Recensione 100ft Robot Golf

Ci siamo spesso trovati, soprattutto negli ultimi anni, a doverci chiedere se dietro progetti apparentemente senza né capo né coda si celasse qualche messaggio recondito. Insomma, dove finisce il trash ed inizia l’operazione commerciale “furba”, pensata per utilizzare quest’etichetta al fine di poter nascondere alcuni aspetti del prodotto finale non curati a dovere? 100ft Robot Golf non ci ha lasciato dubbi: un’idea che sulla carta potenzialmente promette tanto divertimento, e nella pratica ci riesce anche per più di qualche tratto, ma che spesso e volentieri si nasconde dietro la coperta (non poi troppo lunga) del “so bad it’s so good”. Ma procediamo con ordine.

Più sono grossi…
In multiplayer, sopratutto in split-screen con altri tre amici, il gioco diverte. La campagna d’altra parte…
100ft Robot Golf, va detto, non è uno di quei prodotti dal titolo enigmatico, e fin da subito è chiaro cosa aspettarsi dal gioco: robot di una trentina di metri (cento piedi, appunto) che si sfidano all’ultima buca sul campo da golf. E se già la premessa sembra surreale dal principio, la realizzazione riesce a superarla: non solo il campo è percorribile in “free roaming” (anche mentre gli avversari stanno eseguendo il loro tiro, rendendo il tutto una bolgia decisamente confusionaria), ma sul green vale praticamente tutto, dal distruggere gli ostacoli che bloccano (o meno) il percorso all’intercettare a mezz’aria le palle lanciate dagli avversari, deviandole o cercando di bloccarle in modo da fargli perdere tempo e lanci preziosi. Una situazione assurda, che dà logicamente il suo meglio quando si gioca in multiplayer, online o locale (No Goblin, il team di due persone dietro lo sviluppo, ha infatti pensato bene di inserire una modalità split screen fino a quattro giocatori) e che, vissuta in quest’ottica, riesce sicuramente a regalare qualche ora di divertimento, specie se si decide di giocare il tutto in un’inedita modalità che premia il primo giocatore che raggiunge la buca. I problemi però iniziano quando si va ad esaminare l’offerta in singolo, in particolare per quanto riguarda la campagna, che dovrebbe cercare di giustificare i 19.99€ richiesti per giocare 100ft Robot Golf e che invece, come intuibile dalle parole spese nel cappello introduttivo, sembra una di quelle aggiunte “furbette” che utilizzano il trash come pretesto per realizzare male il tutto. L’IA nemica infatti non brilla (e anzi, sembra quasi volutamente meno competitiva della sua controparte vista in azione durante le partite libere contro la CPU), la storia è prevedibilmente solo un pretesto per far giocare qualche partita a bordo dei mecha, scimmiottando i prodotti di animazione giapponese anni ’90 e condendo tutto con clichè e qualche assurdità, e, soprattutto, le cutscene sono realizzate con una povertà di mezzi quasi assoluta, da cui escono promossi i modelli (statici, movimenti della bocca a parte) dei personaggi ma che spesso sono condite da casi di doppiaggio fuori sync e sottotitoli imprecisi. Scelta, forse, anche funzionale all’intento parodistico degli sviluppatori, che però ci hanno sicuramente un po’ marciato sopra, visto che alla fine della fiera la nota più lieta di tutto il pacchetto in singolo è la telecronaca, ricca di commenti spassosi (ed un po’ random), che, nelle prime ore, prima di scadere nel ripetitivo, strappa qualche onesta risata.

