Come ogni anno lo staff di I Love Videogames seguirà da vicino l’E3 2017, offrendovi una copertura completa dell’evento videoludico dell’anno. In attesa dell’inizio dell’edizione 2017 della kermesse losangelina, vi proponiamo una serie di speciali, nei quali andremo ad analizzare cosa aspettarci dalle conferenze di quest’anno, facendo il punto della situazione in base ai vari rumor usciti in questi mesi:

L’E3 2017 alla fermata del bus
Fuori da L.A., nessuna pietà
  • I Live Videogames @ E3: in diretta per parlare dell’E3 appena concluso, mercoledì 14 giugno alle ore 19:00;
  • Chi ha vinto l’E3 2017? Sabato 17 giugno, nel nostro consueto “slot” per lo speciale della settimana;
E per rimanere sempre informati su tutte le novità dell’E3 2017 non perdete la Guida pratica e la nostra copertura completa.

 

L’anno scorso aprivamo l’articolo sulle aspettative pre-conferenza E3 di Sony raccontandovi di come PlayStation 4 stesse vivendo il momento migliore del suo ciclo vitale, viste le tantissime uscite di spessore che il 2016 ci aveva regalato nella sua prima parte (e tutte quelle che ci avrebbe messo sullo scaffale nel resto dell’anno).

Oggi però dobbiamo ritrattare: Best place to play non è mai stato uno slogan così azzeccato

Sony si avvicina alla sua conferenza E3 2017 in uno stato di forma addirittura migliore di quello dell’anno scorso. Il 2016 a giugno aveva già messo sul piatto Ratchet & Clank, Uncharted 4 e qualche piccola perla più low budget come Shadow of the Beast? 365 giorni dopo abbiamo già giocato all’ottimo Gravity Rush 2, a Horizon: Zero Dawn (un’ennesima scommessa vinta, non male per una casa che a detta di tanti nintendroni sa solo copiare da Kyoto) e a Nioh. Senza contare il contributo delle altre seconde e terze parti con titoli (o feature) in esclusiva per il monolite nero. E, come recita un vecchio meme, this isn’t even my final form…

“Poco concreto” lo vai a dire a Scalebound
Poco concreti? Forse, ma uomini di spettacolo a tutto tondo
Una delle critiche più telefonate che si presentano sulla rete dopo una qualunque conferenza Sony è quella che vede la casa giapponese poco concreta, sempre pronta a presentare titoli in uscita nel duemilacredici e poco attenta al presente. Una considerazione sicuramente fondata, ma che però, bisogna riconoscerlo, lascia il tempo che trova. Una conferenza è davvero riuscita quando il pubblico si alza dalla poltrona soddisfatto e non applaude solo per semplice educazione, ma perché la performance è stata tale da essere sottolineata battendo le mani. Sony è maestra in questo tipo di iniziative, ma prima o poi arriva il momento in cui i giocatori iniziano – giustamente – a battere cassa. Ci aspettiamo quindi che sul palco di quest’anno trovino posto notizie più certe a proposito di alcuni di quei progetti che ci hanno fatto esultare durante le varie Paris Games Week, PlayStation Experience e conferenze E3 negli scorsi due anni. Il primo degli ultimi (ad arrivare), in questo senso, è Detroit: Become Human di Quantic Dream, annunciato proprio durante l’evento parigino del 2015. Dopo un anno e mezzo è il momento di fissare una data di uscita, magari proprio per questo inverno, visto che ci aspettiamo che Sony abbia della “contro-programmazione” per guastare un po’ la festa al Mario Odyssey di Nintendo (dopotutto, PS4 è stata splendidamente molesta anche il giorno del lancio di Nintendo Switch). Intendiamoci: David Cage assomiglia a Dan Brown, più che a Re Mida, ma nella testa dei fondamentalisti PlayStation avere un titolo pesantemente story-driven che si oppone a Super Mario e a quello che rappresenta sarebbe un’iniziativa a dir poco suggestiva. Ed emozione e suggestione sono le due chiavi della macchina del marketing Sony, giocato da sempre in equilibrio tra la punta di fioretto ed il For the Players.

Spider-Man è tornato a casa su pellicola. Che lo faccia anche su PS4?
Un altro progetto per cui ci aspettiamo quantomeno qualche nuova informazione è lo Spider-Man di Insomniac, definitivamente tornata a casa dopo la (deludente, nell’opinione di chi scrive) parentesi in Microsoft con Sunset Overdrive. Ai tempi della trilogia di Raimi, Sony ha cinematograficamente lanciato il filone sempre più ricco dei cinecomics: adesso la missione è partire dalle conseguenze di quella manovra – che hanno trovato la loro massima realizzazione nel Marvel Cinematic Universe disneyano, con buona pace degli hater – per riuscire a rilanciare in pompa magna una tipologia di prodotti che negli ultimi anni ha perso mordente, quella dei tie-in videoludici. Sotto-categoria che proprio con i tie-in della prima trilogia dell’amichevole Uomo Ragno di quartiere ha affermato quanto poteva mettere sul piatto, ludicamente parlando, e che proprio per questo motivo ci piacerebbe tornasse in auge sempre grazie all’arrampica-muri chiudendo il cerchio.

