Stefano Calzati

Speciale Nintendo DS: Alla ricerca dei tesori nascosti

Che console straordinaria il Nintendo DS! Lo scriviamo subito, a scanso di equivoci, perché è vero che amiamo tutti i videogiochi e tutti coloro che ogni giorno si alzano, vanno a lavorare, pensano e creano nuovi titoli; ognuno di noi, però, in cuor suo, ha un “figlio prediletto“, un gioco che non potrebbe mai abbandonare. Viviamo tante emozioni nel nostro hobby, virtuali e non, e spesso ci leghiamo in particolare e un gioco o ad una console. Ed è davvero una bellezza, perché il nostro non è un passatempo effimero, non è un piacere passeggero, come una sigaretta o un drink; è come un bel viaggio in un luogo mai visto prima, e la nostra fantasia, stimolata da quello che accade sullo schermo, è un passaporto senza data di scadenza.

Oggi però non siamo qui per fare i sentimentali (non troppo almeno), bensì per parlarvi di alcuni titoli, o meglio “tappe”, che hanno segnato indelebilmente il viaggio di chi scrive con Nintendo DS (un viaggio che non finirà mai, a dire il vero), console portatile ideata dal compianto e mai abbastanza ringraziato Satoru Iwata, che nel 2005 diede il via a una vera e propria rivoluzione. Due schermi di cui uno touch screen, microfono, connessione wi-fi, e un parco titoli così vasto da comprendere hit da milioni di copie o one shot che saranno ricordati da pochi, ma che sfruttavano la piccola macchina con un ingegno da occhi lucidi.

 

iwata-ds

 

Impossibile scindere il DS dai suoi titoli più blasonati e acclamati: New Super Mario Bros., che riportò l’idraulico italiano in un mondo bidimensionale dopo 14 anni (escludendo i remake usciti su Game Boy Advance); Metroid Prime Hunters, che ne spremeva l’hardware ai limiti con un vasto mondo poligonale tutto da esplorare, grazie ad un sistema di controllo che ricordava il classico mouse & tastiera per PC; Brain Training e Nintendogs, baluardi del casual gaming di qualità; l’immancabile Mario Kart DS, primo titolo della grande N a sfruttare le potenzialità della Nintendo Wi-Fi Connection, per sfidare online i giocatori di tutto il mondo.

Ma questi titoli sono ormai dei classici, conosciuti più o meno da tutti gli appassionati; ecco perché il titolo di questo speciale recita “Alla ricerca dei tesori nascosti“. Queste tappe saranno tutt’altro che scontate o banali, vedremo giochi che non hanno fatto record di incassi e che raramente hanno trovato posto in uno dei 150 milioni di DS venduti. Titoli bizzarri, unici, veri e propri esperimenti di gameplay, tutti con un obiettivo in comune: elargire ingenti dosi di puro divertimento, condensate nel minuscolo spazio di una cartuccia.

Per trovare questi tesori videoludici bisogna però scavare a fondo in una libreria vastissima: armiamoci dunque di vanga, pennelli e tutto il nécessaire per scoprire quello che la portatile a due schermi della casa di Kyoto nasconde nelle sue profondità; che l’avventura abbia inizio!

 

Electroplankton
 

Meditazione digitale
Ecco cos’è Electroplanktoninnovativo strumento musicale contenuto in una cartuccia. Seduti a gambe incrociate sul pavimento di casa vostra, con un paio di cuffie a interagire con le minuscole creature marine che popolano questo titolo, perdendosi nel profondo blu dell’oceano (grande protagonista del gioco) oppure nei propri pensieri: questa è l’essenza dell’opera. Il pennino tocca gli elementi interattivi degli scenari e crea suoni diversi in base ad essi, e nelle vostre orecchie si materializzeranno solo le melodie che scaturiscono da questa attività. Che siano sonorità celestiali o rumori infernali sta a voi deciderlo, il risultato sarà esattamente lo specchio del vostro stato d’animo di quel momento; armonia o dissonanza? L’effetto che fa, DS alla mano, è quello di un temporale estivo, che arriva di sera dopo essersi cotti tutto il giorno a 40° senza aria condizionata. Un tuffo in un piccolo oceano dalle dimensioni di 2 schermi LCD, in cui il giocatore deve solo scegliere l’ambientazione (tra la manciata di quelle disponibili) e lasciare che il proprio istinto e senso estetico facciano il resto. Il coinvolgimento è totale, e ci si può ritrovare risucchiati per ore da questo vortice artistico, trovando nel contempo anche la soluzione a qualche magagna che si è presentata nella vita reale. La progressione è nulla, nessuno scopo o obiettivo da raggiungere; il senso ultimo del gioco, altrimenti, sarebbe venuto meno. Fresca e profumata questa creazione di Indies Zero, che qualche anno dopo firmerà un sodalizio con Square Enix per portare su Nintendo 3DS la serie Theatrhythm Final Fantasy, titoli musicali di stampo molto più classico che ripercorrono tutta la famosissima saga RPG dal punto di vista della colonna sonora.

