Recensione Demon Gaze II

Nel corso degli anni, Experience si è fatta un certo nome tra gli appassionati di JRPG grazie ai suoi dungeon crawler che si distinguono per un gameplay profondo, character desing particolare e meccaniche “vecchia scuola” che non stancano mai. La software house è riuscita a distinguersi anche in occidente principalmente grazie a titoli come Operation Abyss e Demon Gaze e noi di I Love Videogames abbiamo passato le scorse settimane con Demon Gaze II, sequel del primo capitolo che sbarca per la prima volta anche su PS4.


Per approfondire:
Demon Gaze
Versione testata: PS4

L’occhio del demone

Demon Gaze II è ambientato svariati anni dopo gli avvenimenti del primo capitolo ma nonostante questo i collegamenti tra i due giochi sono praticamente inesistenti, salvo qualche cameo, e possono considerarsi due esperienze separate. Le vicende di svolgono ad Asteria, una città governata da tale Magnastar, una sorta di dittatore che in segreto cattura cittadini per sacrificarli all’interno di una fornace con un scopo ben preciso che scopriremo solo avanzando con la trama. Ad opporsi a Magnastar vi è un gruppo di ribelli capitanato da due sorelle, Muse e Prim, che tramite le loro azioni e un programma radio clandestino cercheranno di liberare la città. Qui entra in gioco il nostro protagonista, che si sveglierà senza alcun ricordo all’interno di un luogo dove si trova la fornace e che riuscirà a fuggire proprio grazie al gruppo rivoluzionario ma non solo: egli infatti è un Demon Gazer, ovvero un individuo capace di catturare demoni tramite il proprio occhio e renderli suoi alleati. Fatte queste premesse la trama del gioco non è nulla di eccezionale, anzi risulta noiosa e propone situazioni piuttosto banali che a poco servono gli eventi secondari dedicati ai vari personaggi ma ha il pregio di fare da “stacco” a sessioni di gioco nei dungeon che possono durare abbastanza a lungo.

Il compito di un Demon Gazer

Passando al lato giocato, appena iniziato il gioco dovremo decidere l’aspetto e il nome del protagonista. Fatto questo ci sarà la scelta più importante che va a influenzare le statistiche e le abilità del personaggio, ovvero il suo allineamento che può essere Good, Neutral o Evil. Good è votato ad abilità difensive e curative, Evil abilità offensive a discapito di quelle difensive, mentre Neutral, come suggerisce il nome, è votato ad una progressione del personaggio più bilanciata. Questa scelta si rivela molto importante perché non influenza solo il protagonista, ma anche i personaggi che si aggiungeranno al nostro gruppo durante la storia. Raggiunto un determinato livello infatti, tutti i personaggi potranno imparare delle skill specifiche in base all’allineamento scelto inizialmente ma non mancheranno anche abilità normali che si apprenderanno durante la progressione degli alleati. Una delle novità rispetto al passato riguarda i demoni che otterremo durante la storia che diverranno i nostri membri del party a tutti gli effetti e di conseguenza possono essere usati tramite comandi diretti impartiti dal giocatore e non dall’IA come accadeva nel capitolo precedente. La battaglie si svolgono alla maniera classica di un dungeon rpg: rigorosamente a turni con le azioni da scegliere per ciascun personaggio all’inizio di ogni nostro turno, azioni che variano da un classico attacco base alle varie abilità a disposizione di chi si trova in battaglia. Inizialmente le scelte saranno limitate per via della ristrettezza dei personaggi a disposizione, ma ottenuti più demoni saremo in grado di formare party più vari e adatti ad ogni situazione. Sfortunatamente ogni nuovo demone parte sempre da livello 1, cosa che costringe il giocatore a dover correre ai ripari affrontando svariate battaglie per farlo salire di livello ma col rischio di incappare nel game over in quanto nelle fasi avanzate usare personaggi di basso livello non è affatto consigliato. Forse è proprio per questo che gli sviluppatori hanno pensato di proporre un rapporto di incontri casuali piuttosto basso e soprattutto l’esperienza ottenuta a fine battaglia che è sempre alquanto generosa.

 
Appuntamenti demoniaci

Demon Gaze II propone due feature all’apparenza messe solo per offrire un po’ di varietà ma che in realtà si dimostrano molto importanti per il gameplay: parliamo del sistema di manutenzione e quello degli appuntamenti.
La manutenzione avviene tramite un minigioco basato sul touchpad (nel caso di PS4) o touchscreen (su PS Vita). Di per sé il minigioco è piuttosto semplice, si tratta semplicemente di andare a toccare determinati punti del corpo del personaggio scelto e ottenere una buona valutazione. Questa farà crescere l’affetto di un demone verso il protagonista e raggiunto un determinato livello potremo iniziare a frequentarlo tramite gli appuntamenti che possono essere sia con personaggi maschili che femminili. Gli appuntamenti in realtà non sono nulla di eclatante e consistono in eventi secondari dove conosceremo meglio i nostri alleati ma permetteranno lo sblocco di nuove abilità particolarmente potenti, ragion per cui di tanto in tanto sarà bene passare del tempo con i nostri demoni. Bisogna dire che nel caso dei personaggi femminili sia il minigioco che gli appuntamenti possono sfociare in puro fanservice, ma si tratta di qualcosa di estremamente leggero e soprattutto non fastidioso per chi non apprezza il genere.

Demoni poco ispirati

A livello tecnico non c’è molto da dire riguardo Demon Gaze 2 se non tanti difetti e pochi pregi. Il character design è carino ma niente di più, inoltre questo riguarda solo il cast principale e non i demoni che in alcuni casi stonano con lo stile dei personaggi. Poco da dire anche sulle ambientazioni in quanto si tratta di labirinti praticamente tutti uguali tra di loro con l’unica variazione della tipologia di luogo in cui ci si trova. Altra nota negativa è la colonna sonora,  poco ispirata e che finisce presto nel dimenticatoio. Di positivo c’è la presenza del doppiaggio giapponese e una buona traduzione in lingua inglese. In sostanza il gioco punta più sulla parte giocata che quella tecnica. 

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Verdetto
7.5 / 10
How i met your demon
Commento
Demon Gaze II conferma quanto visto nel suo predecessore...senza migliorie rispetto all'originale. Le uniche novità son quelle legate alle attività secondarie come il minigioco legato agli appuntamenti con le ragazze. Come abbiamo già avuto modo di apprezzare nel primo capitolo, il gioco da il meglio di sé nella sua parte "giocata", proponendo meccaniche da dungeon crawling accessibili a chiunque che non hanno niente da invidiare a titoli più famosi, unico motivo per continuare a scoprire una trama troppo scialba e poco interessante. Detto ciò, Demon Gaze II è un gioco indicato principalmente a quei giocatori che hanno apprezzato il suo predecessore, tutti gli altri potrebbero non esserne soddisfatti.
Pro e Contro
Gameplay profondo e divertente
Accessibile ai neofiti del genere
Buona longevità

x Trama piatta e banale
x Estremamente ripetitivo

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