Recensione Dead Rising: Triple Pack

Con un comunicato stampa, lo scorso 12 settembre, Capcom ha annunciato che Dead Rising, Dead Rising 2 e Dead Rising 2: Off the Record sarebbero stati disponibili a partire dal giorno successivo per Xbox One e PlayStation 4 in una collection intitolata Dead Rising: Triple Pack, rilasciata per festeggiare il decimo anniversario dal debutto del primo capitolo della serie, avvenuto nel 2006. I tre titoli si aggiungono così a Dead Rising 3 e all’imminente Dead Rising 4, che sarà disponibile per PC e Xbox One a partire dal prossimo 6 dicembre. Quali miglioramenti presenta questa nuova collection?

Versione Testata: Xbox One

 

La Serie Dead Rising
I tre titoli messi a disposizione dei giocatori per PS4 e Xbox One fanno parte di un genere definito “survival horror action beat ‘em up”. Come già riportato in precedenza, il primo capitolo della saga fu rilasciato nel 2006 e fu un’esclusiva Xbox 360, anche se, nel 2008, la casa giapponese annunciò e pubblicò un remake per Nintendo Wii intitolato Dead Rising: Chop Till You Drop. Grazie all’enorme successo, a quattro anni di distanza dall’uscita del gioco per console Microsoft, Capcom pubblicò Dead Rising 2, completamente diverso nei personaggi e nelle ambientazioni, ma simile nel gameplay, malgrado alcune aggiunte che ne hanno migliorato di gran lunga la giocabilità. Nel 2011 esce infine Dead Rising 2: Off the Record, un titolo che non rappresenta un sequel, bensì una riproposizione in chiave differente del gioco uscito un anno prima; ma di questo ne parleremo tra poco. Infine, ricordiamo che la saga ha ricevuto un così grande successo, che sono stati prodotti ben due film, vale a dire Dead Rising: Watchover e Dead Rising: Endgame, nonché altri due capitoli videoludici.

Benvenuti a Zombieville
Il primo capitolo del gioco è liberamente ispirato al film Zombi (Dawn of the Dead) del 1978, diretto da George Romero, e vede come protagonista Frank West, un fotoreporter freelance, che il 25 settembre 2006 arriva in una cittadina del Colorado chiamata Willamete. Atterrato su di un centro commerciale, Frank cerca di scoprire di più su ciò che sta accadendo al paese, la cui popolazione sta per essere completamente trasformata in zombie, che lo attaccheranno a più riprese. Tra superstiti da salvare, misteri che vengono svelati man mano che la trama va avanti, e qualche umano psicopatico da temere molto più dei zombie, Mark dovrà riuscire a resistere per 72 ore tra i pericoli che si troverà ad affrontare in modo da raggiungere l’eliporto in tempo per riuscire a salvarsi.

 

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Viva Las Vegas – Una sfida ancora più difficile
 

Come già scritto in precedenza, nel secondo capitolo della serie, cambiano personaggi e ambientazioni, ma non il gameplay. Anche Chuck Greene, personaggio principale del titolo, dovrà riuscire a resistere all’epidemia zombie per 72 ore in un nuovo centro commerciale nella città di Fortune City. Non mancheranno anche in questo caso gli psicopatici, che i giocatori potranno affrontare in scontri mai banali e anzi talvolta davvero duri. Il gioco diventa anche più profondo; infatti Greene non è un avido fotoreporter che vuole portare a casa lo scoop: è un acrobata, ma prima ancora un padre. Il suo background è molto più profondo rispetto a quello del protagonista del primo titolo. A Las Vegas perde sua moglie, uccisa dagli zombie, sua figlia Katey viene morsa ma tenuta in vita da un medicinale chiamato ZOMBREX, che, se somministrato ogni 24 ore, permette di ritardare gli effetti mortali dovuti al contagio. La difficoltà del gioco quindi aumenta, perché oltre alle azioni da svolgere per la trama principale e oltre alle tante missioni di salvataggio e di combattimento secondarie, Chuck dovrà trovare lo ZOMBREX e somministrarlo tra le 7 e le 8 del mattino a sua figlia. Come se non bastasse, è lo stesso protagonista a essere accusato per questa nuova epidemia. Sarà stato davvero lui?La risposta la troverete ovviamente giocando questo secondo episodio.