 

Freshly-Picked Tingle’s Rosy Rupeeland
 

avidità e corruzione ad hyrule
Chi almeno una volta, girando per le lande di un The Legend of Zelda a caso e raccogliendo Rupie, non si è chiesto: “si, d’accordo, belle le rupie tutte colorate, ma che me ne faccio adesso che ho tutto quel che mi serve?“. A voi, volenterosi raccoglitori di conio, è dedicato questo Freshly-Picked Tingle’s Rosy Rupeeland, titolo in cui le rupie sono le vere protagoniste. Nei panni del fastidiosissimo, ambiguo e avido Tingle, uomo di mezza età travestito da folletto già incontrato in svariate peregrinazioni nelle terre di Hyrule, dovremo farci strada, in un mondo impostato similmente a un qualsiasi Zelda in 2D, a colpi di ingranaggi unti con mazzette, prestiti, furti e altri comportamenti folli e di dubbia legalità. Il gioco è assolutamente folle, giapponese fino al midollo e arrivato in Europa quasi per miracolo; avrete paura di perdere tutti i vostri soldi per dei calcoli errati, mentre guadagnarli vi farà sentire euforici, come quando Flavio Briatore guarda il suo conto corrente.

Le trattative con i grotteschi NPC sono serrate e vi faranno sudare freddo anche se siete dei broker di Wall Street; a condire il tutto ci sono dungeon, enigmi, combattimenti molto basilari e boss battle molto più articolate di quanto si possa pensare. Una business adventure che non ha né precedenti né successori, un titolo unico e geniale uscito dalle menti perverse degli sviluppatori di Vanpool, studio che successivamente collaborerà con Intelligent System per Paper Mario: Sticker Star e con Skip Ltd. per Chibi-Robo! Zip Lash.

 

Henry Hatsworth in the Puzzling Adventure
 

Un gentleman britannico che gioca a tetris
Trovate le differenze tra il video appena più in alto e le seguenti serie: Madden NFL, Tiger Woods PGA Tour (ora Rory McIlroy), NBA Live. Non c’entrano nulla, vero? Esatto. Ed è proprio questa la meraviglia! Quando uno studio come EA Tiburon, sviluppatore con base in Florida per conto di Electronic Arts, cambia per un secondo totalmente rotta e crea un gioco come Henry Hatsworth in the Puzzling Adventure, bisogna essere felici 2 volte. La prima, perché hanno dimostrato che uno studio che lavora per gran parte del suo tempo a brand annuali non per forza perde la sua genialità e la voglia di mettersi in gioco; la seconda, perché usando il poco tempo che gli avanzava sono riusciti a creare un cross-over unico, curato, sorprendente.

Già dall’incipit surreale si capisce che siamo sulla strada giusta: Harry Hatsworth, gentiluomo ed esploratore d’altri tempi, avido di tesori, è in missione per recuperare i pezzi del “completo da gentiluomo dorato“, che gli permetterebbe di esplorare la dimensione parallela del “reame dei puzzle” per impossessarsi delle ricchezze in esso contenute. Ma proprio quando recupera la bombetta dorata qualcosa va storto e le due dimensioni si fondono. Qui iniziano 2 giochi contemporaneamente: un platform 2D sullo schermo superiore e un puzzle game in quello inferiore. Il risultato finale è strabiliante: Harry deve saltare e combattere nemici per guadagnare tempo, da usare per tenere a bada il puzzle nello schermo inferiore senza soluzioni di continuità, pena l’invasione dei blocchi nello schermo superiore, che inizieranno a piovere in testa al malcapitato gentiluomo. Ben raccontato e con un gameplay incredibilmente appassionante, non ha nulla da invidiare né ai migliori platform né ai migliori puzzle disponibili su Nintendo DS: prendi 2, paghi 1!

