Recensione Game of Thrones Ep.6 – The Ice Dragon

Nonostante un’iniziale monopolio da parte di Telltale Games della più recente incarnazione delle avventure grafiche, i ragazzi di Dontnod Entertainment sono riusciti con il loro Life is Strange a lasciare il segno in questo particolare settore, ponendosi come nuovo metro di misura per le produzioni attuali e future. Dopo una splendida prima stagione di The Walking Dead e un ottimo excursus nel mondo di Fables grazie a The Wolf Among Us, il team americano non è più riuscito a colpire veramente, limitandosi a titoli narrativamente buoni, ma non a livello delle loro opere migliori. Con Game of Thrones, però, sembra che gli sviluppatori si siano impegnati per tornare ai fasti di un tempo e, nonostante qualche problema ormai storico, possiamo confermare che fino al quinto episodio i presupposti per un buon risultato c’erano tutti. Siamo quindi arrivati al momento di valutare l’ultimo capitolo (sottotitolato “The Ice Dragon”) di questa prima stagione basata sui racconti di Martin e, a quattro mesi da Nest of Vipers , siamo pronti a parlarvene evitando qualsiasi tipo di spoiler. Vi ricordiamo che Game of Thrones: The Ice Dragon è disponibile per PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One, Pc, Android e iOS e che, a partire dal 20 novembre, sarà possibile acquistare una copia del titolo anche in versione retail.

Versione testata: PlayStation 4

Il destino dei Forrester
il comparto narrativo di Game of Thrones: The Ice Dragon è oggettivamente curato, carismatico e capace di tenervi incollati al pad sino alla scena dopo i titoli di coda
Dopo l’adrenalinico finale del quinto episodio, non vi nascondiamo che le aspettative riposte in questo ultimo capitolo non erano poche. Ve lo diciamo subito: il comparto narrativo di Game of Thrones: The Ice Dragon è oggettivamente curato, carismatico e capace di tenervi incollati al pad sino alla scena dopo i titoli di coda. Tutte le storylines dei vari personaggi raggiungono finalmente delle svolte; svolte che, però, vedremo solamente nella seconda stagione e che, se da una parte ci sono particolarmente piaciute, dall’altra non possiamo nascondere un certo scetticismo di fondo per la risoluzione di determinate situazioni. I nostri dubbi derivano soprattutto da un elemento: le scelte all’interno del titolo. Tali scelte, infatti, si dividono principalmente in due gruppi: quelle che non portano da nessuna parte e quelle che avranno conseguenze nella prossima stagione. Per quanto riguarda le prime non c’è molto da dire, se non che gran parte delle “decisioni” prese all’interno di questo episodio (e di conseguenza, essendo l’ultimo, anche in quelli precedenti) portano al medesimo risultato. Se qualcosa deve accadere, accadrà comunque; che non riusciate a vincere un QTE o che non commettiate nemmeno mezzo errore la soluzione non cambia. Questo elemento, una volta che il giocatore se ne accorge, rende gran parte del titolo (e non solo dell’episodio) fastidioso e incapace di trasmetterci quella sensazione di “libertà narrativa” alla quale una produzione del genere dovrebbe ambire. L’altra tipologia di scelte, invece, modifica sostanzialmente la storia, permettendo ad alcuni personaggi di sopravvivere e ad altri di morire. Nonostante in un particolare caso la storia non cambi sostanzialmente (con alcune sequenze nelle quali l’unica cosa ad essere stata modificata è il modello poligonale del personaggio) siamo molto curiosi di vedere come potrà svilupparsi la seconda stagione e come riuscirà a risolvere le molteplici scelte prese da ogni giocatore. La nostra paura principale, infatti, è quella che nel primo episodio della seconda stagione vi sia una riduzione forzata delle storylines, con morti spacciate per “colpi di scena”, ma usate semplicemente per incanalare le varie scelte dei videogiocatori in una trama meno arzigogolata e con personaggi uguali per tutti gli utenti. Ad ogni modo speriamo di sbagliarci e di poter godere appieno di una storia ramificata e dal forte rispetto per le decisioni prese sino ad ora. Dopo queste critiche legate alle scelte, ci sentiamo di fare un plauso ad alcuni momenti all’interno di questo sesto episodio che, in più di una situazione, si sono dimostrati capaci di colpirci dritti al cuore e di lasciarci incollati alla tv sino alla fine.

