Recensione Calvino Noir

Nonostante alcuni esempi illustri, come L.A. Noire od il recente Blues And Bullets, il genere del noir è stato raramente adattato in forma videoludica, dando particolare risalto ai titoli che decidono di adottare questo preciso stile estetico e narrativo. Forte di questa “marcia in più“, il titolo indie Calvino Noir, disponibile su PC, PlayStation 4 e piattaforme iOS, si ripropone di trasportare i classici elementi del genere in una ambientazione inedita: non tanto l’America del proibizionismo, ma la tetra e gelida Europa degli anni ’30, in una Vienna che ancora stenta a riprendersi dagli orrori della Prima Guerra Mondiale ed in cui dilaga la corruzione.

Versione Testata: PC

 

Whisky, fedora e sigarette
Calvino Noir è uno stealth adventure game in 2.5D dalla forte componente narrativa. Nei panni di Wilt, investigatore privato inglese che ha trovato nella capitale mittleuropea una seconda patria, ci ritroveremo invischiati in caso all’apparenza semplice, ma che ben presto rivelerà cospirazioni e macchinazioni ai più alti livelli. Ma Calvino Noir non è solo intrigo: è una storia di ideali traditi, moralità corrotta e redenzione. Attingendo a piene mani dai canoni del genere, senza sembrare eccessivamente stereotipato o banale, Calvino Noir riesce nel costruire un’ambientazione ed una storia appassionanti e credibili, dalle tinte fosche ed opprimenti. I personaggi sono le vere stelle del gioco, a partire da Wilt, caratterizzato con gli immancabili impermeabile lungo e fedora, tanto cinico e deluso dal genere umano quanto amante del whisky di terza categoria. Gli fanno compagnia alcuni interessanti comprimari: Arno, ingegnere meccanico con un passato nell’esercito austriaco, in cerca di redenzione per gli orrori causati durante la guerra; Siska, enigmatica femme fatale che oltre a consegnarci l’incarico iniziale scenderà in campo a fornire direttamente il proprio aiuto. Ultimo, ma non per ordine di importanza, l’onnipresente narratore, che accompagnerà ogni livello con accurate descrizioni del grigio e squallido mondo di Calvino Noir.

 

Un concentrato di noir
L’ottimo lavoro in fase di scrittura del gioco viene accompagnato da una grande realizzazione audiovisiva. Il titolo si presenta in tonalità monocromatiche, forse un po’ abusate di recente nel mondo indie, ma quanto mai appropriate in questo caso. Le ambientazioni trasudano atmosfera da ogni poro, grazie a tanti piccoli tocchi di classe: la pioggia incessante che batte le strade, lo svolazzare di impermeabili al vento, l’attenzione maniacale per le architetture, allo stesso tempo realistiche e perfettamente adatte alle meccaniche di gioco. Dal punto di vista acustico ci troviamo di fronte ad un eccellenza: il gioco è interamente doppiato (in inglese) con attori di grande livello, che con i loro accenti britannici, tedeschi, est europei, donano ancora più credibilità ai personaggi e costituiscono uno stacco rinfrescante dal solito vociare americano di molti videogiochi. La colonna sonora è costituita da fumosi brani jazz, tanto intensi da contribuire in maniera sostanziale all’immersione del giocatore ed alla costruzione dell’atmosfera. Perfino l’adattamento dei testi in italiano è di ottimo livello, con una qualità della traduzione non sempre riscontrata nei titoli indie (ed anche in qualche blockbuster).