 

Big Bang Mini
 

Spettacolo Pirotecnico… e non solo
La bellezza dei giochi pirotecnici è innegabile e oggettiva. Siamo rimasti tutti, almeno una volta nella vita, a guardare incantati col naso in su quei razzi, ricolmi di polvere pirica, esplodere nella notte e illuminarla di mille colori e forme. Fantavision per PlayStation 2, nel lontano 2000, fu il primo gioco a rendere ludica quella magia; ma solo 9 anni più tardi i giocatori avranno modo di godere di un altro titolo con protagonisti gli incantevoli fuochi, grazie ad Arkedo Studio, sviluppatori di Big Bang Mini. Mentre Fantavision è un puzzle/rhythm game dove far scoppiare i razzi con una buona dose di tempismo, Big Bang Mini è un vero e proprio shooter, con tanto di nemici che cercheranno di farvi la pelle dallo schermo superiore del DS. Lo stilo viene usato per lanciare fisicamente verso l’alto singoli fuochi d’artificio (il che già di per se dà un gusto unico al gameplay); sarà necessario usare una certa precisione, visto che i lapilli creati dall’esplosione si disperderanno per l’area di gioco, rischiando di colpire il giocatore (che potrà essere spostato col pennino).

Le battaglie sono frenetiche, tecniche e permeate da un’eleganza visiva e sonora che ha pochi rivali nella libreria della portatile a 2 schermi. Le boss battle sono i momenti più emotivi ed esaltanti dell’intera e longeva produzione: vere sfide psichedeliche che vi ricorderete ad ogni capodanno. Graditissima la modalità libera, dove far scoppiare fuochi d’artificio solo per il piacere di farlo. Riprendendo la frase iniziale, Big Bang Mini, come i giochi pirotecnici, è innegabilmente e oggettivamente uno dei migliori titoli per Nintendo DS, nonché uno dei più bizzarri.

 

Aliens Infestation
 

Alien e Metroid: il matrimonio del secolo
Alien, una delle saghe sci-fi più iconiche del cinema, incontra Metroid (o meglio, il suo classico gameplay), uno dei videogiochi sci-fi più iconici dal NES in avanti. Non è il sogno di un videogiocatore che vive di illusioni, è tutto vero: Aliens Infestation nasce dall’idillio tra queste due icone. La saga di Alien dona al titolo un’atmosfera da thriller fantascientifico che sarà familiare a chi ha amato il film di Ridley Scott e i suoi successori, dove la tensione e la paura si tagliano con un coltello; il retaggio della saga di Samus Aran invece ci regala un gustosissimo gameplay in stile metroidvania, dove il backtracking, la ricerca di armi più potenti e di oggetti fondamentali per proseguire la fanno da padrone. Il risultato è di assoluta qualità, complici anche i calibri da 90 coinvolti nella produzione: Gearbox e WayForward allo sviluppo, SEGA nel ruolo di publisher e infine 20th Century Fox, che detiene i diritti della saga cinematografica, alla distribuzione. DS alla mano, il gioco dà assuefazione: il mistero che circonda gli avvenimenti incuriosisce il giocatore e lo spinge ad addentrarsi nella tetra nave spaziale.

Un gunplay curatissimo e impreziosito da un sistema di coperture molto intelligente, che negli shooter 2D è raro trovare (solo Not a Hero qualche anno più tardi farà evolvere questa meccanica), spezza le fasi esplorative. Le animazioni e le ambientazioni appagano l’occhio come da tradizione WayForward, veri e propri maestri del 2D con la saga di Shantae (altro metroidvania) tra i loro titoli di spicco. Uscito nel settembre del 2011, Aliens Infestation ha rappresentato uno dei migliori saluti al DS, che nel marzo dello stesso anno si è visto affiancare dal suo successore, lo stereoscopico 3DS.

