Recensione Guild Wars 2: Heart of Thorns

A distanza di quasi tre anni dal rilascio di Guild Wars 2 (del quale potete leggere la nostra recensione qui) è stata finalmente pubblicata la prima espansione del titolo, Heart of Thorns (o HOT da qui in avanti), che si pone come direttamente consequenziale agli avvenimenti narrati nel capitolo principale.

Guild Wars 2 è riuscito a ritagliarsi una discreta fetta di mercato offrendo meccaniche e modelli di gioco innovativi tra gli MMO più recenti, forte anche dell’assenza di un canone mensile. Tuttavia, eccezion fatta per la progressione del personaggio, i cambiamenti in tre anni sono stati veramente ridotti al minimo favorendo principalmente i contenuti temporanei delle Living Story (resi successivamente rigiocabili nell’apposito Journal) per porre così l’accento sul dinamismo del mondo di gioco e delle trame che intercorrevano tra i vari eroi PNG della storia. Gli appassionati della saga aspettavano fin dal primo anno di rilascio una nuova espansione nel vero senso del termine, in modo tale da avere tra le mani nuovi contenuti in grado di reggere il confronto con il gioco principale. Saranno riusciti i ragazzi del team di ArenaNet a confezionare un prodotto degno delle aspettative della community?

 

The Jungle provides
La trama vede nuovamente protagonisti gli eroi della Destiny’s Edge e il Patto tra i vari ordini di Tyria sorto nel corso degli avvenimenti di Guild Wars 2. Il giocatore, nel ruolo di Comandante del Pact, dovrà indagare a seguito di un attacco perpetrato dal drago Mordremoth ai danni della flotta volante. A seguito del fallimento della missione, i vari componenti della Destiny’s Edge saranno dispersi nella giungla di Maguuma: un luogo dal retrogusto dolce amaro per i nostalgici del primissimo Guild Wars.

Il giocatore dovrà farsi strada tra le insidie di questo luogo inospitale per radunare e salvare gli eroi dispersi in modo da fronteggiare con loro il drago Mordremoth.

La trama, per quanto apparentemente semplice, non manca di colpi di scena ed è in grado di offrire ai giocatori un ottimo spunto per esplorare la vastità di questo territorio in cui sarà possibile trovare una nuova specie di Hylek e gli Exalted, un tempo esseri umani reclutati in seguito dai Forgotten (Dimenticati) per divenire creature immortali di pura energia adibite alla salvaguardia dell’eredità del drago Glint.

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La trama costituisce uno spunto per esplorare la vastità delle quattro nuove mappe dell’espansione.
Gioia e dolore di HOT è proprio l’elemento narrativo poiché la storia, per quanto interessante, viene ripetutamente interrotta da alcuni pre-requisiti determinati dalle Masteries: per avanzare con la trama, infatti, dovremo avere SEMPRE la maestria giusta al momento giusto. In caso contrario bisognerà prepararsi mentalmente all’idea di cominciare a falciare ogni nemico sul nostro cammino per accumulare esperienza.

Nonostante la loro indubbia utilità, le Masteries in HOT sembrano quasi un pretesto per allungare il brodo dilatando artificialmente la longevità del titolo, dato che è impossibile (in assenza di guide), sapere con certezza quando e quali maestrie saranno necessarie per poter proseguire. In questo modo si rischia di raddoppiare la fatica dei giocatori che vogliono vedere la conclusione della trama prima di espandere i propri orizzonti sulla crescita del personaggio o l’esplorazione del mondo.

Fortunatamente nella mappe di Maguuma gli eventi di gruppo sono frequenti e forniscono un buon quantitativo di punti esperienza e ricompense, ma l’eccessiva frammentazione dei giocatori nelle varie mappe (specialmente in alcuni momenti della giornata, n.d.r) porta inevitabilmente chiunque sia senza un gruppo a dover ignorare eventi che risulterebbero troppo lunghi e insufficientemente remunerativi in solitaria. Inoltre, molti di questi eventi sono indispensabili per completare l’esplorazione delle quattro mappe dell’espansione il cui completamento potrebbe essere pregiudicato in caso di fallimento.

 

No More Trahearne-ville
A differenza di Guild Wars 2, in cui il giocatore era relegato al ruolo di collante della vicenda pur non risultando realmente al centro degli eventi, in HOT i PG tornano ad assumere il ruolo di protagonisti: Trahearne, precedentemente elemento chiave e vertice di tutto l’arco narrativo, scompare per varie ragioni di trama permettendo al Comandante di prendere in mano la situazione ed evitare il peggio.

