Giuseppe Pizzuti

ILoveRetro Retrocensione – Spyro The Dragon

Nel lontano 1998 fece il suo debutto su PlayStation una serie che ha ottenuto un enorme successo nel corso del tempo, una saga convenzionalmente chiamata “Spyro”. Il primo titolo fu Spyro The Dragon, rilasciato il 22 ottobre di quell’anno da Sony Computer Entertainment e sviluppato da Insomniac Games, che ha lavorato ad altri titoli importanti (come la serie di Ratchet & Clank) nel corso degli anni successivi. La società californiana lavorò poi anche agli altri titoli della fase d’oro della serie, vale a dire Spyro 2: Gateway to Glimmer e Spyro: Year of the Dragon, rilasciati rispettivamente nel 1999 e nel 2000 sempre per PlayStation 1.

 


Per approfondire:
Ratchet & Clank (2016)
 

Spyro the Dragon è un titolo multipiattaforma ambientato in 6 mondi differenti, ognuno dei quali presenta un livello principale e altri secondari che sono comunque obbligatori per avanzare al mondo successivo. Il viaggio ci porterà fino al Mondo di Nasty, boss finale che il protagonista, un piccolo drago viola chiamato Spyro, dovrà sconfiggere per salvare i suoi simili, trasformati in cristallo e impossibilitati a muoversi finché il personaggio principale non si sarà avvicinato per liberarli. Le cinque terre principali sono raggiungibili attraverso varie mongolfiere, che Spyro potrà utilizzare dando ai proprietari un “giusto” numero di gemme (ottenibili nel gioco) o semplicemente salvando altri draghi.

 

 

L’inizio
La trama è soltanto accennata in un video dalla durata di un minuto, in cui un giornalista (sì, umano) chiede ai draghi di parlare di Nasty, il quale, adirato per le loro parole, decide di tramutarli in statue di cristallo; Spyro riesce però a salvarsi e decide di partire all’avventura, intenzionato a salvare i suoi simili.

Spyro sarà affiancato da una libellula che cambierà colore in base ai danni subiti
La prima terra su cui il nostro draghetto muove le sue zampe è quella degli Artigiani. In questo luogo ameno, scopriamo subito la semplicità dei comandi, ma soprattutto una cosa che molti non hanno mai perdonato agli sviluppatori di Insomniac Games: Spyro non può volare, può semplicemente “cadere con stile”, citando il Buzz Lightyear del primo Toy Story. Il protagonista potrà comunque incornare i suoi nemici con una carica e sputare fuoco… o meglio sputare una fiamma, che basterà però a far svanire i nemici in una nube di polvere. Spyro sarà inoltre accompagnato per tutta la durata del viaggio da una libellula chiamata Sparx, che non indica altro che il nostro livello di energia: questa infatti cambierà colore in base ai colpi subiti, passando dall’oro al blu, fino al verde e alla sua sparizione, dopo la quale perderemo una vita, acquisibile collezionando delle biglie o semplicemente trovando forzieri di colore viola. Non sarà però difficile rimpinguare l’energia del nostro eroe: “uccidendo” piccoli animali che troveremo nei vari mondi, infatti, verranno liberate delle farfalle, che la nostra Sparx mangerà in un sol boccone aumentando l’energia vitale del draghetto. Oltre ai compagni da salvare, ci sono altre tre missioni da compiere: uccidere i boss di ogni mondo, riuscire a ottenere tutte le gemme, il cui valore varia in base al colore (e che Spyro potrà trovare in forzieri, all’aria aperta o sconfiggendo nemici), e recuperare le uova di drago, in mano a dei fastidiosissimi esseri vestiti di blu che fuggiranno a gambe levate, ma che si arrenderanno facilmente una volta incornati.

 

Spyro The Dragon

 

Dopo aver liberato almeno 10 dei 15 draghi presenti nel mondo degli Artigiani, dovremo recarci da un tale Marco che ci farà utilizzare la sua mongolfiera: questa ci permetterà di arrivare nel secondo mondo, quello dei Pacificatori. La zona, invaso da una serie di nemici armati che sparano da cannoni giganteschi, non presenta tante novità rispetto alla precedente, malgrado un aumento della difficoltà nel ricercare le gemme. Molti draghi salvati, a questo punto, ringrazieranno semplicemente Spyro, senza fornirgli quegli aiuti che caratterizzano il Mondo degli Artigiani; una volta ottenute le gemme richieste, però, potremo viaggiare verso il livello successivo: quello degli Stregoni. In una terra invasa dalla neve, aumenta anche la difficoltà dei nemici da sconfiggere, posti talvolta vicino a dirupi dai quali il giocatore dovrà essere attento a non cadere. La difficoltà è dettata anche da alcune piattaforme che faranno correre Spyro ancor più velocemente, ma che si riveleranno al tempo stesso un vantaggio e un immenso pericolo se non sfruttate nel modo giusto.

