Pietro Iacullo

Speciale 10 livelli che hanno lasciato il segno – Parte 2

Circa una settimana fa, la redazione di I Love Videogames si è lasciata pervadere da un’idea che avrebbe potuto (non) far scorrere fiumi e fiumi d’inchiostro in favore di una serie di momenti particolarmente iconici all’interno della storia dei videogiochi. Tutti abbiamo una serie di livelli che ci sono rimasti nel cuore per un motivo o per un altro, fossero essi capolavori di level-design o semplici livelli forti a livello emotivo; e i redattori di I Love VG non sono certo da meno, tant’è che hanno deciso di assemblare una lista per elogiare i 10 livelli che hanno lasciato il segno. Salvo poi accorgersi che uno dei due autori della lista aveva scritto un po’ troppo, e quindi si è ben pensato di dividere il tutto in due puntate.

 

 

Dopo aver parlato (tra le altre cose) del funerale dei Diamond Dogs, del labirinto di Pandora, della Fortezza Oscura e persino di un livello pieno di m dal level-design piuttosto “puzzolente”, è arrivato il momento di proseguire con la lista dei 10 livelli che hanno sicuramente saputo colpire anche il giocatore più restio. E perché non iniziare questa seconda parte facendosi investire in pieno da un treno in folle corsa, giusto per aprire le danze in bellezza?

 

Locomozione / Visione a Tunnel – Uncharted 2: il Covo dei Ladri
La serie di Uncharted è a dir poco zeppa di momenti di qualità, ultimi ma non ultimi quelli che abbiamo avuto modo di vedere nel capitolo conclusivo della saga di Nathan Drake. Se dovessimo considerare esclusivamente l’aspetto emotivo, non c’è dubbio che ci sarebbe molto di cui parlare all’interno della serie stessa; e, tuttavia, quale miglior esempio di level-design se non una coppia di livelli interamente svoltisi su un treno in corsa?

 

 

Uncharted 2 sdogana Nathan Drake
In molti, dopo aver giocato la trilogia iniziale, giudicavano Uncharted 2: il Covo dei Ladri il capitolo migliore dell’intera saga – almeno, prima dell’uscita di Uncharted 4. E non a torto: Uncharted 2 presenta più di una situazione indimenticabile, dall’esplosivo inizio sul treno in equilibrio precario al maestoso finale alle basi dell’Albero della Vita. La fase immediatamente precedente allo schianto del treno, però – che poi è successiva, ma anche precedente, ma anche successiva, ma anche pr –, è senza ombra di dubbio uno dei momenti più adrenalinici della serie intera, durante il quale il povero Nate dovrà affrontare tanto orde di nemici nelle varie carrozze quanto maestosi elicotteri che tenteranno di distruggere i vagoni in cui si trova. Una sezione che tiene il giocatore col fiato sospeso fin dal primo istante, in un continuo crescendo che culmina solo con lo schianto del treno alla fine di entrambi i livelli, che permette infine a chi gioca di emettere un profondo respiro rinvigorente.

Anor Londo – Dark Souls
La serie di Dark Souls è nota tanto per i suoi momenti irritanti quanto per il suo fenomenale comparto artistico. Un’eredità che gli sviluppatori si sono portati dietro anche quando hanno realizzato Bloodborne, e che non ha certo abbandonato la serie con il terzo capitolo; c’è però un momento, nel corso del primo viaggio a Lordran, che viene spesso custodito gelosamente da tutti gli amanti della saga.

 

 

Anor Londo è uno dei quadri più riusciti di From Software
Accade in seguito alla Fortezza di Sen, sbloccata appena dopo aver suonato le due Campane del Risveglio al Borgo dei Non Morti e nella Grande Palude. Il giocatore si ritrova ad affrontare un boss che viene spesso annoverato tra i più semplici del gioco (ditelo al sottoscritto, caduto di sotto più volte di quanto sia riuscito a contare), posto a guardia di un ingresso ormai crollato da tempo. Caduto il Golem di Ferro, un piccolo anello di luce apparirà al centro dell’arena e, se toccato, richiamerà due demoni alati che trasporteranno il giocatore direttamente nella Città degli Dei: Anor Londo. Fin dal primo sguardo, Anor Londo appare come una splendida città dalle architetture simil-gotiche, maestosa tanto quanto riesce a essere temibile. I vicini Archivi del Duca rappresentano un esempio di level-design forse altrettanto riuscito, ma è indubbio come l’impatto emotivo di Anor Londo sul giocatore sia a dir poco smisurato, al confronto: il sole del tramonto che batte sull’imponente cattedrale centrale, i giganti a guardia della città e l’ascensore circolare al suo centro, il Dipinto di Ariamis e la Camera della Principessa Gwynevere; una città dalla morbida luce dorata, con architetture di altri tempi e un comparto artistico con pochi eguali già all’interno della stessa serie di Dark Souls. E i Cavalieri d’Argento che lanciano ombrelloni.

Route 666 – Bayonetta
Il primo Bayonetta è indubbiamente pieno di livelli che si contendono lo scettro (perdonate la freddura) di climax dell’esperienza. Vuoi perché Bayonetta/Cereza è uno di quei personaggi capaci di dispensare citazioni e frasi memorabili a getto continuo, vuoi perché, dal punto di vista più prettamente ludico, le sezioni in cui il gameplay del titolo Platinum Games può esprimersi al suo massimo non mancano di certo, scegliere un livello che funga da biglietto da visita per la produzione non è sicuramente una cosa semplice. Pistola alla tempia, quello che ci va più vicino è Route 666.

 


Per approfondire:
Bayonetta (Wii U)
 

Route 666: L’essenza di Bayonetta condensata in un unico livello
Ambientato completamente “sulla strada”, in una prima sezione si prende parte ad un grande classico delle pellicole (e delle sequenze) d’azione, uno scontro che si sviluppa di veicolo in veicolo sui tettucci delle vetture. L’intermezzo rallenta il ritmo e riporta il giocatore a terra, facendolo combattere nel bel mezzo di questa autostrada per l’inferno. Oltre alle tre unità Joy (che si differenziano dal resto delle truppe angeliche grazie alla loro capacità di imitare lo stile di combattimento di Bayonetta), bisogna fare giocoforza i conti con il traffico, utilizzando il comando di schivata per evitare di finire investiti dai mezzi che sfrecciano mentre, colpo dopo colpo, si cerca di arrivare il più possibile incolumi alla fine del versetto. Ma il momento topico è indubbiamente quello che segue: con una delle cutscene più spregiudicate presenti nel pacchetto, Cereza sale in sella ad una moto (accesa infilando le dita al posto della chiave, in modo decisamente allusivo) e si lancia lungo la Route 666, schivando ostacoli ed ammazzando angeli mentre in sottofondo risuona il tema di After Burner. Un uno-due che coglie in modo preciso quello che è lo stile della produzione, capace di proporre sezioni sopra le righe sia per quanto riguarda i filmati che quando poi, pad alla mano, si entra nel vivo del gameplay, non dimenticando nemmeno qualche strizzata d’occhio meta-referenziale destinata ai giocatori di vecchia data.

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