Redazione ILVG

Speciale How to Cosplay: Armature

Come avrete notato da qualche tempo a questa parte, la redazione di I Love Videogames non si dedica più esclusivamente all’ambito “games”, ma anche a quegli aspetti che circondano da vicino questo mondo, dal cinema agli hardware. Tra questi, tuttavia, ne manca ancora uno: l’ambito cosplay, che inauguriamo ad una settimana dal più importante evento italiano dedicato a fumetti e giochi.

Prima di aprire le danze, vogliamo chiarire una premessa: in questi articoli non troverete interviste a cosplayer “famosi”, né tutorial passo-passo. Così come nelle nostre recensioni “giochiamo per voi”, stavolta abbiamo “costruito per voi“, e ci limiteremo a buttare giù qualche riga a metà tra una guida di sopravvivenza, un manuale d’istruzioni e una recensione, lasciando a chi vorrà la libertà di mettersi giù a creare il proprio costume.

E data la malsana tendenza dei character-designer a inserire nei personaggi accessori fuori dalle leggi della fisica e armature più scomode che pratiche, vogliamo partire proprio con questo argomento facile facile.

 

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“Il Blizzcon, l’esempio più lampante di cosplayer in armatura e videogame fusi assieme”

Parte 1: da 2 a 3D
Per chi si addentra per la prima volta nell’ambito cosplay, il consiglio di base è uno: iniziare con qualcosa di semplice. Se la vostra manualità non è tra le migliori, ovviamente, partire con le armature di Dark Souls non è proprio l’idea migliore. Tuttavia, è anche vero che da qualche parte bisognerà pur cominciare, e se il personaggio che scegliete di interpretare è pesantemente bardato, è tempo di rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

In questo, internet è vostro amico: oltre alla mole di tutorial già presenti per molte armature specifiche, esistono programmi dedicati che consentono di suddividere un modello poligonale di un personaggio in vari segmenti, da stampare e incollare assieme come un enorme origami. Il principale di questi è Pepakura, che sfrutta file in formato .PDO per scomporre i vari modelli tridimensionali. Con un po’ di pratica (e possibilmente qualche base di programmi di grafica 3D come Blender, CAD e simili), è tranquillamente fattibile ricavare un “cartamodello” per armature partendo da qualsiasi immagine.

Ma ancora una volta, è molto più semplice spulciare la rete per trovare file già pronti: siti come Cosplay.com405th (community di cosplayer dedicata principalmente ad Halo, ma non solo), o la 501 Garrison (Star Wars) offrono file PDO già pronti per l’uso, da passare direttamente su Pepakura per adattare le misure al nostro fisico, e stampare su normali fogli A4, pronti per l’incollaggio o il trasferimento su altri materiali.

 

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Parte 2: “ci servono più minerali materiali!”
Proprio i materiali sono il secondo step con il quale ci troveremo ad avere a che fare creando un’armatura: qui la questione si fa più complessa, ed è qua che cadono molti, tanto neofiti che esperti.
Idealmente possiamo suddividere tre gruppi principali di materiali da “costruzione” in base sia alla complessità del costume, sia alle nostre competenze (e tasche, visto che per la maggior parte non sono proprio a buon mercato).

– BASE: questa è la categoria che racchiude materiali più semplici, come cartone rigido multistrato e cartapesta. Il costo è decisamente contenuto, e facendo molta attenzione ai dettagli è possibile ottenere risultati particolarmente d’effetto. Il vantaggio, inoltre, è che non richiedono quasi per nulla l’uso di attrezzi particolari, spesso e volentieri basta una pistola per colla a caldo e un taglierino ben affilato. Per contro, materiali del genere richiedono una discreta pazienza, tempi di lavoro abbastanza lunghi, e rinforzi per irrobustirli (umidità e cartone si mescolano MOLTO male). Se non altro, sono un buon punto d’inizio per chi si cimenta con la creazione di armature, per sperimentare e passare a materiali più avanzati in un secondo tempo.

 

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– INTERMEDI: qui passiamo nell’ambito dei materiali termoformabili, quindi una pistola termica diventa praticamente indispensabile. Stiamo parlando di materassino (tappetini per yoga e campeggio), EVA foam (universalmente noto in ferramenta come “i tappeti antivibrazioni da mettere sotto le lavatrici”) e forex (i pannelli termoplastici per cartelloni pubblicitari). Si tratta di materiali mediamente più costosi e meno reperibili di cartone e cartapesta, ma che offrono una qualità indubbiamente maggiore.

Il primo vantaggio è lampante: la possibilità di modellare facilmente il materiale secondo le nostre esigenze permette una maggior libertà di quanto non facciano dei pezzi di cartone rigidi, e non richiede intelaiature o supporti come la cartapesta. Anche la robustezza è superiore, eliminando la necessità di ulteriori rinforzi esterni come stucco o colla epossidica. Ancora una volta, per unire i pezzi basta della colla a caldo, anche se potrebbero essere necessari rinforzi in punti più soggetti a movimenti e torsioni (ex: spallacci, giunture, ecc.). Purtroppo, anche i contro sono evidenti: l’uso di una pistola termica rende il lavoro più pericoloso. Non a livello di incendio in casa, ma sicuramente abbastanza da richiedere una mascherina per le esalazioni e dei guanti pesanti per evitare ustioni.

