Recensione Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente

Nel corso degli anni le avventure grafiche classiche (note anche come “punta e clicca”) hanno subito numerosi tentativi di aggiornamento, necessari per soddisfare un pubblico sempre più esigente e sempre più propenso a giocare sulle console con un pad in mano. Questa evoluzione ha portato, grazie soprattutto a Telltale Games, all’arrivo sui nostri scaffali (digitali e non) di titoli come The Walking Dead, Game of Thrones e Life is Strange, pronti a sostituire quei titoli che, in passato, facevano della trama un elemento portante. Ma qualcosa è cambiato nel tempo. Gli enigmi sono andati man mano diminuendo e l’attenzione sui rapporti tra i vari personaggi è diventata la chiave di volta con la quale conquistare i giocatori d’oggi. Contro qualsiasi tendenza, ecco che i ragazzi di Revolution Software hanno deciso di portare il loro ultimo lavoro, legato all’immortale serie di Broken Sword, anche sulle console di attuale generazione. Riuscirà Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente, con i suoi enigmi e meccaniche vecchia scuola, a farsi valere anche al giorno d’oggi? Vi ricordiamo, come sempre, che Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente è disponibile sia in versione digitale che fisica a partire da oggi, venerdì 4 settembre, per PlayStation 4 e Xbox One al prezzo di circa 30 euro.

Versione testata: PlayStation 4

Il codice di El Serp
La trama riesce nell’intento di conquistare il giocatore grazie a buone trovate e a personaggi carismatici
La trama di Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente vede il ritorno in scena di George Stobbart, intrepido agente assicurativo, e Nicole “Nico” Collard, giornalista freelance sempre pronta a gettarsi in nuove avventure. Questa volta la storia ruota attorno ad un misterioso quadro chiamato La Maledicciò, realizzato dal pittore El Serp nel 1937 che pare nascondere un oscuro segreto. Quando il quadro viene rubato dalla galleria d’arte nel quale era stato esposto, George e Nico decidono di indagare. Questo è solo l’inizio di un’avventura che, come ci ha abituati da sempre questa serie, ci porterà in un viaggio attorno al mondo nel tentativo di risolvere il mistero legato al dipinto. La trama, nonostante qualche colpo di scena abbastanza prevedibile, riesce nell’intento di conquistare il giocatore grazie a buone trovate e, soprattutto, a personaggi carismatici che non dimenticherete facilmente. Per i fan della serie, inoltre, saranno presenti numerosi riferimenti agli episodi passati e già nei primi minuti di gioco faranno la comparsa alcuni personaggi secondari provenienti dalle trascorse avventure del dinamico duo. Diviso all’uscita in due parti (rese disponibili a due mesi di distanza l’una dall’altra), in questa nuova versione Broken Sword 5 si presenta come una storia unica da affrontare, garantendo una longevità nella media per questa tipologia di gioco (circa 10 ore). Ad ogni modo non si tratta di un valore assoluto, in quanto la presenza di una grande quantità di enigmi rende la durata del titolo relativa in base all’abilità del giocatore.

Punta e clicca, senza mouse
Broken Sword 5 è un “punta e clicca” da giocare con il pad. Non il massimo della comodità.
Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente risulta essere un “punta e clicca” vecchia scuola. Il problema, purtroppo, sta nel fatto che, se giocato con un Dualshock 4 o un controller per Xbox One, il titolo risulta macchinoso e, talvolta, addirittura fastidioso. Questo è un peccato soprattutto vista la qualità del prodotto, che riesce a coinvolgere grazie ad una serie di enigmi che, per quanto non particolarmente impegnativi, riescono a mantenere l’attenzione del giocatore sempre viva e attenta. Ad ogni modo apprezziamo l’idea dei ragazzi di Revolution Software di integrare il touchpad del Dualshock 4 come puntatore, nel tentativo di andare incontro al pubblico, ma non si tratta di un elemento capace di farci gridare al miracolo. L’utilizzo del menù, infatti, rimane legato al tasto triangolo e in determinate situazioni l’utilizzo del touchpad risulta solamente in grado di rallentare l’azione di gioco. Discreta anche la difficoltà generale che riesce a catturare il giocatore, senza mai portarlo allo sfinimento e costringerlo a desistere per non essere riuscito a risolvere un enigma o per non trovare il modo di proseguire con l’avventura.

La grafica di un’avventura grafica
La resa dei personaggi di Broken Sword 5 risulta senza dubbio gradevole
Da un punto di vista tecnico, Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente conquista grazie ad una resa dei personaggi senz’ombra di dubbio gradevole. I disegni che vanno a modellare qualsiasi elemento di gioco, infatti, risultano ottimamente realizzati e, nonostante qualche animazione legnosa, si muovono con discreta fluidità all’interno dei vari scenari dipinti. Un plauso va fatto alla palette cromatica utilizzata all’interno del gioco; palette che grazie a colori accesi e ai 1080p offerti dalla versione PlayStation 4 rende il quinto episodio di Broken Sword estremamente bello da vedere. A differenza della versione uscita per PlayStation Vita, questa volta è presente anche il doppiaggio italiano che abbiamo potuto ascoltare su PC. Si tratta di un elemento che, tra alti e bassi, diverte grazie alla recitazione esagerata dei personaggi e contribuisce a rendere il titolo fruibile anche ai non anglofoni. Non abbiamo notato, infine, alcun tipo di rallentamento e/o problema durante l’intero corso dell’avventura che, grazie al buon lavoro svolto dai ragazzi di Revolution Software, scorre fluidamente sin dal primo minuto di gioco.

Verdetto
8 / 10
Aggiornare i controlli no eh?!
Commento
Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente è un titolo con lo spirito del passato portato sulle console del presente. Peccato che, in quanto “punta e clicca”, risulti difficile (se non fastidioso) da giocare a causa dei controlli pensati evidentemente per mouse e tastiera. Ad ogni modo siamo certi che se riuscirete a passare sopra a questo problema potrete godervi un prodotto valido, dai dialoghi umoristici, ricco di enigmi e visivamente interessante. Speriamo solamente che i prossimi titoli realizzati dai ragazzi di Revolution Software vengano pensati anche per le console, con una mappatura dei tasti tale da rendere la vita più semplice a chi, come arma da gaming, utilizza un pad.
Pro e Contro
Atmosfera riuscita
Dialoghi divertenti
Enigmi non troppo difficili, ma avvincenti
Tecnicamente valido
Prezzo conveniente

x Controlli fastidiosi per essere giocati con il pad
x Qualche incertezza nel doppiaggio

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