Recensione Clustertruck

Chiunque abbia ideato e realizzato Clustertruck è probabilmente un genio incompreso o un inguaribile folle. Annunciato a Febbraio da tinyBuild (che ne è il publisher) e sviluppato da Landfall Games, il gioco è infatti un curiosissimo e spietato arcade in prima persona, in cui ci viene richiesto di “saltare da un camion all’altro” per raggiungere il traguardo di un “semplice” percorso in linea retta. Sviluppato utilizzando Unity (un engine piuttosto diffuso nel campo indipendente, come già visto nell’anteprima di Human) e le sue capacità di gestione della fisica, Clustertruck si presenta fin da subito come un’esperienza dinamica e adrenalinica, la cui riuscita è basata fortemente sul Tral&Error.

Se ciò non fosse già interessante abbastanza, basti far notare che Clustertruck è stato pensato fin dall’inizio per i live-streamer e gli YouTuber, al punto da implementare una vera e propria sezione dedicata interamente a Twitch tra le opzioni di gioco. Purtroppo, ai molti punti di forza di Clustertruck si aggiunge anche un buon numero di pesanti difetti, che possono facilmente rendere l’esperienza tutt’altro che godibile nelle fasi intermedie e finali del gioco.

Clustertruck è disponibile su Steam al prezzo di lancio di €14,99.

 

Da grande farò il Jean-Claude Van Damme
Un arcade dal concept curioso e insolito
Clustertruck è privo di un qualunque comparto narrativo, lasciando al giocatore piena libertà di interpretare il viaggio che compirà attraverso le ere. Non ci sarà alcun modo di vedere il volto o il corpo del misterioso protagonista, ma pare che, in qualche modo, esso sia in grado di muoversi attraverso le varie epoche storiche presenti, passate e future, teletrasportando con sé il lunghissimo convoglio di camion che lo porterà al traguardo di ogni singolo livello. Uno strambo viaggiatore del tempo? Un essere insolito, apparentemente incapace di vivere sulla terraferma? Non si sa, e sarebbe anche inutile fare una qualsiasi speculazione a riguardo; fatto sta che il lungo viaggio del nostro protagonista lo porterà attraverso ambienti caldi, miti e ghiacciati, appartenenti a varie dimensioni temporali e spaziali che lo separano dal suo obiettivo finale: un viaggio nelle profondità dell’inferno.

 

Il concept che sta alle fondamenta stesse di Clustertruck, come è evidente, è senza dubbio curioso e insolito. Il risultato è un arcade in un ambiente pieno zeppo di semplici voxel colorati (di nuovo, simili a quanto visto nell’anteprima di Human: Fall Flat), con un convoglio di camion che risponde severamente alle leggi del motore fisico utilizzato da Unity. E questo, purtroppo, è il primo dei (tanti) problemi del titolo pubblicato da tinyBuild.

 

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Un engine fisico dispettoso e “birichino”
Non fraintendete, è fuor di dubbio che Clustertruck sia stato studiato per essere dannatamente difficile. Il problema principale, tuttavia, è che spesso questa difficoltà è “colpa” del gioco stesso, più che del giocatore in sé: non capiterà di rado che, nelle situazioni fortemente adrenaliniche e rapide del gioco, l’engine fisico si comporti in modo tale da far mancare il “terreno” sotto i vostri piedi, o che succeda qualcosa di abbastanza strambo da sbalzarvi via dal camion su cui siete atterrati e farvi finire rovinosamente al suolo, costringendovi a riprovare l’intero livello. Anche nelle fasi avanzate del gioco, infatti, non esistono checkpoint in Clustertruck, e ogni livello che affronterete non ammetterà il minimo errore: dovrà essere completato dall’inizio alla fine senza una sola sbavatura, o sarete costretti a ricominciare dal punto di partenza.

 

Una tale caratteristica del gioco è più che tollerabile nelle fasi iniziali, quando i livelli sono piuttosto corti e ogni errore potrebbe essere facilmente attribuito alla mancanza di abilità del giocatore stesso. Andando avanti, però, avrete l’indiscutibile onore di affrontare livelli assurdamente elaborati che saranno quasi impossibili da completare al primo tentativo, e che richiederanno più e più prove per essere portati a termine. Ciò è senza dubbio accettabile nel corso delle prime partite e dei primi tentativi; inizia a essere un problema, però, quando il giocatore si scontra con la terribile programmazione delle hitbox (lo spazio virtuale che circonda i poligoni e che stabilisce quanto è possibile avvicinarsi prima di toccarli o subire danni) e quando si ritrova a riprovare lo stesso livello per più di 30 volte di fila.

