Giuseppe Pizzuti

Speciale I 10 videogiocatori tipo di Football Manager

Anche quest’anno, Football Manager ha regalato ai videogiocatori di tutto il mondo un’esperienza unica e puramente calcistica, che ha legato molti di noi alla sedia affinché riuscissimo a portare sul tetto del mondo la nostra squadra. Rispetto ad alcuni precedenti, Football Manager 2017 non ha rivoluzionato il modo in cui il videogiocatore si rapporta al titolo, che si migliora comunque anno dopo anno, aggiungendo quelle piccole regole che il mondo del calcio vede cambiare quasi ogni stagione; il titolo targato Sega mette a nudo anche quelle che sono le personalità e le volontà dei giocatori, che seguono i propri istinti o semplicemente cercano di portare il proprio mondo e il modo di pensare all’interno di questo gioco. Per questo motivo, ci siamo divertiti a ricercare dieci stereotipi di novelli allenatori che possiamo ammirare anche nel capitolo 2017 del fu Championship Manager.

 

1) Il Sir Alex Ferguson
Molti giocatori hanno deciso negli anni di portare una e una sola squadra sul tetto del mondo. Spesso capita infatti di vedere allenatori che si siedono sulla panchina di un team per tantissimi anni, emulando la vita manageriale del mitico Alex Ferguson, allenatore del Manchester United dal 1986 al 2013. L’impostazione della partita è in questo caso semplice: la propria squadra deve migliorare il più possibile, partendo magari da una discreta posizione di classifica, fino ad arrivare a vincere perché no, la Champions e la Coppa Intercontinentale. Esiste poi il Sir Alex Ferguson al quadrato, ossia un allenatore che fa il doppio del lavoro, portando una squadra della seconda divisione di Gibilterra a vincere le maggiori competizioni mondiali in 30-40 stagioni. Saremo mai nominati Sir anche noi?

 

 

2) Il Mazzarri
Come si fa a non lamentarsi se il terreno è in condizioni pietose? Come si fa a non lamentarsi se dobbiamo giocare ogni tre giorni? Ma soprattutto come si a fa a non lamentarsi quando tiriamo venti volte a due nello specchio della porta del Real Madrid, ma perdiamo comunque? Football Manager 2017 sembra mettere particolarmente alla prova i videogiocatori di tutto il mondo con statistiche a dir poco allucinanti. Non sono rari i casi di mazzarrite, talvolta giustificati, talvolta no. Giocatori buggati? Abilità del calciatori non reali? Difficile cercare di spiegare perché i nostri giocatori sbagliano a porta vuota o ancora perché i nostri avversari fanno goal al primo (e talvolta unico) tentativo. L’unica cosa che però consigliamo a questi videogiocatori è di controllare alcune statistiche di fine partita del vero calcio, e vedrete che il pallone è rotondo, e non sempre va come vogliamo. Celtic-Barcellona di qualche anno fa ne è la testimonianza più palese.

 

 

3) Il Fabio Paratici
Su, diciamolo. Quanti di voi hanno scoperto un calciatore o un regen di cui sono diventati padri adottivi all’interno di una partita? Football Manager ha da sempre offerto una grande ma soprattutto varia dose di eccitazione, e, quando si parla di calciomercato, molti giocatori perdono ore e ore a cercare il loro nuovo idolo. Ed è da luglio a settembre che solitamente si scatena il Fabio Paratici che c’è in noi. Scoprire giovani talenti o magari acquistare calciatori che hanno già provato di valere tanto non conta (se abbiamo i fondi necessari). E sotto questo punto di vista, Football Manager regala tante emozioni. Riusciremo a prendere i nuovi Pogba a parametro zero?

 

 

4) I Giorgio Squinzi

Grazie al web, chi vi scrive ha spesso avuto modo di leggere i commenti e le idee che molti manager virtuali hanno avuto dall’uscita del gioco a oggi, e spesso ci siamo imbattuti nella volontà da parte di molti di creare una squadra che sia parzialmente (se non totalmente) italiana. Insomma si cerca di emulare qualcosa che il Piacenza di inizio millennio e più recentemente il Sassuolo di Giorgi Squinzi hanno provato a fare, portando avanti il patrimonio calcistico nostrano con calciatori come Berardi, Consigli, Ragusa e altri ancora. Una sfida avvincente insomma, in cui far crescere i vari Melegoni, Pinamonti, Cutrone e Kean e diventare una potenza mondiale nel giro di qualche lustro.

