Redazione ILVG

Speciale Road to Alien: Covenant

In questo articolo speciale tratteremo i punti principali della carriera multimediale di un franchise potente come quello di Alien, partendo logicamente dalla versione cinematografica, per passare poi alle relative versioni a fumetti e videoludiche

Diventato un vero e proprio simbolo della fantascienza moderna, Alien torna oggi nelle sale italiane con una nuova pellicola intitolata Alien: Covenant, vero e proprio testimone di passaggio dalla scorsa pellicola di Ridley Scott (Prometheus) al capostipite della saga datato 1979. Come già saprete se ci seguite da tempo, abbiamo già avuto occasione di vedere il nuovo lavoro del regista britannico e abbiamo realizzato un’esaustiva recensione che vi invitiamo a leggere prima di entrare in sala, in modo da avere un’idea di quanto vi aspetta. In questo articolo speciale, invece, tratteremo i punti principali della carriera multimediale di un franchise potente come quello di Alien, partendo logicamente dalla versione cinematografica, per passare poi alle relative versioni a fumetti e videoludiche. Nella speranza che possiate trovare questo articolo interessante, vi invitiamo a farci sapere (tramite un commento qui sotto oppure attraverso i classici social network) il vostro rapporto con la creatura ideata dal designer Hans Ruedi Giger.

Siete fedeli cultori di quello che viene definito come l’Alienverse oppure vi siete limitati alla versione cinematografica?!

1979 Odissea nello spazio
Il primo Alien fu un fulmine a ciel sereno:  regia oppressiva, trama funzionale e un design del tutto fuori scala
Come anticipato nella prefazione di questo speciale, il primo paragrafo è giustamente dedicato all’incarnazione originale di Alien, ovvero quella cinematografica nata dalla mente congiunta di Ridley Scott e di Hans Giger nel 1979. Il primo Alien fu un fulmine a ciel sereno, caratterizzato da una regia oppressiva basata su una trama semplice, ma funzionale, su una protagonista femminile dal forte carisma e su un design del tutto fuori scala rispetto alle produzioni dell’epoca (e, oserei dire, anche attuali). Con dei tempi di produzione ben lontani dalle macchine da blockbuster del giorno d’oggi, nel 1986 la pellicola di Scott ricevette un sequel (Aliens – Scontro finale) diretto da quel James Cameron che giusto due anni prima divenne famoso grazie al suo Terminator. Il successo, anche questa volta, fu totale, grazie ad una pellicola a tratti superiore addirittura al precedessore con una maggior dose d’azione, ma che manteneva quelle caratteristiche horror che avevano reso il primo episodio tanto amato dal pubblico di tutto il mondo. Ormai il franchise era nato e nel 1992 l’allora esordiente regista David Fincher (Seven, Fight Club, The Social Network) portò nelle sale Alien³, film che, però, non venne apprezzato come i precedenti capitoli a causa di un’atmosfera troppo cupa e meno fantascientifica (per quanto con un finale davvero memorabile). Nel 1997 si chiude quella che viene definita come la quadrilogia originale, grazie a Alien – La Clonazione, diretto da Jean-Pierre Jeunet (Il favoloso mondo di Amelie) e incapace, come il suo predecessore, di conquistare completamente i fan della saga. Nel frattempo, però, il franchise si è evoluto attraverso una serie di fumetti targati Dark Horse e numerosi videogames (dei quali potrete sapere di più leggendo i prossimi paragrafi), permettendo al nostro Xenomorfo preferito di interagire anche con altri razze aliene, tra le quali spicca sicuramente quella di un altro celebre brand: Predator. Ecco che quindi, nel 2004, approda nelle sale Alien Vs. Predator, ufficialmente un vero e proprio prequel della saga di Ridley Scott che riesce a calamitare nuovamente l’attenzione sul personaggio, per quanto con un film dai toni ben lontani dai primi capitoli. Questa serie spin-off può “vantare” anche un sequel nel 2007 (Alien Vs. Predator 2), ma l’operazione si è dimostrata un flop totale, facendo affossare del tutto questo filone narrativo. A distanza di più di trent’anni dal primo storico capitolo, Ridley Scott torna nel 2012 con Prometheus, un film sofferto che, fino all’ultimo, non si è ben capito se volesse essere una IP del tutto nuova oppure un “semplice” prequel del primo Alien. Una volta uscito nelle sale fu chiara la vera natura del nuovo lavoro del regista britannico, ma nonostante dei palesi aspetti positivi (soprattutto nella prima parte della pellicola) non riuscì a farsi apprezzare del tutto dal pubblico. Con la consapevolezza di dover trovare un metodo per riportare in auge il brand, Scott decise quindi di mettersi a lavorare su Alien: Covenant, con lo scopo di ibridare il meglio delle atmosfere di Alien con la forte narrativa di Prometheus.

