Pietro Iacullo

Speciale PlayStation Experience 2016: promossi e bocciati

Era inevitabile, come l’anno scorso, doversi svegliare la domenica mattina all’indomani del PlayStation Experience di quest’anno per stilare l’ormai classica pagella che segue questo tipo di eventi. Il tempo di riorganizzare le idee, sedare la scimmia che immancabilmente è montata sulle spalle all’annuncio di certi titoli e di trovare qualcosa di cui lamentarsi, ed eccoci pronti: vediamo chi abbiamo promosso e chi abbiamo bocciato quest’anno.

 

 

I promossi
Come arruffianarsi Hideo Kojima: Inutile girarci intorno, dal divorzio con la “fidanzata storica” Konami, Hideo Kojima è diventato a tutti gli effetti lo scapolo d’oro dell’industria videoludica. Inevitabile, quando sei una delle figure mediaticamente più di spicco all’interno del settore e gran parte dell’utenza ti riconosce come uno degli autori più visionari disponibili sulla piazza. Ed altrettanto inevitabilmente, l’annuncio di una collaborazione più stretta tra Sony e il papà di Metal Gear Solid, arrivata l’anno scorso, ha letteralmente infiammato l’utenza PlayStation.

 

 

Sul palco del PlayStation Experience, poco dopo la conferenza “ufficiale”, siamo venuti a conoscenza di alcuni dettagli relativi a questa collaborazione. Intanto, come supponevano le voci di corridoio, l’engine di Death Stranding si chiama Decima. La tecnologia di base però non è, come si sospettava, quella del motore dietro inFamous Second Son, ma alla base c’è invece il codice di quanto utilizzato per realizzare Horizon: Zero Dawn. Collaborazione tecnica quindi tra Kojima Production e Guerrilla (che è comunque uno degli studi più abili in seno a Sony, quando si tratta di spremere l’hardware), fortemente voluta da Mark Cerny (che di PlayStation 4 è praticamente il papà) e che a lungo andare porterà ad avere una divisione satellite di Kojima Production ad Amsterdam, negli studi di Guerrilla, che beneficerà di questo stretto contatto potendo appunto contare su maggiori risorse al lavoro dietro alle tecnologie delle prossime produzioni del team. Insomma, il classico caso in cui l’unione fa la forza, iniziato con la consegna del codice sorgente del motore sviluppato da Guerrilla in un packaging alla “l’antico vaso andava portato in salvo”.

 

Death Stranding Engine

 

Uncharted: The Lost Legacy – #TeamChloe: La conferma arriva alla fine di una sequenza giocata di otto minuti abbondanti, quando finalmente la protagonista di questa espansione stand alone della serie (praticamente, sulla falsariga di quanto fatto da Sucker Punch con inFamous: First Light) si mostra finalmente in volto. In realtà i fan più accaniti della serie Naughty Dog avevano probabilmente già capito tutto grazie al vedo-non-vedo utilizzato dagli sviluppatori, che lasciava intravedere la fisionomia di Chloe Frazer, personaggio introdotto in Uncharted 2 e grande esclusa dal recente quarto capitolo.

 

 

Dispensatrice ambulante di linee di dialogo memorabili e classica femme fatale all’interno della serie, in The Lost Legacy (ambientato dopo la fine di Fine di un Ladro) vestirà i panni della protagonista indiscussa, spalleggiata da quella che invece nell’ultima avventura di Nate era l’antagonista principale, Nadine Ross. Le prime conferme da parte di Naughty Dog parlano di un titolo meno lineare rispetto ad Uncharted 4 e di una trama piena di sorprese, con l’ambientazione indiana (già vista nel filmato rilasciato) a fare da sfondo alle vicende narrate.

 

The Last Guardian – Se ne parla: Fa sicuramente specie ritrovare in una lista del genere un titolo nella situazione di The Last Guardian, pronto finalmente ad uscire tra qualche giorno e che sul palco, fondamentalmente, è salito solo per ricordare agli spettatori che il 7 Dicembre si manifesterà finalmente sugli scaffali dei negozi e su PlayStation Store. È però importante che, in un contesto come quello del PlayStation Experience, Sony abbia ricordato al mondo che sta succedendo davvero: The Last Guardian sta finalmente arrivando nei negozi.

 


Per approfondire:
The Last Guardian
 

Ed è importante che se ne parli perché, dal punto di vista pubblicitario, questo trailer “last look” va a chiudere una campagna promozionale che (giustamente e logicamente) non è stata dirompente come quella riservata a titoli più “nazional-popolari” come il già citato Uncharted 4 o Horizon: Zero Dawn, ma è passata soprattutto attraverso i social network (invitando chi ha partecipato ad eventi come la Milan Games Week a scattarsi il classico selfie con Trico in cambio di qualche gadget, per esempio) seguendo una strategia atta a suscitare interesse senza mai sbottonarsi troppo e puntando forte sull’attesa venutasi a creare durante questi anni di sviluppo nel limbo. In definitiva, quindi, sì: ci fa sicuramente piacere che Sony abbia colto la palla al balzo e non si sia dimenticata di Fumito Ueda, anche se l’appuntamento con lo scaffale ormai è dietro l’angolo.

