Redazione ILVG

Speciale Realtà virtuale nella Milano reale

Con l’uscita di PlayStation VR, Sony è riuscita a portare la realtà virtuale nelle case di moltissimi nuovi utenti che, dopo esserne rimasti stregati e dopo aver fatto provare VR Worlds anche alla nonna, si sono trovati desiderosi di nuovi titoli da giocare con in testa il proprio fidato visore. I titoli, per quanto inizialmente diluiti nel tempo, non sono mancati e sembra che, sempre più, Sony sia decisa a supportare quella che a tutti gli effetti può essere considerata come una piattaforma a parte. In occasione della Milan Games Week il sottoscritto, Luca Mazzocco, e il buon Andrea Munaretto siamo stati ospiti di Sony per testare con mano un paio di future uscite e, in un secondo momento, dei ragazzi di Hive Division, con i quali abbiamo potuto fare una chiacchierata proprio riguardante quello che la realtà virtuale può offrire, sia in termini ludici che, soprattutto, di narrativa. Non perdiamo altro tempo, quindi, e vediamo cosa si prospetta il futuro!

La guerra, la guerra non cambia mai! Forse.
Una volta indossato il visore ci siamo trovati all’interno di un campo di battaglia con la possibilità di parlare tramite chat vocale con il giocatore nello stand accanto
Il primo dei titoli che siamo riusciti a provare è stato Bravo Team, sviluppato da Supermassive Games (Until Dawn) e in uscita ad inizio dicembre. Una volta indossato il visore ci siamo trovati all’interno di un campo di battaglia con la possibilità di parlare tramite chat vocale con il giocatore nello stand accanto. Il titolo altro non è che uno sparatutto molto simile ai classici Time Crisis, con la possibilità di rimanere in copertura e, tramite la semplice pressione di un tasto sull’Aim controller, di esporci per poter far fuoco verso i nostri avversari. Una volta usciti dalla copertura, inoltre, potremo decidere in quale riparo successivo nasconderci, in modo da avanzare con strategia verso i soldati nemici e poterli eliminare tutti ondata dopo ondata. L’impatto è stato sicuramente positivo, con una resa grafica realistica e con la possibilità di organizzare gli assalti comunicando via microfono con il nostro alleato. Alleato che, in caso di pericolo, potrà soccorrerci (noi a nostra volta potremo soccorrere lui) e che in più di una situazione si è dimostrato essenziale per superare determinate zone particolarmente ostiche. Dobbiamo ammettere, però, che il titolo dimostrava di essere ancora indietro con lo sviluppo, in quanto erano presenti un’infinità di bug grafici che andavano dal mancato rilevamento del nostro controller a movimenti spasmodici delle mani del nostro alter-ego digitale che neanche stessimo utilizzando Michael J. Fox (che amiamo dal profondo del nostro cuore e che non ci querelerà per questa battuta). Per capire lo stadio arretrato della build da noi testata, vi basti sapere che la nostra prova è terminata non quando siamo riusciti a superare tutti i nostri avversari, ma quando, dopo una serie di colpi alla testa, il gioco si è bloccato impedendoci di colpire il nemico successivo che, improvvisamente, è diventato immortale e ha cominciato ad accucciarsi e ad alzarsi dietro un riparo in pieno stile cane della prateria. Ottimo come sempre l’Aim Controller che, ancora una volta, risulta essere una periferica comoda, intuitiva e capace di restituire un’immersione totale al giocatore. Ci teniamo a sottolineare, infine, una cosa: il titolo firmato Supermassive Games ha evidentemente lo scopo di intrattenere e divertire il giocatore, senza puntare troppo sulla narrativa e sulla sensazione di pericolo in guerra; caratteristiche che, in Bravo Team, sembrano solo vagamente accennate. Insomma: nonostante ci aspettassimo un titolo diverso (con maggiore libertà di movimento e una sensazione di pericolo più opprimente dovuta all’ambientazione bellica), Bravo Team si è dimostrato un prodotto curato, divertente, immersivo e capace, grazie anche al multigiocatore, di incastonarsi nei nostri cuori e di diventare un acquisto obbligatorio per il mese di dicembre.