 

The Oregon Trail
Il level-design di Clustertruck è affascinante
Nonostante gli evidenti problemi sul lato tecnico, un consistente plauso è doveroso nei confronti del level-design, un po’ scialbo sulle fasi iniziali e decisamente più affascinante nella seconda metà della campagna principale. Non c’è dubbio che gli sviluppatori abbiano fatto un lavoro più che apprezzabile, nella modellazione dei livelli: alcuni di essi sono talmente complessi ed elaborati da lasciare a bocca aperta, siano essi appartenenti al mondo Sci-Fi o al più complesso mondo Steampunk. In un gioco che, a detta della stessa Landfall Games, diventa “sempre più malvagio” ad ogni livello che passa, gli sviluppatori si sono sbizzarriti nel creare scenari che, pur nella loro semplicità, risultano incredibilmente affascinanti da percorrere dall’inizio alla fine.

 

 

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Ciò è particolarmente evidente soprattutto nell’ultimo mondo di gioco, l’Inferno, in cui il level-design diventa spietato e complesso come mai prima di quel momento. Alcuni livelli arriveranno anche ad alternare delle fasi di corsa a vere e proprie fasi platform, in cui sarà necessario saltare di veicolo in veicolo (magari galleggiante su un lago di lava, e dunque decisamente più statico del solito) per raggiungere il traguardo illesi. È proprio in questi frangenti, però, che si sente maggiormente l’assenza di un qualunque checkpoint all’interno dei livelli: il sistema di salto – come un po’ tutto il resto del gioco – si affida, infatti, anch’esso all’engine fisico di Unity, e basterà una minima spinta in una direzione per scontrarsi contro una parete o mancare il proprio bersaglio in corsa. E, come già accennato, anche il minimo errore costringerà il giocatore a ricominciare il livello dall’inizio.

 

Ode al Capitalismo
Potenziamenti per tutti i gusti
Fortunatamente, l’incredibile difficoltà del gioco può essere facilmente “smussata” con l’acquisto di una serie di potenziamenti attivi, che potranno essere utilizzati dal giocatore per rendere le cose leggermente meno “crudeli” all’interno del gioco. Si va dal semplice doppio salto ad abilità molto più elaborate, come la possibilità di rallentare il tempo per un maggior controllo o la “Super Epic Mode” per moltiplicare il punteggio ottenuto nel corso di un livello; essendo possibile equipaggiare solo due di queste abilità alla volta, però, Clustertruck riesce comunque a mantenere un certo livello di difficoltà per tutta la sua durata, poiché nessuna combinazione di potenziamenti è veramente utile a superare qualunque livello della campagna principale.

 

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Dall’altro lato, è però fuor di dubbio come tali abilità possano modificare nettamente l’esperienza di gioco, rendendola molto più divertente della “pura” versione base: le azioni compiute dal giocatore potranno essere molto più spettacolari, e il salto da un camion all’altro risulterà decisamente più cinematografico rispetto a prima, specie se si deciderà di utilizzare lo slow-motion in maniera intensiva. A tal proposito, si sente però l’assenza di una “Modalità Replay” che possa permettere di guardare (e magari condividere) le proprie performance all’interno dei livelli, e che avrebbe sicuramente conferito un valore aggiunto all’intera esperienza complessiva; per fortuna, però, non è detto che essa non possa essere introdotta in un prossimo futuro.

 

Per doveri di cronaca, nel piccolo sotto-paragrafo che segue si farà riferimento al livello finale del gioco, pur cercando di mantenere un atteggiamento spoiler-free. Se tenete ad esplorare l’esperienza con i vostri occhi, saltate direttamente al paragrafo finale.
 

Un livello finale straordinario, ma pieno di difetti
Il più grosso problema di Clustertruck resta, però, il suo incredibile livello finale (il 9.10). Al suo interno, la formula di gioco subisce un cambiamento quasi radicale che mischia violentemente le fasi di corsa tra i camion a più complesse fasi platform, grazie all’introduzione di un elemento del tutto estraneo alla campagna fino a quell’istante. L’idea, per quanto ricca di fascino e particolarmente ben pensata, cozza però contro una programmazione debole che vede hitbox peggiori che mai e un movimento costante all’interno di un’arena circolare, che fa letteralmente impazzire il motore fisico e rende i salti persino più difficili che in passato. All’interno del suo ultimo livello – inutile negarlo -, il level-design di Clustertruck raggiunge decisamente il suo picco più alto; e, tuttavia, la divisione del livello stesso in più fasi dalla difficoltà crescente fa sentire parecchio l’assenza di checkpoint o di un qualsivoglia sistema di punti-vita per il giocatore, rendendo l’ultimissima tappa dell’esperienza di gioco incredibilmente frustrante e complessa da gestire. Si spera che un aggiornamento futuro possa correggere in qualche modo questo pesante difetto, che potrebbe costringere più di un giocatore ad abbandonare l’avventura proprio a un passo dalla sua conclusione.

