La serie Danganronpa è riuscita ad ottenere, nel corso degli anni, numerosi ammiratori. Forse attirati dalla stramberia del brand e dai personaggi, da molti reputati come banali e privi di carisma, i fan hanno alimentato una fiamma che hanno costretto i produttori a osare e proporre nuove alternative in grado di espandere un universo molto complicato. Dopo la riproposizione dei primi due capitoli (usciti 7 anni fa solo in Giappone su PSP e portati in Occidente nel 2014 su PlayStation Vita) su PlayStation 4 lo scorso Marzo non poteva che arrivare sulla console ammiraglia di Sony anche Another Episode: Ultra Despair Girls, tie-in dedicato alla sorella di Makoto Naegi. In attesa di Danganronpa V3: Killing Armony, in arrivo a Settembre, abbiamo ripreso il pad in mano e analizzato uno dei titoli più controversi dell’intera saga. Another Episode convincerà anche su Playstation 4? Scopritelo nella nostra recensione!

Welcome (Again) to Towa City!
Komaru Naegi è una tranquilla liceale prigioniera nel proprio appartamento
È una tranquilla mattinata a Towa City e Komaru Naegi, la sorella del protagonista del primo capitolo, svolge le classiche azioni di una liceale: si sveglia, fa colazione e si prepara a una lunga giornata. Komaru, però, non è una ragazza qualsiasi visto che è prigioniera nel proprio appartamento senza sapere cosa sta succedendo all’esterno. La giovane, quindi, non è a conoscenza della Tragedia (la “most awful, most tragic event in human history”  narrata nei due giochi principali) o della sorte del proprio fratello e dei suoi compagni. Quando avviene la svolta: un orso meccanico (raffigurante Monokuma, simbolo della disperazione e dell’intera saga) distrugge le porta del suo appartamento e prova ad ucciderla. Komaru ne approfitta e scappa verso l’ascensore dove incontreremo una vecchia conoscenza che ci darà una mano a proteggerci dagli esseri meccanici. Le prime sezioni fungeranno da tutorial e vedranno la giovane ragazza scoprire l’orrore del mondo esterno e l’incontro con i Monokuma da sconfiggere con l’Hacking Gun, l’arma consegnataci poco prima.

Di seguito potreste trovare spoiler di Danganronpa: Trigger Happy Havoc, se non l’avete finito vi consigliamo di saltare parte del prossimo paragrafo .

Non passerà molto tempo prima di scoprire gli antagonisti principali di Ultra Despair Girls: i Warriors of Hope. Questo gruppo è composto essenzialmente da bambini cresciuti in una divisione della Hope’s Peak Academy e, quindi, anche loro in possesso di capacità superiori alla norma. Il loro piano è quello di uccidere tutti gli adulti – chiamati da loro “demoni” – in un sadico gioco che si svolge in tutta Towa City. Komaru viene costretta, nonostante la sua opposizione, a giocare e inizierà una lotta alla sopravvivenza insieme a una compagna d’eccezione: Toko Fukawa, direttamente dalla 78esima classe della Hope’s Peak Academy.

 

 

Tra granite e granate
Ultra Despair Girls abbandona il genere dei capitoli precedenti e si ripresenta come TPS
Del gioco abbiamo parlato in abbondanza nella recensione dedicata alla versione PS Vita. Qui tratteremo, invece, le differenze che è possibile riscontrare dualshock 4 alla mano. Ultra Despair Girls abbandona il percorso degli scorsi capitoli e si ripresenta nelle vesti di third person shooter, pur mantenendo gran parte della struttura unica delle visual novel. Komaru, grazie al fido Hacking Gun, dovrà sparare ai vari tipi di Monokuma utilizzando i Truth Bullet – proiettili in grado di ferire le macchine – in tutte le varietà disponibili. Se con PS Vita esistevano problematiche dovute alla legnosità dei comandi, ovviabili con le abilità ottenibili in tutta Towa City, la situazione migliora leggermente su Playstation 4 ma non è stata del tutto sistemata. Persistono, infatti, problemi sia con la telecamera – anche se in misura minore – che con il mirino, vero problema di entrambe le versioni di Another Episode. Durante le sessioni più impegnative, come quelle contro i boss, ci ritroveremo circondati da nemici; in queste situazioni ci si ritroverà spesso a impazzire tra la mira non ottimale e il dover utilizzare la croce direzionale per cambiare i Truth Bullet, da sparare poi con il dorsale destro. I problemi sopra descritti continuano, anche se in misura minore, anche durante le sezioni in cui potremo – o dovremo – utilizzare Toko. Utilizzando il tasto triangolo con l’indicatore a forma di batteria pieno sarà possibile, infatti, prendere il controllo dell’aiutante di Komaru – o meglio di Genocide Jill, il suo alter ego – e distruggere i Monokuma in pieno stile beat’em’up. Purtroppo queste sezioni non dureranno in eterno ma, al termine del già citato indicatore, torneremo al comando della liceale.

Durante il gioco potremo potenziare le abilità delle due ragazze grazie ai chioschi che si troveranno per tutta Towa City, utilizzando le monete che si troveranno una volta distrutti i vari nemici. Questo, unito a una non grande difficoltà, rende gli scontri quasi superflui e ci ritroveremo ad andare avanti solamente per scoprire di più sull’ottima trama che ripaga delle circa 25 ore necessarie per arrivare al finale.

Sgranature e sgranatine
La remaster non è delle migliori
Negli scorsi anni abbiamo visto molti titoli usciti originariamente su Playstation Vita arrivare anche sulla sorella maggiore – tra cui i due Danganronpa precedenti o la serie Zero Escape – ma non abbiamo mai visto un lavoro così superficiale. Quello che ci troviamo davanti è, infatti, un mero upscaling di tutto ciò uscito circa due anni fa in portatilità senza alcuna traccia di pulizia o rielaborazioni sui modelli 2D – ottimi, invece, quelli in tre dimensioni -, scritte o texture che appaiono molto sgranate o addirittura illegibili sulla televisione. Andando in giro per Towa City è possibile notare anche vari glitch grafici e lunghi tempi di caricamento, frutto probabilmente di un lavoro frettoloso e non degno di una delle saghe più conosciute nell’ambito delle visual novel.

Come per i precedenti capitoli Another Episode è localizzato solamente in lingua inglese, sia per quanto riguarda i testi che le voci, con la possibilità di impostare il doppiaggio in giapponese solamente iniziando una nuova partita. Da segnalare la mancanza di sottotitoli nei filmati, tranne che selezionando il doppiaggio originale, richiedendo quindi una maggiore attenzione rispetto al passato da parte dei meno avvezzi alla lingua inglese.

Verdetto
7 / 10
La disperazione sta nel vedere il lavoro di questa remaster
Commento
Le ragazze della disperazione tornano su Playstation 4 in una remaster discutibile di uno degli episodi atipici della serie Danganronpa. Se avete apprezzato i primi due questo è un acquisto obbligatorio visto che è necessario come collegamento tra le due visual novel e introduce personaggi che hanno fatto la loro comparsa nell'anime che rappresenta il terzo capitolo. Purtroppo il lavoro fatto dagli sviluppatori non è stato dei migliori, per questo vi consigliamo di rispolverare la vostra cara Playstation Vita e recuperarlo lì.
Pro e Contro
Molta più azione rispetto al passato
È pur sempre Danganronpa
Necessario per capire la trama

x Remaster discutibile
x Solo in lingua inglese

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