Recensione I am Bread

Reduci dall’inaspettato successo di Surgeon Simulator, titolo che nel 2013 divenne un vero e proprio fenomeno virale grazie a streamers e youtubers, il team inglese Bossa Studios torna finalmente alla carica con un nuovo assurdo ed improbabile simulatore, un simulatore di pane. Se negli ultimi anni la platea dei simulatori a sfondo umoristico si è arricchita dei titoli più improbabili, da Goat Simulator a Rock Simulator, I am Bread è il primo simulatore di pane della storia dei videogiochi. Finalmente uscito dall’Early Access di Steam lo scorso 9 Aprile, siamo ora pronti per parlarvene nel dettaglio.

L’epica storia di una fetta di pane
Anche solo dalla premessa è chiaro che I am Bread non va inteso come un videogioco tradizionale. Impossibile è infatti analizzarlo e valutarlo secondo non solo i canoni dei comuni videogiochi a tripla A ma anche quelli della maggioranza degli indie game.

impossibile paragonarlo ad altro
I am Bread rientra piuttosto in quella categoria di titoli fatta ad uso e consumo di quella fascia di videogiocatori che segue youtubers e streamers o che è attivamente coinvolta nel processo di creazione di tali contenuti video. Nel gioco interpreteremo il ruolo di una fetta di pancarré (anche se più avanti saranno sbloccabili tipologie differenti di prodotti forniari, dai crackers alle baguette), con l’unico obbiettivo di raggiungere una fonte di calore per poter venir quindi tostata su entrambi i lati. Le location a nostra disposizioni saranno quelle familiari dei vari ambienti di una comune abitazione, con tutto il loro corredo di mobili, utensili ed oggetti di uso quotidiano. Di volta in volta le fonti di calore che dovremo raggiungere saranno tra le più disparate, da un comune tostapane a radiatori e ferri da stiro. Durante i vari tragitti dovremo fare attenzione ad evitare superfici sporche, come i pavimenti, e qualsiasi cosa possa rendere la nostra fetta di pane non commestibile: formiche, schegge di vetro, avanzi di cibo in decomposizione e così via. Ogni volta che entreremo in contatto con questi oggetti e superfici la barra della commestibilità inizierà a scendere rapidamente, e dovremo essere rapidi ad allontanarci dalla fonte di sporcizia in questione. Al contrario il giocatore è incoraggiato ad entrare in contatto con qualsiasi cosa possa rendere la fetta di pane più appetitosa: marmellata, burro, vari ingredienti. In questo caso al completamento del livello si otterranno dei punti bonus.

More like Bread Simulator
I livelli di gioco sono strutturati sotto forma di playground, in una maniera che ricorda molto quella dei primi esperimenti di platform 3D negli anni ’90. L’implementazione di una rudimentale simulazione fisica consente un notevole grado di sperimentazione nella scelta dei percorsi: si può passare di mensola in mensola oppure tentare di appendersi al soffitto od alle pareti, provare a salire in cima ad una pila di scatoloni e poi farla crollare verso la destinazione oppure saltare su uno skateboard convenientemente abbandonato in mezzo alla cucina.