Anche in questo caso, Pepakura è un valido alleato, e la possibilità di riportare i vari fogli di lavoro (opportunamente scalati), tagliando il tutto con taglierini di precisione, rende i termoformabili il materiale ottimale per chi vuole sperimentare, potendo successivamente rivestire il tutto con qualcosa di più impegnativo come Worbla o Plasticard.

 

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– AVANZATI: benvenuti nel mondo della costumistica vera e propria. A questo livello non dovremmo nemmeno più parlare di cosplay ma di “prop making“, creazione di oggetti di scena veri e propri. In questo gruppo finiscono tutti quei materiali che, per una ragione o l’altra, non sono alla portata di tutti. Parliamo di materiali come lattice liquido, vetroresina, gomma siliconica e plastazote. Oltre ad avere un costo esponenzialmente più alto rispetto ai precedenti, anche il sistema di lavorazione è del tutto differente. La maggior parte delle resine, infatti, richiede l’uso di stampi appositi, che, sebbene siano facilmente realizzabili con pannelli di polistirene, aumentano ulteriormente il costo. A patto, ovviamente, che riusciate a reperirli, visto che spesso e volentieri si tratta di materiali su ordinazione all’ingrosso…

Inoltre, in virtù dei vari tempi di essiccamento, limatura e stratificazione (spesso necessaria per irrobustire il tutto), i tempi di lavoro si espandono dalle poche settimane che può richiedere un’armatura in foam a qualche mese. Lavorazioni simili, va da sé, richiedono un set completo di strumenti elettrici, dai dremel a punta intercambiabile alle levigatrici manuali, arrivando talvolta a forni appositi per l’indurimento.

Potendo permetterseli (e sapendo come sfruttarli), però, i vantaggi sono enormi: in primis, l’uso di stampi permette di replicare facilmente il lavoro, utile quando si realizzano armature di gruppo (qualcuno ha detto plotone di marine di Starcraft?). Costumi fatti in lattice o vetroresina, poi, permettono di aumentare a dismisura il livello di dettaglio delle armature, garantendo robustezza e facilità di assemblamento per le parti mobili.

 

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Volendo, possiamo considerare anche una quarta categoria, quella dei materiali completamente inadatti per un cosplay, come ad esempio ferro, alluminio e legno. Certo, la tentazione di creare un’armatura di Artorias dell’Abisso VERA può essere forte, ma ricordate che, in primis, dovrete indossarla, e portare venti kg di ferraglia addosso diventa scomodo molto presto; e poi, a meno che non siate dei fabbri ferrai, creare un’armatura in lamiera è costoso, rischioso e difficoltoso. Lasciate perdere.

 

Parte 3: Sia fatta la luce!
Una volta realizzato il modello (non che non sia fattibile anche una lavorazione “a occhio”, ma chiaramente a quel punto la simmetria va a farsi benedire) e scelti i materiali, è la volta della lavorazione vera e propria. A questo punto, è tempo di scatenare la creatività: spesso e volentieri le armature dei personaggi videoludici contengono parti mobili, zone illuminate, o elementi decisamente non umani (prime fra tutte ali e zampe animali… dico a voi, cosplayer di League of Legends!).

 

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La parte dei dettagli e degli effetti speciali, infatti, è spesso e volentieri quella che sega le gambe a molti cosplayer, ma ancora una volta basta girare un po’ per internet per scoprire che in realtà non è poi così difficile inserire due led luminosi in un casco per simulare occhi demoniaci, né tantomeno creare ali mobili che si aprono con due tiranti o zampe al contrario che fungono da trampoli. In questo, siti come Instructables ci vengono incontro. Per la maggior parte, purtroppo, si tratta di istruzioni che fanno riferimento al mercato americano (dove in un qualsiasi Walmart o Radio Shack è possibile reperire di tutto), ma con un po’ di pazienza anche le nostre catene di bricolage si rivelano dei validi sostituti.

 

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Certo, per chi vuole strafare c’è sempre di mezzo la possibilità di inserire un circuito basato su Arduino, che tramite smartphone controlla in remoto dei motorini che alzano e abbassano parti dell’armatura (ideali per un eventuale cosplay di Overwatch), ma ricordate che, a parte i tempi di lavoro lunghi, in questo caso è necessario imparare una base di elettronica, procurarsi un saldatore a stagno e prepararsi al rischio di friggere tutto al minimo corto elettrico.

Parte 4: consigli generali (a.k.a. il cosplay e la legge di Murphy)
Se questo nostro malloppone di basi ed esperienze non vi ha ancora scoraggiato dal voler costruire un’armatura per un cosplay e calarvi nei panni del vostro personaggio videoludico (e non) preferito, allora forse c’è speranza che riusciate davvero a realizzare qualcosa di spettacolare. Vogliamo chiudere questa mini-guida con qualche ulteriore consiglio generale, che male non fa mai:

 

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