Giuseppe Pizzuti

ILoveRetro Retrocensione: Tekken 3

Quando parliamo del genere picchiaduro, nella mente e nel cuore della maggior parte dei videogiocatori non può che apparire l’immagine di alcune saghe che hanno fatto la storia recente (e non) dei videogiochi: Street Fighter e Mortal Kombat sono alcuni esempi in questo senso, ma non possiamo neanche dimenticare una serie entrata di diritto in quella che possiamo considerare la “Hall of Fame” dei titoli PS1: Tekken, che con il suo terzo capitolo riuscì a ottenere un numero record di incasso.

 

Il Franchise
 

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La serie nasce nel 1995 proprio per la prima PlayStation, e viene sviluppata da Namco. Già il primo capitolo presentava caratteristiche simili a quelle di cui andremo a parlare tra poco. Il gioco fu sì apprezzato da molti, ma, al tempo stesso, se paragonato con i successivi giochi del franchise, risulta effettivamente inferiore, malgrado lo sforzo da parte degli sviluppatori di creare un picchiaduro Arcade che si differenziasse da quelli già noti e rinomati, che erano già stati rilasciati per PS1 così come per altre console delle generazioni correnti e precedenti. A distanza di un anno fu poi rilasciato Tekken 2, con sei nuovi personaggi, ma con gli stessi protagonisti dei precedenti: Heihachi e Kazuya Mishima al primo posto. Oltre a Tekken 3, che fu l’ultimo capitolo della saga a essere rilasciato per PlayStation 1, sono stati pubblicati altri 9 titoli (attualmente siamo in attesa di Tekken 7, in uscita nel 2017 per Xbox One e PS4), nonché un anime, un live action e un film d’animazione, senza considerare il Tekken Comic pubblicato tra il 2009 e il 2010.

 

La famiglia del Mulino Bianco
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Il terzo capitolo della serie non può essere del tutto compreso se non si prendono in considerazione i due titoli precedenti. Heihachi Mishima, fenomenale combattente e proprietario della Mishima Conglomerate, decide di creare un torneo di lotta chiamato “Iron Fist Tournament” in lingua inglese, e più semplicemente Tekken in quella giapponese: il Torneo del Pugno di Ferro serve essenzialmente a far sì che i nemici di Heihachi, provenienti da tutto il mondo, si uccidano tra di loro. Egli infatti è uno dei protagonisti assoluti della serie, e malgrado ogni personaggio del roster abbia una propria storia alle spalle, quella dei membri della famiglia Mishima risulta sempre la più importante. Nel primo e nel secondo capitolo infatti viene messo l’accento sul loro background: Heihachi è un tenero e malvagio padre che non prova alcun affetto per suo figlio Kazuya, che viene gettato da un dirupo all’età di 4 anni. Il bimbo riesce però a salvarsi grazie al gene del diavolo, e cresce più forte che mai, fino a iscriversi al primo torneo Tekken, in cui riuscirà proprio a sconfiggere suo padre e a laurearsi come primo King of the Iron Fist Tournament. Il secondo torneo è indetto invece proprio da Kazuya, diventato proprietario della Mishima Conglomerate. Anche in questo caso, la sfida finale vedrà opposti padre e figlio, con la vittoria del primo, che scaraventerà Kazuya in un vulcano al termine dello scontro finale. Termina così il secondo torneo, con Heihachi nuovamente al potere, ma con una nuova minaccia in arrivo.

 

Tekken 3
Tekken non è però soltanto Kazuya, Jin ed Heihachi, è tanto altro.
Ed è qui che fa il proprio debutto Jin Kazama, figlio di Kazuya e Jun Kazama, che si conoscono durante il secondo trofeo Tekken. Il regno di Heihachi è nuovamente in crisi, causata, questa volta, da un demone del male chiamato Ogre, che uccide tutti i nemici che gli si parano di fronte senza grandi difficoltà. Chi riuscirà ad affrontare e soprattutto a sconfiggere questo nuovo nemico?

Tekken non è però soltanto Kazuya, Jin ed Heihachi; è tanto altro. I personaggi che compaiono nella saga sono tantissimi e hanno spesso uno stile di lotta completamente diverso dagli altri. Il roster di Tekken 3 resterà nella storia proprio per questo: ogni personaggio ha delle combo e delle mosse speciali uniche che lo renderanno più o meno affine al nostro genere di lotta. A partecipare al torneo Tekken saranno infatti tanti lottatori, provenienti da molti paesi sparsi in tutto il mondo (e non solo!), e il vincitore dell’Iron Fist Tournament riceverà un’ingente somma di denaro, che sarà poi utilizzata per cause più o meno giuste. Non mancheranno per questo motivo pazzoidi o uomini dal cuore tenero, così come altre faide familiari: Tekken 3 comprende 20 personaggi giocabili, ma solo 10 di questi saranno attivi nella prima fase di gioco; quelli bloccati saranno invece disponibili portando a termine la Modalità Arcade con ognuno dei 10 personaggi presenti nel roster fin dall’inizio e attraverso altre modalità.

