Recensione Guardians of Middle Earth

A circa sei mesi di distanza dal lancio originale su console, Warner Bros. espande la propria base d’utenza per Guardians of Middle Earth su PC, grazie al supporto di Zombie Studios che affianca Monolith nella conversione.

Se su console, tuttavia, la relativa “verginità” del genere MOBA ha giocato a vantaggio del titolo ispirato alla saga di Tolkien, il ritorno alle origini su PC comporta per forza di cose un confronto con altri colossi quali League of Legends e Defender of the Ancients (sia il primo per Warcraft 3 sia la variante di Valve). In un contesto del genere, i punti di forza originali di Guardians tendono a venire meno, mettendo in evidenza un gioco piacevole ma fatto di alti e bassi.

I panni scomodi del Guardiano

La prima e principale problematica è legata al sistema di controllo: a differenza dei già citati titoli di Riot Games e Valve, Guardians utilizza un differente metodo di lancio delle abilità, visualizzando a schermo una colonna o un raggio d’azione, che vanno diretti con il secondo analogico, mentre lo spostamento del guardiano è relegato allo stick principale. In tale maniera, schivare ed utilizzare poteri risulta immediato e fluido, ma così non è su PC, dove mouse e tastiera sopperiscono male alla mancanza degli stick, rendendo l’esperienza di gioco quantomeno scomoda e poco intuitiva.

Muoversi e lanciare poteri, dirigendoli nella direzione voluta, risultano azioni poco agevoli da effettuare in contemporanea con il mouse, arrivando al punto di causare morti accidentali o salvataggi miracolosi (anche se in casi limite).

Vero è che, anche senza voler acquistare un controller USB, in Guardians non è necessario avere una tempistica perfetta o una precisione chirurgica per riuscire a giocare al meglio, cosa invece resa indispensabile dalle meccaniche più complesse negli altri MOBA su PC. Purtroppo, questa conclusione non sempre equivale ad un maggior equilibrio nelle partite…

Niente anelli per domarli…

Guardians of Middle Earth, infatti, sia per facilitare l’approccio di nuovi giocatori, sia per rendere il gioco più fluido su console, ha optato per l’eliminazione dei negozi di accessori in-game, croce e delizia dei giocatori dei MOBA. Tali schermate, permettendo l’acquisto di potenziamenti (temporanei o permanenti) a partita iniziata, comportano una profondità tattica maggiore, al costo di imporre ai giocatori una curva d’apprendimento feroce, spesso accompagnata da una community poco propensa a condividere la propria esperienza sul campo con i neofiti. Con uno scoglio poco piacevole e l’impossibilità di rimuoverlo completamente per non perdere in tatticità del gioco, Warner ha raggiunto il compromesso di includere una “cintura” di rune personalizzabili durante il pre-partita, che, potenziandosi al crescere di livello del personaggio, consentono di mantenere parte della strategia.

Il “costo” di ciò, purtroppo, è l’impossibilità di adattare le rune alla situazione in corso una volta avviato lo scontro, il che si traduce in un puro scontro di potenza dei personaggi piuttosto che in una sfida di abilità e strategia vera e propria. Sebbene il bilanciamento sia fatto in maniera tale da non incidere ecccessivamente sul gioco, restano comunque presenti delle categorie di potenza, messe ancor più in evidenza durante gli scontri nelle mappe a tempo.

Se questo suona come un appiattimento forzato della personalizzazione strategica (decisamente più evidente in un territorio di concorrenza rispetto che in uno relativamente vergine), il confronto con i grandi dominatori del genere MOBA su PC vede comunque sferrare qualche colpo anche da parte del titolo Warner. Nella fattispecie, la possibilità di personalizzare le torri e i png di supporto, tramite una serie di potenziamenti che vanno da bonus passivi alla cura, ad una maggior efficacia di attacco e difesa.

Anche l’occhio (di Sauron) vuole la sua parte

 

Anche visivamente, Guardians of Middle Earth su PC ha i suoi alti e bassi: di sicuro vantaggio è la miglior qualità offerta da una visuale più ravvicinata rispetto a quella console, e la possibilità di utilizzare una risoluzione più alta rispetto alla controparte console, offre la garanzia di poter godere al meglio dei vari dettagli disseminati nelle mappe.

Per contro, restano ancora piuttosto limitate le mappe disponibili, a tripla e singola corsia, cosa che stona leggermente con il resto del gioco, da cui trasuda una profonda stima verso l’opera di Tolkien. Sebbene con qualche licenza minore, infatti, i personaggi sono tutti perfettamente inquadrabili nei loro aspetti peculiari, così come narrato dallo scrittore britannico, e sicuramente anche le mappe avrebbero tratto giovamento dall’abbracciare più aree della Terra di Mezzo.

Ancora una volta, però, la versione PC riesce a far pendere la bilancia a proprio vantaggio andando ad analizzare l’interfaccia utente, che beneficia di una miglior resa sui monitor. In particolar modo, la miglioria più gradita è risultata essere la minimappa dell’area ingrandita, che si dimostra più comprensibile e di facile lettura rispetto a quella minuscola vista nelle versioni console.

Verdetto
7 / 10
Da quando in qua Sauron è un guardiano?!
Commento
"Andata e Ritorno", ecco come potremmo definire (restando in tema tolkeniano) l'operazione svolta da Warner con la pubblicazione di Guardians of Middle Earth su PC, e come nel racconto di Bilbo Baggins, anche in questo caso l'abbandono del territorio confortevole per avventurarsi su console, per poi tornare verso la piattaforma natìa del genere, sembra aver portato con sé una maturazione (o evoluzione, se vogliamo) della struttura di base. Chi si aspetta un classico MOBA, resterà a metà tra il deluso e il sorpreso da Guardians, che compie scelte forse poco ortodosse e sicuramente discutibili (come ad esempio eliminare la componente di ricambio in corsa dei potenziamenti, o l'accelerazione verso partite veloci con un cap di livello piuttosto limitato), ma nel complesso lascia un'esperienza di gioco più pulita e nitida, incentrata sulle meccaniche base del genere piuttosto che sui vari accessori di contorno. La risoluzione dei principali problemi di lag e di matchmaking (anche se quest'ultimo soffre ancora di qualche minuto di troppo durante la creazione delle partite), e una community meno comunicativa ma anche più aperta rispetto alle altre, completano l'opera di un titolo che resta un ottimo punto d'accesso verso il genere.
Pro e Contro
Curva d'apprendimento facilitata per i neofiti
Meccaniche di gioco innovative nel genere MOBA
Resa grafica migliorata rispetto alle console
Risolti la maggior parte dei problemi di lag e matchmaking

x Sistema di controllo scomodo su PC
x Scarsa possibilità di adattare lo stile di gioco in corsa

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