 

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Non voglio più vedere un camion in vita mia
Clustertruck sembra pensato principalmente per chi intrattiene un pubblico
Clustetruck, dunque, è indubbiamente un titolo molto divertente nelle sue fasi iniziali, adrenalinico fino all’estremo e in grado di spingere il giocatore a fare “ancora un altro tentativo” per superare “quel dannato livello”. E, va detto, persino la colonna sonora si adegua alla perfezione all’elevatissimo ritmo della formula di gameplay, affiancando un level-design che, come già accennato, risulta decisamente di ottima fattura. Non è possibile, però, ignorare i tanti difetti di un gioco che è evidentemente pensato per i live-streamer e gli YouTuber, sempre alla ricerca di nuovi mezzi per intrattenere il pubblico e strappargli qualche risata; nella solitudine della propria stanza, Clustertruck diventa semplicemente un’accozzaglia di difetti di programmazione e di imprecazioni, portando al giocatore una frustrazione che neanche i meravigliosi pregi del gioco sono in grado di mitigare.

E, se è vero che la monotonia della formula di gameplay viene costantemente spezzata dall’acquisto di nuovi potenziamenti, è altrettanto vero che in pochi riusciranno a giungere alla fine del gioco senza tirar giù qualche santo e senza pensare più volte di abbandonare tutto quanto. Visto il concept strampalato del gioco e il suo incredibile lato artistico, però, non si può non dire che è un vero peccato.

 

Unity è un motore grafico incredibilmente leggero, che non richiede un computer dalle pretese troppo elevate per garantire alte prestazioni. Di seguito i requisiti di sistema, tratti direttamente dalla pagina Steam del gioco:

MINIMI:

  • Sistema operativo: Windows 7
  • Processore: 2Ghz
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Scheda video: Dedicata consigliata, qualunque scheda integrata supporterà i 720p
  • DirectX: Versione 9.0
  • Memoria: 300 MB di spazio disponibile
CONSIGLIATI:

  • Memoria: 8 GB di RAM
 

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Verdetto
6.5 / 10
Vieni sul retro, 'ché ti mostro il mio rimorchio
Commento
Chiunque abbia ideato e realizzato Clustertruck è probabilmente un genio incompreso o un inguaribile folle. Lo abbiamo detto in apertura di recensione, ed è quantomai opportuno ripeterlo qui adesso, in chiusura: un concept tanto strambo quanto affascinante sta infatti alla base dell'intero arcade realizzato da Landfall Games, che porterà il giocatore a spasso per le ere semplicemente saltando da un camion all'altro in un convoglio infinito. Alla formula di gioco adrenalinica, allo straordinario level-design e al divertimento complessivo che Clustertruck è in grado di garantire, però, si affiancano difetti altrettanto considerevoli che rendono il gioco fin troppo frustrante nelle sue fasi avanzate, soprattutto negli ultimissimi livelli. Che sia colpa del motore fisico o di una cattiva programmazione, c'è un momento in cui Clustertruck diventa molto più fastidioso che divertente, compromettendo la formula di gioco a partire dalle sue fondamenta; e se è vero che i potenziamenti (acquistabili con i sudati punti ottenuti nel corso della campagna) possono rendere il gioco molto più vario e spettacolare, l'assenza di una "Modalità Replay" si traduce in una varietà del tutto fine a se stessa, che porta il giocatore a scoprire solo nuovi modi per arrabbiarsi senza necessariamente garantire un più alto tasso di successo. E con un tale comparto artistico, va detto e ribadito: è un vero peccato.
Pro e Contro
Concept strambo e interessante
Level-design fenomenale
Molto divertente sulle fasi avanzate

x Motore fisico inaffidabile e ingestibile
x Frustrante fino all'inverosimile
x Evidenti problemi sul finale
x Assenza di una "Modalità Replay"

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