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Cosa sarebbe successo se…?
 

 

… Mark West, protagonista del primo titolo, fosse stato presente anche del secondo capitolo? Dead Rising 2: Off the Record mette in luce proprio questo. Chuck Greene è del tutto assente in questa versione, e i giocatori torneranno a muovere il protagonista del primo Dead Rising, cercando di evadere ancora una volta da un posto originariamente magnifico, diventato però una terribile prigione dalla quale vuole fuggire entro le solite 72 ore. Il gioco mette in luce proprio la differenza tra i due diversi protagonisti: Chuck Greene si ritrova immischiato in questa orribile situazione soltanto perché ha bisogno di soldi per aiutare sua figlia, mentre West è solo desideroso di gloria, malgrado ne abbia già ottenuta tanta dopo la fuga da Willamette, grazie al quale è diventato un idolo per le folle di sopravvissuti.

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Ammazza lo zombie col crick
Ciò che colpisce subito dei titoli che fanno parte di Dead Rising Triple Pack (e in particolare del primo capitolo) è l’utilizzo dei tasti del joypad,ognuno ha un’importanza fondamentale e serve a compiere azioni diverse. Il giocatore però ha tempo per abituarsi al loro utilizzo, in quanto durante la prima ora di gioco (di ogni titolo), dovrà per lo più “rilassarsi” e osservare le scene che servono a capire cosa sta accadendo nelle due città in cui sono ambientati i capitoli. Come già scritto in precedenza, si tratta di un survival, e per questo motivo, i protagonisti verranno attaccati da un numero incredibilmente alto di zombie (nel primo capitolo si potrà essere attaccati da un massimo di 500 zombie per volta, mentre creascerà a dismisura dal titolo successivo). Ragion per cui non sempre il bastone, la mazza da golf e il palo di legno potranno aiutarci. Talvolta ci sarà bisogno di tranciatrici, carrelli per la spesa, palle da calcio o da bowling, o perché no, una 4×4, con le quali potremo abbattere contemporaneamente più  orde di zombie.

 

Restano gli evidenti problemi che hanno caratterizzato il gioco
Se da una parte ci sono miglioramenti dal punto di vista grafico con una risoluzione di 1080p e una miglior qualità delle texture, la parte tecnica del primo capitolo mostra invece quegli evidenti problemi che hanno caratterizzato il gioco quando fu rilasciato per Xbox 360 nel 2006. Non sono stati pochi infatti, i casi in cui il nostro personaggio è riuscito a sconfiggere i boss grazie a clamorosi glitch: spesso, i nemici compivano movimenti senza un senso logico ed è stato perciò troppo facile ucciderli in quanto è bastato puntare la pistola verso un punto specifico e sparare quando questi passavano da quelle parti. A questo, si aggiungono movimenti non proprio naturali da parte di tutti i personaggi del gioco, a partire dal protagonista, fino agli zombie e ai nemici stessi.

 

dead_rising_2_terror_is_reality_deadrising-2_com_2Nel secondo gioco, dal lato tecnico, si assiste invece a un miglioramento sotto molti punti di vista: i movimenti del protagonista, ma soprattutto dei nemici, sono stati rivisti e sono stati eliminati quei problemi descritti in precedenza; le nuove armi sono più efficaci e divertenti da utilizzare grazie a un impatto visivo di gran lunga superiore rispetto a quelle del primo episodio, nonché alla possibilità di fonderle tra di loro per creare armi di distruzione di massa. Insomma, un titolo di gran lunga superiore al primo sotto quasi tutti gli aspetti. Da segnalare inoltre due nuove modalità: quella CO-OP che permette di distruggere migliaia di zombie con un amico o con un altro giocatore online, e Terror is Reality, nome del Reality Show a cui partecipa Chuck Greene all’interno della modalità principale del gioco, nonché divertente attrazione in cui dovremo uccidere il maggior numero di zombie possibile in un lasso di tempo determinato in sella a una motocross armata di motoseghe. Il problema piuttosto è legato all’assenza di videogiocatori in questa modalità, utile inoltre a guadagnare denaro da poter spendere all’interno della modalità principale. In più di qualche occasione, la ricerca di trovare altri giocatori per una sfida è stata vana, ma su questo non possiamo di certo biasimare Capcom. Al di là di questi piccoli aspetti negativi, la mano di un certo Keiji Inafune si fa notare.