Ma abbiamo visto tutti com’è andata a finire (e se non l’avete visto o non vi interessa oppure lo vedrete a breve).

Ovviamente nel corso del tempo ci sono state numerose proposte per nuovi episodi, tra i quali spicca sicuramente quella dello script di Josh Whedon che, una volta proposto alla 20th Century Fox, non piacque a Sigourney Weaver e che venne quindi cancellato. Persino recentemente, per far spazio all’ultima creazione di Ridley Scott, è stato affossato un quinto capitolo della saga di Alien che, per la gioia degli amanti della fantascienza, era stato affidato a Neill Blomkamp (District 9) e che avrebbe visto il ritorno di Sigourney Weaver come protagonista. Ultimo aneddoto interessante, prima di lasciarvi agli altri media legati ad Alien, è la presenza di un film apocrifo. Diretto da Sam Cromwell (nome fasullo dell’italiano Ciro Ippolito), Alien 2 sulla Terra venne alla luce in Italia nel 1980, sfruttando il fatto che i diritti del franchise non erano ancora stati depositati. La Fox tentò in tutti i modi di boicottare la pellicola (che con il film di Scott aveva davvero poco da spartire) arrivando a intraprendere azioni legali in ogni Paese dove il film venisse proiettato e attaccando direttamente il regista con una causa da dieci milioni di dollari. Ciro Ippolito riuscì a vincere la causa grazie all’aiuto del suo avvocato britannico, il quale trovò un romanzo degli Anni Trenta intitolato “Alien”, dimostrando come Ridley Scott non possedesse il copyright della parola e permettendogli così di uscire vincitore dalla contesa legale. Come al solito noi italiani riusciamo sempre a farci riconoscere.

Se giochi ai videogames nessuno può sentirti urlare
il nostro simpatico Xenomorfo di quartiere era pronto a conquistare anche altri media già all’esordio
A distanza di soli 3 anni dall’uscita del primo Alien, il nostro simpatico Xenomorfo di quartiere era pronto a conquistare anche altri media. Ecco che nel 1982, per Atari2600, compare quindi Alien, videogames sul filone di Pac-Man che tentò di sfruttare il successo della pellicola di Ridley Scott per catturare una maggior parte di pubblico. Quello fu il punto d’inizio di una moltitudine di titoli che vanno dalle avventure testuali (Alien, 1984) agli sparatutto (Alien Trilogy, 1996), passando per i picchiaduro a scorrimento (Aliens, 1990). Dal 1982 al giorno d’oggi, tra titoli dedicati al singolo Alieno e quelli in “collaborazione” con il collega Predator, si possono contare decine e decine di videogames, tra i quali spiccano sicuramente Alien Vs. Predator (lo sparatutto del 1999) e Alien Isolation, recente produzione targata Creative Assembly che, come mai accaduto prima, è riuscita nell’intento di catturare il fascino e il carisma di quel primo, indimenticabile, episodio datato 1979. Ovviamente sono presenti anche dei titoli meno riusciti di altri (non è vero, Alien: Colonial Marines?!), ma bisogna ammettere che lo Xenomorfo è riuscito sempre ad adattarsi all’interno dell’industria videoludica, presentando titoli spesso diversi tra loro e forti di quell’atmosfera e di quel carisma che da anni ormai identifica la figura dell’Alien. Secondo le ultime indiscrezioni (e il probabile successo al botteghino di Alien: Covenant), pare che a breve (magari proprio nel corso di questo E3) possa venire annunciato un sequel per quell’Alien Isolation citato poche righe fa. Inutile ammettere che l’idea di un nuovo titolo con protagonista la creatura di Giger, magari con tanto di supporto alla realtà virtuale in pieno stile Resident Evil VII, manda letteralmente in brodo di giuggiole chi vi sta scrivendo, nella speranza continuino sulla traiettoria intrapresa dall’ultima produzione videoludica e non da quella cinematografica.