Questa scelta riesce a coinvolgere maggiormente il giocatore: la nota dolente è rappresentata dal fatto che, nei rari momenti in cui egli dovrà compiere delle scelte, queste risulteranno del tutto ininfluenti finendo per diventare una vaga parodia del libero arbitrio, portando unicamente a percorsi alternativi per giungere comunque nello stesso luogo ad affrontare gli stessi nemici.

Le scelte compiute dal giocatore sono del tutto ininfluenti.
Ciascuna professione originaria può specializzarsi in una professione d’Elite, acquisendo l’accesso ad un’unica arma aggiuntiva: la vera stranezza sta nel fatto che con l’espansione non sono state introdotte nuove armi, probabilmente attese da molti giocatori anche alla luce delle dichiarazioni fatte nelle varie interviste agli sviluppatori nel corso degli ultimi tre anni.

Completando le cinque specializzazioni base, sarà possibile sbloccarne d’Elite. Per completare quest’ultima sono necessari 250 punti eroe. Una volta sbloccata la prima nuova abilità il personaggio otterrà l’accesso ad una nuova arma ricevendone una di rarità “Exotic” per l’occasione. Le specializzazioni d’Elite offrono un nuovo modello di sviluppo orizzontale che permette ai giocatori di avere un obiettivo da perseguire per incrementare la longevità del titolo senza il rischio di creare dislivelli eccessivi in termini di potenza, poiché si tratta unicamente di sviluppi alternativi di un personaggio atti a variare lo stile di gioco ma che non costituiscono in alcun modo un pre-requisito indispensabile per accedere a contenuti specifici. Probabilmente le specializzazioni permetteranno in futuro di debellare il problema delle combinazioni di statistiche inutilizzate nel PvE, ma questo è totalmente nelle mani dei giocatori. Certamente l’arrivo di queste nuove classi permetterà di espandere e rinnovare le strategie in PvP, soprattutto nella modalità World Vs World.

 

 

Ciò che non uccide fortifica
Oltre all’espansione della trama che porta i giocatori ad affrontare Mordremoth, HOT porta con se alcune aggiunte interessanti al titolo principale.

Principalmente è stata introdotta una nuova classe, il Revenant: quest’ultima si può quasi considerare come una nuova versione dello Spiritualista di Guild Wars in salsa “soldier” che lo dota di una competenza per le armature pesanti e le armi da mischia. La sua caratteristica chiave risiede nello sfruttare l’energia delle Nebbie (Mists) al fine di poter utilizzare abilità specifiche che permettono l’invocazione di potenti Leggende del passato, modificando di volta in volta le sue ultime cinque abilità a disposizione in base alla posizione (stance) attivata. Questa meccanica consente di giocare una professione in grado di emulare in una certa misura tutte le altre, molto versatile pur non eccellendo in una nessun campo specifico. È ottima per coloro a cui piace variare lo stile di gioco in base alle situazioni.

Oltre all’espansione della trama troviamo alcune aggiunte interessanti
Con HOT vediamo anche il ritorno delle sedi di gilda. In Guild Wars, originariamente, le sedi venivano scelte all’interno di un catalogo piuttosto variegato. In Guild Wars 2 abbiamo a che fare con qualcosa di diverso: i giocatori potranno scegliere di istituire la propria sede in uno dei due territori disponibili tra Lost Precipice e Gilded Hollow. Per reclamare un territorio dovranno affrontare una serie di missioni e portare a termine degli obiettivi. Una volta in possesso del territorio si potrà accedere a nuovi elementi che andranno ad incrementare i servizi disponibili e le strutture presenti. A seconda del territorio in cui sorgerà la propria sede di gilda si otterranno due diversi tipi di armi ed armature tra Shimmering (lucenti) e Tenebrous (tenebrose).

Nonostante questa introduzione, che potrebbe aver fatto la gioia dei più nostalgici, ci troviamo di fronte ad una reminescenza a metà. Non viene re-introdotto il GvG che viene piuttosto rimpiazzato con la modalità Stronghold, nella quale i giocatori dovranno assumere ruoli specifici per portare avanti l’acquisizione di obbiettivi strategici al fine di abbattere, con l’aiuto di alcuni NPC, il Guild Lord nemico.

La modalità Stronghold ingloba parte delle meccaniche del GvG classico, tuttavia i giocatori potranno partecipare pur non appartenendo ad alcuna gilda. In Stronghold ci troviamo di fronte ad un PvP strutturato in modo simile ai MOBA in cui gli sfidanti ricoprono un ruolo ben preciso su mappe suddivise in corsie, venendo anche affiancati da alcuni PNG che avranno come unico compito quello di abbattere le barriere ed uccidere il Lord avversario al posto del giocatore. Se da un lato questo facilita l’accesso al PvP ai giocatori meno esperti o agli amanti del PvE, dall’altro resta comunque la sensazione che l’appartenenza ad una gilda costituisca solo una meccanica di contorno in un titolo che originariamente affidava all’organizzazione in gilde una buona parte del PvP competitivo.

