Giuseppe Pizzuti

ILoveRetro Retrocensione: Championship Manager 2001/2002

FIFA o PES. PES o FIFA? La domanda che oggi milioni di giocatori si fanno poco prima dell’uscita annuale dei nuovi capitoli delle famose serie targate EA Sports e Konami è sempre la stessa. La maggior parte dei giocatori decide di fidarsi ciecamente del proprio franchise preferito, altri invece decidono di aspettare e informarsi su quale dei due sia soggettivamente superiore. Ma oltre a questi due colossi, che hanno avuto anche quest’anno un boom di vendite, esiste un’altra serie che unisce non solo gli amanti calcistici ma anche quelli manageriali, e che vede uno sviluppo completo su PC: Football Manager. La storia di questa serie è cominciata ormai 13 anni fa, malgrado i primi titoli manageriali fossero già stati prodotti nel lontano 1988, ma parliamo di uno sviluppo naturalmente lontano anni luce dall’ultimo capitolo editato soltanto nel novembre 2016.

 

Al di là dello sviluppo tecnico e dell’origine ormai piuttosto lontana da noi, c’è un capitolo della saga che ha segnato un’epoca e ha avvicinato la maggior parte dei giocatori che ogni anno acquistano una copia di un titolo che ormai non ha rivale né su dispositivi mobili né soprattutto su PC, dopo aver abbandonato qualche anno fa lo sviluppo per console: Championship Manager 2001/2002.

 

 
Eidos e Sega. Il passaggio della torcia
La concorrenza fu utile a SEGA e Sports Interactive
Championship Manager e Football Manager sono in realtà più vicini di quanto si possa pensare. I creatori del titolo stipularono un importante accordo con la compagnia inglese Eidos Interactive, patto che durò fino al 2004, quando questo terminò e i creatori strinsero un nuovo accordo con la famosa casa videoludica SEGA che ne cura ancora oggi la pubblicazione. E se la collaborazione tra la casa giapponese e Sports Interactive fu fruttuosa e portò a un grande successo (Football Manager 2005), bisogna ringraziare anche ciò che fu fatto nei quattro anni precedenti, quando Eidos credette nel progetto e aiutò i creatori del titolo manageriale a crescere. Tutto questo si deve forse proprio a Championship Manager, più famoso in Italia con il titolo di Scudetto, che riuscì a mietere vittime importanti negli anni: basti pensare in questo caso a FIFA Manager, forse più completo sotto alcuni punti di vista del rivale, ma mai al suo livello; anzi, probabilmente la concorrenza fu utile a SEGA e Sports Interactive a far crescere ancora di più la creatura e a venire incontro ad alcune richieste dei fan negli anni scorsi.

 

Il calcio dei bei tempi
Mettere a confronto Football Manager 2017 e Scudetto 01/02 sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Son passati ben 18 anni e lo sviluppo che ha avuto questa saga è stato considerevole ed è subito visibile. Il titolo fu rilasciato nell’ultima parte del 2001 quando il mondo e soprattutto il calcio erano totalmente diversi da quelli di oggi. Basta partire dalla schermata di opzioni che ci compare dopo aver eseguito il gioco. Quale sistema monetario vogliamo utilizzare? Dollaro americano, Sterlina inglese, Euro… oppure la Lira? Sì, la nostra vecchia moneta tanto amata dai meno giovani italiani, che fino al 31 dicembre 2001 fu disponibile a tutti gli effetti nel nostro paese.

 

 

Dopo aver installato un database di circa 300 MB (nulla in confronto agli oltre 4 GB necessari oggi), e dopo aver impostato le opzioni preferite, ci ritroviamo di fronte un semplice menu, meno ricco di modalità rispetto ai titoli più moderni, malgrado fossero comunque disponibili le due più importanti: Modalità Carriera e Gioco in Rete, che ci permetteva di effettuare partite private e pubbliche online. Naturalmente parliamo di un periodo in cui (almeno in alcune zone d’Italia) internet non era ancora accessibile a tutti 24 ore su 24, e per questo motivo, spesso si sceglieva la semplice carriera, che ci metteva nei panni di un allenatore o di un commissario tecnico. È strabiliante notare come già nel database di quell’anno fossero disponibili ben 34 campionati totali, partendo dai più importanti fino a quelli regionali tedeschi, alla vecchia Serie C2 italiana (oggi Lega Pro), fino al maggiore campionato gallese, greco e irlandese. Dopo aver selezionato i campionati preferiti (siano essi giocabili o in background, ma comunque modificabili a gioco in corso), ci ritroviamo a dover scegliere il nostro alter ego. Se Football Manager 2017 si è superato sotto questo punto di vista, inserendo addirittura la possibilità di creare un volto modellato sul reale viso del giocatore, Scudetto 01/02 chiedeva di inserire soltanto nome, cognome e nazionalità. Cominciamo quindi una partita con una squadra ricca di giocatori interessanti: l’Hellas Verona.

 

 

Quando il calcio era in mano agli italiani.
Siamo nell’anno domini 2001. Zidane si trasferisce dalla Juventus al Real Madrid per una cifra record; i bianconeri acquistano Nedved, Thuram e Buffon in un sol colpo; mentre il Milan si rafforza acquistando Rui Costa da una Fiorentina ormai in crisi, e Pirlo dai cugini nerazzurri, che a loro volta comprano tra gli altri Materazzi e Sérgio Conceição (ben 42 miliardi di lire). Ma l’inizio del nuovo millennio non vedeva al vertice soltanto le tre super potenze del nord: la Lazio e la Roma si erano aggiudicate i due campionati precedenti, e avevano acquistato rispettivamente giocatori del calibro di Antonio Cassano e del mitico Jaap Stam.

