Redazione ILVG

Speciale La critica alla critica di Nintendo Switch

Due settimane fa il mondo ha scoperto Nintendo Switch, la nuova console della casa di Kyoto che tenterà di innovare il modo di videogiocare unendo due mondi diversi come quello casalingo e quello portatile. A seguito della presentazione i videogiocatori si sono divisi in due fazioni: quelli favorevoli e quelli contro Switch, e di conseguenza entrambi gli schieramenti si sono scontrati su temi particolari provocando una vera e propria Civil War videoludica. Di seguito andremo ad analizzare alcuni degli argomenti che hanno diviso i giocatori di tutto il mondo, mentre vi rimandiamo alla settima puntata di Gameromancer (il nostro podcast) per le nostre sensazioni “a caldo” sulla nuova macchina Nintendo.

 

 

Let’s Switch!
Le polemiche sul prezzo di console ed accessori? Esagerate
Nintendo Switch nasce dall’idea di unire il mondo portatile a quello delle console fisse. Per farlo la casa di Kyoto si affida a una formula a suo modo innovativa: un simil-tablet, che rappresenta il fulcro dell’intera macchina usato mentre si è in mobilità, che una volta inserito nell’apposito dock, il cui scopo è “upscalare” l’immagine e trasferirla sul televisore, la trasforma in una vera e propria home console. Nintendo si è preoccupata fin da subito di informare i clienti sulla natura ibrida, come si può notare sin dal primo trailer e dal nome, Switch, e lo sta ribadendo con gli ultimi spot televisivi. La lezione di Wii U insomma sembra essere stata imparata, e da qui è partita la presentazione svoltasi a Tokyo quasi due settimane fa, dove abbiamo iniziato a conoscere di più la macchina, sopratutto nei suoi aspetti positivi, a cui hanno fatto seguito le opinioni dei giornalisti che hanno potuto mettere le mani sulla console. Uno dei primi problemi riscontrati dai fan è stato il prezzo: Nintendo Switch viene venduta, nel nostro Paese, a 330€ senza nessun titolo ad accompagnarla. Sicuramente non è uno dei prezzi migliori possibili, anche complice l’IVA che ha alzato di circa 30€ il costo rispetto al resto del mondo, ma la situazione è certamente migliore rispetto al lancio di Playstation 4 e Xbox One, rispettivamente prezzate 399 e 499€ senza nessun gioco incluso. Oltre alla console, però, la maggior parte delle persone si è lamentata del costo degli accessori, soprattutto quello di un’altra coppia di Joy-con dal costo di circa 80€. Qui la polemica è abbastanza sterile, se non addirittura inutile: la maggior parte dei fan si scorda, probabilmente, del costo di un Dualshock 4 o di un pad per Xbox One, venduti rispettivamente a 70 e 60€ oppure di Playstation Move, necessario per utilizzare Playstation VR, a 80€ la coppia in maniera analoga a quanto accade in casa Switch.

 

Nintendo offre anche la possibilità di acquistare il singolo joy-con, che serve per poter giocare con altre persone in modalità locale, al prezzo di 50€, certamente inferiore a quello che la concorrenza richiede come spesa al giocatore. Purtroppo, questo non è stato il solo campo sul quale sono volati schiaffi e insulti, seppur solamente virtuali nelle scorse giornate su social e forum dedicati ai videogiochi.  Restando nell’ambito degli accessori molti sono stati gli articoli sul web che hanno fatto un vero e proprio terrorismo psicologico sull’utenza per la mancanza del grip di ricarica dei Joy-con, venduto a parte a circa 30€, con conseguente impossibilità di poterli ricaricare mentre si è in partita, al contrario di quanto accade con i pad della concorrenza. Il videogiocatore medio ha richiesto a gran voce sui vari social, sia tramite commenti sulle pagine ufficiali che attraverso tweet, che la compagnia regalasse il grip, o quantomeno lo vendesse a prezzo minore, visto che senza sarebbe stato impossibile ricaricare i due controller durante una partita. Questo però è, parzialmente, falso: i Joy-Con sono ricaricabili mentre si è in-game attaccandoli al tablet staccato dal dock. Questo, d’altro canto, provocherà un netto calo nelle prestazioni del titolo, vista la differenza tra la modalità docked e quella portatile, ma permette al giocatore di caricare i propri pad senza dover interrompere la partita.