La vita è fatta a scale, ma quella di Telltale è più un corridoio
Dopo Life is Strange i giocatori sanno di poter pretendere di più
Ancora una volta il gameplay di un titolo Telltale non riesce a soddisfare del tutto i giocatori che, dopo le avventure di Max in Life is Strange, sanno di poter pretendere di più e non si accontentano più di meri corridoi da attraversare, di poche interazioni con l’ambiente e di QTE che non sempre portano a risultati diversi. Sia chiaro: noi non ci aspettavamo che il titolo subisse delle modifiche nella giocabilità da un capitolo all’altro della stessa serie, ma Game of Thrones: The Ice Dragon si dimostra essere uno degli episodi meno interattivi in assoluto, rendendo il titolo più simile ad una puntata di un telefilm che ad una vera e propria avventura grafica. Se poi si realizza che gran parte delle scelte, elemento di gameplay principale all’intero di una serie Telltale, portano spesso alla medesima soluzione, ecco che ci troviamo di fronte ad una produzione che, pur risultando sulla stessa linea d’onda dei precedenti capitoli, dimostra come il team reso celebre da The Walking Dead abbia bisogno di svecchiare il proprio sistema di gioco, per dirigersi verso qualcosa di più complesso e meno ripetitivo.

Il Trono di Spade: i racconti del ghiaccio e dei frame
I cali di frame sono all’ordine del giorno in Game of Thrones: The Ice Dragon
Tecnicamente Game of Thrones: The Ice Dragon si dimostra debole come tutte le opere Telltale, con modelli poligonali ormai datati e con animazioni non all’altezza delle produzioni recenti. Questo particolare episodio, inoltre, soffre di gravissimi problemi di cali di frame, con situazioni al limite dell’imbarazzante e con stacchi di un paio di secondi in alcuni momenti. Un prodotto del 2015, per quanto di natura cross gen, non può permettersi questi problemi tecnici, soprattutto quando non sono spiegabili da una grafica spaccamascella. Ottimo, invece, il comparto sonoro, che come al solito ci offre un buon doppiaggio e una colonna sonora vicina alla serie e di sicuro impatto sul videogiocatore.

Verdetto
7 / 10
TellTale cede il podio a Dontnod
Commento
Nonostante una recensione all'apparenza troppo negativa in confronto al voto, ci sentiamo comunque di premiare Game of Thrones: The Ice Dragon per il comparto narrativo che, in un modo o nell'altro, è riuscito a intrattenerci e a convincerci sino alla fine. A non convincerci affatto, invece, è stata la gestione delle scelte e un gameplay e il comparto tecnico lasciato sempre più in disparte. Ora che anche questa serie di Telltale Games si è conclusa possiamo affermare che il team americano ha un serio bisogno di rinnovarsi e di puntare a realizzare meno progetti, ma più curati nei vari aspetti che costituiscono un videogame. Forse, dopo aver ispirato Dontnod, sarebbe il caso di prendere spunto da Life is Strange per la realizzazione delle loro prossime produzioni. Quando si dice che l'allievo supera il maestro...
Pro e Contro
Comparto narrativo curato e soddisfacente
Possibili sviluppi futuri per alcune scelte
Colonna sonora sempre ottima

x Scelte talvolta inconcludenti
x Speriamo che la seconda stagione non annulli le decisioni prese
x Tecnicamente scarno
x Pesanti cali di frame

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