Ma l’uomo più atteso non può che essere uno, e non può che rispondere al nome e all’inconfondibile montatura degli occhiali di Hideo Kojima. Dopo l’annuncio di Death Stranding l’anno scorso, proprio sul palco che Sony si appresta a calcare di nuovo la notte di martedì 13, il papà di Metal Gear è stato grande protagonista anche al PlayStation Experience, riuscendo a trasformare un momento mediaticamente abbastanza irrilevante (la scelta del motore grafico per il suo prossimo titolo) in un vero e proprio evento nell’evento, con tanto di cerimonia di consegna e fotografie. Sospettiamo che la data di uscita sia ancora lontana e che se ne parli l’anno prossimo – se non nel 2019 –, ma nel mentre siamo logicamente avidi di dettagli. Se divulgati facendo un po’ di cinema come nel caso della partnership con Guerrilla, tanto meglio: ne guadagna lo show.

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God of War? Lo aspettiamo il prossimo marzo
Cos’altro ci si può aspettare, ragionevolmente? Beh, il contributo di Santa Monica con il suo God of War. Anche in questo caso, a giudicare dai “precedenti storici” di Sony (tradizionalmente, c’è una major release all’anno, nella finestra tra marzo e maggio) immaginiamo che per l’appuntamento con lo scaffale bisognerà aspettare la prossima primavera. Ma visto che per ora si è visto praticamente solo un trailer, avere a disposizione qualche altra informazione e/o vedere Kratos in qualche nuova sequenza sicuramente non dispiacerebbe agli appassionati del brand, e più in generale a chi è rimasto incuriosito dal cambio di location e conseguente virata norrena del tutto.

Hardware? Anche no
Negli scorsi giorni hanno iniziato a circolare voci a proposito di una fantomatica PSP 3, una nuova macchine da gioco portatile nell’ecosistema Sony che andrebbe ad ereditare la (scomoda) poltrona di PS Vita. Ora, potremmo lanciarci in una prolissa spiegazione sul perché non sia una buona mossa, visto e considerato il trattamento riservato proprio a PS Vita da parte della casa madre, il successo (su cui chi vi scrive era, bisogna ammetterlo, abbastanza scettico) che sta accompagnando questi primi mesi sul mercato di Nintendo Switch – a cui bisogna aggiungere anche un 3DS che, come vi raccontiamo spesso, non se ne vuole proprio andare – e il fatto che comunque la casa giapponese sta spingendo e dovrebbe continuare a spingere PlayStation VR, attualmente il visore per la Realtà Virtuale con la maggior base installata del mercato (se si ignora il segmento mobile). Potremmo, ma il parody account di Kaz Hirai ha già riassunto la nostra posizione in modo tremendamente efficace.

 


Detto questo, chiaramente, mai dire mai, ma ora come ora una nuova console portatile non sarebbe semplicemente una scelta saggia. Come diceva Shuhei Yoshida qualche anno fa, il clima al momento non è salutare: lo ha capito anche Nintendo, che ha infatti deciso di giocarsela in un altro modo (ricorrendo ad una soluzione ibrida che va ad intercettare alcune esigenze precise), a maggior ragione Sony – che non può vantare Proprietà Intellettuali pesanti come quelle di Kyoto – potrebbe trovarsi in difficoltà. Il vero tesoretto della squadra PlayStation non sta nei titoli sulle copertine dei giochi, ma nei nomi di chi sta dietro a quei Blu-Ray che poi infiliamo nella console e a quei giga che scarichiamo da PlayStation Store.

L’oro di casa Sony sono gli studi first-party, che per il momento possono massimizzare i loro introiti lavorando su PS4 (e magari spingere PS VR)

PSP 3? Meglio far lavorare gli studi su PS4 e PS VR
E da questo punto di vista ci aspettiamo (che sia la volta buona?) di ritrovare sul palco Sucker Punch, poter vedere più da vicino l’attesissimo The Last of Us: Part II di Naughty Dog (che questa estate comunque porterà a casa dei giocatori Chloe Frazer con Uncharted: The Lost Legacy) e magari di avere finalmente qualche coordinata temporale a proposito di Dreams di Media Molecule. Ma se l’autore dell’articolo dovesse esprimere un desiderio, sarebbe quello di vivere un altro “momento Double Fine” al cardiopalma come quelli che Sony ormai dispensa da qualche anno a questa parte. Grim Fandango, Psychonauts (con Rhombus of Ruin già rilasciato in esclusiva proprio per PlayStation VR) e Full Throttle sono stati protagonisti indiscussi quando lo sportello Sony ha chiamato il loro numero. Perché? Perché semplicemente PS4 era al posto giusto e al momento giusto per riproporli, per venire incontro alla nostalgia di quegli utenti che sui banchi della fu LucasArt sono cresciuti – sì, è chiaro che tutte queste operazioni sono state presentate spingendo sull’intento di far avvicinare nuove leve a titoli che hanno reso grande il medium… Ma francamente chissenefrega delle buone intenzioni in questi casi. E se abbiamo aperto questo pezzo ritrattando la prima affermazione dell’articolo “gemello” dell’anno scorso, non possiamo che fare il contrario in chiusura e auspicare l’annuncio di quel Monkey Island 3a: The Secret Revealed or Your Money Back (e conseguente ritorno di Ron Gilbert a collaborare con Double Fine), diventato ormai oggetto del desiderio di tutti gli appassionati del pirata Threepwood.

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