Guardie onniscenti…
Fin qui tutto perfetto, sembrerebbe. Ed invece Calvino Noir non è un bel gioco, perché a discapito delle tante qualità a livello di scrittura e realizzazione tecnico-artistica è nel gameplay che si rivela tragicamente carente. Come già accennato le meccaniche principali sono quelle stealth. Nei sette livelli che compongono l’avventura dovremo avventurarci in vari edifici senza farci scoprire da guardie e mercenari, che avranno l’abilità di spararci ed ucciderci in un sol colpo. Il problema principale risiede nell’eccessiva sensibilità delle guardie, spesso in grado di individuarci anche se nascosti od addirittura attraverso porte, o di venir allertate anche dal più insignificante dei rumori. I loro pattern di pattugliamento sono abbastanza imprevedibili e data la terribile lentezza dei movimenti dei personaggi spesso si verranno a creare situazioni senza via d’uscita. Ciascuno degli eroi utilizzabili avrà un’abilità specifica. Wilt sarà l’unico in grado di mettere fuori combattimento le guardie, sorprendendole alle spalle. Siska è in grado di forzare lucchetti e di spiare dalle serrature, mentre Arno sarà l’unico in grado di adoperare attrezzi ed interagire con macchinari. Per proseguire nella storia molto spesso dovremo raggiungere il checkpoint con tutti e tre i personaggi, costringendo il giocatore alla snervante ripetizione degli stessi passaggi. Dovessimo venir scoperti mentre guidiamo il terzo personaggio al checkpoint dovremo ripetere l’intera sezione con anche i primi due, aggiungendo ulteriore frustrazione.

…ed abilità inutili
Dei tre personaggi Arno è il più inutile, e se non fosse la sua presenza necessaria per la risoluzione di un paio di enigmi ambientali, potrebbe essere completamente superfluo: del tutto inerte, è il più indifeso del trio. Siska è forse quella più interessante: l’abilità di forzare lucchetti permette di evitare lunghe deviazioni alla ricerca di chiavi, mentre la possibilità di sbirciare dalle serrature è una vera e propria manna dal cielo, che ci evita di piombare addosso alle guardie situate al di là di una porta (cosa che con gli altri due personaggi succede costantemente). Wilt, nonostante sia l’unico in grado di stordire le guardie, è il personaggio più frustrante da utilizzare. La possibilità di mettere a nanna gli avversari si attiva grazie ad un’icona contestuale che compare quando questi sono sufficientemente vicini. Peccato che 9 volte su 10, nonostante tutta la cautela e l’attenzione possibile, la guardia si girerà all’ultimo istante, piantandoci una bella pallottola in mezzo agli occhi. Inutile avvicinarsi di soppiatto, inutile studiare le tempistiche dei pattern di guardia. Le guardie sembrano quasi dotate di un secondo paio di occhi sulla nuca. Paradossalmente una delle poche strategie funzionali è quella di assalire i nemici frontalmente, mentre sono impegnati a varcare la soglia di una porta o ad uscire da una botola: sebbene ci abbiano visto, devono prima completare l’azione in corso prima di poter sfoderare l’arma, ed in quel frangente sono vulnerabili. Dubitando che fosse questa l’intenzione iniziale degli sviluppatori appare chiaro come l’intero sistema di stealth sia farraginoso e vada rivisto completamente. Un vero peccato, perché il gameplay del titolo si basa al 90% su di esso e nelle condizioni attuali Calvino Noir risulta unicamente frustrante e tedioso per il giocatore.

Verdetto
5.5 / 10
La vedo buia, anzi, "noir"
Commento
Che occasione sprecata! Calvino Noir è un gioco con un'atmosfera incredibile, una trama e dei personaggi affascinanti e coinvolgenti, una realizzazione artistica eccellente ed una grande cura per il dettaglio, corroborata da un doppiaggio inglese molto buono e da un'ottima traduzione italiana. Il problema però è un gameplay lento e macchinoso, con meccaniche stealth mal realizzate ed in alcuni casi mal pensate. Il risultato è un titolo frustrante e tedioso, che risulta veramente difficile da consigliare.
Pro e Contro
Atmosfera ben costruita
Trama e personaggi interessanti
Doppiaggio e musiche ottimi
Esteticamente fa la sua bella figura

x Movimenti dei personaggi lenti e macchinosi
x Uso dei tre personaggi forzato, alcuni hanno abilità inutili
x Guardie eccessivamente sensibili
x Frustrante, ripetitivo

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