 

Limitati nella ricerca dei giocatori
Si comincia. Il nostro Hellas presenta tante promesse e giocatori di un certo livello: Mauro German Camoranesi sulla fascia destra è pronto a volare, i giovani Massimo Oddo e Paolo Cannavaro offrono una buona solidità difensiva, mentre il tandem d’attacco è composto da Adrian Mutu e Alberto Gilardino, con Adailton pronto a subentrare a gara in corso. Intanto si gioca la finale della Coppa Intertoto, vinta da Colonia, Monaco 1860 e Salisburgo (sì, tre squadre vincevano questa piccola coppa ed entravano poi di diritto all’interno della Coppa Uefa – oggi Europa League – che tanto emozionava anni fa); un magnifico Parma si qualifica in Champions grazie ad Almeyda e a una tripletta di Marco Di Vaio; e la Jugoslavia (sì, l’unione di Serbia e Montenegro) sconfigge le Far Oer 4-0.

 

La prima cosa che proviamo a fare sarà anche una delle più complicate: come cercare i calciatori da acquistare. Gli ultimi capitoli di Football Manager si sono infatti specializzati nei filtri, ed è possibile rintracciare la scadenza del contratto, lo stato nella propria squadra, gli infortuni, il costo del cartellino e tanto altro senza alcun problema. Scudetto 01/02 offre sì un grande database, ma senza alcun filtro, e ciò porta a un problema di fondo: siamo limitati nella ricerca dei giocatori che diventa così più manuale. Dovremo cercare i calciatori prendendo in considerazione team per team, partendo dalla rosa principale fino alla primavera, passando per le riserve.

 
Inizia il campionato
Il tempo su Scudetto 01/02 passa in maniera molto veloce. Dopo pochissimi minuti siamo arrivati al 26 agosto 2001, ed è tempo di affrontare subito i campioni d’Italia della Roma. Andiamo quindi alle tattiche, dove con uno stile minimale, semplice ma al contempo intuitivo, optiamo per un 4-3-1-2 a causa dell’assenza dei centrocampisti. Le direttive da dare sono poche ed ecco quindi che ci ritroviamo immersi nel menu partita.

 

 

Il Bentegodi di Verona è pronto, ma un attimo! Il pre-partita? Beh quello manca. Sembrerà assurdo ma nel lontano 2001 non era possibile né dare le direttive di copertura, pressing e marcatura, né dare la carica ai giocatori prima della partita. Potremo fare insomma poco e nulla. Verona-Roma comincia. Ci rendiamo subito conto di non poter vedere la partita, né in 3D che in 2D, ma semplicemente leggendo il commento, la cui velocità è regolabile da “molto lento” a “molto veloce”. Finisce la gara, siamo sconfitti 1-4 dai goal di Totti, Batistuta, Emerson e Tommasi, ma il migliore in campo è Cassano, che nella pagella post-partita si porta a casa un bel 10.

 

Urgono rinforzi, ma come fare se abbiamo a disposizione solo cinque miliardi e mezzo di lire, ossia poco meno di 3 milioni di euro, con cui non si poteva acquistare nessuno di valore in quel periodo. La soluzione c’è: il prestito. Il calciomercato è attivo anche a settembre stranamente, ma ben presto scopriremo che le finestre di mercato non corrispondono a quelli reali, e che sono attive durante quasi l’intero campionato: staremo quindi attenti agli scontenti e proveremo a prenderli. Intanto il campionato va avanti e il nostro Hellas ottiene un solo punto in quattro partite, oltre a un pareggio in Coppa Italia contro il Vicenza (in quel periodo le gare si giocavano tutte con andata e ritorno), ma finalmente battiamo con un secco 4-1 il Lecce di Alberto Cavasin che gioca con un tridente composto da Vucinic, Bojinov e Chevanton, con Vugrinec e Osorio in panchina. La doccia fredda arriva subito: Adrian Mutu, la nostra stella, chiede di essere ceduto per poter giocare in una squadra più blasonata, e non ci resta che accettare la sua richiesta; ciao salvezza, ciao. Adailton invece ci chiede un nuovo contratto: accettiamo e ci ritroviamo a parlare direttamente con lui, non con i simpatici procuratori con le loro richieste assurde.

 

 

Finisce il campionato
In poco meno di due ore finisce la stagione 2001/2002, ma purtroppo non riusciamo a portare in salvo l’Hellas, che come realmente accadde durante quella stagione, retrocesse in Serie B. Il gioco, com’è visibile, presenta degli spunti interessanti, senza i quali difficilmente oggi Football Manager potrebbe essere considerato in maniera così positiva. D’altra parte però, il titolo di cui abbiamo parlato non riusciva a offrire quell’infinità di impostazioni che oggi il giocatore ha a disposizione dopo pochi click; in ogni modo è indubbio che oggi molti dei giocatori smanettano a più non posso con i maggiori titoli manageriali calcistici (e in particolar modo con quello Sigames), possono solo dire grazie a questo titolo, pioniere di un genere oggigiorno tanto amato e apprezzato.

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