Per approfondire:
Alien Isolation
L’Alienverse è tornato tra noi!
L’universo a fumetti di Alien ha il merito di essere stato il media più utilizzato per espandere la narrativa del franchise
L’universo a fumetti di Alien ha il merito di essere stato il media più utilizzato per espandere la narrativa del franchise ideato da Ridley Scott. Questo accadde due anni dopo l’arrivo di Aliens – Scontro finale (che ha reso un singolo film il capostipite di una serie), quando la Dark Horse decise di mettere in produzione un sequel della pellicola diretta da James Cameron. Da quel momento le serie sul nostro Xenomorfo preferito hanno cominciato ad aumentare, riscuotendo un discreto successo e interagendo anche con universi paralleli come quello di Predator, dei supereroi della DC Comics e della Image. Ma come fare a recuperare ora questa parte dell’Alienverse?! Per vostra fortuna Saldapress è pronta a venirci in aiuto, portando in Italia tutto lo scibile del panorama a fumetti dedicato ad Alien. Ecco che in fumetteria, quindi, potrete trovare tre serie ben distinte: per i fan nostalgici o per chi volesse scoprire i titoli del passato, è presente un volume chiamato Alien 30° Anniversario, disponibile a 24.90€ e contenente tutta la storica saga scritta da Mark Verheiden e disegnata da Mark A. Nelson in uno splendido bianco e nero. Se siete dei fan della narrativa di Prometheus, invece, potete trovare sempre in fumetteria Prometheus Fire and Stone, prima parte (di cinque) contenente un vero e proprio collegamento tra tutte le IP dedicate ad Alien (Aliens, Prometheus, Predator e Alien VS. Predator) e con un focus particolare per quanto riguarda l’interessante figura della razza aliena degli Ingegneri. Il tutto in un comodo formato brussurato al prezzo di 12.90€. Ultimo, ma non certo per importanza, è lo spillato Aliens, contenente tutte le produzioni recenti targate Dark Horse. Se volete rimanere al passo con l’evoluzione dell’Alienverse, quindi, non potete farvi sfuggire questa testata mensile che vedrà il susseguirsi di saghe avvincenti e disegnate magistralmente. Si parte con Alien – Defiance, miniserie scritta da Brian Wood (DMZ), disegnata da Tristan Jones (Mad Max: Fury Road) e l’italiano Riccardo Burchielli (John Doe) e con le copertine del sempre più bravo Massimo Carnevale (Dylan Dog). A rendere ancora più imperdibile quest’ultima testata è il prezzo lancio di 1.90€ (invece di 3.20€), la presenza di una fantastica cover variant e la partecipazione straordinaria di una certa Amanda Ripley che i fan di Alien: Isolation dovrebbero conoscere molto bene.

Uno splendido Chestbuster realizzato dal sempre più bravo artista Alberto dal Lago 

 
Alien è di nuovo tra noi
Come recita il titolo di questo paragrafo conclusivo, Alien è davvero tornato. Non importa se l’ultima pellicola di Ridley Scott vi sia piaciuta o meno, ma importa il fatto che lo Xenomorfo sia di nuovo sulla bocca di tutti (a Facehugger piace questo elemento, n.d.L.). La qualità generale delle ultime produzioni a fumetti e videoludiche dedicato al brand di Alien, infatti, possono vantare una qualità e una cura nei dettagli che difficilmente è possibile trovare in altri universi narrativi. Ecco il motivo per cui vi consigliamo, nel caso foste amanti della saga cinematografica, di espandere la vostra cultura dell’Alienverse, mentre se siete ancora vergini di questo affascinante franchise abbiamo solamente tre cose da dirvi: non guardate dentro a delle uova aliene giganti, lasciate stare i cobra spaziali e ricordatevi che nello spazio nessuno può sentirvi urlare.

#LiveTheRebellion