Recensione Epic Mickey 2: L’avventura di Topolino e Oswald

Al momento del rilascio su Wii, l’originale Epic Mickey venne accolto dai fan con un livello di attesa e aspettative decisamente elevati, sia per l’innovazione nel voler presentare un’avventura dedicata all’iconico topo Disneyano in chiave meno gioiosa e più introspettiva, sia per la scelta di farlo tornando in parte alle origini del mito. Tuttavia l’esperienza a livello di gameplay non fu particolarmente brillante: il materiale c’era, e anche di qualità, ma l’utenza si aspettava quel “qualcosa” in più, quel passo vacillante che Junction Point non si era sentita di fare per dare un’identità ben definita al titolo. Se a questo aggiungiamo un sistema di controllo delle telecamere che riusciva a rendere frustranti alcune sezioni di gioco e alcuni bug minori, Epic Mickey non è riuscito completamente a rendere l’ottica con la quale Warren Spector aveva probabilmente intenzione di sdoganare Topolino alla nuova generazione di giocatori. Con Epic Mickey 2, tuttavia, le premesse sono state decisamente migliori: una maggior esperienza nel comparto tecnico, l’ammissione dei problemi riguardo alle telecamere, e un approccio più vicino alle tematiche Disney in grado di far brillare nuovamente Topolino e gli abitanti di Rifiutolandia, moderando quell’hype e quel senso di incertezza nella strada da percorrere per quanto riguarda la caratterizzazione che, in parte, hanno inficiato il primo titolo. Tuttavia, sebbene la base di partenza fosse invitante, il risultato finale ha un sapore ben diverso…

Il ritorno del Topo Epico

Come già accennato, la principale sensazione data dal secondo Epic Mickey è di aver preso coscienza che a Rifiutolandia e ai suoi abitanti serviva una caratterizzazione più decisa, e in questo il sequel del titolo di Warren Spector riesce alla perfezione, attingendo a piene mani da quell’universo Disney ironico e a volte malinconico, senza girarci attorno e beccando qua e la sporadicamente come nel predecessore. Mentre nel primo titolo l’atmosfera che permeava le vicende era quella di mettere il giocatore di fronte alla responsabilità delle azioni compiute da Topolino, facendo del proprio meglio per decostruirne il mito e mostrarne un lato quasi “colpevole”, stavolta Junction Point sceglie di mostrare al meglio la forte volontà dei protagonisti, favorendola al senso di vittimismo. Il risultato è decisamente migliore, e anche le atmosfere generali ne risentono: benchè più devastata, Rifiutolandia è ora un luogo più solare che oscuro (letteralmente, molte delle ambientazioni precedentemente notturne sono ora mostrate alla luce del sole), dove gli abitanti rialzano la testa e dimostrano uno spirito combattivo e d’iniziativa neanche eccessivamente cliché. Il risultato è una buona caratterizzazione dei vari secondari, decisamente migliore che nel precedente, supportata anche da un doppiaggio che fa faville soprattutto durante le canzoni dello Scienziato Pazzo (autonominatosi improbabile salvatore della regione in cerca di redenzione), al punto di essere talvolta una spinta a proseguire la storia in sé. Il doppiaggio è piacevole anche per quanto riguarda gli altri personaggi secondari sparsi per rifiutolandia, dai goblin dotati di accento francese alle comparse che gestiscono i negozi, per la prima volta identificabili con una personalità propria anzichè come “versioni incerte e alternative” di qualcun altro. Meno piacevole, dal punto di vista del comparto audio, è invece la serie di fastidiose esortazioni da parte di Oswald o Ortensia a raggiungere il punto di controllo successivo, specie quando il gioco stesso mette di fronte il giocatore alla possibilità (e in alcuni casi lo esorta) a divagare con la sua avventura per dedicarsi all’esplorazione o a missioni secondarie.

L’avventura di Topolino Nonostante Oswald

Le vere note dolenti, tuttavia, arrivano quando il gioco comincia a mostrarsi nelle sue meccaniche principali.Dopo un’introduzione piuttosto piacevole, dedicata alla familiarizzazione degli utenti con le basi del sistema di controllo (ancora una volta, il dualismo tra pittura e diluente offerto dal pennello magico di Yen Sid la farà da padrone), Epic Mickey 2 concede al giocatore l’utilizzo dei poteri di Oswald, sotto forma di un personaggio secondario controllato dall’IA e, in maniera limitata, dal giocatore secondo l’uso del pulsante -. L’aggiunta di Oswald, tuttavia, è palesemente creata con in mente l’uso multiplayer (tramite una modalità di gioco drop-in/drop-out a schermo diviso del secondo giocatore), cosa che mal si sposa con la natura profondamente single player del gioco. Certo, per molti enigmi è richiesto un uso combinato dei due giocatori, ma per la maggior parte del gioco, il fratello dimenticato di Topolino sembra più una palla al piede, un peso da portarsi dietro in attesa che arrivi il momento in cui fargli eseguire le azioni richieste e farlo tornare in panchina sino all’utilizzo successivo. E mai come in questo caso, l’espressione “palla al piede” è calzante: in single player, l’IA che controlla Oswald sembra mettercela tutta per essere quanto di più fastidioso possibile per il giocatore, restando bloccata su piattaforme mobili, rifiutandosi di rispondere ai comandi di richiamo, o talvolta posizionandosi deliberatamente tra il flusso di pittura (o diluente) e i nemici, salvando di fatto questi ultimi, e rimproverando persino il giocatore per le sue azioni. In multiplayer l’esperienza migliora leggermente, ma oltre ad attivare alcuni specifici meccanismi e rendere gli scontri leggermente meno impegnativi, Oswald non è nemmeno lontanamente utile quanto un Topolino armato di pennello, e risulta estremamente limitato nella capacità di interagire con il mondo. In parole povere, sia interpretare il Coniglio Fortunato che osservarlo agire di testa propria sotto gli ordini di un’IA che definire scadente suona come un complimento, risulta in un’esperienza castrante.