 

Un roster da amare
Come riportato sopra, il roster di Tekken 3 è sbalorditivo, e ogni personaggio possiede uno stile di lotta unico. Il titolo non è semplicisticamente legato all’amorevole famiglia Mishima-Kazama, ma a tutta una serie di personaggi (strani e non) di cui i videogiocatori si sono innamorati. E perché non partire da Eddy Gordo? Il lottatore-ballerino brasiliano di capoeira è stato, per il designer di Tekken, “il più difficile da creare”, ma proprio per questo il suo preferito. Utilizzarlo era divertente, ma averlo contro non era proprio il massimo: milioni di controller PS1 sono stati rotti selvaggiamente da noi giocatori perché “le mosse migliori Eddy le faceva quando venivano premuti pulsanti a caso”.

Che dire poi di King? Bidello/lottatore/wrestler che ha ricordato a tutti l’Uomo Tigre? Be’, quella maschera in realtà è di un giaguaro, ma la sua forza è pari a quella del Tiger Man del famoso anime-manga. Non possiamo dimenticare poi il ladro-gentilscheletro Yoshimitsu, proveniente dal Giappone, presente anche in un’altra celebre saga videoludica: Soulcalibur. Ciò che affascinava di più di Yoshimitsu erano sicuramente le sue caratteristiche: questo personaggio poteva rigenerare la sua energia con la giusta combo di tasti… Ma talvolta ciò portava lo scheletro a suicidarsi e perdere quindi tutta l’energia; alcuni adulti, all’epoca bambini, sono probabilmente ancora bloccati di fronte allo schermo del loro televisore a tubo catodico, cercando di capire cosa sia realmente successo in quel momento. E citiamo, ancora, Forrest Law, da qualcuno soprannominato Bruce Lee per il suo modo di combattere, o ancora Lei Wulong, oltre alle irlandesi sorelle Nina Williams e Anna, fino a Paul, Gun Jack, Bryan e altri ancora.
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Ma se c’è un personaggio che merita una menzione particolare, questo è Gon. Questo indiscusso protagonista è un piccolo draghetto che si iscrive al torneo Tekken senza un vero motivo, e che può essere sbloccato soltanto dopo tanti combattimenti. Il personaggio (a cui è stato dedicato un manga) è del tutto particolare: piccolissimo, con mosse non spettacolari (se escludiamo “l’emissione di gas intestinale attraverso l’orifizio anale”) e senza una vera e propria trama alle spalle. E per concludere questo momento di grande ignoranza, non possiamo che menzionare il creatore di Gon, un altro dei personaggi sbloccabili proprio di questo capitolo: Boskonovic, Dottor Geppetto Boskonovitch.

 

Tante modalità
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Tekken 3 è un titolo che ha quasi raggiunto la perfezione. Oltre a magnifici personaggi e una trama dedicata a tutti i personaggi del roster, il gioco presenta anche tante divertenti modalità. Oltre a quella Arcade, che risulta essere la principale se vogliamo ottenere la maggior parte dei personaggi sbloccabili, ne sono presenti altre cinque: la modalità Training era importante per perfezionarsi con le varie abilità dei personaggi e imparare le migliori combo da utilizzare, cosa da non sottovalutare se si vuole vincere e stravincere; la modalità Survival permetteva di scontrarsi in una lunga lotta contro tutti gli avversari possibili, finché l’energia del nostro personaggio non terminava; le vere chicche, però, sono sicuramente la Tekken Force e la modalità… pallavolo: Tekken Ball. Quest’ultima in particolar modo risulta molto divertente grazie a caratteristiche uniche rispetto alle precedenti; per vincere bisogna infatti abbattere l’avversario a suon di pallonate.

Tekken Force, infine, si presenta come un lungo scontro composto da quattro stage attraversabili in un percorso a scorrimento, caratterizzato dalla presenza di numerosi nemici con un livello di energia basso (chiamati Crow, Owl, Hawk e Falcon – ossia Corvo, Gufo, Falco e Falcone –, che furono pensati come personaggi giocabili inizialmente, ma che furono in seguito scartati) e un boss finale al termine di ogni stage percorso.

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Killer app
Tirare le somme su un gioco come Tekken 3 non è molto difficile. Il titolo ha vissuto una fase aurea nell’ultima parte dello scorso millennio, vendendo oltre sei milioni di copie in tutto il mondo, malgrado questo non basti a renderlo un gioco leggendario (eh, No Man’s Sky?). I personaggi, la colonna sonora, le storie e la vicenda Mishima sono rimasti nel cuore di tantissime persone, che lo vedono ancora oggi come punto di riferimento per la serie stessa. Tekken 3 pose inoltre le basi per la creazione di futuri titoli della saga, accrescendone il potenziale e soprattutto le aspettative da parte dei videogiocatori.

Insomma, ci troviamo di fronte a un titolo che ha segnato certamente un’epoca: quella della nostra spensieratezza e, per alcuni, della nostra infanzia.

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