Dovessimo descrivere Piccoli Crimini Coniugali (adattamento dell’omonimo romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt) con una similitudine diremmo questo: Un palloncino bello gonfio che fluttua inesorabilmente verso un soffitto pieno d’aghi.

Un marito che ha perso la memoria dopo un’accidentale caduta dalle scale, una moglie che cerca di aprire un varco nel suo buio interiore descrivendogli la loro vita prima dell’incidente e una nutrita serie di sospetti, comportamenti insoliti e un mistero che il regista auto-spoilera dopo pochi minuti, ovviamente volontariamente, decretando così un repentino scemare dell’interesse su questa pellicola dalle premesse davvero interessanti. Perché Alex Infascelli ha talento, ama girare thriller e può sfoggiare ben due David di Donatello sul proprio caminetto (o ovunque li abbia messi in mostra) e Sergio Castellitto e Margherita Buy sono dei signori attori nel panorama italiano. Purtroppo però questa commedia nera si sgonfia, lasciando a terra un palloncino esanime e rattrappito che avrebbe potuto volare altissimo. Vediamo cos’è andato storto (e cosa no).

Umore nero e claustrofobia
Elia (Sergio Castellitto) torna finalmente a casa dopo qualche giorno in ospedale per una rovinosa caduta dalle scale. Un grande cerotto insanguinato sulla nuca è l’unico segno fisico di ciò che è accaduto, un “poteva andare peggio” avvolto però dalla nebbia del terribile rovescio della medaglia, la perdita di memoria e l’incertezza sul suo ritorno. L’algida moglie, (Margherita Buy, mentre il suo alter ego resterà senza nome) cerca di spronarlo, descrivendogli la propria vita, ricordandogli il suo lavoro, quello di scrittore di romanzi gialli, e la loro vita di coppia, praticamente perfetta, forse troppo, nonostante i classici alti e bassi conditi da strane abitudini personali. Ci si sente coinvolti nella vicenda, si cominciano a creare aspettative, gli ingredienti per un buon thriller psicologico ci sono tutti; poi il boom causato dagli aghi di cui sopra, o meglio, da una sceneggiatura che presto scade in una morbosa vicenda di coppia decisamente troppo artificiosa, teatrale, finta.

Una vicenda morbosa, dove il thriller abbandona presto la scena in favore di un rapporto di coppia teatrale e troppo finto per essere coinvolgente

Si viene buttati fuori a calci dal coinvolgimento iniziale, mentre la casa in cui è interamente girato il film comincia a diventare claustrofobica e a mostrare i suoi limiti, strutturali ed emotivi, pur nella colta ricerca di un design interessante che sapesse rendere al meglio le emozioni della coppia assoluta protagonista; una prigione dorata e contorta, oscura e angusta, la cui unica via di fuga sono le ripidissime scale a spirale dove sembra essersi consumato l’incidente domestico, come un vortice da cui i due non riescono a venir fuori. Una chiave di lettura efficace solo esteticamente, lato che vince nettamente su quello narrativo e mostra un Infascelli a suo agio con la macchina da presa e capace anche di soluzioni stilistiche pregevoli. Il problema è proprio nella vicenda che dovrebbe essere esaltata dalle immagini e ne viene invece affossata con dialoghi fasulli, tira e molla forzati e scene fini a se stesse che riescono solo a stampare un gran punto di domanda sulla faccia dello spettatore. A teatro avrebbe anche potuto funzionare (e l’intero film è costruito per sembrare una pièce vera e propria), ma da guardare in televisione (come è successo a noi) o al cinema, è un’altra cosa.

Castellitto e Buy sono decisamente a loro agio insieme e cercano di lottare strenuamente contro un copione che vuole raccontare la vicenda nel modo più ampolloso possibile, quasi a rispecchiare l’opulenza di certi pezzi d’arredo sparsi per l’appartamento, con battute costruite più per essere contorte e morbose che per imbottire e sviluppare il dipanarsi della trama. Quando poi il colpo di scena finale si capisce già guardando la copertina del Blu-ray, forse qualche problema strutturale c’è. Chi vi scrive vive una grande storia d’amore con tutto ciò che è contorto e ambiguo in ambito cinematografico (e videoludico e letterario), ma è un genere che vive sempre sul filo del rasoio e ha bisogno di una cura maniacale, di decantare e respirare come un buon vino rosso, per creare tensione, pathos e voglia di guardarlo senza battere ciglio, per paura di perdersi qualche fotogramma fondamentale.

Stilisticamente il film spicca e Infascelli dimostra di avere gusto sia nelle inquadrature che nella scenografia.

Restano, come detto, ottime basi estetiche e registiche, una scenografia angosciante nella sua casalinga familiarità e un duetto che più che sulle parole fa del gioco di sguardi la sua forza, con scene anche riuscite, forti ed emotivamente cariche. Troppo poche però, il vino rosso viene buttato giù come uno shot di rum dalla stessa Margherita Buy, senza pazienza e piacendosi troppo, quasi volendo archiviare la pratica in fretta. Elia descrive (nel suo “libro peggiore”, Piccoli Crimini Coniugali)  una coppia di innamorati come un’associazione a delinquere dove ognuno dei due cerca di uccidere l’ego dell’altro, arrivando all’armistizio del matrimonio, dove i due si alleano per poi spostare il proprio mirino su chiunque gli graviti intorno. Una metafora calzante, sceneggiatura e regia si fanno del male, si sposano nell’alchimia della pellicola e poi cercano di rivoltarsi contro gli spettatori.

Dettagli prodotto
  • Attori: Sergio Castellitto, Margherita Buy
  • Formato: Blu-ray, PAL, Schermo panoramico
  • Audio: Italiano
  • Lingua: Italiano
  • Sottotitoli: Italiano
  • Regione: Regione B (Maggiori informazioni su Formati Blu-ray.)
  • Numero di dischi: 1
  • Studio: Koch Media
  • Data versione DVD: 30 ago. 2017
  • Durata: 85 minuti
 

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