Vola di qua! Vola di là! Cosa accadrà, cosa accadrà?!
Impressionante la sensazione di trovarsi a bordo di un jet
Abbiamo avuto la possibilità di testare Ace Combat 7 PS VR, il primo titolo di volo in realtà aumentata. preso in mano il pad e messo il visore in testa ci troviamo subito proiettati nell’abitacolo di un F-15 pronto a partire da ponte di una portaerei da qualche parte nell’oceano. Dopo i check di rito ed essersi guardato un po’ attorno per valutare lo spazio circostante partiamo e subito ci troviamo a nostro agio con i controlli, decisamente semplici e intuitivi (per chi ha ben impresso in mente il Dualshock 4). Impressionante la sensazione di trovarsi a bordo di un jet, l’abitacolo è ben ricostruito e, a parte un bug occorso alla persona prima di noi che si è ritrovata dentro un’ala, abbiamo subito dimenticato di essere seduti su una sedia credendo di essere su un seggiolino eiettabile. Nei combattimenti si è totalmente immersi nell’azione e più di una volta ci siamo girati per cercare l’aereo avversario da abbattere, cosa assolutamente non semplice all’inizio, ma prendendoci la mano si riusciranno a far esplodere Sukhoi con una certa disinvoltura. Unico problema riscontrato (forse a causa della sessione post-pranzo) un accentuato Motion Sickness che ci ha accompagnati per almeno una mezz’ora dopo aver tolto il visore da davanti agli occhi. Ma nel complesso possiamo considerarlo il titolo ideale per il VR (adesso dateci una postazione ad Hoc per sentirci ancor più dei piloti).

Realtà virtuale e narrativa: Hive Division è sul pezzo!
Lo diciamo sin da subito: il lavoro svolto dai ragazzi di Hive Division è di tutto rispetto, sia per quanto riguarda la messa in scena tecnica che per la recitazione di Sara
Sempre durante la nostra intensa giornata alla Games Week, abbiamo potuto incontrare Valentina Paggiarin di Hive Division (avete ascoltato la puntata del podcast con lei come ospite, vero?!) e abbiamo potuto provare in anteprima Dreams of Blue, esperienza in realtà virtuale davvero emozionante. Una volta indossato il nostro Samsung Gear VR, ci siamo trovati catapultati all’interno di un mondo a 360° faccia a faccia con Blue, interpretata da una bravissima Sara Lazzaro. Senza anticiparvi troppo su quanto abbiamo visto (il video sarà reso disponibile in futuro su Youtube e sulle altre piattaforme che supportano i video a 360°), possiamo dirvi che abbiamo assistito ad un “monologo” tra diverse versioni di Blue che si trovavano tutt’attorno a noi. Accerchiati da questa/e (stupenda/e) ragazza/e, siamo stati costretti a seguire il dialogo senza rimanere mai fermi nello stesso posto, elemento che ha reso la narrazione sicuramente più dinamica e avvincente rispetto ad una normale prozieone su schermo. Lo diciamo sin da subito: il lavoro svolto dai ragazzi di Hive Division è di tutto rispetto, sia per quanto riguarda la messa in scena tecnica (ottimi gli effetti speciali presenti nel cortometraggio) che per la recitazione di Sara, capace di emozionare e di stupire di gran lunga di più rispetto alla media di prodotti italiani di grosso calibro. Purtroppo la presentazione si è interrotta sul finale a causa dell’esaurimento della batteria, ma siamo certi che questo sia solo un pretesto per poter organizzare un nuovo incontro nello studio di Hive Division e per poter parlare approfonditamente di questo progetto che, proprio mentre vi sto scrivendo, ho scoperto essere stato selezionato nella categoria VR al SITGES Festival Internactional de Cinema Fantàstic de Catalunya. Una volta rimosso il visore, come anticipato nel paragrafo di apertura, siamo riusciti a fare due parole con Valentina Paggiarin riguardanti la realtà virtuale e la sua applicazione nella narrativa moderna. Come trasmessoci direttamente dal video provato in fiera, i ragazzi di Hive Division ritengono che le periferiche VR permettano di raccontare storie in un modo completamente nuovo, mettendo il giocatore/spettatore all’interno del linguaggio narrativo stesso e, di conseguenza, permettendo agli sviluppatori non solo di “raccontare”, ma anche di “far vivere” una storia all’utente. Dreams of Blue, infatti, è solo il primo prototipo di una narrazione tramite la realtà virtuale, ma che Valentina e il suo team non vedono assolutamente come un punto di arrivo, ma bensì come un punto di partenza. E noi non vediamo l’ora di scoprire dove questo viaggio ci porterà!

 

La locandina di “Dreams of Blue”, cortometraggio sviluppato dai ragazzi di Hive Divison.
 

#LiveTheRebellion