Recensione ABZÛ (Xbox One)

Che Matt Nava lavori a titoli particolarmente evocativi ben distanti dalla comune concezione di videogioco è ormai indubbio da quel lontano 2009, in cui era a capo della direzione artistica di Flower dove, trascinati dal vento, seguivamo le disavventure di un petalo. Nel 2012, Nava colpì un’altra volta il bersaglio con Journey, raccontando la storia di un viaggiatore solitario in lande deserte (o quasi) e avvolgendo il giocatore nel caldo abbraccio di una sciarpa. Dopo aver lasciato ThatGameCompany e fondato Giant Squid Studios, lo scorso 2 Agosto ABZÛ ha mostrato i propri fondali marini agli utenti PlayStation 4 e Steam, mentre il 6 Dicembre ha inondato anche lo store digitale di Xbox One. Prima di tuffarci e iniziare a parlare proprio di quest’ultima versione, vi ricordiamo che il titolo di Matt Nava e Giant Squid Studios sarà disponibile anche in versione retail il prossimo Gennaio.


Per approfondire:
ABZÛ
*Inserire citazione da La Sirenetta*
Un altro titolo pragmatico
Se nella vostra carriera videoludica avete già affrontato un titolo dell’ex-membro di ThatGameCompany, saprete da soli che è uno che non si perde in futili chiacchiere, lasciando il fardello della trama alla capacità di assimilare e di guardarsi intorno del giocatore. Sotto quest’aspetto, ABZÛ non differisce in alcun modo dai lavori precedenti di Matt Nava, lasciando ogni fondale marino e livello all’immaginario del giocatore. Perché la creatura simile ad un sub si immerge e nuota coi pesci? Che cosa rappresentano i templi sparsi per i fondali e perché sono così importanti per la fauna oceanica? Quelle strane statue a forma di squalo sono state costruite dalla stessa popolazione che ha lasciato al proprio destino le telecamere inattive? A tutte queste domande Nava non darà risposta, o almeno, non lo farà direttamente. Starà al giocatore decifrare ogni minimo dettaglio, guardandosi intorno mentre nuota suol dorso di una Tartaruga Verde, o mentre si lascia trascinare da un’impetuosa corrente nella destinazione successiva.

Non adatto a tutti i tipi di giocatore
Un altro aspetto che ABZÛ condivide coi precedenti lavori di ThatGameCompany è la longevità: dopo una prima avventura passando meravigliati ad esplorare i fondali marini di circa tre, quattro ore a seconda di quanto il giocatore si perda a cavallo di mante o nuotando con le megattere, se doveste rituffarvi  tra i fondali di Giant Squid Studios per arraffare eventuali collezionabili (vasche segrete che libereranno altre razze di pesci e una serie di conchiglie nascoste) ci metterete sempre meno a portare a termine quest’avventura subacquea. Questo è uno dei principali pregi (e al contempo difetti) dei lavori di Nava: sono esperienze spesso visivamente eccezionali, capaci di trasmettere pure emozioni ma che, come ogni cosa bella, finiscono veramente in fretta dando poi la sensazione di volerne ancora. Una lama a doppio taglio che, di primo impatto, non incide assolutamente sull’esperienza totale, ma che per molti giocatori tradizionali potrebbe non valere il prezzo del biglietto.


Per approfondire:
Journey (PS4)
20’000 capovolte sotto al mare
Per quanto riguarda il gameplay, la versione Xbox One di ABZÛ è ovviamente identica a quella  uscita lo scorso 2 Agosto su PS4 e PC: l’antropomorfo protagonista potrà nuotare con RT, accelerare con A, aggrapparsi ai pesci più grossi con LT, compiere una capovolta con B e infine interagire con oggetti  e interruttori con Y. Un gameplay semplice con cui si prende subito confidenza, mentre ci vorrà qualche istante in più per padroneggiare la telecamera (migliorandone la performance nel menù d’opzioni). Fin dal primo tuffo, è evidente il meticoloso lavoro svolto da Giant Squid Studios nelle animazioni non solo del protagonista, ma di ogni elemento di flora e fauna marina che circonda gli eventi del titolo. ABZÛ immerge il giocatore (in ogni senso) caratterizzando ogni singolo pesce. Cura maniacale che è possibile riscontrare anche in modalità meditazione, in cui il giocatore passerà dal controllo della figura subacquea  ai pesci presenti nella zona, potendone seguire i movimenti e le azioni per quanto tempo desidera. Come già premesso, l’intera produzione di Matt Nava mette nuovamente di fronte ad un’esperienza più che ad un gioco vero e proprio, e a niente servono i semplicissimi enigmi per aprire porte o riattivare fontane, che hanno l’unico scopo di trainare le vicende da una zona all’altra.

Sott’acqua nessuno può sentirti urlare
Archiviate le faccende “Atmosfera” ed “Esperienza ludica” quel che resta di ABZÛ una volta raggiunti i suggestivi titoli di coda è un piacevole ricordo, dovuto in parte anche ad una superba colonna sonora capace di incidere su ogni momento di gioco senza dover scomodare neanche una volta il parlato o il testo scritto. Questo appoggiarsi solo al comparto visivo e sonoro è l’ennesimo punto di forza dell’ultima fatica di Matt Nava, un titolo che non può e soprattutto non deve essere ignorato sebbene possa far storcere il naso sul prezzo. L’oceano di ABZÛ è vivo ed in continuo movimento, capace di regalare momenti altissimi pur non scomodando fattori di sfida o gameplay elaborati, nello stesso modo in cui Journey riusciva a trasmettere la sensazione di quasi assoluta solitudine.

Verdetto
8.5 / 10
Pesce e Pesce POPOPOPO
Commento
Se siete tra coloro che hanno adorato Journey, tuffatevi senza timore in ABZÛ perché ne riemergerete più che contenti. Sentitevi persino in dovere di aggiungere un mezzo punto in più alla valutazione qui a fianco, anche se, per produzioni come quella di Matt Nava, il valore numerico non è il giudizio più adatto. ABZÛ, come Journey e Flower prima di lui, fa parte di quella cerchia di titoli soggettivi che possono intrigare o non lasciare nulla a seconda del tipo di giocatore che li prende in mano. Se invece non vi siete mai avvicinati a questo genere di giochi, ABZÛ è l'occasione buona per scoprire da che parte state.
Pro e Contro
Ottimo comparto artistico
Splendide animazioni e colonna sonora
Esperienza d'impatto...

x ...ma per alcuni forse troppo breve
x Non adatto a tutti

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