 

Soul Bubbles
 

Civiltà scomparse all’interno di una bolla
Molti sviluppatori prima di Makensleep, piccola software house francese, avevano posto le bolle al centro del loro gameplay: dall’inventore delle bolle di sapone fino a Taito, con il suo famosissimo Bubble Bobble. Mai prima d’ora però le tonde sacche di gas sono state protagoniste di un puzzle game spirituale e zen, Soul Bubbles, dove nei panni di un apprendista sciamano dovremmo accogliere, all’interno della nostra bolla, tutti gli spiriti bloccati negli articolatissimi dungeon. Agli ordini di un anziano sciamano un po’ sciroccato, dovremo soffiare la bolla in ogni anfratto dei livelli, evitare trappole acuminate e nemici pronti a far scoppiare la nostra sferica speranza. Lo stilo indirizzerà il soffio in modo assolutamente intuitivo, mentre ad ogni direzione del d-pad corrisponderà un potere speciale – come il taglio, utile per punire le creature che cercheranno di interrompere la nostra meditazione.

Lo stile grafico 2D di pregevole fattura si esalta grazie alle ambientazioni tematiche, che vanno da templi simil-Inca, praterie che ricordano gli ambienti originari degli indiani d’America, fino ad arrivare a inquietanti e pericolosi labirinti, bui come una notte senza luna. La genialità di certi passaggi riesce ad estasiare chi cerca un passatempo diverso da qualunque altro, rendendo ogni singolo livello un’esperienza da vivere fino in fondo. Un gioco capace di liberare la mente e farvi ascendere al Nirvana videoludico, dove voi e la bolla sarete un tutt’uno, in un viaggio che, se interpretato a dovere, vi renderà dei giocatori migliori.

 

Maestro! Jump In Music
 

Ma che musica maestro!
Abbiamo iniziato questa carrellata di perle con un titolo musicale che diviene un vero e proprio strumento nelle mani del giocatore, e chiudiamo con un altro rhythm game, più canonico nella progressione ma estremamente intrigante e tutto da suonare. Maestro! Jump In Music è il connubio tra un platform/endless run (i livelli non sono infiniti ma il protagonista corre in autonomia sempre verso destra) e un titolo ritmico, dove il pennino serve a pizzicare le corde su cui il simpatico volatile rosa corre, e grazie alle quali può saltare o scendere verso una corda sottostante. Semplice? Mica tanto. Le canzoni spaziano tra una moltitudine di generi: dalla musica classica di Wolfgang Amadeus Mozart, passando per ‘O Sole Mio di Eduardo di Capua e finendo con The House of the Rising Sun dei The Animals. Il ritmo è sempre incalzante e la difficoltà è tarata verso l’alto, spronando il giocatore ad allenare il proprio orecchio per raggiungere l’agognato perfect score. “Suonare i livelli” dona una sensazione piacevolissima, ponendo l’abilità al centro dell’azione; pizzicare una corda di chitarra o picchiare un nemico al ritmo di un tamburo sono azioni che restituiscono un feedback eccezionale, in cui sembrerà di avere il controllo su ogni suono. Le ambientazioni, estremamente varie, attraversano suggestivi fondali marini immersi in sonorità romantiche e oniriche, ambientazioni da far west con l’incalzante tema principale de “Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo” di Ennio Morricone a fare da protagonista, e panorami veneziani in cui mandolini e gondole si spartiscono la scena. Maestro! Jump In Music, sviluppato dai francesi Pastagames, è un rhythm game unico, che non sfigura se affiancato ai più blasonati Elite Beat Agents e Rhythm Heaven.

 

La console preferita dagli innovatori
Concludiamo dicendo che questi 7 bizzarri e bellissimi titoli sono solo una piccola parte dei colpi di genio che gli sviluppatori di tutto il mondo hanno tirato fuori dal cilindro per la portatile a 2 schermi. Una console che, grazie alle sue innovazioni, ha stimolato la creatività di studi grandi e piccoli, giapponesi, europei e statunitensi, contribuendo al successo mondiale della generazione Wii/DS, grazie a cui tutti noi abbiamo sperimentato nuovi modi di intendere il nostro hobby preferito.

Adesso tocca a voi dirci quali ricordi avete legato al Nintendo DS, quali sono i vostri giochi preferiti e le vostre “perle rare” che hanno saputo stupirvi e rapirvi! Anche per ingannare l’attesa per l’annuncio di NX, la prossima console Nintendo che sembra già promettere grandi cose.

Tag:

#LiveTheRebellion