Recensione Bleach: Soul Resurrecciòn

Dopo i capitoli per Nintendo DS e lo sventurato capitolo per Wii, l’universo di Tite Kubo sbarca sull’ammiraglia di casa Sony, grazie a NIS America. Bleach: Soul Resurrecciòn (conosciuto anche come Soul Ignition) ripercorre la saga più lunga della serie di Bleach, ambientata nell’Hueco Mundo (per coloro che non leggono il manga, o seguono l’anime, si tratta di una sorta di purgatorio, dove le anime dei morti si sono fatte corrompere trasformandosi in mostri). Il gioco, purtroppo, è completamente in inglese.

Farsi strada a colpi di spada

Lungo i 14 capitoli che ripercorrono la storia il giocatore dovrà proseguire lungo mappe lineari, sconfiggendo le centinaia di mostri che gli si pareranno davanti, usando le tecniche a disposizione e cercando di concatenare più colpi possibili, in modo tale da ottenere più punti ed un punteggio migliore. Alla fine delle mappe il giocatore incontrerà il boss di turno, atto dopo atto, fino ad arrivare alla tanto agognata battaglia contro Aizen (il boss finale).
Bleach: Soul Resurrecciòn si basa sullo stesso gameplay dei vari Dinasty Warriors, ma riesce ad emularli meglio di First of the North Star: Ken’s Rage (basato sull’universo di Hokuto no Ken, conosciuto da noi come Ken il Guerriero) e, a differenza di quest’ultimo, i combattimenti sono fluidi, veloci e rispecchiano quelli dei manga.

Modalità di gioco, Ranking e Level Up

Bleach Soul Resurrection presenta tre modalità di gioco: Storia, Missioni e Soul Attack.
Durante la modalità Storia, potremo usare solo il personaggio scelto dalla CPU e dovremmo rivivere alcune delle battaglie più belle del manga; “dovremmo”, appunto, perché purtroppo molte delle battaglie più significative, e dei personaggi più importanti, sono stati lasciati fuori dal gioco, rendendo la storia molto più insipida e breve (per finirla a difficoltà normale ci vogliono massimo 3 ore). Chi non si annoia potrà riaffrontare la storia anche a difficile e a molto difficile, anche se le sfide non saranno proibitive.
La modalità Missioni consiste in 28 side-quest che variano dall’uccidere un numero definito di nemici, a sconfiggere un boss senza premere un determinato tasto o in determinate condizioni. Anche queste missioni sono affrontabili in tre diverse difficoltà, però qui il giocatore potrà usare uno dei 19 personaggi disponibili a piacere.
La Soul Attack Mode si divide in tre sotto modalità: nella prima, dal nome omonimo, l’obiettivo è raccogliere più punti anima possibile; nella seconda bisogna finire il livello entro il tempo limite, mentre nella terza uccidere più nemici possibile. Anche queste modalità sono affrontabili con tutti i personaggi, ma non ci sono i livelli di difficoltà diversificati.
Alla fine di ogni atto della modalità Storia e delle Missioni il giocatore riceverà una valutazione in base al suo punteggio, si parte da E (quasi impossibile da prendere) a S, il grado più altro che, a conti fatti, è facilmente raggiungibile: basterà avere il personaggio potenziato (facendolo salire di livello) e sconfiggere tutti i nemici del livello, in un tempo nemmeno troppo ristretto.
Il livellamento avviene, continuando a mettere K.O. i nemici, attraverso classiche griglie di potenziamento. Per avanzare nella griglia ed aumentare di livello, si dovranno spendere dei Soul Points, che si ottengono in tutte le altre modalità. Per la cronaca, il livello massimo da raggiungere è 169.

Cacciatori di anime

Per i “cacciatori di Trofei” questo titolo rappresenterà una grande sfida, non per la difficoltà ma per l’eccessiva durata del platino. Per ottenerlo, il giocatore dovrà portare al livello massimo (169, appunto) tutti e 19 i personaggi e fare tutte e 28 le missioni con ognuno di essi. Questo fa sì che Bleach: Soul Resurrecciòn annoi presto i giocatori che non leggono il manga e, alla lunga, riuscirà ad annoiare anche gli amanti della serie di Tite Kubo. Ma in fondo, a chi piace ripetere sempre le stesse cose?

Getsuga Tenshou!

Il comparto audio del gioco (insieme a quello grafico) è sicuramente la parte migliore di Bleach: Soul Resurrecciòn; il doppiaggio può essere impostato sia in inglese che in originale, con le voci dell’anime giapponese. Anche le musiche sono azzeccate e, a differenza del mero gioco, non annoiano.
Il comparto grafico, come vi abbiamo suggerito prima, èben curato e non soffre di cali di frame, a dimostrare l’ottimo lavoro che NIS America compie sempre nell’ambito di grafica cel-shading.

Vuoi giocare con me? No, non puoi!

Una delle grosse pecche di Bleach: Soul Resurrecciòn è la mancanza del multiplayer, sia locale che online, questo rende il gioco ancora più noioso, impedendo a due amici di sfidarsi tra loro o di affrontare le missioni insieme (così come accadeva nel gioco di Ken di cui abbiamo parlato prima). La mancanza del multiplayer aumenta la noia che lascia la ripetitività che raggiunge il gioco e abbassa radicalmente la rigiocabilità del titolo per i giocatori che non sono interessati ai trofei.

Verdetto
6.5 / 10
Dove diavolo è Urahara?!
Commento
In generale Bleach: Soul Resurrecciòn è una buona alternativa ai Dinasty Warriors, e risulta divertente se preso a piccole dosi. È una di quelle volte dove una buona idea viene sfruttata male, infatti è pesante la mancanza del multiplayer sia locale che online, e sommandosi agli altri problemi si abbassa clamorosamente l'hype creatosi attorno al gioco dai numerosi trailer e immagini pre-release. Il gioco è consigliato ai fan di Bleach che non hanno amici con cui giocare e tanto, tempo da perdere.
Pro e Contro
L'universo di Tite Kubo finalmente in HD
Parco mosse riportato fedelmente
Ottimo comparto audio

x Mancano molti personaggi
x Assenza totale del multiplayer
x Modalità Storia troppo breve
x Alla lunga diventa noioso

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