 

5) Il Claudio Ranieri
A tutti sarà capitato prima o poi qualche miracolo videoludico-calcistico. Un’occasione più unica che rara magari, qualcosa di inaspettato e di incredibilmente bello. Il Claudio Ranieri della situazione è colui che porta una squadra di medio-bassa classifica a sfidare i colossi del calcio e riuscire a vincere una competizione con tutti i pronostici contro. Football Manager regala questi attimi soprattutto nelle categorie inferiori, ma nelle competizioni più importanti è molto più difficile, soprattutto nei primi anni di gioco.

 

 
6) Claude Le Roy
Da Claudio a Claude. Claude chi?! Claude Le Roy. Allenatore, osservatore, dirigente, ex calciatore e chi più ne ha più ne metta. Questo manager, a metà strada tra Elton John e Teo Teocoli quando imita Caccamo, ha però raggiunto la notorietà grazie ai meme che negli scorsi mesi, in particolare a gennaio, hanno invaso il web. Le Roy è infatti l’odierno commissario tecnico della nazionale del Togo, che si è messo in mostra durante l’ultima Coppa d’Africa. L’avventura tenutasi in Gabon non è andata benissimo, ma Le Roy è molto elogiato per ciò che ha fatto nella sua carriera, avendo cambiato sei panchine di club e soprattutto undici nazionali, senza dimenticare un’esperienza come osservatore del Milan e un’altra da direttore tecnico del Paris Saint Germain nell’ormai lontana stagione 1997/1998. L’allenatore francese incarna l’esperienza che molti allenatori virtuali cercano nel gioco, partendo magari dal campionato indonesiano per poi trasferirsi nella seconda divisione di Gibilterra. Magari non arriveranno a vincere i maggiori tornei intercontinentali, ma un’esperienza con giocatori le cui abilità raggiungono un massimo di 8/20 vale la pena affrontarla.

 

 

7) Il/i gemello/i
Un’altra sfida che un po’ tutti abbiamo affrontato prima o poi è quella di cominciare una stagione muovendo due (o più allenatori) sparsi in giro per il mondo; un’esperienza allettante, soprattutto se poi prendiamo in considerazione campionati diversi tra loro. In questo caso però, risulterà tutto più lento (senza considerare il fatto che dovremo inserire tanti campionati giocabili), risultando magari snervante in alcuni momenti. Ma non sarebbe (poco) affascinante vedere una delle proprie squadre vincere prestigiosi trofei mentre l’altra retrocede?

 

8) Pep Guardiola

Se andiamo a ricercare tattiche già belle e finite sui vari forum dedicati al titolo di Sega, scopriremo che ancora oggi, dopo anni dalla sua creazione, il Tiki-Taka continua a essere uno dei sistemi di gioco più utilizzati dagli allenatori di Football Manager, magari con un 4-3-3 e un falso nueve pronto a far male alle difese avversarie. Purtroppo però son finiti i tempi in cui questo modulo e soprattutto quest’impostazione spopolavano e portavano a farci vincere tutto. Il Guardiolismo, o più generalmente il possesso palla, continuano in ogni caso a fare la fortuna di molti allenatori.

 

9) L’Eddie Guerrero
Quante volte abbiamo visto screen postati dai nostri “colleghi allenatori” su Internet che ci hanno portato a chiedere: “Quante volte avrà chiuso e riaperto il gioco?”. L’Eddie Guerrero (per chi non lo sapesse, wrestler deceduto oltre dieci anni fa e famoso per il suo motto “lie, cheat and steal”, ossia “menti, imbroglia e ruba”) è in questo caso l’allenatore che non accetta di perdere o pareggiare una partita, e la rigioca fino a vincerla. Insomma, quando leggiamo Cremonese-Barcellona 7-1, non crediamoci subito.

 

 

10) L’Hooligan
E infine c’è quel tifoso-allenatore alla Antonio Conte. Quel tipo di manager che dà tutto per la propria squadra e che ci rimane anche male se le cose non vanno come desidera. Questo è forse quella tipologia di allenatore che un po’ tutti noi incarniamo, desiderosi di fare qualcosa che nella realtà magari è impensabile, ma che vogliamo portare avanti perché ci crediamo davvero. E allora non ci resta che farci la radiocronaca, intervistarci da soli e portare la nostra squadra sul tetto del mondo.

 

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