Let’s go to the Mall!
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Ciò che intreccia i tre titoli sono le interessanti decisioni che il giocatore deve prendere. Oltre alle missioni principali, sono presenti tante sfide secondarie, che consistono nel salvare gli altri superstiti; battere pazzi scatenati con armi da fuoco, motoseghe e chi più ne ha più ne metta; nonché la possibilità di ottenere PP scattando fotografie ai zombie (ciò non accade soltanto nel titolo il cui protagonista è Chuck Greene). Come se non bastasse, le sfide, nemmeno troppo facili da portare a termine, sono influenzate dal tempo (le 72 ore continuano a trascorrere qualsiasi cosa succeda), e dalla mancanza del salvataggio automatico, nonché dalla scarsezza dei luoghi in cui la partita può essere salvata, punto non da sottovalutare nel primo capitolo. La colonna sonora sorprende in positivo: talvolta stona con ciò che i protagonisti sono intenti a fare; non saranno rari infatti i casi in cui Chuck e Frank dovranno affrontare centinaia di zombie con una musichetta leggera da centro commerciale di sottofondo, ma malgrado questa opposizione, l’impatto risulta macabramente azzeccato. Per quanto riguarda la parte finale di ogni singolo gioco, non si può non rimarcare l’importanza delle missioni secondarie di cui sopra, in base alle quali potremo avere differenti conclusioni, che spaziano dall’happy ending alla peggior fine possibile. I titoli presenti nel Triple Pack presentano infatti rispettivamente 6 diversi finali: la scena conclusiva terrà presente delle abilità del giocatore, e in particolare della battaglia con il boss finale; dall’esito dei salvataggi degli altri superstiti sperduti e attaccati nel centro commerciale; dei casi secondari; dell’arrivo in orario all’eliporto per fuggire dalla città; e di altri motivi che non citeremo per non spoilerare gli eventi che accadono.

Dead Rising: Triple Pack è per tutte queste motivazioni una collection da non sottovalutare (soprattutto per gli amanti della saga), che unisce pàthos ed emozioni continue con brevissime interruzioni, in cui i giocatori potranno pur sempre andare a sconfiggere qualche zombie per migliorare le abilità dei protagonisti, che riescono a divertire malgrado le 72 ore di paura che vive nella mente di tutti i superstiti dei centri commerciali di Willamette e Fortune City.

 

Verdetto
8 / 10
I zombie sono la minaccia più terribile per l’umanità, dopo l’umanità stessa.
Commento
I tre titoli hanno avuto grande successo sulle console di vecchia generazione, e vengono riproposti con una maggiore qualità grafica, ma identica dal punto di vista del gameplay. Il costo attuale del Triple Pack è di 49.99 €, un buon prezzo, soprattutto per gli amanti del genere, in quanto, con la possibilità di un finale multiplo, aumentano di gran lunga le ore giocabili. In ogni modo, i tre titoli possono essere acquistati anche singolarmente con un valore di 19.99 € ciascuno, prezzo identico alle versioni per la generazione precedente di console. A mancare sono sicuramente i due famosi DLC per il secondo capitolo intitolati “Case West” e “Case Zero”, che potevano essere aggiunti alla Collection.
Pro e Contro
Pàthos che non scema mai
Utilizzo delle armi
Miglioramenti grafici…

x … ma problemi non risolti nel primo capitolo
x Modalità online poco strutturate
x Assenza dei DLC.

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