Anteprima Son of Nor

Acqua. Terra. Fuoco. Aria. Molto tempo fa, quattro razze vivevano in pace, ma tutto cambiò quando i Sarahul attaccarono…

Ok, chiaramente questa non è un’anteprima per l’imminente Legend of Korra di Platinum, ma quello che abbiamo provato testando in anteprima Son of Nor, nuovo titolo del team StillAlive Studios, ricorda comunque molto da vicino i vari “domìni” dell’universo di The Last Airbender.

I AM MELON LORD!
Al comando di un giovane mago umano (completamente personalizzabile), avremo infatti a nostra disposizione il controllo dei quattro elementi, sfruttandoli in combinazione con abilità di terraformazione in grado di variare l’assetto dei livelli di gioco. Potremo spostare giganteschi massi e innalzare il livello di intere distese di sabbia, o mantenere in sospensione foglie cristallizzate da usare come piattaforme, o ancora spostare getti d’acqua da una vicina fonte per estinguere un incendio e così via. Il tutto utilizzando semplicemente i tre tasti del mouse e la rotella di scorrimento, o sfruttando il secondo analogico di un controller, cosa che risulta a volte imprecisa (e per alcuni enigmi questo giocherà a nostro sfavore), ma garantisce una semplicità enorme nella gestione dei poteri.

Sebbene al momento il gioco forzi un po’ l’utilizzo di certe abilità nella maggior parte delle sezioni, non sono mancate certo situazioni e side quest in cui il da farsi è lasciato alla creatività del giocatore, e (complice una certa carenza di tutorial e la semplicità dei comandi) il risultato è stato un’esperienza di gioco forse poco precisa ma decisamente stimolante. La possibilità infine di giocare la storia in modalità multiplayer co-operativa apre diversi scenari che spaziano dal puramente interpretativo (vedere diversi maghi, sollevati da terra grazie ai propri poteri ad area, devastare un’orda Sarahul a colpi di sfere infuocate o rocce volanti è esaltante non poco) al decisamente esilarante nel caso in cui decidessimo di “vivacizzare” la partita sotterrando i nostri compagni sotto metri di sabbia.

Nel mare di sabbia
Molto è il materiale ancora da implementare nel gioco, ma il succo della storia è già presente: all’alba dei tempi, una “folgore divina” diede vita alle sabbie, plasmandole in due razze, quella umana e quella Sarahul, simile a rettili antropomorfi. A lungo le due razze convissero più o meno pacificamente, ma quando il primo mago Sarahul manifestò i propri poteri, una terza razza di uccelli umanoidi, più progrediti e avanzati delle altre specie, trasmise la conoscenza di come controllare quei poteri. In breve i Sarahul ridussero gli umani in schiavitù, fino a che anche tra gli uomini iniziò a manifestarsi la magia. Deboli, tuttavia, e non più protetti dalla razza aviana (ritiratasi in altri piani d’esistenza a seguito di una tragedia), gli uomini rischiarono l’estinzione, salvati a stento da una quarta razza di abitanti del deserto, che diede loro una nuova casa, nascosti dai Sarahul ancora e sempre in caccia.

Duecento anni dopo, e dotati di poteri telecinetici di terraformazione, saremo chiamati a sventare una minaccia antica, forse più dei Sarahul stessi, che rischia di spazzar via un’umanità ridotta agli sgoccioli…

Sebbene leggermente stereotipata, l’ambientazione nel complesso lavora in maniera eccellente per immergere i giocatori in un’atmosfera esotica, e la parte di colonna sonora attualmente implementata nel gioco si adatta perfettamente ai vari momenti, da una sezione “stealth” all’interno di alcune caverne naturali, ad una corsa contro il tempo per raggiungere una città assediata, passando per la semplice vita di tutti i giorni e l’esplorazione di antiche strutture più simili ad astronavi che a ruderi.
Tuttavia, il rovescio della medaglia di un’ambientazione così specifica, è che i livelli sinora mostrati peccano di una certa ripetitività nei concetti, e anche il comparto grafico (pur considerate tutte le limitazioni e i vari placeholder dovuti all’essere in early access) non aiuta a mitigare la sensazione di “già visto” delle varie aree. Ci metteremo poco a familiarizzare con i toni rocciosi del deserto e del sottosuolo, e nonostante questo sia necessario anche per alcune meccaniche di gameplay (legate nello specifico alle abilità di terraformazione), una maggior varietà di temi e aree sarebbe stata certamente ben accetta.

son of nor - lift

Aggiungi un (segna)posto a tavola…
Data la natura dichiaratamente in fase di sviluppo della versione provata, tuttavia, ulteriori giudizi più specifici sarebbero probabilmente deleteri, oltre che impossibili. Come già detto, molti sono i segnaposto generici per ciò che deve ancora essere implementato, dalle texture alle pose statiche durante certe animazioni, passando per sequenze audio interamente tagliate, fino allo stesso filmato introduttivo composto al momento dalle illustrazioni dello storyboard. Il primo a risentirne è il comparto grafico, che appare così leggermente “datato”.

Tuttavia, quello che traspare giudicando l’intero progetto nel complesso sono le potenzialità per un titolo da tenere decisamente d’occhio, che compensa nel gameplay le sue lacune e che, grazie ad una serie di funzioni di feedback integrate nell’alpha, consente un filo diretto con gli sviluppatori per poter plasmare al meglio l’esperienza di gioco a partire dalle risposte dei giocatori.

Commento
Come Avatar senza Jade Empire: questa la sensazione provata durante buona parte della sessione di gioco. Togliendo alla popolare serie animata di Nickelodeon le ambientazioni orientali del titolo di BioWare, quello che resta sono i poteri telecinetici di terraformazione e di controllo elementale presentati da StillAlive Studios. E il che, visto e considerato che pur sempre di un early access stiamo parlando, non è assolutamente un male: con delle meccaniche di gioco intuitive e fluide, e il supporto per tecnologie d'avanguardia come Oculus Rift e il sensore cerebrale Emotiv EPOC, Son of Nor riesce a convincere senza strafare, e lascia la piacevole sensazione che il meglio sia ancora in attesa di essere scritto. Ciò che si nasconde dietro i segnaposto audio, video e di animazione ha il potenziale per essere un ottimo ibrido tra azione, avventura ed enigmi, con una trama forse già vista, ma raccontata con perizia e una ricchezza di dettagli tale da immergere il giocatore nei suoi ambienti esotici. Per tutto il resto, ci rivediamo al lancio.
Pro e Contro
Meccaniche di gioco intuitive e molto permissive
Ambientazione esotica immersiva
Storia stereotipata ma intrigante

x Controlli talvolta imprecisi
x Grafica "datata"

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