Recensione Dead or Alive: Dimensions

In questi mesi una delle lamentele più in voga tra i detrattori di Nintendo 3DS è stata quella della carenza di giochi – al lancio – per cui valesse davvero la pena acquistare il nuovo portatile della grande N. Se in parte si poteva essere d’accordo con questa posizione nelle settimane immediatamente successive al lancio, le cose iniziano finalmente a cambiare. Senza scomodare il blockbuster The Legend Of Zelda: Ocarina Of Time 3D, il merito è anche di Dead or Alive: Dimensions.

Sotto la punta dell’iceberg…

A distanza di 5 anni dall’ormai penultimo capitolo, DoA 4 su Xbox 360, Team Ninja coglie l’occasione del 15esimo anniversario della serie – nonché del suo debutto su una piattaforma Nintendo – per fare il punto della situazione con questo Dimensions.
L’episodio 3DS è infatti una compilation che raccoglie personaggi e stage dai 4 capitoli di DoA. Il risultato è un gioco pieno di contenuti, a partire dai personaggi, ben 26 (25 più 1 segreto, il numero più alto mai visto in un Dead or Alive), ma anche sotto il punto di vista delle modalità di gioco. Tra queste a farla da padrona è sicuramente la nuovissima modalità Chronicle, un lungo story mode che riassume la storia di tutti e 4 i DoA. Se dal punto di vista dello storytelling c’è qualche magagna (la storia viene esageratamente riassunta, fino a diventare incomprensibile per chi già non la conosce), il grande merito della modalità Chronicle è di fornire un’ottima introduzione alle meccaniche di gioco. Infatti al posto di lunghi e noiosi tutorial, man mano che procederemo nella storia ci verranno spiegati nuovi elementi del gameplay e nuove tattiche, fino ad avere completa padronanza del sistema di gioco.
Da sempre la serie di DoA viene tacciata di essere poco profonda e di essere un button masher, ma si tratta di un’analisi superficiale. Il game system di DoA si presenta in maniera apparentemente semplice: vengono usati solo 4 tasti, uno per i pugni, uno per i calci, uno per la parata ed uno per le proiezioni, ed è estremamente facile, anche premendo casualmente, concatenare gli attacchi in lunghe combo. Tuttavia la particolarità di DoA sta nella grande efficacia che hanno i contrattacchi. Un contrattacco ben piazzato può fare molti più danni di una lunga combo, e da questo nasce il lato più tecnico del gioco. I contrattacchi si basano su un sistema triangolare, stile sasso-carta-forbici: le prese (realizzate premendo insieme indietro e parata, col giusto tempismo) battono i colpi, le proiezioni battono le prese ed i colpi battono le proiezioni. Diventa quindi essenziale apprendere non solo l’arsenale ed il tempismo del proprio personaggio, ma anche quelli di tutti gli altri personaggi, ed imparare ad anticipare gli attacchi per realizzare il contrattacco giusto. A completare il tutto ci sono una serie di pericoli ambientali che possono essere sfruttati a nostro vantaggio: le arene sono immense e spesso sono multi-livello. Lanciare l’avversario giù da un dirupo o contro un muro o in mezzo alle fiamme, causa un discreto quantitativo di danni.

Una sfida infinita!