struttura dei livelli sembra decisamente ben studiata per favorire la sperimentazione più selvaggia
La struttura dei livelli sembra decisamente ben studiata per favorire la sperimentazione più selvaggia e la realizzazione di soluzioni assurde ed esilaranti da parte del giocatore, ma il lavoro degli sviluppatori in questo senso è frenato da un grosso, enorme limite. I controlli di I am Bread sono infatti estremamente difficili da padroneggiare, inadatti alla precisione richiesta dal gameplay ed onestamente terribili. Ispirandosi a titoli come QWOP e Octodad, la nostra fetta di pane potrà flettere le proprie estremità nelle varie direzioni. Per farlo dovrà “aggrapparsi” con uno o due angoli ad una superficie, muovendosi attorno a questi punti fermi.  Il sistema è tutt’altro che immediato ed i primi momenti di I am Bread sono assolutamente tragicomici: è impossibile riuscire a far muovere la fetta di pane come si vorrebbe. Anche utilizzando un gamepad (scelta consigliata dagli sviluppatori) e dopo aver superato il livello tutorial la situazione resta critica ed il sistema di controllo scelto si rivela del tutto inadeguato per affrontare le sfide proposte dal gioco. Non aiuta la presenza di una barra della presa, che si svuoterà gradualmente man mano che decideremo di aderire ad una superficie o un oggetto. Non di rado capiterà di esaurirla nell’eseguire una scalata difficoltosa, cadendo inesorabilmente verso il terreno ed il game over. L’intento degli sviluppatori era chiaramente quello di creare un titolo dove dall’unione di controlli inaffidabili e simulazione fisica venissero a nascere situazioni surreali ed esilaranti, ma l’eccessiva difficoltà nel far muovere la fetta di pane vanifica ogni sforzo e frustra il giocatore. Anche utilizzando la marmellata magica, un potenziamento disponibile dopo aver fallito un certo livello ripetutamente la situazione non migliora. Si diviene difatti invulnerabili (ricevendo però il punteggio peggiore possibile al completamento del livello) ma in questo caso il gioco viene svuotato da ogni sfida e senso di urgenza, depotenziando qualsiasi incentivo avesse il giocatore ad impegnarsi seriamente.

Fuori dall’Accesso Anticipato un po’ troppo in anticipo
I am Bread propone sette livelli in cui sbizzarrirsi, accompagnati dalla buffa storia di sottofondo del proprietario dell’appartamento in cui è ambientato il gioco. Questi assisterà inerme al pandemonio da noi scatenato in giro per casa, e nel raccontare in giro che l’abitazione è stata vandalizzata da una fetta di pane verrà creduto malato di mente. L’idea è carina, ma viene realizzata soltanto tramite la lettura dei report degli psicologi all’inizio di ogni livello. In realtà per il giocatore diviene difficile appassionarsi alle disavventure del poveretto, e l’intera vicenda lascia un po’ il tempo che trova. Sono ovviamente presenti modalità alternative, più improntate al free roaming ed alla “devastazione creativa”, ma la sensazione generale è quella di un titolo povero di contenuti.

notevoli problematiche tecniche
Le cose sarebbero potute essere assai diverse con un sistema di controllo più accessibile, ma quando anche solo una partita di un quarto d’ora diviene terribilmente frustrante, il giocatore non è assolutamente invogliato a prendere in mano I am Bread. Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte ad una presentazione allegra e spensierata, con una grafica semplice ma adeguata realizzata con Unity. Nonostante il titolo sia difatti uscito dall’Accesso Anticipato di Steam, permangono tuttavia notevoli problematiche tecniche, tra cui crash al lancio, sfarfallio delle fonti di luce, elementi non renderizzati completamente e così via. Se è vero che questi problemi verranno sicuramente corretti in futuro, forse sarebbe stato il caso di prolungare il periodo di Early Access, in quanto alcuni giocatori stanno sperimentando un titolo “finito” nella teoria ma non nei fatti.

Verdetto
5 / 10
Buono come il pane... ma anche no
Commento
Il tentativo di realizzare l'erede di Surgeon Simulator o Goat Simulator stavolta non può dirsi riuscito. Nonostante le ottime premesse per l'ennesimo titolo volutamente idiota, ridicolo ed esilarante, I am Bread butta tutto alle ortiche per via di un sistema di controllo eccessivamente ingestibile, assolutamente inadatto alla precisione richiesta da molte delle sfide del gioco. A differenza di un titolo come Goat Simulator, che da premesse simili riusciva a creare situazioni divertenti ed assurde per il giocatore, per quanto limitate nella varietà dei contenuti, I am Bread è eccessivamente frustrante ed in generale non diverte. Non c'è dubbio che qualche let's play o stream del titolo possa riuscire a strappare qualche risata agli spettatori, ma ci troviamo di fronte ad un gioco molto più divertente da vedere che non da giocare.
Pro e Contro
Senso dell'umorismo ed assurdità varie
Concettualmente interessante

x Controlli terribili
x Frustrante
x Povero di contenuti
x Vari problemi di natura tecnica

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