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La sensazione è che l’organizzazione in gilde sia solo una meccanica di contorno.
HOT ha portato con se anche una nuova mappa per il WvW chiamata Desert Borderlands, che introduce le Shrine: obbiettivi sensibili che i giocatori potranno conquistare per ottenere dei bonus “regionali” sulla base del totale conquistato. Ogni tre ore al centro della mappa sarà possibile partecipare all’evento “Into the Oasis” che permette a coloro che lo porteranno a termine di danneggiare i cancelli esterni degli avamposti avversari. Ciò non comporta grandi rivoluzioni in termini di gameplay ma svecchia una delle meccaniche più innovative introdotte da Guild Wars 2.

Infine sono state introdotte le Masteries, forse la novità più evidente, che forniscono ai giocatori nuove abilità ampliando le possibilità di esplorazione del mondo. Sarà possibile infatti planare, sfruttare correnti ascensionali, saltare grandi distanze utilizzando alcuni funghi speciali come trampolino o mangiarne altri per correre più velocemente e così via. L’aspetto più interessante è legato al fatto che ciascuna Mastery acquisita da un personaggio risulta già disponibile per tutti gli altri presenti sull’account, permettendo ai giocatori di affrontare l’espansione con più di un personaggio senza dover ricominciare da capo. Se non altro questo dovrebbe favorire una continua presenza dei giocatori nelle mappe di Maguuma in modo tale che si possano sempre trovare eroi disposti ad affrontare i eventi di gruppo presenti nelle quattro mappe.

Per la prima volta nella saga HOT introduce i Raid da dieci giocatori che, tuttavia, saranno disponibili unicamente dal 17 novembre: non ci è dunque possibile emettere alcun giudizio di valore in merito.

 

Welcome to the jungle!
 

 il comparto audio  contribuisce a creare un  coinvolgimento maggiore da parte del giocatore
ArenaNet dal punto di vista del comparto grafico e sonoro ci ha abituati con atmosfere ed ambientazioni mozzafiato, il lato audio specialmente contribuisce nel creare un netto coinvolgimento da parte del giocatore all’interno del mondo vivo e dinamico della giungla di Maguuma con basi strumentali orchestrali sempre perfettamente allineate con la situazione di gioco senza mai soppiantare gli effetti ambientali.
Particolarmente apprezzabile è stata la scelta da parte degli sviluppatori di rimuovere i dialoghi in cui gli interlocutori si fronteggiavano su sfondi decontestualizzati rispetto alla situazione in cui avveniva la conversazione. In Heart of Thorns troviamo, invece, alcuni eventi pre-determinati in cui i personaggi interagiscono sia in gruppo che con l’ambiente circostante. Il comparto grafico permette anche a possessori di PC non eccessivamente potenti, di continuare a giocare a Guild Wars 2 pur dovendo rinunciare a qualche dettaglio o riducendo il numero dei personaggi visualizzati a schermo. Tuttavia, per lo meno nei primi giorni dal rilascio, è stato possibile assistere a cali prestazionali durante sporadici filmati nei quali si sono verificati anche fenomeni di stuttering. Al di là di questo aspetto gli unici rallentamenti notevoli rimanevano legati ad alcune battaglie particolarmente concitate in zone con un’elevata densità di giocatori.

 

Verdetto
8 / 10
Sono tutto, sono ovunque.
Commento
Guild Wars 2: Heart of Thorns è la degna espansione di Guild Wars 2 riuscendo a colmare alcune delle lacune del titolo principale ampliando notevolmente l'esperienza di gioco con l'introduzione delle specializzazioni Elite e delle Masteries. Purtroppo la componente narrativa non decolla rimanendo unicamente un pretesto per portare avanti l'esplorazione delle mappe, peraltro diluito dall'acquisizione necessaria di determinate mastery. Le varie aggiunte riescono comunque a tenere alto il valore del prodotto incrementandone la rigiocabilità oltre a mettere a disposizione una nuova modalità PvP accessibile anche ai neofiti. Coloro che hanno apprezzato e apprezzano Guild Wars 2 saranno certamente entusiasti delle novità di Heart of Thorns, tutti gli altri è meglio che girino alla larga: le novità contenutistiche non costituiscono una rivoluzione ma consolidano la formula del titolo principale.
Pro e Contro
Finalmente il giocatore torna protagonista
Un nuovo drago!
Nuova modalità PvP
Nuova classe e specializzazioni Elite
È Guild Wars 2

x È Guild Wars 2
x Trama estremamente breve
x Solo quattro mappe
x A volte troppo semplice
x Nessuna formula di acquisto dedicata a chi già possedeva il titolo principale

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