Facciamo caciara
Il feeling è molto arcade, ed è funzionale all’umore generale del prodotto
Sul fronte ludico, un approccio più vicino alla realtà, tipico di prodotti più o meno simulativi sull’argomento golf, sarebbe stato sicuramente fuori luogo, e da questo punto di vista quindi è comprensibile che No Goblin abbia puntato tutto su meccaniche arcade, pensate soprattutto per divertire e funzionare in sincronia con il tono della produzione. I comandi di base, condivisi da tutti i mecha presenti, prevedono quindi tre tipi di mazze utilizzabili (in ordine di distanza massima percorribile: driver, wedge ed il classico putter per i tiri rasoterra vicini alla buca), tre altitudini di default a cui indirizzare il tiro (alto, medio e basso) e la possibilità di imprimere alla palla qualche variazione sulla traiettoria nelle quattro direzioni, agendo sulle frecce direzionali per modificare il punto di impatto tra mazza e palla. Ogni robot poi è in grado di utilizzare la mazza, col tasto quadrato, per colpire gli ostacoli (solitamente edifici) presenti sul terreno di gioco, per liberare la traiettoria di tiro o semplicemente perché si ha voglia di farlo, e altra distruzione può essere portata sul terreno salendo in aria col jetpack (grilletti dorsali) e poi scendendo repentinamente premendo X, per distruggere tutto quello che si trova esattamente sotto al gigante di ferro.

I robot si differenzieranno tra di loro essenzialmente per due aspetti: per l’arma azionabile con L1 (si spazia da raggi laser a missili, che esplodendo possono spostare giocatore ed avversario) e per il tiro speciale, utilizzabile una volta riempito l’apposito indicatore a furia di colpire la palla. Un canovaccio abbastanza classico, ma che, come detto, nel suo essere accessibile (e complice la possibilità di dar fastidio agli altri giocatori), in multigiocatore riesce senza dubbio ad intrattenere. Da questo punto di vista è anzi un peccato che, di fatto, si possa solo ostacolare gli altri disturbandone i tiri: con la possibilità di distruggere o danneggiare gli avversari, probabilmente la “caciara” in campo sarebbe esplosa definitivamente, portando il tutto su un piano di follia più alto.

100ft robot golf character
Il VR serve?
La modalità VR è un extra superfluo
100ft Robot Golf, tra le altre cose, vanta anche una modalità pensata per PlayStation VR che sposta la prospettiva del giocatore dalla terza persona alla soggettiva: la sensazione però non è quella di essere all’interno del robot, ma piuttosto quella di impersonare la macchina. Anche l’interfaccia si adatta alla Realtà Virtuale, spostando la posizione degli indicatori a schermo che, adesso, si avvicinano di più alla posizione che il controller assume rispetto all’inquadratura. A conti fatti si tratta più di un contentino da provare un paio di volte (a patto di disporre del visore) che di una modalità alternativa vera e propria, visto che il gioco funziona decisamente meglio nella sua incarnazione tradizionale. Tanto più che in modalità VR emergono in modo ancor più lampante le pecche visive del titolo, che non si pone ad alti livelli né sul versante del mero numero di poligoni a schermo né, cercando di compensare, dal punto di vista artistico, confezionando nel complesso un’esperienza che tecnicamente appare grezza senza rimedio e lascia, di nuovo, il sospetto che si sia un po’ giocato al risparmio.

Verdetto
6 / 10
So bad it's mecha
Commento
Curando maggiormente l'esperienza in singolo o decidendo un prezzo di vendita un po' più basso, 100ft Robot Golf sarebbe potuto tranquillamente essere il titolo divertente ed ignorante da tirar fuori a fine serata, magari dopo un paio di birre, per passare qualche ora divertendosi, litigando e ridendo delle battute e delle allusioni dei telecronisti. Così com'è, il titolo dei No Goblin rimane un gioco che alterna situazioni assurde e divertenti a trovate che, anche riflettendoci a freddo, sembrano un po' troppo "al risparmio" anche per un'opera che possiede certe caratteristiche. Un gioco, insomma, da acquistare più avanti, aspettando qualche offerta, ma sempre con l'ottica di rispolverarlo ogni tanto quando si è in compagnia, visto che da soli viene a noia relativamente presto.
Pro e Contro
Molto divertente in multiplayer
Assolutamente folle

x Da soli annoia presto
x Prezzo elevato
x La modalità VR è trascurabile

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