Recensione Adventures of Pip

Che all’interno dell’universo indie il genere dei platform retrò sia oramai decisamente inflazionato è un dato di fatto. Occasionalmente, nel mare di prodotti mediocri che tentano invano di distinguersi dalla massa facendo leva su un look 8 bit/16 bit e sull’effetto nostalgia, emerge qualche vera e propria perla. È il caso, ad esempio, di Shovel Knight, titolo che a cavallo tra il 2014 ed il 2015 ha saputo convincere univocamente critica e pubblico. Adventures of Pip del quale parliamo oggi, tenta di seguire le orme del cavaliere con la pala di cui è per molti versi un fratellino minore. Gli sviluppatori TicToc Games, proprio come gli autori di Shovel Knight Yacht Club Games, sono formati da veterani provenienti dal celebre studio WayForward. Anche Adventures of Pip è stato inoltre finanziato con crowdfunding su Kickstarter ed anche la selezione di piattaforme del titolo è simile (basta scambiare 3DS con iOS). Ci troviamo di fronte all’erede di Shovel Knight? Scopriamolo insieme.

Versione testata: Wii U

 

C’era una volta il regno dei pixel
Il mondo di Pip, Pixel Kingdom, è un regno dove i cittadini esistono in diverse risoluzioni, dando luogo ad un sistema sociale dove ad una maggior risoluzione corrisponde un più alto rango. È curioso che sia quindi proprio Pip, giovane composto da un unico pixel, il gradino più basso della scala sociale, a dover farsi carico della sorte del regno, devastato dai poteri di una malefica strega. Dopo alcune sequenze introduttive che presentano il mondo di gioco ed i suoi personaggi con molto fascino ed umorismo ci troveremo di fronte alla principale meccanica di gameplay del titolo. Pip otterrà infatti il potere di trasformarsi in una versione ad 8 bit di se stesso, acquistando nuove abilità. Più avanti nel gioco incontreremo inoltre anche la versione a 16 bit, con abilità ancora diverse. Mentre il Pip a singolo pixel può infatti solo saltare o planare dopo un salto, quello ad 8 bit può effettuare manovre più complesse come sferrare calci e pugni, correre più velocemente, effettuare salti su parete ed aggrapparsi alle sporgenze. Il Pip a 16 bit, infine, sarà più lento e limitato nei movimenti, ma dotato di una spada in grado di frantumare ostacoli e blocchi di roccia. In qualsiasi momento le versioni ad 8 e 16 bit potranno de-evolvere alla forma precedente con la pressione di un tasto, mentre per passare alla risoluzione superiore sarà necessario sconfiggere dei particolari nemici avvolti da un’aura luminosa, comunque distribuiti con grande abbondanza nel corso dei livelli. In Adventures of Pip non necessariamente la forma in risoluzione maggiore è sempre la migliore: il level design è studiato in maniera tale da rendere per ogni situazione indicata o comunque favorita una forma piuttosto che un’altra, costringendo il giocatore a fasi di platforming anche abbastanza serrate, in cui si passa in volo da una forma all’altra e si calcolano i salti per finire proprio sulla testa dei nemici speciali, per ritrasformarsi all’istante. È in questi frangenti che appare chiara l’esperienza del team di sviluppo, che è riuscito a confezionare un platforming dal feeling solido e con una fisica dei salti convincente e molto precisa.

Aree segrete? Che noia!
Sfortunatamente tale esperienza non traspare in un altro elemento forse ancora più fondamentale: il level design. Per quanto la struttura dei livelli si sforzi di essere creativa nel far utilizzare al giocatore tutte le abilità di Pip, si nota spesso una mancanza di visione d’insieme. I livelli sono costellati di aree segrete, per raggiungere le quali è necessario effettuare anche delle deviazioni dalla strada principale e sfruttare le varie forme di Pip. Il problema è che spesso la ricompensa per il giocatore è esigua od inesistente. Alla decima cassa piena di denaro (che può essere impiegato nell’acquistare upgrade di dubbia utilità e dal prezzo esorbitante), effettuare dei detour per scovare l’ennesima area segreta perde semplicemente ogni attrattiva. Altro problema è la distribuzione dei checkpoint, che in un primo momento pare adeguata, ma che procedendo nel gioco, con l’allungarsi dei livelli, diventa decisamente insufficiente, e costringe il giocatore a ripetere anche porzioni sostanziali in caso di sconfitta. Questa situazione, nonostante la presenza di vite illimitate, è sicuramente fonte di frustrazione per il giocatore e poteva essere facilmente evitata. Ultimo problema, infine, è la varietà dei livelli. Il gioco conta 5 aree con 7-8 livelli ciascuna. Ogni area mostra al suo interno una forte continuità stilistica ma anche nella composizione di nemici ed ostacoli, rendendo tutti i suoi livelli estremamente simili tra loro. In ogni area si ripete quindi la situazione che vede freschi e divertenti i primi livelli e noiosi e monotoni gli ultimi. Una maggiore varietà, magari inserire più aree con un numero minore di livelli avrebbe sicuramente giovato moltissimo ad Adventures of Pip.

Un mix di pixel art
Adventures of Pip presenta una grafica in stile pixel art, ma a differenza di titoli che vanno ad emulare lo stile di specifiche eree videoludiche o console del passato, non nasconde la propria modernità. Ci troviamo di fronte ad un insieme di elementi realizzati in risoluzioni differenti (per ragioni legate alla trama) e gli sviluppatori hanno fatto un ottimo lavoro nel trovare e realizzare uno stile che uniformasse il tutto in maniera credibile. Il gioco risulta inoltre animato con fluidità e maestria e l’unico aspetto negativo è, ancora una volta, la scarsa varietà degli stage. Nulla da eccepire dal punto di vista musicale, con una colonna sonora pseudo-orchestrale realizzata da Jake “virt” Kaufman, noto per aver prestato il suo talento a molti titoli WayForward ed in tempi recenti al già citato Shovel Knight. Per Adventures of Pip Kaufman ha realizzato dei brani dal sentore fantastico ed avventuroso, magari più adatti ad un adventure game alla Zelda che non ad un platform, ma sicuramente di altissimo rilievo. Adventures of Pip è completabile in 5 – 8 ore, a seconda dell’abilità del giocatore e nonostante il gran numero di segreti presenti, la grande monotonia del level design difficilmente ispirerà i giocatori a sviscerarne ogni angolo. Ancora una volta peccato.

Verdetto
7.5 / 10
Non proprio uno Shovel Knight
Commento
Oramai la risposta al nostro quesito iniziale dovrebbe essere chiara. Adventures of Pip, pur essendo un titolo realizzato con un'abilità ed una professionalità senza dubbio superiori a quelle dello sviluppatore indie alle prime armi, non è certo all'altezza del suo "fratello maggiore" Shovel Knight. Ed è un vero peccato, perché molti elementi del mix sono onestamente azzeccati. La premessa fresca ed umoristica. Le meccaniche di base ed il platforming solidissimo. Lo stile grafico accattivante e l'ottima colonna sonora. Ma in un gioco del genere realizzare un level design così anonimo, non ispirato, noioso è un vero e proprio peccato capitale, che impedisce ad Adventures of Pip di entrare nel gotha dei platform retrò indie.
Pro e Contro
Premessa fresca e divertente
Meccaniche e platforming molto solidi
Visivamente accattivante
Ottima colonna sonora

x Level design monotono, non ispirato
x Distribuzione dei checkpoint da rivedere
x I livelli tendono ad assomigliarsi un po' tutti

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