Una volta completata la modalità Chronicle, un compito che porta via dalle 4 alle 6 ore, possiamo dedicarci alle altre modalità del gioco: abbiamo una modalità Arcade, con 6 diversi percorsi per ogni personaggio; una modalità Sopravvivenza, in cui misurare la nostra resistenza contro una serie infinita di avversari; una modalità Tag Team, in cui ci verrà assegnato un alleato controllato dalla CPU ed affronteremo degli avversari con il livello di difficoltà più alto dell’intero gioco; le classiche modalità Sfida Libera, Allenamento, una vetrina in cui mettere in posa i lottatori (e soprattutto le avvenenti lottatrici) e scattar loro delle foto ed infine le modalità Multiplayer.
E’ presente sia una modalità multiplayer locale via StreetPass, che una modalità online. Sfortunatamente, in queste 2 modalità il titolo si dimostra inferiore all’ottimo Super Street Fighter IV: 3D Edition, uscito qualche mese fa. Infatti, a differenza del titolo Capcom, non è presente nessuna opzione download play per il multiplayer locale: entrambi i giocatori devono necessariamente possedere una copia del gioco. Inoltre nella componente online non è raro imbattersi in vistosi problemi di lag, da cui SSFIV3D è invece completamente esente.
Migliore è invece la componente multiplayer “passiva”. In SSFIV3D se col 3DS in standby incontravamo per strada un altro possessore del gioco, i nostri trofei si scontravano automaticamente con i suoi e alla riapertura della console avremmo visto i risultati. In DoA: Dimensions invece, dopo l’incontro con un altro possessore del gioco, viene ricevuta una sfida in cui dovremo affrontare il personaggio preferito dell’altro giocatore, a livello CPU pari al ranking online altrui.
Per completare la panoramica sui contenuti offerti da Dimensions c’è da parlare dei DLC offerti gratuitamente da Tecmo Koei. Ogni giorno, infatti, viene reso disponibile gratuitamente un nuovo costume alternativo per un personaggio ed una volta a settimana viene resa disponibile una sfida contro una CPU basata sullo stile di gioco di uno degli sviluppatori del gioco. Neanche a dirlo, la difficoltà di questi scontri è letteralmente brutale.

Ninja, wrestler e belle ragazze in 3D!

Da un punto di vista tecnico il titolo Team Ninja si presenta ottimamente ed è, almeno per il momento, il gioco più impressionante graficamente su 3DS. I personaggi sono realizzati con abbondanza di poligoni e animati con cura maniacale (soprattutto i personaggi femminili, la risposta delle cui grazie alla gravità è nota caratteristica della serie). Le arene sono enormi e, al contrario di quelle statiche di SSFIV3DE, completamente animate in 3D. L’effetto 3D stesso è finora tra i migliori osservati sulla console, non disturba o distrae durante i combattimenti ed aggiunge effetto scenico quando un personaggio viene lanciato da un livello all’altro di un arena, o quando la telecamera ruota attorno ai personaggi prima e dopo gli incontri, nonché nelle scene filmate.
Il prezzo da pagare per questo spettacolo è un frame-rate di 30 fps, con qualche rarissimo rallentamento. Ovviamente è sempre possibile sacrificare l’effetto 3D per ottenere un incremento di prestazioni: in questo caso il gioco è fluidissimo ed inchiodato sui 60 fps.
Dal punto di vista del sonoro, le musiche fanno il loro lavoro senza farsi notare troppo, mentre da segnalare è il doppio doppiaggio. Sono presenti infatti sia la traccia inglese che quella giapponese (con sottotitoli in italiano), entrambe di ottima fattura.

Verdetto
8.5 / 10
Tette e mazzate in tre dimensioni
Commento
Con questo titolo, a soli pochi mesi di distanza dal “concorrente Capcom”, 3DS si conferma come un ottima console per gli appassionati di picchiaduro; ma come comportarsi nella scelta tra i 2 titoli? Difficile fare un confronto tra 2 giochi così diversi. I gameplay di entrambi, per quanto lontani tra di loro, sono ottimi, anche se c'è da dire che DoA, per la natura più semplice dei suoi controlli (solo 4 tasti) si adatta meglio alle caratteristiche di un portatile. Anche sotto i punti di vista della grafica e della longevità offline DoA è chiaramente in vantaggio, mentre perde nel comparto multiplayer. Se quest'ultimo non rientra nei vostri interessi, Dead or Alive è un acquisto imprescindibile altrimenti il consiglio è di orientarsi sul picchiaduro Capcom.
Pro e Contro
Grafica ottima
DLC gratuiti giornalieri!
Molto longevo in single player
Gameplay immediato ma profondo
Doppiaggio bilingua

x Multiplayer afflitto da lag
x Qualche rallentamento con il 3D attivato
x Storia riassunta in modo poco chiaro

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