Recensione Animal Gods

Kickstarter è una sorta di “divinità” per tutti gli artisti emergenti particolarmente squattrinati: molti di essi (che siano registi, game designer, artisti grafici o altro) non hanno che un sogno, e la piattaforma di crowd-funding è chiamata a realizzarlo. Animal Gods è stato il sogno degli sviluppatori di Still Games, una casa produttrice Indie che ha avuto la fortuna di vedere il proprio progetto completamente finanziato su Kickstarter entro i termini previsti.

La trama del titolo risulta particolarmente semplice, per quanto affatto priva dei suoi piccoli colpi di scena: ritenuti un tempo sacri e venerati da tutti gli esseri umani, gli Animal Gods (Dèi Animali) sono ormai “caduti sulla Terra” per via di una terribile piaga causata dalle emissioni tossiche di un’industria del bronzo. Divenuti delle bestie malvagie e tormentate, gli Animal Gods sono destinati a perire; ma il Sacerdote-Cacciatore Thistle si propone di partire per un lungo e pericoloso viaggio nella loro città, al fine di trovare e liberare gli Dèi dai loro tormenti.

Se è vero che l’osannata piattaforma di crowd-funding permette spesso di partorire delle perle, però, è innegabile come esistano altrettanti casi in cui i realizzatori del progetto effettivo non si rivelano all’altezza delle aspettative. Come se la sarà cavata Animal Gods in tal senso?

Il titolo di Still Games è ora disponibile su Steam per €9,99.

 

Versione testata: PC.

 

“Mah, belli ‘sti Animal Gods”
 

Animal Gods è un “GDR” splendidamente illustrato
Animal Gods viene presentato dagli sviluppatori come un “GDR 2D splendidamente illustrato”, e non c’è dubbio che il titolo faccia abbondantemente il suo dovere, quando si tratta del motore grafico: tutte le ambientazioni sono illustrate in uno stile a metà tra il Cubismo e il Tribale, contribuendo a dare un’idea di “esotico” a tutte le ambientazioni grazie a una “palette” di colori netti e ben definiti. Non esistono effetti grafici pretenziosi o sfumature troppo complesse: il più delle volte, le forme geometriche che vanno a comporre le ambientazioni sono formate da colori singoli e sfumature estremamente semplici, eccezion fatta per gli splendidi fondali che fanno da sfondo ad alcune ambientazioni.

 

 

Animal Gods Background

 

Per quanto sia caratterizzato da toni e colori piuttosto vari, tuttavia, il level design (dalla semplicità quasi esagerata, a dire il vero) contribuisce a dare un particolare senso di “geometricità” al tutto: il quadrato e il rettangolo saranno le forme geometriche più ricorrenti all’interno del gioco, e qualche isolata eccezione non è certo sufficiente a rendere il tutto un po’ meno “spigoloso”. Ciò nonostante, a livello grafico, Animal Gods si presenta comunque come un titolo particolarmente competitivo, e una tale leggerezza nello stile non poteva che ripercuotersi (positivamente) anche sul numero di frame al secondo, con il titolo che scorre fluido a ben oltre 60fps praticamente in ogni situazione.

 

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“I Release Thee!”
 

Animal Gods non è un GDR nel senso moderno del termine
La dicitura “RPG” sulla pagina di Steam potrebbe trarre in inganno più di un utente riguardo Animal Gods: il titolo, infatti, è tutt’altro che un gioco di ruolo nel senso “moderno” del termine, e ciò traspare già dai primi attimi di gioco. Gli sviluppatori si sono concentrati sulla realizzazione di un gioco che cerchi di mischiare una vasta mappa esplorabile con un sistema narrativo tipico dei GDR, tentando al tempo stesso di non tralasciare la componente “action”; una volta spesa la prima ora con Animal Gods, tuttavia, ci si rende conto che il titolo è ben lontano dell’eccellere in ciascuno di questi ambiti, o anche soltanto in uno di essi.

 

La componente esplorativa è forse uno di quei pochi elementi che funzionano molto bene, all’interno della formula di Animal Gods: per quanto si tratti sostanzialmente di esplorare una singola città alla ricerca delle tre “torri” degli Dei, infatti, i percorsi all’interno delle torri stesse sono particolarmente complessi, ricchi di deviazioni e, in alcuni casi, anche di alcuni bivi fini a se stessi. L’esplorazione degli ambienti “ricompensa” – per così dire – il giocatore con il ritrovamento di alcuni diari che gettano luce sulla trama, ma avventurarsi nei dungeon inizia a essere un grosso problema quando ci si accorge dell’assenza di una qualsiasi mappa da consultare. L’unico modo per orientarsi all’interno di quei labirinti (o anche attraverso la città-base) consiste nell’affidarsi alla propria memoria visiva, sperando che anch’essa non ci tragga in inganno in qualche modo nel corso del nostro cammino.

