esigenze delle nostre clienti, andando incontro ai loro gusti con lo stile più conforme alle loro richieste, scegliendo alcuni capi d’abbigliamento fra quelli disponibili. Dei tre giochi questo risulta essere il più debole, non solo dell’offerta proposta ma di tutta la serie in quanto troppo semplicistico e privo di stimoli che spingano il giocatore ad impegnarsi. Più divertenti e in linea con lo spirito del gioco gli altri due. In Scoiattolo per esempio dovremo aiutare un simpatico roditore a portare in salvo una noce, creando un percorso che permetta di arrivare in tutta sicurezza nella zona di salvezza. Ancora più strategico Giardiniere, nel quale dovremo fare affidamento non solo al nostro pollice verde ma anche ad un pizzico d’astuzia cercando di far fiorire alcuni alberi, evitando trappole ed ostacoli e piazzando nella mappa delle sementi speciali che una volta annaffiate permetteranno la fioritura. Come sempre la risoluzione degli enigmi, oltre a garantire il proseguo nell’avventura consente di raccogliere i Picarati, la valuta all’interno del gioco che servirà a sbloccare tutta una serie di extra, oltre alla Porta Segreta, ormai marchio di fabbrica della serie, che grazie allo scambio di alcune password permette di accedere a nuovi contenuti, non solo all’interno del gioco ma anche nel precedente capitolo.
Non mancano nemmeno alcune novità come il World Times, che parodizzando il famoso giornale britannico, proporrà alcuni articoli che conterranno alcune preziose informazioni su eventi segreti ed enigmi, che si attiveranno una volta entrati in contatto con i personaggi citati nel quotidiano.
Viene sfruttato anche lo StreetPass, assente nello scorso capitolo e che qua svolge un ruolo di rilievo nella Caccia al Tesoro, una modalità pensata per interagire con gli altri giocatori sfidandoli nella risoluzione di alcuni enigmi creati ad-hoc. Basterà infatti selezionare tre oggetti precedentemente sbloccati nelle nostre indagini e che qua dovranno essere scoperti dai giocatori nel corso dell’avventura. Risolvendo le varie cacce al tesoro otterremo dei punti da impiegare per acquistare alcuni premi, come Monete Aiuto o souvenir.

Piccoli mondi tridimensionali

Se ne La maschera dei miracoli, i grafici di Level-5 sono riusciti a riversare in 3D gli splendidi fondali disegnati a mano dei capitoli per Nintendo DS, nell’eredità degli Aslant sono andati oltre, migliorando esponenzialmente il lavoro precedente. Gli stage si ampliano sia in larghezza che in altezza, aumentando la possibilità di muovere la visuale durante la fase esplorativa. Anche visivamente si nota un netto miglioramento nel numero di poligoni impiegati nella realizzazione delle varie ambientazioni, ora più ricche di elementi interattivi, dettagli ed oggetti animati, che rendono il tutto meno statico e più vivo, pur mantenendo quel feeling visivo tipico dei precedenti capitoli bidimensionali e quel tratto stilistico tipico dei disegni a mano.
Paradossalmente, in un momento come questo, dove Nintendo sembra quasi rinnegare il 3D stereoscopico, la caratteristica principale del 3DS, proponendo al pubblico il una console che ne è priva, l’Eredità degli Aslant propone una delle migliori rese visive con il 3D attivato. Facendo scorrere lo slide della console, le ambientazioni acquisteranno profondità diventando stupendi diorami interattivi dove ogni elemento troverà la sua collocazione spaziale, dando nuovo valore artistico alle varie schermate.
Allo stesso modo le numerose sequenze animate che intervalleranno la storia gioveranno dell’intervento del 3D stereoscopico acquistando una nuova dimensionalità, mostrando una realizzazione fatta proprio in quest’ottica, con passaggi pensati appositamente per essere apprezzati con l’opzione attivata.
Impeccabile anche il doppiaggio italiano, dove ancora una volta i doppiatori offrono una prova attoriale degna di questo nome e in linea con l’alta qualità della serie, nonostante ogni tanto si noti qualche voce troppo somigliante, pecca che fu quasi discriminante nel capitolo precedente. Nulla da dire per quanto riguarda l’accompagnamento musicale, che ancora una volta propone una serie di brani dal sapore antico e nostalgici, con virtuosismi di violini e fisarmoniche capaci di insinuarsi nella testa per tutta la durata dell’avventura.

Ogni enigma ha una soluzione

Professor Layton e l’Eredità degli Aslant chiude il ciclo narrativo che affronta il passato di Layton e pone la parola fine alle sue avvincenti avventure. Dopo tanti anni in compagnia dell’arguto risolutore di enigmi bisogna precisare una cosa che già dallo scorso episodio si è iniziata a far sentire in maniera abbastanza palpabile, specialmente da chi segue in maniera costante la serie. Nonostante l’immensa qualità del gioco e gli altissimi valori di produzione bisogna riconoscere una certa stanchezza fisiologica, che dopo 6 titoli inizia a dimostrare una ciclicità cronica radicata nella struttura di gioco che arrivata a questo punto necessita di una revisione. Una dimostrazione di questo fenomeno è il mancato sfruttamento di alcune delle possibilità offerte dalla console, che restano saldamente uguali a se stesse capitolo dopo capitolo, o un ripescaggio inevitabile di alcuni enigmi o di certe dinamiche legate alla risoluzione degli enigmi. Un segnale positivo però arriva dalla decisione di Akihiro Hino, il producer della serie, di concludere definitivamente il ciclo narrativo relativo a Layton e di esplorare la serie con nuovi capitoli e nuovi protagonisti, come il già annunciato Layton 7, previsto per Nintendo 3DS e dispositivi mobili.
Naturalmente questa è una considerazione estemporanea che non va ad influire minimamente sulla qualità complessiva del titolo che gioco dopo gioco si migliora ed appassiona. Questa conclusione forse non riesce a toccare le stesse corde narrative ed emotive del Futuro Perduto, vero masterpiece e picco massimo della serie, che però riesce ancora ad appassionare ed emozionare come sempre, concludendo così una volta per tutte le avventure vissute con il nostro amato professore, anche se possiamo sbilanciarci con sicurezza, vista la caratura del personaggio sarà impossibile tenerlo lontano dalle scene per molto tempo.

Verdetto
8.5 / 10
Farewell my friend
Commento
Con Il Professor Layton e l'Eredità degli Aslant ci apprestiamo a salutare, almeno per il momento, l'amato compagno di numerose avventure, e anche questa volta grazie all'impegno di Level-5 avremo a che fare con una storia che saprà rapirvi e tenervi incollati allo schermo fino all'atteso gran finale. Un titolo come sempre fuori dagli schemi, capace di estraniare il giocatore da tutto quello che lo circonda. Stimolante, ipnotico e capace di divertire come nessun'alta serie riesce a fare. Imprescindibile per gli appassionati, stimolo per i nuovi giocatori per conoscere e sviscerare la saga. Ciao Professor Layton.
Pro e Contro
Intatta la qualità della serie
Ottimo impiego del 3D stereoscopico
Direzione artistica sempre di alto livello

x Qualche enigma sa di già visto Minigiochi poco ispirati
x E' l'ultimo capitolo di Professor Layton

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