 

Nel nostro gruppo Facebook I Love Videogames Elitè nei giorni scorsi si è scatenata la guerra tra Nintendari e il resto del mondo

 

Non è tutto oro ciò che luccica
Lineup povera dal punto di vista dei numeri, ma non della qualità
Dubbi su Switch ne esistono, e anche molti. Ad iniziare, come già evidenziato dal nostro Pietro Iacullo, dalla lineup di lancio. Purtroppo quella della nuova console Nintendo non è una delle più solide e, sembrerà strano, esistono persone per cui il nuovo The Legend of Zelda: Breath of the Wild non vale i 330 + 70 € per acquistare il gioco. Quello che molti dimenticano, però, sono i titoli che hanno aperto l’ultima generazione circa 4 anni fa: tolti i meri port solo Killzone: Shadow Fall, Resogun e Knack per la console Sony, mentre Dead Rising 3Ryse: Son of Rome per l’ammiraglia di casa Microsoft. Rispetto alla concorrenza la lineup di lancio di Switch risulta più debole solo numericamente e non qualitativamente, almeno sulla carta, con il ritorno di Bomberman, un nuovo The Legend of Zelda (che a molti potrebbe non piacere, ma comunque un titolo di peso), un grande jrpg – I Am Setsuna – e molti altri titoli che man mano stanno venendo annunciati da sviluppatori minori, tra tutti ci viene in mente The Binding of Isaac: Afterbirth+. Rimane, purtroppo, un solo dubbio riguardante Nintendo Switch che pesa, non poco, sul futuro della console: i third party.  Dubbi che derivano certamente dalle prime informazioni su alcuni titoli, come ad esempio il nuovo Fifa o la versione Switch di Xenoverse 2, che sono stati presentati come port di titoli Playstation 3 e Xbox 360 oppure addirittura di versioni portatili, come Dragon Quest I+II che sembra derivare da Playstation Vita, e che paiono non sfruttare al meglio la capacità della macchina. Possiamo reputare logico che gli sviluppatori vogliano aspettare le vendite prima di dare pieno supporto a Switch, ma è altrettanto vero che una console non può avere successo solo grazie ai suoi titoli di punta ma ha bisogno del pieno sostegno da parte dei vari team per riuscire ad attirare il grande pubblico.

La pietra dello scandalo: i servizi online su cui per il momento non sappiamo ancora nulla
Poco sappiamo delle funzioni online di Nintendo Switch. La compagnia ha già annunciato l’abbandono a Miiverse per la nuova console, mentre resterà attivo su Wii U e 3DS, rimarranno – invece – i Mii, anche se il loro uso sarà a discrezione degli sviluppatori. Da ora gli screen che saranno effettuati tramite il tasto apposito, situato sia sui joy-con che sul pro controller, andranno direttamente sui social media più utilizzati (come Facebook o Twitter) esattamente come accade su Playstation 4 e, in maniera più complicata, Xbox One. Per quanto riguarda il multiplayer sappiamo, invece, che Switch avrà un sistema di abbonamento. Molti sono i dubbi dei videogiocatori a riguardo viste le poche informazioni che si hanno al momento, mancando prezzi e modalità, ma si sono già scatenate sul web le guerre riguardanti alcuni degli elementi annunciati dalla compagnia, tramite il proprio sito internet. Una di queste riguarda l’applicazione per smartphone che accompagnerà il reparto online di Switch. Nei giorni scorsi Reggie Fils-Aime, presidente della divisione americana di Nintendo, ha chiarito che questa servirà a gestire le lobby, le chat vocali per slegare i giocatori dall’uso di microfoni, cuffie e accessori vari e per permettere a Switch, che è sprovvista di scheda di rete dati, di collegarsi online e poter giocare anche in mobilità. È sicuramente presto per parlarne, mancano ancora molti dettagli su modalità d’uso e sulle effettive funzioni, ma è un esperimento interessante anche se potrebbe rivelarsi scomodo visto che obbliga gli utenti ad avere uno smartphone (o smart device come i tablet) a portata di mano ogni volta che si vuol giocare in multiplayer online mentre si è in giro. In un’intervista al sito Gamespot il buon Reggie ha anche spiegato che la volontà di far pagare per il servizio online deriva dal voler migliorare rispetto al passato, acquistando più server e gestendo in maniera migliore le varie infrastrutture dato che molte sono state le critiche al reparto online di Wii U. Un’altra cosa poco chiara e uno degli elementi più discussi dai videogiocatori è il “noleggio” con l’abbonamento mensile dei titoli Virtual Console. Sul sito ufficiale di Switch è stato citato, nel paragrafo dedicato, la possibilità di ricevere un titolo Virtual Console al mese, con l’aggiunta di alcune componenti online,ma, al contrario di quanto avviene con il Playstation Plus o il Gold di Microsoft, questo gioco verrà tolto alla fine dei 30 giorni e sarà acquistabile sul Nintendo eShop in seguito. Tutto ciò potrebbe essere considerato, banalmente, un esperimento vista la poca esperienza della grande N con servizi del genere e verrà perdonato dai videogiocatori solo se il costo dell’intero pacchetto online risulterà esiguo, rispetto alla concorrenza ma, come detto in precedenza, è sicuramente presto per parlarne visto la penuria di informazioni.

