Recensione Digimon Story: Cyber Sleuth – Hacker’s Memory

Negli scorsi anni abbiamo assistito a una vera e propria rinascita del brand Digimon, quelli che una volta erano considerati solo la “brutta copia” dei ben più famosi Pokémon.

I mostri digitali hanno sempre avuto una sorte diversa da quella dei rivali tascabili, venendo bistrattati dai più a causa della maggiore esposizione mediatica di Pikachu e compagni e l’estrema somiglianza tra i due brand. Dal 2012, però, un’operazione di rivalorizzazione è stata attuata da Bandai Namco Entertainment partendo da Digimon World RE: Digitize, mai arrivato in Europa, che apre un intero filone molto più maturo rispetto al passato, con tutti i titoli collegati l’un l’altro. Tra questi possiamo trovare Digimon World – next 0rder – e, sopratutto, i due Digimon Story intitolati Cyber Sleuth e Cyber Sleuth – Hacker’s Memory. Il primo, uscito circa due anni fa, ha fatto il suo arrivo dopo mille richieste da parte dei videogiocatori occidentali e ha aperto il nuovo “periodo d’oro” del brand mentre il secondo, sugli scaffali dei negozi italiani dallo scorso 19 gennaio, sembra essere la chiusura del cerchio iniziato nel 2012.

Versione testata: Playstation 4

Cyber Sleuth – Hacker’s Memory, due nomi ma una sola storia
 

Hacker’s Memory è un titolo a sè stante, ma è necessario aver giocato  a Cyber Sleuth
Uno dei punti più controversi di Digimon Story: Cyber Sleuth – Hacker’s Memory (da ora solo Hacker’s Memory o HM) riguarda la sua vera natura: è un sequel o no? La vera risposta sta nel titolo stesso, questo perchè Hacker’s Memory è un titolo a sé stante con una storia propria ma che si svolge contemporaneamente a Cyber Sleuth. Infatti ci troveremo nella stessa Tokyo futuristica che abbiamo visitato due anni fa; quella dove il Cyberspazio EDEN, una sorta di mondo digitale visitabile con il proprio avatar, è fondamentale nella vita dei cittadini e dove gli hacker – sia quelli buoni che quelli cattivi – comandano insieme ai propri Digimon. In questa timeline impersoneremo Keisuke Amazawa, un ragazzo che si unisce al team Hudie in seguito al furto della propria identità digitale da parte di un hacker “malvagio”. Nell’eclettico gruppo il nostro Keisuke si ritrova con Chitose – il classico ragazzo che ha sfortuna con le donne – e i fratelli Erika e Ryuji Mishima. È grazie a loro che il nostro protagonista scoprirà l’esistenza delle creature digitali e la possibilità di poterle addestrare per buoni o cattivi scopi. Keisuke si avventurerà, insieme ai propri compagni, alla ricerca dell’uomo che gli ha rubato l’avatar aiutato da K, un misterioso hacker che gli darà delle dritte sull’identità del ladro, venendo poi travolto dagli stessi complotti a cui abbiamo assistito in Cyber Sleuth, anche se visti da un diverso punto di vista. Infatti è possibile ritrovare, sin da subito, personalità che abbiamo potuto apprezzare nella precedente avventura come Yuugo, leader del gruppo di Hacker ZAXON, o Nokia e Arata, i compagni di Takumi/Ami Aiba che assumeranno un ruolo e un’importanza diversa rispetto al passato dando però, al contempo, un punto di vista completamente opposto ad alcune vicende e, a volte, ribaltando completamente i giudizi su determinati personaggi. Per poter capire al 100% Hacker’s Memory è importante aver giocato, e finito, il precedente; questo viene evidenziato da Bandai Namco Entertainment in diversi modi: ad esempio in Giappone il titolo era accompagnato dal port su Playstation 4 di Cyber Sleuth e i salvataggi di quest’ultimo davano grandi bonus, in termine di oggetti, ai giocatori in base a dove erano arrivati nell’avventura. La natura di questo progetto viene svelata anche da un piccolo easter egg: se dovessimo utilizzare il salvataggio di Cyber Sleuth per iniziare la nostra avventura in Hacker’s Memory vedremmo il counter delle ore continuare, invece che iniziare completamente da zero.

 

 

Stessa storia, stesso posto e stesso bar
Come rimarcato più volte nel paragrafo precedente Hacker’s Memory condivide praticamente tutto da Cyber Sleuth, compreso il sistema di combattimento.
Gli scontri ricordano molto final fantasy x
Come tutti i titoli facenti parte della serie “Digimon Story”  ci troviamo di fronte un vero e proprio jrpg con scontri a turni che ricordano, molto da vicino, quelli di Final Fantasy X. Come nel titolo Square, infatti, avremo a disposizione una barra – chiamata qui Timeline – dove controllare l’ordine di attacco dei mostri in campo, più è alto il valore della velocità prima arriverà il nostro turno e, se siamo particolarmente forti, avremo la possibilità di attaccare anche più volte prima del nostro avversario. Arrivato il momento potremo decidere se sferrare un attacco normale, utilizzare una delle mosse speciali che il nostro Digimon può imparare oppure se cambiarlo con uno degli otto sostituti che è possibile impostare prima dell’inizio della battaglia.