 

Animal Gods

 

Con una mappa di gioco liberamente esplorabile e i soli tre dungeon da poter affrontare in un ordine a scelta, tuttavia, era quasi inevitabile che la trama risultasse frammentata attraverso tutta la durata del gioco: ritrovare i diari perduti può essere molto utile per comprendere alcuni aspetti di quest’ultima, ma il rischio è che si possa facilmente perdere il filo se si decide di non affrontare i dungeon in modo lineare, e non esiste alcun tipo di indicazione che permetta di trovare l’uno o l’altro Animal God prima degli altri. Per quanto i diari all’interno di ciascuna “torre” si concentrino su un “personaggio secondario” diverso a seconda del dungeon in cui ci si trova, infatti, l’assenza di veri e propri personaggi di supporto “esterni” al protagonista (e una trama non esattamente brillante) contribuiscono in larga misura all’abbassamento dell’interesse già dopo i primi trenta minuti nella città degli Animal Gods.

 

Ciò che soffre maggiormente di mancanze nello sviluppo è il gameplay vero e proprio
Ciò che soffre maggiormente di alcune mancanze nello sviluppo, tuttavia, è il gameplay vero e proprio: nonostante il titolo venga presentato come una sorta di “Action-RPG” con elementi puzzle, infatti, è innegabile come alcune scelte all’interno del gioco possano far storcere il naso anche al videogiocatore meno “esperto” di RPG; ogni dungeon permetterà al giocatore di utilizzare un singolo “potere” per volta, con relativo potenziamento (rispettivamente una spada, un arco con frecce e un “mantello di fuoco” in grado di “teletrasportare” Thistle più avanti di qualche passo), e tale potere dovrà essere utilizzato per affrontare i nemici all’interno della torre (nient’altro che una serie di strani cubi con un occhio solo, con colori, dimensioni e resistenza variabili). Una volta completato il dungeon in questione, il potere non sarà più disponibile “fino a un certo punto del gioco”.

 

Animal GodsAnimal Gods, in fin dei conti, si riduce a questo e poco altro: sconfiggere nemici tutti uguali con una spada e delle frecce scoccate da un arco, oppure schivare degli ostacoli adoperando una precisione chirurgica nelle varie fasi del “teletrasporto”. Per quanto l’unica “vita” del protagonista (che, appena sfiorato da un nemico, dovrà ripartire dal più vicino checkpoint) possa far pensare a un piacevole tasso di sfida, la verità è che il pessimo bilanciamento della difficoltà di Animal Gods rende il titolo estremamente frustrante in alcuni tratti e facile fino alla noia in altri. E a molto poco varranno poi le varie “boss battle” all’interno del gioco, che proporranno nient’altro che una versione più estesa (e più difficile) dello stesso stile di labirinti già visto in tutto il titolo: Animal Gods tornerà presto ad essere estremamente noioso, o anche soltanto estremamente lento e spiacevole da giocare.

 

La Rinascita… Più o meno.
 

Animal Gods EnemyEppure il titolo se la cava piuttosto bene nel suo livello finale (che, comunque, non giunge più tardi delle 2-3 ore di gioco complessive), con un ottimo utilizzo della formula di gioco e un ritmo frenetico sostenuto quasi alla perfezione. Persino la colonna sonora, fastidiosa a livelli imbarazzanti fino a quel momento, tocca delle vette qualitative mai raggiunte nel corso del gioco, abbandonando quasi del tutto gli strumenti a fiato in favore di una splendida melodia incalzante eseguita da un gruppo di archi.

 

In un certo senso, volendo rimanere in termini “musicali”, Animal Gods ricorda quasi una sorta di Crescendo, che raggiunge il suo apice proprio nel livello finale con una rapidissima impennata. A differenza del migliore dei Crescendo, tuttavia, il titolo di Still Games si mantiene su un livello estremamente basso praticamente per tutta la sua durata, esplodendo in qualcosa di piacevole soltanto quando si avvicina alla sua conclusione.

 

Nel complesso, dunque, Animal Gods di Still Games si presenta come un titolo dal potenziale sprecato, che meriterebbe di essere ampliato sia a livello di trama che a livello di gameplay per essere ritenuto “godibile”.

 

Animal Gods

Nonostante tutto, una menzione speciale va sicuramente al messaggio finale lasciato dagli sviluppatori.

 

Ciò nonostante, come già accennato, l’unica cosa veramente “particolare”, all’interno di Animal Gods, è il comparto grafico: e, almeno in quel caso, non si possono che ringraziare gli Dèi Animali per averci fornito le splendide immagini che potrete vedere nella galleria sottostante.

 

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Verdetto
6 / 10
Il titolo non sarà a generazione procedurale, ma le bestemmie lo sono
Commento
Animal Gods è nato su Kickstarter, e, come tutti i progetti finanziati con una campagna di crowd-funding, ha comportato una sorta di rischio sia da parte dei fan che da parte degli sviluppatori. Le aspettative erano alte, e tra le altre cose, purtroppo, Animal Gods è anche riuscito a deludere: seppur caratterizzato da un comparto grafico splendido e da un livello finale quasi degno del prezzo di vendita, infatti, il titolo degli sviluppatori di Still Games è minato da una serie di scelte di gameplay "scorrette" e da alcune falle proprie dello sviluppo stesso del gioco. In sostanza, Animal Gods si presenta senza dubbio come un titolo dal potenziale sprecato, che si spera possa essere ampliato e perfezionato dagli sviluppatori grazie al feedback degli utenti.
Pro e Contro
Grafica splendida
Finale di qualità
Toni esotici e solenni

x Qualche sbavatura grafica
x Pessimo bilanciamento della difficoltà
x Scelte di gameplay discutibili
x Scarsa varietà di dungeon e nemici

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