 

2017, ovvero un 1998 rimasterizzato: E, parlando di pubblicità e marketing, non si può non puntualizzare una cosa. Il motto This is for the Players che ha caratterizzato questi primi anni di PlayStation 4 non inizia certo con la promozione della macchina, ma è semplicemente il naturale punto di arrivo della tendenza (genuina o meno che sia) del brand PlayStation a celebrare e compiacere i suoi appassionati (vedasi per esempio lo spot Michael, diventato un classico). Ce ne si poteva dimenticare proprio durante un evento studiato e lanciato come celebrazione del marchio? Ovviamente no. E, allo stesso modo, è ovvio che nulla dice PlayStation come Crash Bandicoot.

 

 

Trattamento Premium quindi per la trilogia originale dedicata alla mascotte della prima era PlayStation, che riporta i tre titoli firmati Naughty Dog ai nostri giorni con quella che è una vera e propria “Remastered plus”, che va a seguire fedelmente i contenuti dei tre originali ma li ridisegna da zero ed introduce alcuni piccoli aggiustamenti che non possono che fare la gioia degli appassionati. Ma non è solo il marsupiale a rifarsi il trucco e a cercare di nuovo fortuna nei negozi: tornano infatti anche Wipeout, con una Omega Collection che include Wipeout HD, Fury e 2048, e si ripropongono finalmente anche classici come Parappa the Rapper, LocoRoco e Patapon. Tre omaggi che festeggiano sicuramente il brand PlayStation in grande stile. E che, tra l’altro, hanno permesso di annunciare sul palco diversi contenuti disponibili subito dopo la fine della conferenza (tra cui appunto la demo di Parappa), strategia che provoca sempre uno scroscio di applausi ed una successiva corsa su PlayStation Store.

 

The Last of Us, parte II: Abbiamo ovviamente tenuto il meglio (o il peggio, a seconda delle preoccupazioni legittime che un titolo del genere si porta giocoforza dietro) alla fine. Naughty Dog rompe gli indugi e, finalmente, dà un volto ai rumor che si stavano trascinando da diverso periodo. Il sequel di The Last of Us si fa, ma non è banalmente un “The Last of Us 2”, quanto piuttosto un “The Last of Us: Parte 2″.

 

 

Sembra una sottigliezza, ma (specie in un prodotto che spesso e volentieri strizza l’occhio al cinema, come il primo capitolo dedicato a Joel e Ellie) dice già parecchio di quella che è la direzione del progetto. Progetto che, a detta di Naughty Dog, prenderà una strada all’opposto rispetto al primo The Last of Us, trattandosi di una storia incentrata sull’odio (laddove il primo capitolo, specie nel finale, aveva come tema portante quello dell’amore tra Joel e Ellie, diventata praticamente una figlia per l’uomo) in cui il giocatore impersonerà una Ellie ormai diciannovenne che, come si vede dal trailer, ha deciso di eliminare “tutti loro, fino all’ultimo”. In attesa di ulteriori dettagli e pur temendo un proseguo che vada oltre il finale del primo episodio, non possiamo che rimanere alla finestra, visto e considerato che il tutto porta sulla copertina il logo di Naughty Dog.

I bocciati
Matterfall – il desaparecido: Annunciato durante la Paris Games Week dello scorso anno, Matterfall dovrebbe essere uno dei prossimi progetti di Housemarque, team che probabilmente avete imparato a conoscere grazie alla serie Super Stardust, all’ottimo Resogun o al recente (ed appagante) Alienation. Housemarque ieri sera è salita sul palco, ma si è parlato di tutt’altro.

 

 

Per quanto Nex Machina, con il suo taglio cyberpunk (genere praticamente tornato in auge) ed il suo tripudio di neon a schermo che il trailer lascia intravedere, sembri avere tutti i crismi di una produzione Housemarque di alto profilo (e che magari, questa volta, riesca a dire qualcosa anche dal punto di vista narrativo), dispiace constatare come di Matterfall, a più di un anno dall’annuncio ufficiale, non si sappia praticamente nulla e si sia visto in sostanza solo il trailer di annuncio.

 

Anno della scimmia un par di zebre: La divisione giapponese di PlayStation aveva aperto il 2016, se ben ricordate, rimarcando il fatto che, secondo il calendario cinese, questo fosse l’anno della scimmia, con tanto di foto a corredo del tweet incriminato a richiamare la serie Ape Escape. E invece torna in auge Parappa the Rapper, tornano sul mercato LocoRoco e Patapon, ma di Spike ieri sera nessuna traccia sul palco.

 

 

Un peccato, soprattutto perché la serie avrebbe potuto cogliere la palla al balzo e approfittare di PlayStation VR per consegnare ai fan un nuovo capitolo, al contempo dando una spinta più decisa al visore per la Realtà Virtuale confezionato da Sony su cui, se si esclude Guerrilla Cambridge con RIGS, per il momento, manca ancora un grande nome messo sul piatto dal colosso giapponese (laddove le terze parti ci stanno credendo molto, vedasi la voce Resident Evil VII).

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