 

Spyro impara a volare
I livelli a tempo e la disperazione
Nel corso del gioco, oltre ai soliti boss e ai livelli standard da affrontare, ci ritroveremo in alcuni luoghi in cui il nostro Spyro riuscirà effettivamente a volare in libertà. Lo scopo primario di questi pochi mondi in cui viaggeremo sarà quello di entrare all’interno di cerchi sospesi nell’aria e al di sotto di archi poggiati sul suolo, ma anche di incenerire alcuni nemici volanti e aprire, sempre con il nostro fuoco, alcuni forzieri che si trovano in uno spezzone di tragitto da effettuare. Facile no? Assolutamente no: oltre a dover fare tutto ciò, i giocatori dovranno stare attenti allo scorrere inesorabile del tempo, che potremo allungare di qualche secondo solo rompendo gli oggetti, sconfiggendo i nemici ed entrando negli archi e nei cerchi di cui sopra. Tutto questo serve a guadagnare più gemme, ma soprattutto sarà utile per concludere il titolo al 100%; la leggenda narra che molti hanno perso la testa nel tentativo, diventando dei serial killer dopo aver tentato di completare livelli che sembrano architettati dal Re degli Inferi in persona.

 

Spyro The Dragon

 

La fine… di Nasty
Il livello di difficoltà aumenta negli ultimi mondi
Dopo aver ottenuto il possibile dai mondi precedenti, dovremo dirigerci verso gli ultimi due prima di affrontare Nasty: quello paludoso e tetro dei Domatori e quello incredibilmente ispirato dei Tessitori di Sogni, che in realtà ci faranno vivere dei veri e propri incubi. Il livello di difficoltà aumenta vertiginosamente, e i nemici che nel primo livello erano intimoriti dal nostro draghetto diventano veri e propri flagelli del male, che ci colpiranno non appena possibile. Diventa inoltre più difficile superare questi due mondi, in quanto le richieste dei due proprietari delle mongolfiere diventano molto elevate: bisogna quindi rimboccarsi le maniche, limare le corna e sputare fuoco senza sosta.

Una volta partiti dal Mondo dei Tessitori di Sogni, arriveremo nella tana di Nasty, dove Spyro sarà costretto a superare altri livelli ricchi di draghi da salvare e gemme da recuperare. Una volta fatto ciò, potremo affrontare e soprattutto sconfiggere il nostro nemico, rincorrendolo senza sosta all’interno della sua dimora.

 

La Fortuna di un Drago
Inutile dire che il gioco ottenne una fortuna pazzesca verso la fine degli anni ’90, tanto da essere ancora oggi uno dei baluardi della prima generazione PS1. Il piccolo Spyro, infatti, è diventato uno dei simboli di Sony a tal punto da poter affiancare Crash; il primo capitolo della serie ha venduto nel tempo oltre 5 milioni di copie, ed ebbe un grande successo anche in Italia, dove fu doppiato da soli tre attori; una localizzazione che, senza dubbio, ha aiutato non poco la sua circolazione, in un periodo in cui solo una parte dei giochi veniva tradotta interamente. E cosa dire della bella e iconica colonna sonora? A crearla fu Stewart Copeland, batterista della mitica band dei Police. Malgrado i miglioramenti sotto tanti punti di vista, i sequel di Spyro The Dragon non riusciranno a cavalcare l’onda del successo, escludendo Spyro 2, che riuscirà almeno ad avvicinarsi al suo prequel fin quasi a sfiorarlo.

 

Spyro The Dragon

 

Un eroe amato dai bambini
Spyro è senza dubbio un personaggio – e soprattutto un’icona – dell’infanzia di molti videogiocatori, uno di quelli che ci porteremo dentro per tutta la nostra vita e che, al di là di qualche leggera imperfezione, sarà sempre il nostro punto di riferimento per i titoli di questo genere. Spyro è l’esempio che anche un piccolo essere in un mondo pieno di mostri più grandi può essere un eroe. Un eroe particolare però, perché, malgrado non sappia volare, sputi solo una piccola fiamma e non sia potente come i suoi simili, riesce con leggerezza e ironia a spuntarla in ogni situazione: insomma, tutto ciò che desideravamo da bambini, quando con il controller in mano si sognava e ci sentivamo degli eroi a tutti gli effetti, malgrado il nostro sentirci infinitamente piccoli.

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