La Terra dei Rifiuti

Parlando di design dei livelli, anche in questo caso sembra rafforzata l’idea che Oswald sia poco più che un coltellino svizzero creato ad uso e consumo di Topolino, piuttosto che un personaggio a sé stante. Buona parte delle località non sono raggiungibili solo con Oswald, mentre, per contro, Topolino può tranquillamente girovagare per Rifiutolandia aprendo passaggi a suon di pennello, eccezion fatta per le grandi fenditure nel terreno (che richiedono l’elicottero del Coniglio Fortunato, o pochi passaggi per i quali il telecomando di Oswald è indispensabile una tantum). Una menzione di merito, tuttavia, va al design dei livelli in 2D, che comprendono ora, oltre ai rulli di pellicola presenti anche nel predecessore, anche aree vere e proprie di Rifiutolandia, e si confermano come sempre un ottimo mezzo di transizione, oltre che un piacevole richiamo all’era classica dei platform. Lo stesso, purtroppo, non è possibile dire dei livelli 3D, la cui validità è spesso altalenante, tra momenti di piacevole sorpresa (in una parte ottimamente realizzata dovremo far intrufolare Topolino senza che venga scoperto) e aree incomprensibilmente vaste e vuote (gli enormi sotterranei di Male Street il cui unico scopo è quello di andare da un punto A ad un punto B in linea retta). Vari sono i fattori che comportano una varianza così ampia, primo fra tutti la necessità di utilizzare una telecamera che, nonostante le promesse di Junction Point, risulta ancora essere legata in buona parte a inquadrature fisse, troppo bassa rispetto all’intero livello, e limitante al punto tale che buona parte degli errori del giocatore è imputabile all’impossibilità di valutare i dintorni con una visuale governabile a fatica.

Luce, motore…

A livello grafico, invece, il gioco mostra una certa qualità tecnica profusa, specie considerando come, nonostante la natura multipiattaforma, la base utilizzata sia quella dell’hardware Wii. Anche in modalità split-screen, il gioco non mostra grossi rallentamenti, né la qualità grafica viene ridotta. Tanto le cutscene realizzate con il motore di gioco (il Gamebryo, lo stesso utilizzato dal predecessore nel 2010) che le sequenze animate, rivelano una certa cura nei dettagli che permette al titolo di andare ben oltre le limitazioni tecniche, e mostrare una qualità visiva più che sufficiente. Certo, a livello di potenza grafica, non aspettatevi una serie di effetti particellari eccessivamente alto, ma tale “difetto”, se così vogliamo chiamarlo, è decisamente meno evidente che nel predecessore, complice un’assenza durante la maggior parte del gioco di quegli effetti dovuto alla contaminazione di Macchia Nera sul topo Disneyano presenti nel primo Epic Mickey. Stesso dicasi per l’ambientazione a metà strada tra il decadente e il pastello di Rifiutolandia, che, come nel predecessore (e forse addirittura in maniera maggiore, grazie alla scelta di passare da atmosfere notturne e crepuscolari, a luce diurna e solare), contribuisce a smorzare la necessità di un livello di potenza grafica eccessivamente alto, e al contempo riesce a fornire una qualità visiva degna delle iconiche atmosfere Disney.

Verdetto
5.5 / 10
Un'altra occasione sprecata per i "figli" di Walt Disney
Commento
Quello che emerge dal ritorno di Topolino a Rifiutolandia è una storia dalle basi solide (a tratti persino memorabili grazie ad un doppiaggio cantato di qualità), ma che spesso e volentieri si scontra con delle meccaniche di gioco realizzate troppo velocemente e con superficialità. Il risultato è un'esperienza di gioco incostante, che, sebbene sia stata in grado di trovare un'identità narrativa decisamente più definita e gloriosa rispetto al predecessore, perde colpi proprio nei punti cardine dell'innovazione di gameplay. Sin dai primi momenti è chiaro come il sole che le meccaniche di multiplay locale servono solo a migliorare l'esperienza di gioco single player, con un giocatore principale protagonista assoluto, mentre il secondario, relegato nei panni stretti di Oswald, può al massimo evitare di essere un fastidio per l'altro, al punto che talvolta si è tentati di collegare un secondo controller semplicemente per strappare di mano il personaggio ad un'IA semplicemente indecente. Sebbene per i fan Disney, o un'utenza più giovane, il titolo sia ancora salvabile grazie alla narrativa, il resto dei giocatori difficilmente troveranno in Epic Mickey 2 un'esperienza di gioco che meriti qualcosa di più di una semplice partita sporadica.
Pro e Contro
Doppiaggio eccellente
Grande mole di side-quest
Caratterizzazione e atmosfere più marcate rispetto al predecessore

x Telecamera per buona parte ancora soggetta a problemi
x Modalità multiplayer castrante
x IA scadente

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