Il sistema di combattimento presenta alcuni punti di contatto con la serie Pokémon

Il sistema a triangolo colpisce ancora
Uno di questi è la presenza di debolezze e resistenze in base a due fattori: il tipo e l’elemento. Questi, infatti, determineranno la quantità di danni che il nostro mostro digitale può effettuare (o subire) in base a particolari schemi che ricordano molto un misto tra Shin Megami Tensei e, appunto, la serie di Game Freak. Tre dei quattro tipi, infatti, sono deboli tra loro secondo uno schema triangolare (lo stesso di Fire Emblem, per intenderci) con l’esistenza di una tipologia neutra (quella denominata Free). Oltre a questo dovremo stare attenti anche all’elemento del nemico che staremo affrontando; infatti un Digimon di tipologia ed elemento completamente sfavorevole al nostro avrà la possibilità di fare fino a 3 volte il danno originale mentre, studiandosi la composizione degli attacchi e le varie combinazioni, sarà possibile facilitarsi uno scontro scegliendo i mostri giusti.
Per ottenere i Digimon si dovrà riempire una particolare barra che comparirà all’inizio del combattimento che, in base al nostro livello e al grado d’evoluzione dell’avversario, si riempirà più o meno velocemente. Una volta arrivata al massimo potremo accedere al Digilab dove avremo la possibilità di scansionare i dati e ottenere, così, il nostro mostricciattolo che andrà accudito ed allenato così da farlo evolvere e diventare sempre più potente. Uno dei punti di forza di Hacker’s Memory è, infatti, la grande quantità di creature presenti e per ottenerle tutte dovremo passare molte ore ad allenarle, evolverle e anche farle regredire in maniera da renderle più forti e in grado di raggiungere il massimo potenziale.

 

 

Riciclo ambientale
Hacker’s Memory è la fiera del riciclo
Hacker’s Memory è in tutto e per tutto una seconda versione di Cyber Sleuth e gli sviluppatori non hanno fatto nulla per nasconderlo. Ci troviamo davanti, infatti, alle stesse identiche ambientazioni e agli stessi dungeon visti due anni fa, anche se il tutto assume senso visto che, alla fin fine, ci troviamo nella stessa timeline del suo predecessore. Questo, però, si riflette anche sulla resa tecnica; infatti proprio come nel precedente capitolo anche qui avremo a che fare con una qualità grafica non al top, nonostante il grande lavoro effettuato, e la presenza di alcune texture non propriamente perfette.

 

Se dal punto di vista grafico abbiamo qualche riserva, lo stesso non possiamo dire sia del character design, sempre a opera di Suzuhito Yasuda, che anche se penalizzato dai modelli poligonali non propriamente perfetti risulta ottimo e in linea con l’atmosfera voluta. Altro punto di forza della produzione è sicuramente il comparto audio supportato sia dalla colonna sonora realizzata dall’immenso Masafumi Takada che propone brani ispirati alle creazioni – come gli ultimi capitoli della serie Danganronpa – che dal doppiaggio giapponese. Brutte notizie attendolo gli amanti della lingua italiana, infatti nonostante il grande lavoro fatto con Next 0rder Bandai Namco Entertainment ha deciso di non localizzare nella nostra lingua Hacker’s Memory, questo sicuramente è dovuto all’immenso quantitativo di linee di dialogo presenti ma, di certo, non possiamo nascondere un lieve disappunto.

Verdetto
8 / 10
Digironpa strikes again
Commento
Digimon Story: Cyber Sleuth - Hacker's Memory non è altro che la chiusura di un cerchio iniziato nel "lontano" 2012. Come è preventivabile dal titolo del gioco, questo è strettamente legato a quel Cyber Sleuth che tanto abbiamo apprezzato due anni fa. Da quest'ultimo ha, infatti, ereditato una struttura ormai consolidata (che deriva addirittura dai Digimon Story visti su Nintendo DS) che lascia pochi spazi all'innovazione e alla novità. Il sistema di combattimento e di sviluppo dei mostri digitali risulta facilitata, infatti, per coloro che hanno passato decine - se non centinaia - di ore passate a migliorare il proprio team nel precedente capitolo ma, allo stesso tempo, di facile comprensione per coloro che si avventurano per le strade della Tokyo digitale. Per i novizi è sconsigliato iniziare da Hacker's Memory visto che è strettamente collegato a Cyber Sleuth, tanto da essere considerati un unico grande gioco - in Giappone venivano anche venduti in bundle - ma ci sentiamo di consigliare entrambi a chiunque apprezzi i giochi di ruolo giapponesi e i Digimon.
Pro e Contro
Sistema di combattimento classico ma funziona
Musiche d'altissimo livello
Storia interessante e collegata a Cyber Sleuth...

x ...forse anche troppo
x Solo in inglese
x Graficamente migliorabile

#LiveTheRebellion