Alternativa o direzione completamente diversa?
Sin dalla presentazione del 13 Gennaio Nintendo ha voluto porre l’attenzione sui suoi giochi visto che, prima di tutto, Switch è una console da gaming e non una stazione multimediale. Molti (tra cui, di nuovo, il nostro webmaster) hanno criticato l’assenza di applicazioni per poter vedere in mobilità Netflix o altri servizi in streaming – anche se lo stesso Reggie ha già annunciato il probabile arrivo –  dimenticandosi, però, della possibile assenza di un modulo 3G (o ancora meglio LTE) nella console vera e propria decretando l’impossibilità di poter usufruire di queste feature sul treno o mentre si è passeggeri in macchina durante i viaggi in famiglia, se non ricorrendo al proprio telefono o ad un router portatile (o ad un eventuale modalità download per fruire di film e serie tv senza rete). Nintendo Switch non sostituirà mai il vostro tablet, di questo possiamo esserne certi, ma nulla vieta la coesistenza dei due device nel medesimo ambiente visto la diversa categoria di usi a cui sono destinati: il gaming più serio con la console Nintendo e il reparto multimediale con l’iPad o il Samsung Galaxy Tab di turno.

 

 

Un target diverso da PS4 e One
Inoltre è parsa chiara la volontà, sin dal primo momento, della compagnia di non mettersi direttamente a confronto con Sony e Microsoft ma, al contrario, di puntare su un pubblico totalmente diverso. Mentre le prime due sono più dedicate ai videogiocatori accaniti Switch potrà essere apprezzata anche da chi cerca immediatezza e titoli da sfruttare in compagnia, un po’ come fu Wii anni fa. Questa volontà di spingere più sui titoli multigiocatore la si può intravedere sin dal primissimo trailer della console dove veniva posta molta enfasi su alcune caratteristiche come il gameplay in locale e la possibilità di usare il Joy-Con come controller singolo, sensazione poi supportata dall’annuncio dei primi titoli in arrivo sulla console come Arms o 1-2 Switch, che puntano molto sull’interazione tra giocatori. Nintendo, però, non si è dimenticata degli utenti che amano i titoli single player: al day one usciranno I Am Setsuna e The Legend of Zelda ma, al tempo stesso, sono stati annunciati anche Xenoblade 2, Super Mario Odyssey, Shin Megami Tensei, Fire Emblem Warriors e la lista è ancora lunga visto che ogni giorno sempre più sviluppatori annunciano il loro supporto alla nuova console della grande N.

Sappiamo ancora poco di Switch, maggiori dettagli sulla console o sui vari servizi arriveranno con l’avvicinarsi della data di rilascio, ma possiamo già trarre le prime conclusioni sulla nuova macchina Nintendo. Il volere della casa di Kyoto di (r)innovare il modo di videogiocare esiste ma non si deve dare per scontato il successo solo grazie a questo; il tutto si giocherà nei mesi successivi al lancio dove Nintendo deve dimostrare di aver imparato dagli errori compiuti con Wii U e riuscire a imporsi come alternativa. Per farlo dovrà convincere le terze parti, che hanno contribuito alla morte di Wii U abbandonando la nave dopo i primi mesi, e i videogiocatori di tutto il mondo.

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